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Recensione Tesla vs Lovecraft

di: donFotter

C’erano una volta uno scienziato ed uno scrittore entrambi molto validi, a tal punto dall’entrare in conflitto fra di loro per capire chi fosse il numero uno. Lo scienziato, Nikola Tesla, munito delle sue invenzioni più avanzate e letali possibili mentre lo scrittore, Howard Phillips Lovecraft fa prendere vita alle più terrificanti e spaventose creature per avere la meglio sull’acerrimo nemico. Possiamo sintetizzare così la trama di Tesla vs Lovecraft, coloratissimo e frenetico twin-stick shooter con telecamera fissa dall’alto sviluppato da 10Tons Games. Sarà stata una buona idea scomodare e mettere a confronti due importanti figure del passato per renderli protagonisti di Tesla vs Lovecraft? Scopriamolo insieme nella nostra recensione.

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SciFi vs Fantasy Horror

Come vi abbiamo lasciato intuire dall’introduzione, se cercate un gioco con una trama profonda guardate altrove, se invece cercato qualcosa di spensierato ed immediato, Tesla vs Lovecraft potrebbe fare al caso vostro: dopo i primi livelli, comincia la sfida vera e propria, costituita da tre mappe con svariati livelli, dove il nostro compito è semplicemente quello di completare ogni scenario, cercando di ottenere il punteggio più alto possibile. Certamente la monotonia dell’ambientazione e del tipo di gameplay viene subito a galla, perché dopo aver giocato una dozzina di livelli, sappiamo che ci ritroveremo davanti sempre le stesse cose: eliminare tutti i nemici, distruggere qualche totem qua e la o resistere fino a che non scada il tempo. Cose semplici ed essenziali, che unite però all’adrenalinico, spensierato ma comunque efficace gameplay riescono a dare a Tesla vs Lovecraft un suo perché, soprattutto se giocate in compagnia. Questo perché il sistema di progressione è proporzionato al numero di kill che riusciamo a compiere: più nemici neutralizzeremo, migliori saranno le nostre ricompense. Al netto di un’ottima varietà di armi, si va dal revolver al fucile a pompa fino ad arrivare alle armi ad energia, alla quale si aggiunge un discreto mix di abilità da spendere cash, potenziamenti a tempo per il tipo di proiettili e sul tipo di danno inflitto ed infine dai power up speciali che possono darci ulteriori bonus, come rendere illimitate le abilità nello specifico livello o maggior resistenza del Mech.

È presente un sistema di progressione: durante ogni singolo livello, avremo la possibilità di aumentare le abilità del nostro scienziato e del suo mech man mano che aumentiamo il numero di nemici eliminati. Ad ogni nuovo livello potremo scegliere una miglioria, dell’uomo se siamo senza robot, del mech altrimenti, che aumentano le caratteristiche del nostro alterego, dai danni al movimento, fino alla resistenza e alla probabilità del drop di ulteriori potenziamenti. Il cuore del gameplay che si riscontra in ogni livello del gioco è dato dall’alternanza tra l’essere appiedati o a bordo del proprio robot armato fino ai denti. Dopo averlo ottenuto per la prima volta, inizieremo ogni livello a bordo del nostro mech, un bonus a tempo, al termine del quale il nostro principale obiettivo sarà quello di raccogliere i pezzi in giro per l’arena per ricostruire il nostro alleato meccanico.

Questo tipo di esperienza tende a smorzare pesantemente la strategia di gioco, dato che tutto ruota intorno al fatto che dobbiamo eliminare nemici e recuperare i pezzi della nostra fanteria meccanizzata e la mancanza di obiettivi secondari accentua questo importante limite, che viene inoltre accompagnato da un design delle mappe decisamente ripetitivo e troppo tendente alla forma circolare, il che rende decisamente troppo simili tra loro le varie partite. Diciamo che la varietà delle situazioni è il punto debole per l’esperienza di gioco, che però grazie all’elevatissimo numero di nemici e alla già accennata discreta bontà del sistema di armi e abilità riesce comunque a mantenere un livello di interesse elevato, anche se è indubbio che la sensazione di dejà vu diventi sempre più forte con il passare del tempo. Il fatto che la trama sia di fatto inesistente favorisce questo alone di ripetitività, che purtroppo resta presente per tutta l’esperienza. Il discorso si vivacizza nuovamente in compagnia, fino a quattro giocatori in split screen, e con la modalità a ondate infinite, ma il fulcro dell’esperienza resta invariato.

La difficoltà è media, tendente al basso anche per via della struttura tendente al circolare che presentano la maggior parte degli scenari, ma comunque prestare attenzione a non trovarsi in spazi aperti, che hanno come conseguenza l’accerchiamento, o a non sprecare munizioni è importante, poiché senza un minimo di oculatezza, finiremo sopraffatti dalle orrende creature nemiche. Ogni tot di livello incrociamo dei boss, dall’aspetto tipico dei mostri presenti nei libri di Lovecraft, anche se la difficoltà resta praticamente invariata. Anche la longevità non è delle migliori: in circa una decina di ore avrete completato tutte le mappe e i livelli del gioco.

Luci ovunque

Sicuramente Tesla vs Lovecraft è un gioco che brilla, nel vero senso della parola: luci, flash e raggi saranno una costante, così come il tema tendente alla città buia invasa dai nemici. Lo stile è cartoonesco, curato e non fastidioso, anche se alla lunga flash e luci in effetti stancano la vista: se soffrite di epilessia, evitate assolutamente questo gioco. Dal punto di vista tecnico non abbiamo riscontrato alcun problema: le interfacce sono semplice ed efficaci, il gioco non presenta cali di frame rate o oltre problemi nonostante i numeri davvero notevoli di nemici presenti su schermo e il tutto è accompagnato da un discreto sonoro, tendente al molto buono più che al sufficiente.

Conclusioni

10tons Games si sta specializzando in questo tipo di esperienze videoludiche: nell’anno passato avevamo avuto il piacere di recensire Time Recoil, possiamo più o meno dire la stessa cosa di Tesla vs Lovecraft. Questo perché il tipo di esperienza è simile e questo è sinonimo di un’identità precisa dei giochi dello studio, ma allo stesso modo si avverte la necessità di una profondità maggiore se si vuole raggiungere un nuovo livello qualitativo. Abbiamo quindi tra le mani un gioco ben realizzato e privo di problematiche tecniche, che scopre i suoi limiti nel gameplay un filo troppo semplice, ma soprattutto un design dei livelli decisamente ripetitivo. In conclusione, Tesla vs Lovecraft è un titolo che si lascia giocare con piacere, soprattutto in compagnia, se l’obiettivo è quello di passare un pomeriggio senza pensieri o magari riempire qualche buco nel corso della giornata. Difficilmente resterà impresso nella vostra memoria, ma ha il pregio di essere comunque un prodotto di discreta fattura.