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Recensione Virry VR

di: Simone Cantini

Che la realtà virtuale possa avere un ruolo extra ludico non lo scopriamo certo oggi, basta pensare alle possibili applicazioni in campo didattico di cui Virry VR vuole essere pioniere su PS4. Lungi dall’avere una qualsiasi valenza fortemente interattiva, l’esperienza disponibile per PlayStation VR ci porterà quasi a toccare con mano leoni, elefanti, iene e molti altri animali della savana, senza neppure allontanarci dal divano di casa nostra.

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In the jungle, the mighty jungle…

Come detto in apertura Virry VR non di configura come un videogame a tutti gli effetti: la produzione Fountain Digital Labs, difatti, mira a svolgere un ruolo prettamente educativo, rivolgendosi pertanto in maniera più marcata ad una platea di bambini. Le brevi esperienze proposte saranno accompagnate da un voice over (opzionale) purtroppo disponibile solo in lingua inglese, il quale illustrerà in maniera sommaria e tutto sommato molto didascalica l’animale con cui entreremo in contatto. Il coinvolgimento del giocatore sarà tendenzialmente passivo, limitato soltanto allo scuotimento del pad (magari per distribuire del cibo), oppure a fornire la risposta esatta ad alcuni quesiti inerenti la specie in questione. Tolte queste minime interazioni non saremo altro che passivi, per quanto stupiti, spettatori di filmati realizzati appositamente da un team di esperti, il cui merito principale sarà quello di farci vivere a distanza ravvicinatissima aspetti della vita di alcune delle creature più affascinanti del pianeta. Si tratta tutto sommato di un’esperienza decisamente affascinante, dalla valenza purtroppo estremamente limitata, in particolar modo se rapportata al prezzo di vendita a cui viene proposta sul PlayStation Store. È pur vero che rispetto alla controparte mobile, distribuita in forma completamente gratuita, comprende anche tre mesi di abbonamento ad una rete di live cam situate in zone ad alto interesse naturalistico, ma considerando che in poco più di 30 minuti Virry VR avrà esaurito tutto il suo potenziale, i 9,99 Euro richiesti per procedere al download sembrano decisamene eccessivi. Fortunatamente, stando a quanto riportano le note di distribuzione, nel corso della primavera saranno rilasciate nuove esperienze, anche se ancora non è chiaro se tali aggiunte saranno rese disponibili in forma gratuita oppure no.

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Si può dare di più

Puntando in maniera massiccia su di un approccio passivo mi sarei aspettato una maggiore qualità per quanto concerne i video presentati da Virry VR che, se confrontati con la già disponibile Joshua Bell VR, non possono che risultare decisamente sotto tono. PlayStation VR, soprattutto in caso di produzioni dalla complessità così limitata, è senza dubbio capace di proporre una resa visiva decisamente migliore. Certo, le cose cambiano qualora si scelga di godersi il tutto in modalità non virtuale, ma se è questa la vostra intenzione il web è pieno di video gratuiti capaci di garantire lo stesso risultato. Piacevole e molto chiaro il voice acting, anche se la scelta di limitare il tutto all’inglese, eliminando una qualsiasi forma di sottotitolazione, rendono il prodotto non proprio adatto a tutte le fasce di età che non masticano la lingua d’Albione.

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Virry VR si configura come un esperimento dal potenziale senza dubbio interessante, declinato però in maniera alquanto goffa, soprattutto in virtù della scelta di proporsi a pagamento su console. L’idea di assistere, da distanza altrimenti proibitiva, alla quotidianità degli animali della savana ha un fascino tutto particolare, che sono certo non potrà lasciare indifferenti i giovanissimi. Peccato per l’eccessiva brevità della durata complessiva che, unita ad un’interazione davvero ridotta ai minimi termini, rende Virry VR un esperimento interessante, che ha però il difetto di essere proposto ad un prezzo decisamente fuori mercato. Speriamo che le programmate espansioni, possibilmente gratuite, riescano a fornire una boccata di ossigeno ad un prodotto quanto mai particolare, ma ad oggi non troppo meritevole del vostro denaro.