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Recensione Table Top Racing

Alzi la mano chi da piccolo giocava con le Micro Machines sul tappeto di casa sognando evoluzioni e derapate spettacolari; tra i fortunati che hanno il braccio in aria ci saranno sicuramente molti che nell’era della prima Playstation hanno potuto giocare a quel piccolo capolavoro di Codemasters che sfruttava la licenza delle piccole macchinine giocattolo. I ragazzi di Playrise Digital, che firmano lo sviluppo di Table Top Racing, uscito da poco su PS Vita (ma proveniente da IOS e Android), hanno ripreso in pieno l’idea e la portano nuovamente nel palmo delle nostre mani grazie alla portatile di Sony.

di: Federico Lelli

Alzi la mano chi da piccolo giocava con le Micro Machines sul tappeto di casa sognando evoluzioni e derapate spettacolari; tra i fortunati che hanno il braccio in aria ci saranno sicuramente molti che nell’era della prima Playstation hanno potuto giocare a quel piccolo capolavoro di Codemasters che sfruttava la licenza delle piccole macchinine giocattolo. I ragazzi di Playrise Digital, che firmano lo sviluppo di Table Top Racing, uscito da poco su PS Vita (ma proveniente da IOS e Android), hanno ripreso in pieno l’idea e la portano nuovamente nel palmo delle nostre mani grazie alla portatile di Sony.

Evita l’oliva, potenzia il bolide

Ci troviamo infatti davanti ad un titolo che prende a piene mani dal suo predecessore spirituale ma che per fortuna non ce lo fa rimpiangere. Partendo dalla schermata principale vediamo subito come il menù ci riesca a guidare con chiarezza nelle varie modalità presenti, che esploreremo quasi tutte nella carriera.
Il percorso della carriera prevede per l’appunto dei trofei composti da diversi eventi che si concludono sempre con un mini campionato da 3 gare consecutive. Gli eventi possono essere dei semplici time attack con e senza boost di velocità, delle gare contro la cpu con o senza armi e una modalità ad inseguimento dove dovremmo toccare un’auto davanti a noi nel minore tempo possibile. Le prove da completare per arrivare al mini campionato sono sistemate in un reticolo che ci offre una buona libertà di manovra, con la possibilità di lasciare da parte le eventuali gare che possono risultare più ostiche. Il gioco, ormai l’avrete capito, è un semplice racing arcade che prevede l’uso di power up in pista, con una buona curva di apprendimento e una IA di tutto rispetto. Proveniendo dal mondo mobile infatti il titolo cerca di puntare subito su un alto livello di sfida per invogliarci a pagare con moneta sonante (grazie alle microtransazioni) le macchinine più veloci o i potenziamenti, ma è una scorciatoia che si rivolge solo ai giocatori più pigri, perché vincendo gli eventi e accumulando esperienza avrete comunque le stesse possibilità monetarie.
Curiosa la scelta di offrire come visuale predefinita quella da dietro la vettura quando si può cambiare liberamente con quella a volo di uccello che oltre ad essere più pratica perché offre un campo visivo più ampio per capire come procede la pista e usare le armi sui nemici che si avvicinano è anche più nostalgica perché identica al vecchio titolo Micro Machines.
Lo stile grafico è curato, senza picchi verso l’alto o il basso, e le diverse piste e situazioni in cui sono ambientate fanno scappare un sorriso (è sempre piacevole sfrecciare in una tavola imbandita) ma non si raggiungono mai i livelli di design che si trovavano nel predecessore, molto più ispirato come varietà di situazioni. Stessa cosa per le vetture che, anche se ben differenziate e presenti in gran numero, peccano di poca originalità e di poco mordente.
Presente anche una modalità multiplayer locale e online, soluzioni ottime per un party game di questo livello.

A un passo dalla licenza

Divertente e veloce, il titolo di Playrise Digital si distingue sicuramente tra i tanti racing arcade che provavano a ricordare i fasti di un genere quasi dimenticato dal grande pubblico ma che sicuramente può offrire ancora molte ore di divertimento, soprattutto per chi gioca online, dall’altro lato paga per la poca originalità.
In breve Table Top Racing è un ottimo seguito di Micro Machines uscito senza la licenza ufficiale.