DLC

Mortal Kombat: Aftermath

di: Simone Cantini

È innegabile che, dopo un corposo periodo di oblio dovuto a capitoli non proprio entusiasmanti, la saga di Mortal Kombat abbia oramai ritrovato la giusta via, come dimostrano gli ultimissimi episodi del popolare picchiaduro che i ragazzi di NetherRealm ci hanno regalato negli ultimissimi anni. E proprio l’undicesima iterazione del brand è riuscita a dimostrare, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la bravura del team, che è stato capace di confezionare quello che mi riservo di ritenere la migliore di sempre. Dopo gli immancabili DLC dedicati a lottatori opzionali, però, lo studio capitanato da Ed Boon ha deciso di ampliare ancora un po’ quanto già fatto lo scorso anno, grazie a Mortal Kombat: Aftermath, una succosa espansione che è stata in grado di immettere nuova linfa vitale in questo già riuscito capitolo.

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Ritorno al futuro

A spiccare in prima linea in Mortal Kombat: Aftermath, è senza dubbio la porzione dedicata al nuovo story mode, che va ad affiancarsi e ad ampliare quanto già visto in origine. Tutto ha inizio proprio con la sconfitta di Kronica per mano di Liu Kang, oramai divenuto il nuovo dio del fuoco e del fulmine, che proprio mentre si appresta a sfruttare la Klessidra per rimettere ordine tra le fila del tempo, si vede interrotto da un insolito terzetto: Shang Tsung, Fujin e Nightwolf compaiono improvvisamente dinanzi a lui, mettendolo in guardia relativamente ai propri propositi ed invitandolo ad ascoltare ciò che il malvagio stregone ha da dire. Tutto ruota attorno alla corona di Kronica, oramai andata distrutta durante il combattimento, e ritenuta indispensabile per rimettere realmente a posto le varie linee temporali. Prende così il via un viaggio nel passato, volto a scongiurare l’ascesa al potere della titanide e che, come vuole la tradizione, sarà accompagnato dalla consueta dose di mazzate. Impreziosita dalla oramai consueta presenza di abbondanti ed ottimamente realizzate cinematiche, questa porzione inedita di narrazione ci terrà impegnati per circa metà del tempo di quella originale, e sarà utilissima per avere un primo contatto con due delle new entry del roster: la regina degli Shokan, Sheeva ed il dio del vento, nonché fratello di Raiden, Fujin. Per ovvi motivi di narrazione, il buon Robocop (l’ultimo personaggio introdotto dal DLC) non sarà presente in questa sezione. Con Aftermath, la saga di Mortal Kombat riesce a confermare ancora una volta di essere il picchiaduro con la lore più intricata e complessa del genere, dimostrando come anche in un gioco in cui il fulcro dell’azione sono gli scontri 1vs1 ci possa essere spazio per una sceneggiatura appassionante e ben scritta, pur con tutti i limiti del caso.

Noi siamo un trio…

Non si vive, però, di sole linee di dialogo, ed i ragazzi di NetherRealm lo sanno davvero bene, vista la mole di aggiunte al gameplay che Aftermath si porta in dote. La prima è, senza dubbio, rappresentata dalle citate 3 new entry, che portano a ben 34 il numero di lottatori disponibili, ognuno caratterizzato dal proprio stile di lotta unico e dalle proprie peculiarità di combattimento. Robocop farà sicuramente la gioia di tutti coloro che amano tenere l’avversario a distanza, grazie ad una serie di devastanti mosse ranged, che però lo costringono ad avere una mobilità decisamente ridotta; Sheeva, invece, farà delle combo e della potenza la sua arma principale, riprendendo in toto il personaggio che avevamo imparato a conoscere già nel passato della saga; a chiudere il terzetto troviamo quello che può essere considerato uno dei personaggi più devastanti del gioco, ovvero Fujin, molto veloce e dotato di una serie di attacchi anomali, che spaziano dal corpo a corpo al ranged, ma che ne fanno anche un lottatore estremamente complesso da padroneggiare. L’uscita di Aftermath, comunque, non è coincisa soltanto con il lancio di questi contenuti a pagamento, ma è riuscita a portarsi in dote anche tutta una serie di add-on gratuiti che, oltre alle consuete limature al gameplay nudo e crudo, hanno visto l’inserimento di nuovi stage, che saranno in grado di fare la gioia dei nostalgici grazie ad una piccola chicca che non voglio anticipare in nessun modo. L’aggiunta più attesa, però, è senza dubbio rappresentata dal ritorno delle Friendship, spassose mosse finali che vanno ad affiancarsi alle crudeli Fatality, sostituendo i litri di sangue con scenette comiche a tratti davvero irresistibili (vedere Robocop scatenarsi nel Moonwalking non ha prezzo!). Insomma, è davvero difficile rimanere delusi dalle aggiunte apportate da Aftermath, pertanto l’unica perplessità che mi ritrovo a dover esprimere è senza dubbio relativa al prezzo di distribuzione non proprio felicissimo, dato che i 39,99 Euro richiesti per portarsi a casa story mode e personaggi mi sembrano decisamente un po’ troppo esosi.

Grazie ad Aftermath, Mortal Kombat continua la sua inarrestabile ascesa nell’olimpo dei picchiaduro ad incontri, andando ad impreziosire ulteriormente un pacchetto già corposo e riuscito, grazie all’introduzione di un nuovo story mode davvero ben realizzato e tre nuovi lottatori estremamente variegati. Alla luce di quanto introdotto, anche in forma gratuita, è davvero difficile rimanere insoddisfatti di questo DLC, a patto di sorvolare sopra ad un prezzo di vendita che, in virtù del mercato attuale, appare decisamente un po’ troppo spropositato.