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Recensione Unearthing Mars

di: Simone Cantini

Marte sembra avere un feeling del tutto particolare con la realtà virtuale. Segnali di questo sodalizio inaspettato ci sono giunti alcuni mesi fa grazie a The Martian: VR Experience, breve e alquanto inconsistente esperienza che i ragazzi di Winking Entertainment sperano di superare grazie ad Unearthing Mars. Esplorare la superficie rossa del quarto pianeta del Sistema Solare si rivelerà, finalmente, un’avventura degna di essere vissuta?

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Life on Mars

Doveva essere una tranquilla e decisamente banale missione scientifica sulla superficie di Marte, solo che quando si parla di videogames anche il semplice gesto di allacciarsi le scarpe rischia di tramutarsi nel più caotico degli imprevisti. E la storia narrata in questo breve Unearthing Mars sembra proprio non voler far niente per sfuggire a questo concetto. Data la natura prettamente narrativa della produzione Winking Entertainment, onde evitare fastidiosi spoiler che potrebbero rovinarne la fruibilità, mi limiterò a dire che le circa due ore che passeremo in compagnia del nostro anonimo copilota saranno permeate da un’atmosfera che richiama, seppur in maniera labile, elementi cari a The Dig e a Stargate. Il tutto si dipanerà, con ritmi alquanto altalenanti, all’interno di dieci distinti capitoli, ognuno caratterizzato da meccaniche peculiari che, pur non riuscendo sempre a colpire nel segno in quanto ad efficacia, offrono una panoramica quanto mai variegata di ciò che è possibile proporre grazie al PlayStation VR. Si va dal classico incedere caro ai walking simulator (seppur caratterizzato dal già visto sistema di spot fissi), ad una sorta di simil racing game, passando per elementi puzzle e finendo con lo sfociare nel campo degli sparatutto in soggettiva. Tra alti e bassi, dunque, non si può certo negare che i ragazzi di Winking Entertainment siano stati avidi in quanto ad inventiva, peccato che siano inciampati in due ostacoli che impediscono a Unearthing Mars di ambire al rango di titolo imperdibile.

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Toccata e fuga

Il punto più critico dell’intera esperienza è da ritrovare nel ritmo con cui le varie vicende vengono presentate che, soprattutto nella prima parte dell’avventura, causa una fruizione praticamente passiva dell’esperienza di gioco: i primissimi capitoli, difatti, ci vedranno inermi spettatori di una serie di dialoghi tra gli altri due membri dell’equipaggio della nostra nave spaziale. Al netto di alcune risposte ininfluenti ai fini dell’incedere e di un paio di azioni contestuali prive di reale spessore, una buona mezzora la passeremo da semplici spettatori. Non proprio un buon biglietto da visita per una produzione del genere. Le cose miglioreranno sensibilmente una volta atterrati su Marte, quando prenderemo possesso in maniera più attiva della coppia di Move richiesti dal titolo e la narrativa inizierà a farsi decisamente più interessante, grazie al consueto colpo di scena che, per quanto già visto in tale forma di letteratura, riesce a rendere più stuzzicante il proseguo del gioco. Altra nota dolente di Unearthing Mars, nonostante la volontà di proporre un’esperienza quanto mai variegata e mutevole, risiede nella sua durata decisamente compressa, capace di esaurirsi in poco meno delle già citate due ore e valore che rende il titolo Winking Entertainment più simile ad un vero e proprio film interattivo (anche in relazione al costo), che ad un gioco nel vero senso del termine. Questo, anche in virtù degli spunti interessanti di gameplay che sono presenti nella produzione, finisce con il conferire al tutto la classica nomea di occasione mancata, dato che il potenziale per ambire a ben altri risultati c’era tutto. A partire da una produzione tecnica che, al netto delle dimensioni contenute del team, si attesta su livelli comunque discreti e che ha negli interni i suoi momenti più convincenti. Alti e bassi, comunque, permangono anche qua, come evidenzia un doppiaggio in lingua inglese decisamente mediocre e poco ispirato. Pollice verso anche per l’assenza di una qualsiasi forma di sottotitolo che, data la presenza del solo parlato in lingua inglese, potrebbe far storcere la bocca.

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Unearthing Mars si unisce alla folta schiera di esperienze VR che avrebbero potuto essere e che, ahinoi, non sono state. Un nuovo esponente dell’avrei potuto ma non ci sono riuscito corre ad aggiungersi alla collezione di produzioni virtuali che, al netto di un potenziale sulla carta vincente, hanno finito per mancare (più o meno clamorosamente) il bersaglio. La produzione Winking Entertainment dura come un film e costa come un film, pur garantendo un’interazione maggiore, anche se non sempre azzeccata. Un titolo indubbiamente interessante, ma che avrebbe meritato di sicuro una cura maggiore: da provare, magari aspettando una riduzione di prezzo.