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Recensione Yooka-Laylee and the Impossibile Lair

di: Simone Cantini

Playtonic ci aveva provato a farmi piovere nuovamente addosso le emozioni della Rare che fu, ma come è confermato anche dalla mia personalissima recensione, il precedente lavoro del team britannico mi aveva lasciato alquanto tiepidino. Sarà stato il suo voler essere fortemente derivativo, oltre che palesemente ispirato ad un modo di intendere il platform oramai sepolto dal trascorrere del tempo, ma il dinamico duo formato dall’improbabile coppia camaleonte/pipistrello non era riuscito a fare breccia nel mio cuore. Però, a dimostrazione di come la perseveranza possa infine premiare, i ragazzi inglesi non si sono certo arresi, e giungono oggi nuovamente sul mercato con Yooka-Laylee and the Impossibile Lair, nuovo episodio della saga che è stato in grado, finalmente, di ritagliarsi un dignitoso posticino nel mio cuore.

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Ape-rò!

I due strampalati amici fanno il loro ritorno in Yooka-Laylee and the Impossibile Lair, ma con loro è tornato sulla scena anche il perfido Capital B, nuovamente intenzionato a dare del filo da torcere alla coppia di amici. E per farlo, stavolta, ha pensato bene di assoggettare al proprio volere tutte le api del Royal Stingdom: inutile dire che spetterà proprio a Yooka e Laylee lanciarsi al salvataggio, grazie all’aiuto del potente Beetalion, un amuleto in grado di assorbire i colpi delle trappole presenti nel livello che compare nel titolo della produzione. Peccato che anche questo finisca per cadere ben presto nelle mani di Capital B, rendendo quindi impossibile (per l’appunto) la progressione, a meno che non si traggano in salvo tutte le api mentalmente rapite. Ad una sfida, quindi, apparentemente insuperabile, si affiancheranno numerosi livelli decisamente più abbordabili, ognuno dei quali permetterà a Yooka e Laylee di recuperare un insetto e ripristinare parte del potere del Beetalion. È evidente come completare questi stage sia importante per tentare di sconfiggere Capital B, ma la natura del gioco non ci impedirà comunque di tentare l’assalto al livello finale in qualsiasi momento, pur presentando una sfida decisamente ostica ed impegnativa. Qualora si scelga, però, di far scorrere l’avventura lungo binari più agili, ecco che ci troveremo catapultati in una mappa tridimensionale, che fungerà da hub, costellata di enigmi e porzioni interattive, ognuna delle quali servirà a sbloccare l’accesso ad uno dei numerosi livelli che compongono la struttura portante di Yooka-Laylee and the Impossibile Lair. Questi ultimi, fortunatamente, abbandonano la struttura 3D del precedente episodio, riportando il tutto entro i confortanti e molto più indicati territori bidimensionali, che fanno tanto Donkey Kong Country. I ragazzi di Playtonic, difatti, tramite questa scelta hanno dimostrato di aver metabolizzato a dovere l’eredità del loro glorioso passato, restituendoci un level design accattivante e ottimamente studiato, capace di trasformare Yooka-Laylee and the Impossibile Lair in uno dei platform più riusciti ed interessanti dell’anno. Ciascun mini mondo sarà caratterizzato da una importante mole di collezionabili da recuperare, così come da enigmi e percorsi nascosti, che sapranno stuzzicare la fantasia dei giocatori più esigenti.

Ape-nsarci è un bel vedere

Uno degli aspetti più riusciti di questa nuova struttura, è però rappresentato dal sorprendente modo in cui Playtonic è riuscita a rimescolare continuamente le carte della propria creatura, rendendo il tutto estremamente rigiocabile e vario: recuperando particolari oggetti, difatti, sarà possibile alterare la natura dei livelli, così da trasformarne fisicamente la struttura ed aprire nuovi percorsi ludici, talvolta indispensabili per completare ogni sfida al 100%. Tra le varie novità, però, trovano spazio anche vecchie conoscenze come l’avido Trowzer, che chiederà di essere pagato con sonanti monete (ogni stage ne cela 5) per poter aprire nuovi percorsi all’interno della world map; tornano anche i tonici, capaci di garantire a Yooka e Laylee alcuni boost peculiari, utili per rendere più agevole la progressione. Ma Yooka-Laylee and the Impossibile Lair non convince soltanto sul piano puramente contenutistico, visto che riesce brillantemente a superare il predecessore anche per ciò che concerne l’aspetto tecnico/estetico: a spiccare in primis è senza dubbio la coloratissima grafica attorno al quale è costruito il tutto, pulitissima ed azzeccata quanto per stile che per realizzazione generale. Ovviamente la parte del leone la fanno i modelli di Yooka e Laylee, animati e realizzati con estrema cura, mentre un pochino sotto tono sono i modelli delle creature secondarie, ma si tratta di un piccolo neo che non inficia certo sul giudizio generale. Ottima anche la fluidità complessiva che, su PS4 Pro, si è rivelata ancorata saldamente ai 60 frame al secondo, così come molto gradevole sono risultate le musiche. A voler proprio essere pignoli si dovrebbe tirare le orecchie a chi si è occupato della localizzazione, presente in un numero impressionante di lingue ma tra le quali, però, non figura l’italiano: vero che i testi sono molto pochi, ma per un titolo distribuito da un publisher del calibro di Team 17 lo trovo alquanto grave.

Yooka-Laylee and the Impossibile Lair riesce a fare centro laddove il suo predecessore aveva purtroppo fallito, presentando al pubblico un platform finalmente degno dell’eredità Rare. La mossa vincente, senza dubbio, è stata quella di abbandonare la progressione tridimensionale, in favore di una struttura ludica bidimensionale, coadiuvata in modo magistrale da un level design di primissima fattura. Vincente anche la scelta di proporre una progressione che lascia al giocatore la piena libertà di approccio, consentendo di poter finire il gioco in qualsiasi momento (a patto di essere dei veri mostri di bravura!), anche se è innegabile come le maggiori soddisfazioni verranno regalate a coloro che sceglieranno di sviscerare ogni anfratto del coloratissimo mondo che fa da cornice a Yooka-Laylee and the Impossibile Lair.