Anteprima

Max Payne 3

Max Payne sta per tornare. Gia' questa semplice frase per molti ha maggiore importanza di una qualsiasi anteprima, atta o meno a descrivere il nuovo capitolo sviluppato negli studi Rockstar. Eppure se voi fate parte di chi vuole sapere qualcosa di piu' sul terzo episodio della serie, che sara' disponibile nei negozi dalla prossima primavera, continuate a leggere questo articolo. Scoprirete cosi' perche' questo sparatutto in terza persona promette, gia' ora, dannatamente bene.

di: Giorgio "Nadim" Catania

Più sporco, più trasandato ma… molto più bello!

Sebbene la versione visionata appartenesse ad un codice vecchio di qualche mese, bisogna ammettere che già a tale stadio Max Payne 3 mostra una grafica dettagliata come poche, con personaggi ben modellati, animazioni che appaiono sempre realistiche e ambientazioni curatissime fin nei minimi dettagli. Se quindi Max Payne si muove con estrema naturalezza, facendo ben immedesimare il giocatore nei suoi panni, è altresì vero che gli interni dei vari edifici sembrano quasi veri. Vedere l’appartamento di Max in tutto il suo realistico squallore, quello di un vicino simile alla dimora di un vero pazzo squilibrato o un’officina di autobus brasiliana in preda alla confusione, fa capire quanto i ragazzi Rockstar ci tengano a dipingere un mondo il più realistico e vivo possibile. Certo, si poteva scorgere qualche bug o qualche difetto minore tra una mitragliata e l’altra, ma visti i risultati ottenuti ad oggi non si può che stare tranquilli per la qualità della versione definitiva. Non stupisce perciò che tale grafica venga utilizzata anche per le numerose sequenze di intermezzo, visto la bontà generale di cui si può vantare.
In particolar modo ci hanno stupito le esplosioni, sempre esagerate, e i cambiamenti di inquadrature adottati per spettacolarizzare le uccisioni finali nelle varie aree, sempre cruente ma di grande effetto.
Il doppiaggio, inoltre, si è rivelato di ottimo livello – ovviamente tutto in lingua inglese, simile a quello dei migliori film di sbirri che Hollywood riesce a sfornare. Sentire Max alternare imprecazioni a frasi di preoccupazione per la ragazza da scortare durante le sparatorie, mostra una cura per la sceneggiatura di buon livello, non c’è dubbio.

Corri, spara, spara, salta e… spara ancora!

Nella missione ambientata a New York tutto inizia con l’arrivo di un gruppo di mafiosi nel quartiere di Max. Entrati nel condominio in cui il nostro eroe vive, cercano in ogni modo di ucciderlo. Ecco quindi alcuni armati di fucile a pompa, altri di mitragliatori, altri ancora di fucili di precisione. Nel palazzo del protagonista si scatena un finimondo – per la gioia dei vicini di casa – in cui si assiste a numerose sparatorie alternate da sequenze più scriptate. Per rendere il risultato finale esaltante gli sviluppatori hanno pensato di condire il gioco con l’improvvisa entrata in scena di personaggi bizzarri, fuori di testa come solo Rockstar riesce a creare, tanto veloci a comparire nella vita di Max quanto rapidi nello scomparire per sempre. Come avvenuto, per esempio, con un vicino di casa, un ex-militare vestito in mutande e accappatoio: giunto fuori dal suo appartamento armato di fucile a pompa, ha dispensato morte per pochi istanti per poi farsi esplodere una volta catturato vivo dai mafiosi. Il ritmo dell’azione si è mantenuto così vivo e sempre alto, grazie ad una regia ben studiata e ad alcuni accorgimenti nelle meccaniche di gioco particolarmente indovinati, seppur non troppo originali. Figura in primo luogo un efficace sistema di coperture, che permette di trovare riparo dalle decine di colpi nemici in quasi ogni circostanza. Vi è anche la possibilità di tuffarsi per terra, per poi rimanere distesi sul nudo pavimento mentre si fa fuoco sugli avversari, evitando di rialzarsi. Nel caso si venisse colpiti, però, l’energia vitale di Max scende inesorabilmente ma, recuperando per le ambientazioni i contenitori di antidolorifici, se ne potrà riacquistare sempre una parte per evitare di fare una brutta fine. E nel caso ciò avvenisse comunque, una volta ricevuto il colpo di grazia si può provare a salvare la pelle un’ultima volta, uccidendo un nemico qualsiasi prima che Max chiuda definitivamente gli occhi. La possibilità di poter portare inoltre le due pistole e un’arma a due mani permetterà di sicuro al giocatore di variare approccio in base alle situazioni che vivrà nel corso dell’avventura.

Nessuna di queste trovate di gameplay risulta nuova in ambito videoludico, ma c’è da ammettere che Rockstar è riuscita a inserire ottimamente tutte queste semplici idee nel gameplay tipico della serie – quello in cui si corre e si spara a qualsiasi cosa si muova, in tempo reale o durante il bullet time.
Nella seconda missione, ambientata anni dopo, Max ha una cera ancora peggiore, sempre che ciò sia possibile. Trasferitosi in Brasile, a San Paolo, svolge il ruolo di guardia del corpo, e in questa occasione deve scortare una ragazza in un luogo sicuro, lontano dalle grinfie della malavita locale. Si percorrono così le zone periferiche di una città già di suo poco sicura, con lo scopo di uccidere ogni gangster che provi a fermare la coppia. Dopo aver attraversato una discarica e un’officina pronta per essere fatta a pezzi, i due decidono di fuggire in autobus. Comincia così una lunga sequenza scriptata in cui la ragazza dirige il mezzo, demolendo muri e distruggendo sempre più il mezzo e Max spara ad ogni avversario sulla strada. La sessione rivela una spettacolarità tipica delle produzioni di maggior peso e tiene incollati allo schermo per il ritmo ancora più forsennato dell’azione.

Manca poco, ormai…

Il gioco è risultato per tutto il tempo della prova – effettuata sfortunatamente solo da un addetto Rockstar – scorrevole e ricco di situazioni imprevedibili, piene di azione allo stato puro. Il bullet time rinnovato, affiancato da un sistema di copertura intuitivo, promette di dare nuova linfa alla serie, donando una gradevole componente strategica al titolo. La grafica è di alta qualità, e con qualche lieve ritocco e perfezionamento potrà raggiungere picchi che solo poche produzioni hanno toccato finora. La recitazione e il sonoro, poi, sono da oscar… cosa chiedere di più?
Probabilmente niente. Anche perché pure il nuovo aspetto di Max Payne ci ha convinto. Dimostra quanto il personaggio sia cambiato interiormente, mostrando anche superficialmente quanto la sua vita sia stata dura e travagliata.
Il gioco ci ha quindi piacevolmente colpiti. Fino alla conclusione della versione di prova, quando l’autobus si è schiantato frontalmente contro un edificio lasciandoci la curiosità di sapere cosa succederà poi.
Assieme, ovviamente, alla promessa di poter mettere le mani, il prossimo marzo, su un prodotto di altissimo livello, inconfondibilmente opera a cura di Rockstar Games.

 

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