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Recensione The Tomorrow Children

di: Simone Cantini

Dici Q-Games e subito non puoi non pensare alla fortunata saga Pixeljunk, almeno fino a qualche anno fa. Annunciata in concomitanza del reveal di PS4, The Tomorrow Children riportò rapidamente alla ribalta lo studio nipponico, grazie ad un colpo d’occhio davvero interessante e ad un’atmosfera sicuramente non priva di un suo fascino. Gli anni si sono accavallati veloci, ma più passava il tempo e meno la natura di questo bizzarro titolo riusciva ad essere messa a fuoco, almeno finché non sono partite le due blindatissime prove sul campo, due piccoli antipasti in attesa di questa release ad accesso anticipato che abbiamo analizzato per voi.

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Tutti per uno e uno per tutti

Il mondo come lo conoscevamo è oramai un remoto ricordo e la colpa è tutta di un misterioso esperimento miseramente fallito che ha tramutato la superficie terrestre in una enorme massa lattiginosa chiamata Void. L’umanità è apparentemente scomparsa, fusa in un’unica mente collettiva, ma qualcosa del suo antico retaggio sopravvive ancora ed ha la forma dei cloni di proiezione, esseri antropomorfi dalle sembianze di bambine che hanno il compito di fornire una nuova esistenza alla civiltà. Al servizio di un sinistro individuo che comunica il suo volere tramite monitor e apparecchi radio, queste manifestazioni umanoidi organizzate secondo una rigida struttura che ricorda il comunismo di stampo sovietico, sono impegnate nella ricostruzione delle città e nella loro difesa dai mostruosi Izverg, gigantesche creature che vagano per le sconfinate lande del Void. Quanto mai affascinante, il setting di The Tomorrow Children finisce però per perdere ben presto tutto il suo appeal, limitandosi a fungere da mero scenario attorno al quale si sviluppa il basilare e ripetitivo gameplay del titolo Q-Games.

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Lavorare con lentezza

Se vi aspettavate una forma di racconto in grado di rendere giustizia ad una messa in scena così originale, vi dico subito che avete sbagliato gioco. Superato lo stupore iniziale, difatti, ci ritroveremo immersi in una serie di task talmente meccanici e completamente avulsi da una qualsiasi forma di progressione narrativa. Giunti all’interno della prima città, difatti, non dovremo fare altro che iniziare a lavorare per raggiungere il numero di abitanti richiesti per il suo completamento e per farlo sarà nostro dovere recuperare le quattro materie prime necessarie al suo progresso (legna, carbone, oro e smeraldi). Queste potranno essere rinvenute scavando la superficie e le strutture presenti sulle isole, generate in maniera procedurale, che gravitano attorno al centro urbano. Qua potremo anche raccogliere delle matrioske, contenenti le anime degli esseri umani, che dovremo riportare in città per aumentarne il numero degli abitanti. Il tutto avverrà in maniera molto semplice, a patto di avere in nostro possesso gli strumenti necessari i cui usi, data la futura natura free to play del titolo, saranno limitati. Una volta recuperate le risorse necessarie dovremo trasportarle alla fermata dell’autobus, attendere pazientemente che questo arrivi e ci riporti in città, dove sarà necessario stoccare quanto recuperato negli appositi spazi. Fondamentale sarà anche provvedere al fabbisogno energetico della città tramite speciali tapis roulant, raccogliere il cibo ed eventualmente costruire case, veicoli o strumenti utili a completare il nucleo urbano. In questo ultimo frangente saremo protagonisti di un minigioco simile in tutto e per tutto al (da me) odiatissimo gioco del 15, la cui complessità sarà regolata dalla rarità di ciò che andremo a realizzare. Ora, dato che il DualShock 4 è dotato di un bel touchpad, perché non sfruttarlo per rendere più immediato il tutto, invece di demandare ogni cosa alla levetta destra? Di sicuro ne avrebbe giovato l’immediatezza e la reattività del minigioco. Dato che è il lavoro a rappresentare la forza motrice dell’universo di The Tomorrow Children, sarà questa la nostra unica fonte di sostentamento: facendo rapporto ad intervalli regolari all’Ufficio del Lavoro, verremo ricompensati con delle razioni di cibo, che altro non sono che la valuta di gioco, tramite la quale sarà possibile acquistare nuovi oggetti ed equipaggiamenti, oltre che aumentare le statistiche del nostro clone. Ovviamente non manca la possibilità di spendere anche denaro reale per acquistare i così detti Dollari Liberi (fortunatamente recuperabili in piccola quantità anche in-game), che torneranno utili qualora si scelga di fare spese all’interno del mercato nero. Chiude il cerchio delle attività previste la possibilità di combattere contro gli Izverg, sia sfruttando le torrette poste a difesa della città che scegliendo di ricorrere alle armi da fuoco: qualunque sia la scelta, però, ci troveremo al cospetto di un gunplay quanto mai approssimativo e privo di mordente.

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Voglio trovare un senso a questa storia

Ma cosa accade una volta completata una città? È qua che risiede uno dei limiti più evidenti di The Tomorrow Children, dato che la risposta è “un bel niente”. Semplicemente verremo condotti in un nuovo insediamento, senza la possibilità di tornare a visitare il frutto del nostro lavoro, dove tutto ricomincerà da capo. Insomma, davvero poco stimolante. Come se non bastasse la natura cooperativa del titolo, corroborata dal particolare setting che lascia intuire ben altro, è minata dalla scelta quanto mai discutibile di gestire il tutto in una maniera che ricorda i ghost di Dakr Souls: gli altri player, difatti, saranno visibili solo qualora compiranno azioni degne di nota, ma solo per una manciata di secondi. Non potremo in alcun modo interagire con loro, ma potremo ostacolare ed essere ostacolati qualora si scelga malauguratamente di compiere contemporaneamente la medesima azione. Insomma, al momento l’esperienza garantita da The Tomorrow Children non è assolutamente imperdibile: speriamo solo che gli sviluppatori, come promesso, si sforzino di rimpolpare un po’ il piatto in attesa delle release aperta a tutti, dato che allo stato attuale delle cose, oltre ad un aspetto grafico quanto mai particolare, c’è ben poco di cui gioire.

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Va bene che il lancio definitivo è ancora là da venire, ma è comunque impossibile non constatare come The Tomorrow Children si presenti all’appuntamento con il grande pubblico in forma non certo smagliante. Il nuovo lavoro dei ragazzi di Q-Games, difatti, ha tutta l’aria di un titolo ancora fortmente work in progress che, ci auguriamo, verrà ampliato e corretto in corso d’opera. Certo che chiedere un esborso per quanto offerto al momento è quanto mai fuori luogo, vista la pochezza ludica a cui ci troveremo al cospetto inanellando i 19,99 Euro necessari al suo sblocco.