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The Division

Poco meno di due mesi fa, dopo una carrellata di video che avevano fatto scoppiare l’ennesima caccia al downgrade, The Division si era mostrato in forma giocata grazie ad un succosa release alpha a numero chiuso. L’occasione era stata più che mai golosa per testare con mano il lavoro dei ragazzi di Massive e tirare qua le prime impressioni che, sono sicuro, non avrete mancato di leggere (ahahah!!). E dopo questo primo assaggio Ubisoft si è prodigata nell’estendere il test ad un numero di player più corposo grazie ad una fase beta. Che noi di Console Tribe non ci siamo ovviamente lasciati scappare.

di: Simone Cantini

Poco meno di due mesi fa, dopo una carrellata di video che avevano fatto scoppiare l’ennesima caccia al downgrade, The Division si era mostrato in forma giocata grazie ad un succosa release alpha a numero chiuso. L’occasione era stata più che mai golosa per testare con mano il lavoro dei ragazzi di Massive e tirare qua le prime impressioni che, sono sicuro, non avrete mancato di leggere (ahahah!!). E dopo questo primo assaggio Ubisoft si è prodigata nell’estendere il test ad un numero di player più corposo grazie ad una fase beta. Che noi di Console Tribe non ci siamo ovviamente lasciati scappare.

Non ci siamo già visti?

Ok, lo ammetto senza problemi: mi sarei aspettato un qualcosa di più, a livello contenutistico, da questa closed beta. Ovvio che, trattandosi sempre di una prova preliminare, sarebbe stato sciocco aspettarsi chissà quale mole di contenuti. Però notare come, dicitura a parte, il corposo pacchetto da ben 28 giga sia una sin troppo fedele copia carbone della già sviscerata alpha mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Tutto, a partire dal video tutorial iniziale, aveva il triste sapore del déjà vu: ovvio che non mi aspettavo di provare con largo anticipo il prodotto finito, ma per lo meno sbloccare qualche aspetto di The Division che ancora non era stato possibile sperimentare in prima persona sarebbe stata cosa gradita. Va comunque riconosciuta ad Ubisoft un’intelligenza superiore alla media degli altri publisher: avendo pochissimo tempo a disposizione per la beta, il colosso francese ha pensato bene di rendere disponibile il preload con qualche giorno di anticipo, di modo da far trovare pronti ai nastri di partenza tutti i player. L’esatto contrario di quanto fatto da EA con l’ultimoPlant vs Zombies. Lasciando perdere queste futili, almeno in questo caso, polemiche, è giunto il momento di soffermarci ad analizzare un attimo più nel dettaglio le migliorie, presunte o reali, che si porta in dote questa beta. L’elemento su cui si avverte maggiormente il peso del tempo trascorso dal precedente test è, senza dubbio, il gunplay. Nella scorsa analisi, difatti, lamentavo una certa imprecisione nelle fasi shooter, con un avatar che sembrava incapace, a dispetto del suo rango di agente speciale, di colpire oltre il proprio riparo. Bene, sembra proprio che i feedback ricevuti da Massive abbiano dato i loro frutti, grazie ad un notevole incremento della precisione di fuoco del nostro personaggio che, adesso, si è finalmente risparmiato di crivellare di proiettili cemento e quanto altro. Tale cura, però, non sembra essere stata riservata alle hitbox degli avversari, ancora approssimative e prive di un reale feedback: vedere un teppista cencioso non stramazzare al suolo se colpito alla testa manda decisamente a rotoli la sospensione dell’incredulità, corroborata invece da un setting crudelmente reale. Positivo anche il secondo impatto con Snowdrop, l’engine proprietario che muove il mondo di The Division: seppur non ancora granitico, il frame rate si è rivelato leggermente più solido rispetto all’alpha test, garantendo una maggiore fluidità all’azione, seppur non manchino gli imprescindibili rallentamenti nelle fasi più frenetiche. Niente di eclatante che non possa comunque essere limato da qui al prossimo marzo. Invariato, almeno ad un’analisi superficiale, l’impatto visivo che, anche se sempre distante dal mirabolante trailer di annuncio, risulta quanto mai in linea e coerente con le potenzialità ospitate sotto la scocca delle nostre console.

Prova a metà

Alla luce di quanto emerso da questa prova, quindi, la beta di The Division, almeno ai miei occhi, rappresenta una mezza occasione perduta, dato che a dispetto di un corposo download non osa gettare in pasto a quelli che saranno i futuri acquirenti una panoramica a 360° di quello che proporrà il prodotto finale: può sembrare una mancanza da nulla, ma presentando una struttura di stampo fortemente ruolistico è quanto mai spiacevole vedere bloccate in questo test sezioni importanti di tali meccanismi. Sarebbe stato senza dubbio piacevole poter dare anche solo una semplice occhiata, ad esempio, alla pannellata dei Talenti (anche solo per consultazione), invece di criptare il tutto ed indicare la sezione come non disponibile nella beta. Così come sarebbe stata cosa buona e giusta rendere il multiplayer libero dai balzelli chiamati Live e Plus, visto che in fondo testando gratuitamente il gioco stiamo facendo un favore a publisher e software house. Ci tengo a precisare, qualora ce ne fosse il bisogno, che queste sono comunque due semplici considerazioni personali che esulano completamente dal giudizio che è possibile formulare testando The DivisionMassive ha rafforzato ancor di più le mie convinzioni che la vedono avere tra le mani una potenziale killer app, magari in grado di arrivare (pur con le sue brave differenze) laddove Destiny sul lungo percorso ha mancato di issare la propria bandiera. Sempre più ansioso di vedere che cosa ci troveremo per le mani il prossimo 8 marzo.