Articoli

Gotham City Impostors

Mash-up è forse la definizione che meglio si addice al nuovissimo Gotham City Impostors di cui ci occupiamo oggi. In fondo, almeno in linea teorica, cosa c'è di meglio se non unire le meccaniche del gioco campione d'incassi del momento con l'ambientazione e la fama di quello più lodato e coccolato dalla critica? 

di: Nicola "Wanicola" Caso

In ambito musicale con il termine “mash-up” si definisce la particolare fusione tra due diverse canzoni, dove sulla base di una traccia risuona il ritornello di un’altra. Tranquilli, non abbiamo inaugurato una nuova sezione dedicata alla musica, ma l’esempio del mash-up è forse quello che meglio si addice al nuovissimo Gotham City Impostors di cui ci occupiamo oggi. In fondo, almeno in linea teorica, cosa c’è di meglio se non unire le meccaniche del gioco campione d’incassi del momento con l’ambientazione e la fama di quello più lodato e coccolato dalla critica?

Call of Gotham

Fin dalla sua prima presentazione ufficiale, l’intento di questo nuovo progetto era palese: proporre al pubblico un nuovo e frenetico FPS sulla falsa riga di quelli bellici che tanto piacciono al pubblico di massa e, allo stesso tempo, sfruttare l’importante licenza legata al Cavaliere Oscuro, mai come ora sulla cresta dell’onda grazie alla ritrovata fama a cavallo tra cinema e videogiochi.
Eppure, già dal primo impatto, Gotham City Impostors non si presenta esattamente al top, vuoi per l’eccessiva forzatura del brand in questione, vuoi per la totale assenza di innovazione che può scaturire dal creare l’ennesimo clone di Call of Duty.

Ma andiamo con ordine. Atteso per la prima metà di febbraio, Gotham City Impostors offrirà ai giocatori la possibilità di cimentarsi in furiose e scanzonate sparatorie senza quartiere per le vie dell’omonima città, impreziosendo il tutto con l’affascinante possibilità di militare tra le fila di alcuni pazzi criminali fanatici del Joker o tra quelle dei vigilantes emuli di Batman. Tutto qua. Non c’è storia, se non quella brevemente accennata nel video introduttivo, e non c’è neanche una modalità dedicata al giocatore singolo se si esclude il training. Decisi a puntare tutto sulla componente multigiocatore online, i ragazzi di Monolith Productions (F.E.A.R e Condemned) si sono limitati a rielaborare in chiave fumettistica e punk tutti i vari cliché e i luoghi comuni tipici di questo blasonato genere. La beta da noi provata, infatti, ci ha dato la possibilità di cimentarci in due sole modalità, denominate “Suffumigazione” e “Guerra Psicologica”, dietro le quali non è molto difficile scorgere le classiche “Re della Collina” e “Cattura la Bandiera”. Passata in scioltezza la sala d’attesa e votato per la propria arena preferita (in questo caso ambientate a Crime Alley e Amusement Mile, due pietre miliari dell’iconografia DC), il gioco vede due team composti da 6 giocatori ciascuno darsi battaglia nel tentativo di conquistare e mantenere la posizione presso dei dispensatori di gas esilarante (o feromoni di pipistrello!), o rincorrersi l’un l’altro per cercare di accaparrarsi il possesso della batteria per il proprio demotivatore, fino allo scoccare della fatidica ora. La prova in questione ha messo in risalto un gameplay decisamente più votato all’azione dura e pura che non alla tattica, ma si riesce comunque a intravedere uno spiraglio di luce per quei giocatori che preferiscono usare tanto i riflessi quanto il cervello. Peccato solo che il netcode non sia sembrato ottimizzato al meglio, con tempi d’attesa decisamente troppo lunghi tra una partita e l’altra e, soprattutto, afflitto da occasionali fenomeni di lag che rendono i personaggi fastidiosamente imprendibili. Tuttavia confidiamo nel fatto che, essendo una beta, lo scopo fosse mettere in rilievo questo genere di problemi in modo da poterli correggere in fase di pubblicazione.

Duty of Impostors

Nonostante un certo scetticismo iniziale, la prova con mano ha messo in evidenza anche alcuni aspetti positivi su cui vale la pena soffermarsi. Uno dei più riusciti è senz’altro la mole di elementi interattivi che caratterizzano ogni scenario: seppure dalle proporzioni esigue, i livelli messi a disposizione da Warner Bros. per questa beta hanno dimostrato una notevole cura per quanto riguarda la disposizione dei vari punti di vantaggio, spaziando tra trampolini, grate dell’aria, rampe da skate, muri a cui tirare il rampino e quant’altro in modo da poter garantire approcci sempre diversi a seconda dell’equipaggiamento in dotazione. Proprio questo discorso ci porta dritti a un altro punto forte del gioco, ovvero la possibilità di poter personalizzare sotto ogni minimo dettaglio il nostro alter-ego. Abbandonato il sistema a classi tipico dei vari Team Fortress e Brink, anche sotto questo punto di vista Gotham City Impostors abbraccia un sistema di crescita e diversificazione del personaggio di “CallOfDutyana” memoria. A fianco di classici come arma principale, secondaria, granata e perks assortite (sulle quali non ci dilunghiamo oltre perché avrete già capito a quale gioco si rifanno), i vari Impostori potranno contare su tutta una serie di gadget unici.
Grazie a quest’ultimi, infatti, ogni partita sarà dominata dal caos più totale potendo contare su grossi energumeni volanti, agili cecchini che si spostano rapidamente grazie a rampini di fortuna, accoltellatori folli sui pattini e medici che corrono dietro ai propri protetti supportandoli con un megafono. Il tutto condito da esplosivi di varia natura, tagliole, trappole e batarang di fortuna. Non mancheranno neanche serie di uccisioni e supporti assortiti, ma allo stato attuale delle cose non c’è stato modo di poterli sperimentare. Infine, decisamente meno utili ai fini di gioco ma indispensabili per ogni buon fashion victim che si rispetti, la possibilità di poter spendere i propri crediti nella personalizzazione fisica del nostro Impostore, garantendo la possibilità di poter creare ibridi grotteschi al limite del pessimo gusto.
Non nascondiamo che di tutto il pacchetto la fase di “customizzazione” ci è parsa forse la più completa e riuscita, in grado non solo di strappare più di una risata ma anche di mandare in solluchero gli smanettoni e i fan degli equip.

Gotham Street Art

Potrà non centrare niente con Batman e il mondo da cui trae ispirazione, ma il particolare stile grafico adottato da Gotham City Impostors non può certo lasciare indifferenti. Nonostante un comparto tecnico appena sufficiente, il titolo colpisce per il particolare stile con cui è realizzato: personaggi deformi e volutamente caricaturali, travestimenti di fortuna ridicoli e tutta una serie di tinte acide e assalti visivi pronti a importunare la vista del giocatore a ogni svolta d’angolo. Anche se totalmente agli antipodi rispetto alla pulizia e alla magnificenza di Batman: Arkham City, bisogna comunque ammettere che il tutto funziona e diverte.
Anche il sonoro trova il suo apice nella schermata di personalizzazione, grazie a un buon repertorio di voci e battute tra cui poter scegliere, con la divertentissima possibilità di alterare completamente il timbro vocale del nostro Impostore, tanto che per ogni uccisione ne sentirete delle belle. In partita, invece, nulla di diverso dal solito campionario di raffiche e proiettili, sormontati dalla voce onnipresente del QG sempre prodigo di strigliate ed elogi in tempo reale.

La lunga ed estenuante lotta per la città

Manca ormai poco all’arrivo di Gotham City Impostors sulle maggiori piattaforme di distribuzione digitale e tuttavia non tutto sembra convincere come dovrebbe. Nonostante l’abbordabile prezzo di circa 15 €, l’idea di puntare tutto su uno stile così scanzonato e pazzoide legato ad un gameplay ormai più che rodato, pare più che altro un’arma a doppio taglio.
Quanti giocatori saranno realmente disposti a migrare sui server di Gotham City Impostors? E per quanto? Quanti fan storceranno il naso davanti a questa accozzaglia di kitsch e trash che poco o nulla ha a che fare con Batman? Ma, soprattutto, riuscirà Warner Bros. a migliorare un netcode fin troppo ballerino e a supportare come si deve la propria creatura anche nei mesi post-lancio?
Queste e tante altre sono le domande a cui bisognerà trovare una risposta per decretare il successo o meno di questo stranissimo mash-up, per ora in parte convincente ma dal futuro parecchio incerto.