Approfondimento

Pyramid Head – storia di un personaggio iconico e terrificante

di: stefano.pet

Se si pensa ai personaggi più angoscianti dei giochi horror la maggior parte delle persone della mia generazione citerà tra i primi mostri Pyramid Head, iconica nemesi della serie Silent Hill. Una persona molto robusta, con la testa rinchiusa in un elmo gigante di ferro arrugginito a forma di piramide a base triangolare, armato di un coltello talmente grande da sembrare uno spadone a due mani che trascina spostandosi. Indossa solo una tunica, quella utilizzata dagli epuratori della città durante l’epidemia nel 1600, di cui vi parlerò tra poco. Apparentemente cieco a causa dell’elmo, riesce a percepire esattamente la posizione del protagonista e degli altri mostri presenti a Silent Hill. Il suono metallico della sua lama trascinata goffamente sul suolo ha rappresentato per un generazione intera di giocatori un vero e proprio incubo.

Masahiro Ito è il creatore di questo personaggio. All’inizio voleva creare una creatura umanoide con la testa mascherata alla quale aggiunse solo in seguito l’elmo dalla forma peculiare, per rendere il mostro più angosciante. Nel tempo è stato rappresentato nei giochi della serie in varie forme, come vedremo più avanti, ma la più rappresentativa resta quella con cui lo abbiamo conosciuto la prima volta in Silent Hill 2, riproposta, più avanti negli anni, anche nei film della omonima serie e in altri capitoli della saga.

La città di Silent Hill

La ciitadina di Silent Hill ha una doppia ubicazione, a seconda se si considerano i giochi o i film. Nei primi si trova nel Maine, nei pressi del fittizio lago Toluca. Nei film si trova in Virginia. La città sembra una innocua meta turistica in una zona rurale americana, ma nasconde un passato molto travagliato. Chi si trova al suo interno può viverla in tre forme diverse. La forma normale è quella che appare a tutte le persone che la visitano, ma chi ha un passato violento o subito un forte trauma può accedere a una sua versione onirica, la forma nebbiosa, rappresentativa del subconscio della persona che vi accede. In questa versione la città è perennemente avvolta da una fitta nebbia (cenere nei film) e sono presenti mostri dalle forme bizzarre e angoscianti. Al suono di una sirena antibombardamento la città si trasforma nell’Otherworld: buia e fitta di mostri, con grate a terra e muri ricoperti di sangue rappreso, a rappresentare la parte più oscura del subconscio del protagonista.

La storia della città è lunga e complessa. Il terreno su cui sorge era inizialmente utilizzato da nativi americani, che vi praticavano riti sacri al fine di comunicare con i morti. La città venne fondata nel diciassettesimo secolo dai coloni americani, ma fu presto abbandonata a causa di un’epidemia. All’inizio dell’ottocento la zona diventa una colonia penale, con la costruzione delle prigioni e dell’ospedale Brookhaven. Nel tempo la zona si trasforma, martoriata dalla guerra civile e da un’altra epidemia e solo a metà secolo ritorna a prosperare grazie alla scoperta di una miniera di carbone (nei film è la causa della cenere che ricopre la città, si dice che la miniera bruci in eterno), che porta nuovi abitanti e soldi nella zona e la trasforma nel tempo, grazie anche alla presenza del lago, in una meta turistica. È in questa situazione che nasce l’Ordine, un gruppo di fanatici religiosi che, riprendendo il culto dei nativi americani, pratica sacrifici umani e necromanzia allo scopo di riportare in vita il Dio Samael, che li guiderà al Paradiso tramite la morte e la rinascita.

Prima apparizione

È in Silent Hill 2 che facciamo per la prima volta conoscenza di Pyramid Head. Ci appare attraverso una grata di ferro negli appartamenti Woodside. In questa occasione egli si limita a fissare James Sunderland, protagonista del gioco, senza fare altro. Lo rincontreremo nella stanza 307, mentre è intento a torturare e violentare due Manequin, mostri dalle sembianze femminili senza testa e con quattro gambe (due al posto delle braccia). In questo secondo incontro il James gli spara dei colpi e la sua unica reazione sarà quella di andarsene infastidito. Negli appartamenti Blue Creek lo vediamo per la prima volta armato dell’iconico coltello, intento a uccidere un mostro. In questa occasione c’è uno scontro col protagonista, ma lui, immune ai colpi di pistola, va via quando inizia a suonare la sirena che richiama la dimensione dell’Otherworld. Successivamente lo vediamo sul tetto dell’ospedale e qui inzia a comportarsi in maniera peculiare, compiendo gesti che ce ne fanno capire lo scopo e la natura: in questo incontro potrebbe tranquillamente uccidere James, ma si limita a colpirlo con il manico del coltello facendolo finire nel reparto psichiatrico e aiutandolo, di fatto, nel suo percorso di scoperta interiore che, altrimenti, avrebbe subito una botta di arresto. James è finito nella città di nebbia per la sua storia passata, avendo ucciso la moglie Mary per allevierne le pene di un male incurabile. Tormentato dai suoi sensi di colpa e dai recessi più oscuri del suo subconscio incontra nella città Maria, una trasposizione della sua mente di sua moglie, che Pyramid Head trafigge con una lancia dopo un inseguimento nell’incontro successivo nei sotterranei dell’ospedale. Anche in questo caso, per quanto brutale, il gesto risulterà di aiuto al protagonista che ne capirà i motivi in seguito. Nella Società Storica di Silent Hill James trova un quadro intitolato “Misty day, remains of the Judgement”, sul quale è raffigurato Pyramid Head con la sua lancia. L’ultimo incontro avviene nell’hotel Lakeview dove due Pyramid Head uccidono di nuovo Maria, che nel frattempo è stata resuscitata dal subconscio di James. È in questa occasione che si capisce il vero scopo del mostro: lo scontro che ne segue prosegue fino a quando il protagonista non “lascia andare” la sua defunta moglie rimuovendo i sensi di colpa per la sua morte. A questo punto i due mostri girano le lancie e si trafiggono, permettendo la prosecuzione del viaggio e, di fatto, eliminandosi dalla mente del protagonista.

Altre apparizioni, altre forme

Nel corso della serie di giochi e nei film la figura di Pyramid Head è stata modificata, a volte solo nelle funzioni altre anche nell’aspetto. Col passare del tempo il suo dualismo ha perso concretezza e il suo ruolo si è via via spostato verso l’oscurità, con figure sempre più angoscianti, ma sempre in qualche modo di aiuto al protagonista, in quanto rappresentanti della parte più oscura del suo animo. Personalmente ritengo la sua rappresentazione iniziale la più azzeccata, perchè, con l’avanzare dei capitoli, la sua funzione è stata in qualche modo sminuita rendendolo più un mostro da temere che con cui empatizzare.

In Silent Hill: Homecoming viene chiamato Bogeyman e il suo aspetto non cambia molto. A cambiare è il suo ruolo: qui infatti rappresenta l’odio del protagonista verso il padre, che ha portato al suo omicidio. Il mostro qui rappresenta l’oscurità e ne è prova che nel finale negativo il protagonista viene trasformato a sua volta in un Pyramid Head. 

In Silent Hill: Origins è chiamato The Butcher e anche il suo aspetto esteriore cambia. In questo gioco è un uomo massiccio, armato di una grossa mannaia da macellaio e con delle placche metalliche attaccate sulla faccia, una sorta di embrione della piramide. In questo titolo ha un ruolo secondario e si limita a cercare di uccidere ad ogni costo il protagonista.

In Silent Hill: Downpour ha di nuovo il nome di Boogeyman, ma ha un aspetto molto diverso dal solito: sempre un fisico massiccio, ma chiuso in un impermeabile di pelle nero, con il volto coperto da una maschera antigas e un martello di cemento come arma. In questo titolo rappresenta il desiderio di vendetta del protagonista e lo insegue per gran parte del gioco.

Nei film Pyramid Head ha una rappresentazione più classica anche se non esattamente come quella del gioco. La sua funzione riprende il dualismo di torturatore (primo film) e guida (secondo film). Il mostro ha un aspetto più muscoloso e meno deforme rispetto ai giochi ed è sempre accompagnato da uno sciame di Creepers, mostri insettoidi presenti nei giochi, ma mai direttamente associati a lui. Qui rappresenta la mostruosità delle persone che abitano la città, fanatici e torturatori, che lui insegue e uccide brutalmente alla prima occasione. Nel secondo film assurge al ruolo di antieroe, aiutando la protagonista e facendole da guida.

Giù la maschera

Pyramid Head, come tutto quello che si trova nelle due dimensioni alternative di Silent Hill, è frutto della mente di chi entra in quelle forme della città. Così come tutte le altre creature presenti e la città stessa, rappresenta il dualismo del subconscio del protagonista: da una parte il lato oscuro, rappresentato dalle tendenze sadiche del mostro, dall’altro quello positivo, con le azioni di aiuto che il mostro compie per favorire il percorso di redenzione. Lo stesso personaggio ha un dualismo intrinseco: torturatore, come si evince dalle azioni che compie, e torturato in quanto proprio l’elmo che lo rappresenta gli provoca dolore (in alcune occasioni pare cercare di toglierselo).

Un filo conduttore che lega ogni rappresentazione di Pyramid Head è il subconscio del protagonista: a seconda del suo passato e del suo animo anche il mostro cambia forma e scopo. Ovviamente più è oscuro l’animo del protagonista e più è angosciante e brutale diventa il mostro. Immerso in un contesto come quello di Silent Hill, in cui tutto ha una doppia faccia, la sua figura è entrata nell’animo degli amanti degli horror delle precedenti generazioni di console e del cinema sia per il suo aspetto che per il suo significato intrinseco. Pauroso se lo si guarda superficialmente, ma che può assumere diversi connotati a seconda del protagonista della storia, arrivando persino a diventare ben voluto i  determinate situazioni. Un po’ come Freddy Krueger o Pinhead, protagonisti degli horror della mia infanzia che col tempo sono passati da incubo a personaggi che ricordo con affetto, anche Pyramid Head è entrato nella mia personale lista di “mostri che amo”. Proprio come la sua natura anche le sensazioni che provoca in noi rappresentano un dualismo nel momento in cui si prova a capirne a fondo lo scopo e quello che rappresenta. Un antagonista che si arriva ad amare ed odiare allo stesso tempo e che è diventato iconico della serie più dei suoi veri protagonisti e che, spero vivamente, torni a terrorizzarci in tutto il suo tremendo splendore nei prossimi capitoli del gioco che, dopo aver saltato interamente l’attuale generazione di console, sembrano sul punto di tornare ad alimentare i nostri incubi.