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Blur

Pensateci bene, alla fine creare videogiochi e' come cucinare: e' necessario procedere alla selezione degli ingredienti piu' adatti, rispettare le dosi ed infine amalgamare il tutto sperando che il sapore riesca a soddisfare i palati piu' esigenti dei giocatori. E guarda caso il nuovo progetto a quattro ruote partorito dai ragazzi di Bizarre Creations non e' altro che un variegato insieme di vecchie e nuove idee. Una miscela esplosiva che risponde al nome di Blur. Semplice e conciso. Qualche giorno fa siamo stati invitati presso gli studi milanesi di Activision e abbiamo avuto modo di provare in anteprima il reparto single player del titolo; per saperne di piu', quindi, non vi resta che proseguire con la lettura.

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Cosa fare per rendere un racing game diverso da tutti gli altri concorrenti evitando al tempo stesso di osare troppo?
Questa dev’essere stata la domanda che avrà tormentato a lungo i talentuosi sviluppatori di Bizarre Creations, già responsabili di una delle serie automobilistiche più riuscite degli ultimi anni: Project Gotham Racing.
Pensateci bene, alla fine creare videogiochi è come cucinare: è necessario procedere alla selezione degli ingredienti più adatti, rispettare le dosi ed infine amalgamare il tutto sperando che il sapore riesca a soddisfare i palati più esigenti dei giocatori. E guarda caso il nuovo progetto a quattro ruote partorito dai ragazzi di Liverpool non è altro che un variegato insieme di vecchie e nuove idee. Una miscela esplosiva che risponde al nome di Blur. Semplice e conciso.
Qualche giorno fa siamo stati invitati presso gli studi milanesi di Activision e abbiamo avuto modo di provare in anteprima il reparto single player del titolo; per saperne di più, quindi, non vi resta che proseguire con la lettura.

Auto da corsa? No, auto da guerra!

Una volta impugnato il pad, sono bastati pochi secondi per comprendere le intenzioni degli sviluppatori: Blur non punta affatto al realismo sfrenato, né tantomeno cerca di imitare un titolo in particolare. Lo scopo principale di Blur è divertire, senza mezzi termini. Detto questo, se siete dei fan sfegatati delle simulazioni automobilistiche, potete fare a meno di continuare a leggere. Tutti gli altri, invece, proseguano pure. Se appartenete a quest’ultimo gruppo, infatti, potreste sorreggervi il mento con interesse e curiosità. Noi vi abbiamo avvisato.

Gli stessi sviluppatori, per differenziare la loro creatura da tutti gli altri esponenti del genere, hanno pensato bene di definire Blur un “Powered-up Racing”. E tale definizione, a nostro avviso, ci sembra la più azzeccata. Ogni gara, infatti, non costituisce affatto una convenzionale competizione corsaiola, ma bensì una battaglia tra auto. Sì, perché per dominare l’avversario e garantirvi quindi il gradino più alto del podio, non basterà sfoderare le vostre migliori skill da pilota provetto ma dovrete dimostrare al tempo stesso di saper scegliere la strategia migliore. E quale strategia migliore se non quella di scaraventare fuori pista gli avversari? Ebbene sì, avete capito bene, in Blur ve le darete di santa ragione, la pista sarà un vero e proprio campo di battaglia! Per seminare distruzione e mettere KO i piloti che più ci infastidiscono possiamo contare su un totale di 8 power-up, ciascuno dei quali offre una forma di difesa o offesa unica: sta a voi scegliere il più idoneo quando e come volete. Ovviamente, come potete immaginare, durante la nostra sessione di prova non potevamo che provarli tutti, guadagnandoci pertanto l’antipatia degli avversari. Vediamoli insieme nel dettaglio:

Shunt: una sfera energetica che segue il bersaglio; quando colpisce ribalta la macchina dell’avversario.
Barge: una violenta scarica di energia a corto raggio; manda fuoristrada tutti gli avversari nelle vicinanze.
Nitro: un’iniezione di protossido che aumenta per una manciata di secondi la velocità della nostra vettura. E come se non bastasse può essere usato anche come freno aereo in caso di curve molto strette.
Shock: crea una tempesta elettromagnetica compromettendo l’affidabilità del sistema elettrico delle auto degli avversari.
Bolt: permette di sparare tre saette; le macchine colpite subiscono un forte rallentamento e conseguente perdita di controllo.
Shield: per un breve lasso di tempo rende la propria vettura immune da qualsiasi power-up nemico.
Mines: rilascia sulla pista una mina; chiunque vi passi sopra subirà un ribaltamento nonché forti danni all’auto.
Repair: ripristina al massimo la barra della salute dell’auto (posta sullo specchietto retrovisore) riparando immediatamente tutti i danni subiti.

Insomma, le varianti offensive sono molteplici e, logicamente, il loro utilizzo va a braccetto con la situazione di gioco.
Tutti i power-up sono rappresentati da particolari icone colorate dalla forma stilizzata utile a comprenderne da subito la natura; queste vengono poste in tre slot visibili in sovrimpressione immediatamente sotto al paraurti posteriore dell’auto in dotazione. Durante la nostra sessione di gioco abbiamo testato la versione Xbox 360 e in questo caso il tasto X era deputato allo “scrolling” dei diversi power-up disponibili, mentre il tasto A al relativo utilizzo. Alcuni poteri d’attacco, ed anche il Nitro, possono essere sparati anche all’indietro, mettendo quindi in difficoltà non solo il pilota che ci precede ma anche chi ci insegue e ci tiene sotto tiro. Qualora volessimo raccogliere un particolare power-up ed i tre slot a disposizione sono già tutti occupati, è possibile “droppare” il potenziamento attualmente selezionato e riservare lo slot appena liberato ad un nuovo attacco. Potete ben capire quanto sia importante in questo caso prendere la giusta decisione, soprattutto nel caso in cui l’energia vitale della vostra vettura stia per esaurirsi. In questi frangenti, infatti, è giusto sacrificare un power-up offensivo in favore di uno difensivo, quale potrebbe essere Shield o Repair.

A conti fatti ogni gara si manifesta per quello che gli sviluppatori avevano in mente: un’esperienza sempre diversa e dettata da una strategia che, per forza di cose, va ad adattarsi all’irruenza degli avversari nonché alle proprie debolezze. È una gara di sopravvivenza, né più né meno. Tanto che ci si sente braccati e perennemente sotto tiro. Non a caso a ogni gara, oltre che tentare di ribaltare l’avversario che ci precedeva, non facevamo altro che guardare con sospetto lo specchietto retrovisore, in modo da scongiurare un qualsiasi attacco a sorpresa: trovarsi perfettamente in linea con un avversario, non importa se davanti o dietro, è decisamente sconsigliato, in quanto si rischia in tal senso di agevolare l’avversario e quindi di fare una brutta fine.

Una carriera a suon di mazzate!

Così come vi abbiamo anticipato in apertura, lo scopo principale di Blur è divertire, senza grosse pretese. Per tale ragione, come avrete già capito, il modello di guida messo a punto dai ragazzi di Bizarre Creations non poteva che essere arcade. Diciamo che si avvicina in parte a quanto sperimentato nell’ultimo Project Gotham Racing, sebbene l’impressione dominante sia quella di trovarsi di fronte ad un’ulteriore estremizzazione delle manovre di guida. D’altronde un racing game che fa degli scontri in pista il suo cavallo di battaglia, non poteva presentarsi diversamente.
La modalità Carriera di Blur si sviluppa attraverso un numero consistente di eventi, appartenenti ai 9 Gruppi disponibili, ognuno dei quali è capitanato da un pilota “rivale” da sfidare poi in una gara One-on-One. Le competizioni a cui è possibile partecipare sono molteplici, e vanno dalle semplici gare con power-up ad eventi più adrenalinici come Destruction e Checkpoint. In ciascun evento possiamo archiviare fino a 5 “luci” completando l’obiettivo primario e 2 “luci” extra per il completamento degli obiettivi secondari. Ovviamente l’obiettivo primario è quello di vincere la gara, infatti arrivando secondi si ottengono 4 luci e addirittura solo 3 qualora dovessimo finire in terza posizione. Ad ogni modo, prima che vi possiate scoraggiare, sappiate che è sempre possibile conquistare più luci rigiocando l’evento e possibilmente pianificando al meglio la propria strategia. In definitiva la carriera è così riassumibile: le luci sbloccano nuovi gruppi, che a loro volta racchiudono più eventi; completati quest’ultimi scatta la sfida con il Rivale, ciascuno dei quali sfoggia capacità e abilità di guida differenti, richiedendo quindi tattiche intelligenti e mai simili a se stesse.
Gli obiettivi secondari comprendono delle particolari sfide, ad esempio ci verrà richiesto di passare attraverso un determinato numero di cancelli prima dello scadere del tempo, oppure ancora saremo chiamati ad impressionare positivamente i nostri fan. Insomma, un modo come un altro per arricchire una modalità carriera già di per sé varia.

Sfidami che ti sfido

Uno degli aspetti più interessanti della carriera è potersi confrontare con i propri amici verificandone non solo i risultati migliori conseguiti in ogni evento, ma soprattutto lanciandogli delle sfide attraverso l’invio di un messaggio personale. In questo modo quando l’amico designato si accingerà a giocare a Blur, sarà accolto dalla nostra sfida e sarà chiamato a battere il nostro record! Inoltre è possibile tenere sotto controllo la leaderboard online per mandare delle sfide a chiunque stia cercando di raggiungere il nostro miglior piazzamento. Oppure ancora scegliere uno degli amici in lista designandolo come Rivale da battere in ogni evento della carriera. Ma la natura “social” di Blur non finisce qui: attraverso il tasto in-game “Condividi” potremo twittare in tempo reale le nostre vittorie, i veicoli che abbiamo sbloccato, gli amici che abbiamo battuto ed altro ancora. Si tratta senza dubbio di una feature degna di nota che, siamo sicuri, attirerà l’attenzione di altri sviluppatori.

Under the hood

Tecnicamente parlando, sebbene sia ancora presto per esprimere un parere definitivo, la veste grafica di Blur ci è sembrata decisamente al passo coi tempi. Niente che faccia gridare al miracolo ma nulla che ci abbia fatto scuotere il capo, il che è un bene. Il dettaglio grafico delle auto (una cinquantina, tutte su licenza) è soddisfacente e, quantunque il gioco sia totalmente svincolato da qualsivoglia velleità simulativa, ciascuna tipologia di vettura è in grado di garantire un feeling di guida ben differenziato e proporzionato alla pesantezza del mezzo. Il motore grafico del gioco ci è sembrato piuttosto solido anche nelle situazioni più concitate, assicurando un framerate costante. Ottimi gli effetti di luce scaturiti dall’utilizzo dei power-up così come l’ammirevole profondità dell’orizzonte. Nella media gli effetti sonori e l’accompagnamento musicale.

Last Lap

Concludendo, l’ultima fatica a quattro ruote targata Bizarre Creations sembra avere le carte in regola per elargire ore ed ore di divertimento disimpegnato. La natura marcatamente arcade di cui Blur si fregia rappresenta un incentivo per tutti coloro che non hanno mai avuto a che fare con un racing game. Tutti gli altri, invece, possibilmente già avvezzi al genere, potrebbero trovarsi di fronte ad un titolo originale e persino supportato da una folta schiera di fan, complici le innovative feature “da social network” che gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire.
Al fine di valutare il gioco nella sua interezza, prendendo di conseguenza in esame aspetti sinora tralasciati, non ci resta che attendere l’uscita del titolo, fissata per il prossimo 28 maggio. Per il verdetto definitivo vi rimandiamo quindi alla pubblicazione della nostra recensione.

 

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