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Sea of Thieves: The Hungering Deep

di: donFotter

Fin dal suo lancio, Sea of Thieves è stato criticato in maniera piuttosto uniforme per la sua poca varietà di contenuti: seppur basato su un’esperienza multiplayer molto curata e improntata completamente al fattore umano, i contenuti offerti in termini di quest e operazioni disponibili nel gioco è tutt’altro che invidiabile o variegato. Rare ha risposto che avrebbe pubblicato gradualmente una serie di aggiornamenti atti ad ampliare l’offerta disponibile in termini di attività da svolgere, pianificando un rilascio a cadenza più o meno costante per i prossimi, cruciali, mesi dell’anno. Ed eccoci qui dunque a recensire la prima espansione ufficiale di Sea of Thieves: The Hungering Deep. Avrà imboccato Rare la strada giusto per il bene del proprio gioco? Scopriamo insieme nella nostra recensione.

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La caccia ha inizio

Fin dal momento in cui ci ritroviamo nella taverna si palpa subito con mano un cambiamento netto: un nuovo NPC fa la comparsa nelle taverne, un tale appartenente ai Topi di Sentina. Parlando con questo sbandato inizieremo la nuova quest: The Hungering Deep infatti è una vero e propria quest, con tanto di narrazione e di obiettivi da perseguire man mano fino ad arrivare allo scontro finale con la bestia. Come primo indizio ci viene suggerito di raggiungere un certo “Merry” Merrick, sfortunato pirata che ne ha passate di tutte i colori, arrivando a prendere le gambe durante lo scontro contro una famigerata creatura abissi. Merrick si è accampato sull’isola di Shark Bait Cove e lo troveremo a sud ovest dell’isola mentre suona il suo amato bongo. Parlando con Merrick inizia realmente la quest, che può essere interrotta e ripresa in qualsiasi momento, e che come anticipato richiede di portare a termine tutti i passaggi per essere completata. Merrick ci racconta della sua tragica mutilazione, ammettendo di non ricordare più, a furia di alcol, la posizione dove la feroce creatura marina risiede, ma ci informa che ha sparpagliato in giro per il mondo i suoi diari che, se ricomposti, ci sveleranno la posizione che cerchiamo. The Hungering Deep sembra la classica quest da RPG occidentale: ricerca di indizi e persona per avvicinarsi sempre di più verso la meta. E per la prima volta anche gli NPC in Sea of Thieves acquistano un ruolo primario, non più meramente passivo: non solo dovremo interagire con Merrick, ma dovremo anche cercare altri personaggi in giro per il mondo, cosa che finalmente aggiunge un contesto narrativo al gioco, che da subito porta linfa vitale all’ultima opera di Rare.

L’introduzione di The Hungering Deep rimarca ancora di più la carenza di quest, che non fossero le classiche ricerche di tesori o anime, all’interno del gioco base, dando però l’idea che la svolta necessaria sia finalmente arrivata. Tornando alla storia offerta dalla nuova espansione, è bello viaggiare per mare con uno scopo che non sia solo quello di cercare tesori, ma finalmente è diventato anche ricerca di persone: sarà tutt’altro che semplice trovare gli NPC richiesti, ma è proprio la storia in sé che risulta ben scritta e soprattutto ben realizzata. Abbiamo dei dialoghi semplici ma che non escono minimamente dal contesto scanzonato e piratesco di Sea of Thieves, senza però diventare banali o fin troppo essenziali, cosa che avrebbe minato la qualità della narrazione. Lo stesso Merrick è un personaggio al quale è impossibile non affezionarsi, per il suo stile inedito nel suonare il bongo, ma soprattutto per quell’alone di mistero che avvolge il suo passato e il suo rapporto con il mostro che gli ha portato via entrambe le gambe. The Hungering Deep introduce anche nuovi elementi estetici e nuovi strumenti, necessari per completare la storia, che saremo costretti a recuperare dopo ricerche tutt’altro che banali. Ma quando finalmente si arriva alla fine, al momento della caccia, ecco che ritorna in auge l’elemento che rappresenta il cuore di Sea of Thieves: il multiplayer con altri giocatori umani. Affrontare la bestia da soli, e per da soli intendiamo anche con un singolo galeone, è un’impresa decisamente ardua da portare a termine e per la prima volta gli sviluppatori hanno fatto in modo che i giocatori debbano collaborare tra di loro, anche essendo di equipaggi differenti, piuttosto che trucidarsi a vicenda per il semplice piacere di farlo. La durata della quest è variabile, ma difficilmente richiederà più di tre ore di gioco, che comunque non sono poche, soprattutto se si gioca in compagnia. Buona la prima insomma, con il sincero desiderio che sia l’inizio di un costante ampliamento dell’offerta del gioco.

La strada di casa

Come anticipato brevemente nel paragrafo precedente, The Hungering Deep introduce finalmente l’elemento narrativo che era del tutto assente in Sea of Thieves. Questo dimostra due cose: la prima è che anche i giochi puramente multiplayer non possono prescindere del tutto dalla narrazione, incentrando tutto sul divertimento del gameplay. Ci vuole un po’ di spessore per caratterizzare l’universo che si è creato e soprattutto offrire sempre nuovi tipi di intrattenimento ai giocatori. Secondo, e questo punto è una nostra teoria che riteniamo venga condivisa dai più, Sea of Thieves doveva già contenere al lancio non una, ma dozzine di queste quest da poter completare con gli amici. Perché The Hungering Deep è la dimostrazione che Sea of Thieves offre un ottimo gameplay a livello di intrattenimento con gli amici, ma questo intrattenimento va supportato con contenuti che vadano ben oltre alla linearità delle quest delle compagnie. Quando questi due elementi vengono uniti, e quest’unione viene fatta senza prescindere da un’ottima qualità, il risultato è davvero convincente. Rare ha dichiarato che questa è solo la prima di una numerosa lista di espansione per Sea of Thieves che ci accompagneranno durante l’anno: la speranza è che tutte insieme riusciranno a trasformare il gioco nel prodotto che probabilmente Rare aveva intenzione di sfornare già al lancio, ma che per motivi di tempo non è stato possibile. Certo è che queste sono solo speculazioni, in quanto per ora ci dobbiamo accontentare di The Hungering Deep, che ha il merito di aver certamente aumentato l’ottimismo intorno al futuro del gioco. Segnaliamo infine un miglioramento generale di pulizia dell’immagine e di stabilità dei server rispetto al passato.

Conclusioni

L’espansione dei contenuti di Sea of Thieves parte con il piede giusto: The Hungering Deep aggiunge per la finalmente l’elemento narrativo che, grazie all’ottima fattura, risulta in grado di intrattenere e appassionare il giocatore per tutta la sua durata, di circa tre ore in media. La vera domanda è perché Sea of Thieves non sia giunto sul mercato non con una, ma con diverse quest di questo genere disponibili. Purtroppo non avremo mai una risposta, ma quel che è certo è che Rare sta coltivando la sua creatura nel modo giusto, e The Hungering Deep è la prima pietra per costruire la strada verso il grande rilancio. Se le prossime espansioni arriveranno con costanza ed altrettanta qualità, siamo certi che entro la fine dell’anno Sea of Thieves sarà quel gioco che gli sviluppatori, ma soprattutto i giocatori, volevano che fosse fin dall’inizio.