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Recensione Tutti per uno, botte per tutti!

Spesse lame si incrociano tra loro, producendo nuvole di scintille. Decine di proiettili volano rapidi e inarrestabili, travolgendo tutto quanto. Bombe esplodono in ogni dove, illuminando bruscamente le vicinanze. Saette e palle di fuoco arroventano l’aria, rendendola irrespirabile. Pugni duri come l’acciaio si scontrano contro dolci fette di torte alla ciliegia, mai così golose. Scudi magici proteggono da... un attimo! Che cosa c’entrano le “dolci fette di torte alla ciliegia” con i “pugni duri come l’acciaio”?!?
Solitamente, verrebbe da rispondere, non hanno nulla in comune. Ma in PlayStation All-Stars: Battle Royale, folle picchiaduro per PlayStation 3, niente è quello che sembra. E i venti lottatori che compongono il roster di questa ultima esclusiva firmata Sony dimostrano che il detto “l’abito non fa il monaco” è quanto mai vero.
Confusi? Continuate a leggere la recensione su questo bizzarro gioco per scoprirne di più e sapere se è degno di essere comprato!

di: Redazione

Spesse lame si incrociano tra loro, producendo nuvole di scintille. Decine di proiettili volano rapidi e inarrestabili, travolgendo tutto quanto. Bombe esplodono in ogni dove, illuminando bruscamente le vicinanze. Saette e palle di fuoco arroventano l’aria, rendendola irrespirabile. Pugni duri come l’acciaio si scontrano contro dolci fette di torte alla ciliegia, mai così golose. Scudi magici proteggono da… un attimo! Che cosa c’entrano le “dolci fette di torte alla ciliegia” con i “pugni duri come l’acciaio”?!?
Solitamente, verrebbe da rispondere, non hanno nulla in comune. Ma in PlayStation All-Stars: Battle Royale, folle picchiaduro per PlayStation 3, niente è quello che sembra. E i venti lottatori che compongono il roster di questa ultima esclusiva firmata Sony dimostrano che il detto “l’abito non fa il monaco” è quanto mai vero.
Confusi? Continuate a leggere la recensione su questo bizzarro gioco per scoprirne di più e sapere se è degno di essere comprato!

Torta grazie! [cit. Principessa Cicciona]

Battle Royale è un picchiaduro molto, molto bizzarro. In cui alcune tra le più grandi icone dell’universo PlayStation si combattono tra loro, in gruppi di quattro, usando le mosse caratteristiche a cui siamo stati abituati nelle saghe principali da cui provengono. Lo scopo di tutto ciò? Decretare quale protagonista sia più forte e – perché no? – simpatico. Oltre che divertirsi parecchio in un clima di totale stravaganza! Ecco quindi che personaggi del calibro di Kratos, Cole MacGrath o Sweet Tooth, perennemente scontrosi e accigliati, incrociano le loro armi con quelle di buffi tipetti come Spike, PaRappa o Toro. Un quadro alquanto insolito, non è vero? Che prende spunto, senza troppe remore, dal divertente e originale Super Smash Bros. Brawl di Nintendo.
L’idea potrebbe sembrare ai puristi dei picchiaduro uno scempio, eppure così non è. Certo, vedere i protagonisti di saghe videoludiche tanto diversi tra loro affrontarsi in un gioco unico può stonare, in un primo momento. Ma se si guarda il tutto sotto un’ottica differente, meno seriosa e più leggera, si capisce come le potenzialità per un titolo spassoso ci siano fin dall’inizio.
Ecco quindi una lista di combattenti non troppo ampia, ma pronta a proporre lottatori dagli stili più disparati. A personaggi che preferiscono il combattimento corpo a corpo, come Big Daddy o Heihachi Mishima, se ne alternano altri che optano per quello sulla distanza, per esempio Nathan Drake o Radec, ad altri ancora che si rivelano una via di mezzo, quali il Jak e Daxter o Dante. Ogni giocatore, dopo qualche partita di prova, può trovare il lottatore che più gli si addice, imparandone a usare ogni possibile combinazione di mosse. Combo che sono facilmente inanellabili alternando la pressione dei tasti di attacco principali con quelli di movimento – croci direzionali o levetta analogica, poco cambia. Il risultato è un’eccezionale quantità di assalti, che vanno ad aumentare se si aggiungono quelli volanti e, soprattutto, le abilità speciali, chiamateSuper.
Attivabili previo riempimento di una speciale barra – possibile picchiando senza pietà gli avversari – le Super si dividono in tre tipologie: quelle di primo livello, rapide da caricare e utili per uccidere in un colpo solo un nemico, ma facili da interrompere; quelle di secondo livello, ben più mortali ma anche più lente da raggiungere; infine quelle di terzo livello, molto coreografiche e differenziate tanto in base al personaggio, capaci di seminare morte e distruzione per le coloratissime arene. Le Super si rivelano quindi necessarie per abbattere i rivali e sperare di vincere imatch, in cui contano il numero di uccisioni fatte e di morti subite.
A parole il tutto può sembrare macchinoso, ma in fin dei conti non lo è più di tanto, e una volta che si comincia a giocare si assimila il gameplay in pochissime partite.

Minimal chic

È chiaro sin dall’avvio del menù di gioco che Battle Royale non sarà il titolo che mostrerete agli amici per decantare le qualità tecniche di PS3, visto che l’impatto iniziale è quanto mai minimalista. Forse pure troppo. Le prime impressioni devono scendere a patti con un’interfaccia assai spartana, a cui si associa un layout delle varie componenti non troppo rifinito: esempio lampante sono le immagini dei vari personaggi che accompagnano le sequenze degli scontri, spesso sfocate e in alcuni casi non proprio fedelissime agli artwork originali (Sly e Drake su tutti). Fortunatamente le cose cambiano sostanzialmente non appena si scende in campo: è in simili situazioni che è impossibile non notare la solidità di un motore di gioco, costantemente inchiodato ai tanto sospirati 60 frame al secondo. Molto piacevoli anche i modelli dei personaggi, ognuno animato in maniera peculiare e convincente, sia si tratti di mosse base che di special, queste ultime tutte molto piacevoli da vedere. Positivo anche l’impatto con i vari stage (ognuno generato dal mix di due mondi di gioco completamente differenti), i quali si sono rivelati assai dinamici ed estremamente ricchi di elementi interattivi: vedere sgretolarsi il tenero mondo dei LocoRoco sotto i colpi di un possente Metal Gear è uno spettacolo davvero insolito! Irrilevante invece il comparto sonoro che, se non fosse per le voci originali dei vari personaggi (emo-Dante escluso: ovvio, il suo gioco non è ancora uscito), difficilmente lascerà un segno nella vostra memoria, dato che le musiche ed i vari effetti sono quanto di più anonimo ci si possa aspettare.
Forse sin troppo scarna l’offerta di situazioni ludiche che, sia in singolo che in multiplayer, non brilla certo per varietà: nel primo caso abbiamo la modalità storia a caratterizzare ogni personaggio, una serie di sfide e gli immancabili tutorial interattivi. Nel secondo caso, invece, ci troviamo al cospetto di due sole modalità: il classico tutti contro tutti e il due contro due, tutto questo sia in locale che online. In questo è possibile scegliere se affrontare incontri classificati, di modo da scalare il ranking mondiale, oppure cimentarsi in incontri amichevoli. Da questo punto di vista confidiamo che il team non tardi ad aggiornare il suo pacchetto tramite i già annunciati (sigh) DLC, alcuni dei quali fortunatamente saranno gratuiti.

Botte, botte, botte… e botte!

Come ogni gioco in cui è la violenza fisica a farla da padrona, nulla avrebbe ragione di esistere se non fosse presente l’immancabile modalità che permette di menare in santa pace altre persone, sia virtuali che fisiche. E nonostante la già citata povertà di possibilità messa sul piatto da Battle Royale, c’è da dire che almeno sotto il profilo del divertimento c’è poco da essere tristi.
Una volta superato lo spaesamento iniziale derivato dalla caoticità degli scontri e, soprattutto, non appena si riesce a venire in contatto con il lottatore più adatto al proprio modus operandi, sbucciarsi le nocche contro gli avversari si rivelerà un vero spasso.
Se in locale è scontato come tutto riesca a filare liscio come l’olio, si rimane piacevolmente sorpresi nel constatare come tutto funzioni molto bene anche in rete: 
lag praticamente assente e fluidità di gioco sempre ineccepibile. Gli unici difetti sono da ritrovare in un matchmarking non proprio istantaneo, problema a cui gli sviluppatori hanno già promesso di trovare rimedio con l’immancabile patch di imminente uscita.

Io sono il dio della guerra! [cit. di uno spartano pelato]

Battle Royale si rivela un picchiaduro molto interessante. Non si può negare la sua estrema somiglianza con il titolo Nintendo, da cui prende pesantemente spunto, ma ciò non toglie il fatto che sia molto spassoso da giocare. Con gli amici soprattutto, visto che il singleplayer funge perlopiù da grande tutorial, sia online che offline.
Grazie ad un 
roster buono e vario ma che poteva essere più folto e ricco, forte di alcuni personaggi che hanno fatto la storia del marchio PlayStation che sfortunatamente non sono stati inseriti – in primo luogo per la mancanza di licenze, come nel caso del povero e arancione Crash Bandicoot.
Ma bisogna rimanere fiduciosi per i futuri 
DLC gratuiti, che potrebbero mettere una piccola pezza a questo inconveniente.
La follia che permea tutto il titolo è abbondante ed esilarante, adatta ad un gioco nato per permettere a quattro persone di sfogare la propria rabbia nei panni del beniamino di turno, tra acrobazie assurde e coreografiche. Se solo le modalità di gioco fossero state un po’ di più e un po’ più varie e originali, Battle Royale ne avrebbe guadagnato in stile e, forse, in una longevità ancora maggiore. Ma già così la nuova esclusiva Sony riesce ad intrattenere e a divertire.
Qualità base per un videogioco che si rispetti.