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Recensione Yakuza Kiwami 2

di: Simone Cantini

Da qualche anno gli ultimi sprazzi estivi sono contraddistinti da un viaggio virtuale in quel del Giappone, tour generalmente circoscritto all’interno del turbolento quartiere di Kamurocho. Salutare spiagge ed ombrelloni (che tra poco non ci saranno più) in compagnia di Kiryu-chan e soci, è oramai diventato un appuntamento fisso, che si rinnova ancora una volta grazie a Yakuza Kiwami 2, scoppiettante remake di uno degli episodi migliori (o forse IL migliore?) della serie.

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Fare a pugni con il proprio passato

È passato un po’ di tempo da quando il nostro yakuza preferito aveva chiuso i ponti con il proprio passato, salutando per sempre amori ed amici con cui era cresciuto. Lo stesso ruolo di quarto chairman (lo confesso, dopo anni passati a giocarlo in inglese non riesco ad utilizzare un altro termine per definire la sua posizione) del clan Tojo è oramai un ricordo, con Kiryu tornato ad essere un semplice civile, il cui unico obiettivo è quello di far crescere in serenità la piccola Haruka. Ma quando si è yakuza cancellare la propria storia è una semplice utopia, pertanto non stupisce che simili decisioni vengano completamente spazzate via da una nuova e potente ombra, che rischia di mettere in serio pericolo la sopravvivenza del clan malavitoso di Tokyo. Come se non bastasse occorre anche far rinsavire Daigo Dojima, il figlio del precedente capoclan, che pare non aver superato il trauma dell’assassino del genitore: e chi meglio di Kiryu può schiarirgli la mente, ovviamente a suon di devastanti sganassoni? Al solito, quella che parte da premesse tutto sommato prevedibili, finirà ben presto per trasformarsi nell’ennesima storia a base di sanguinose lotte di potere e tradimenti, in cui farà la comparsa uno degli antagonisti più carismatici dell’epopea firmata da Toshihiro Nagoshi, ovvero quel Ryuji Goda capace di ritagliarsi il suo posto di gloria all’interno di questo complesso affresco. Quasi tutto in Yakuza Kiwami 2 scorre lungo binari che già abbiamo percorso nel 2008 (almeno in Europa), anche se il team ha visto bene di regalare uno spazio inedito alla oramai mitologica figura di Goro Majima, protagonista di una breve digressione personale che si dipana nel periodo che separa questo episodio dal precedente. L’aggiunta, data la durata non certo elevatissima, non è certo imprescindibile, ma vista la consueta eccellente scrittura è comunque un bentrovato extra, capace di mettere ancor di più in mostra le doti di entertainer videoludico del nostro guercio yakuza. Anzi, a quando uno spin-off interamente dedicato a lui, eh Nagoshi-san?

Lifting riuscito

Sviluppato sfruttando l’ultima versione dell’eccellente Dragon Engine, Yakuza Kiwami 2 svecchia in toto le meccaniche che avevano accompagnato l’uscita originale, restituendoci un feeling attuale e meno ingessato, con combattimenti in linea con la fluidità già sperimentata con l’episodio Zero ed il precedente Kiwami. Gli stili multipli sono comunque un ricordo, con il team che ha deciso di focalizzarsi unicamente su di un singolo layout combattivo, decisione che ha però permesso di raffinare in maniera adesso decisamente più convincente moveset ed animazioni, le quali hanno visto decadere la percezione di abbozzato collage. L’interazione ambientale gode dei medesimi benefici apprezzati recentemente, quindi spazio alla possibilità di traslare gli scontri nei negozi (bye bye caricamenti), oltre che di sfruttare un ancora più corposo numero di corpi contundenti reperibili nell’area di gioco. Interessante il sistema di gestione delle armi corpo a corpo che, adesso, una volta raccolte possono essere immagazzinate nell’inventario, così da essere riutilizzate in seguito. Non ha subito, invece, stravolgimenti il sistema di upgrade, nuovamente suddiviso in quattro macro categorie. Insomma, la struttura rimane la medesima di sempre, resa però più accattivante dal rinnovato comparto tecnico che, per forza di cose, ha finito per influire in maniera efficace e palpabile anche sul gameplay. Nulla da dire anche per quanto concerne la resa visiva, capace di beneficiare in maniera egregia della rinnovata potenza messa a disposizione da tool ed hardware: Kamurocho e Sotenbori (la zona di Osaka teatro di parte delle vicende) sono ora più vibranti e colorate che mai, oltre che capaci di regalare alcuni scorci in grado di rasentare il fotorealismo, in virtù della cura maniacale con cui sono stati caratterizzati. Il lato più debole è, quindi, forse incarnato soltanto dalla soundtrack, priva di particolari guizzi e che finisce per rimanere in più di una circostanza nelle retrovie. Le nostre orecchie saranno comunque allietate dal consueto e sontuoso voice over in lingua originale (sottotitolato unicamente in inglese), la cui fattura non vi farà rimpiangere l’assenza di un parlato in italiano, pur se non capirete assolutamente nulla di quello che di volta in volta diranno i vari personaggi. D’altro canto, parafrasando una vecchia pubblicità, con quel doppiaggio Yakuza Kiwami 2 può dire ciò che vuole. Anche riguardo il fattore longevità non ci si può certo lamentare, visto che alla già consistente storyline principale si affiancano tantissime missioni secondarie spesso fuori di testa, il consueto set di attività accessorie in grado di farvi perdere ore ed ore a cazzeggiare, oltre alla ritrovata modalità Clan Creator, accompagnata dalla sua brava narrativa. Va bene, voglio proprio trovare il pelo nell’uovo: le canzoni disponibili al karaoke sono quasi tutte riciclate dai precedenti episodi, e le tracce inedite non sono niente di che, tranne quella in cui il buon Majima riesce a mettere in luce tutte le sue sbellicanti doti canore.

Yakuza Kiwami 2 è il remake che tutti i bravi bambini si meritano prima di andare a letto, magati dopo che il buon Kiryu ha rimboccato loro le coperte e li ha amorosamente baciati sulla fronte. Il lavoro di pulizia operato dal team capitanato da Nagoshi-san andrebbe fatto giocare e vedere a tutti coloro che hanno l’ardire di riproporre oggi titoli del passato, così che possano capire quale sia la strada giusta da seguire per raggiungere il nirvana videoludico. Scemenze a parte, Yakuza Kiwami 2 rappresenta l’ennesimo centro per lo studio nipponico, forte di una narrativa appassionante a cui si accompagna un gameplay sempre solido e stratificato al punto giusto, che saprà rendere ancor più giustizia ad uno degli episodi migliori di questa saga che sta sempre più ritagliandosi, pur con qualche ritardo, una fetta di appassionati anche al di fuori dell’arcipelago nipponico.