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Recensione Sonic Boom: Fuoco e Ghiaccio

di: Marco Licandro

Sonic Boom non è stato accolto positivamente dal pubblico, facendo toccare alla serie il gradino più basso fino ad ora, per via di quello che doveva consistere in un reboot, ma che fu principalmente dedicato a bambini sotto i 7 anni, e giocandosi la fiducia dei vecchi fan di Sonic ormai ben che trentenni che hanno ormai perso le speranze. Sarà Ghiaccio e Fuoco a ristabilire le sorti della serie, o ci troveremo di fronte l’ennesimo flop?

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Scorrimento laterale e verticale

Iniziamo bene. I tentativi di Sonic con il 3D, con le dovute eccezioni, non sono andati benissimo. Il genere bidimensionale è ancora il favorito di molti fan, almeno per quanto riguarda la serie, ed è per questo che Ghiaccio e Fuoco segue la vecchia scuola, grazie ad ambienti tridimensionali ma mostrati in due dimensioni, puntando molto sul fattore velocità, come ogni Sonic che si rispetti. Una velocità che a volte penalizza, rendendo le trappole o i nemici troppo rapidi ad entrare su schermo. Ciò nonostante, il buon bilanciamento della telecamera, abbastanza distante durante il gameplay, e ravvicinata durante le corse sui muri, rende il tutto fattibile, e complessivamente non è niente che non sia possibile raffinare con l’esperienza.

La dinamica di gioco è pressappoco sempre uguale: iniziare un livello e concluderlo seguendo una via più o meno ramificata, avvalendosi di salti, spesso su nemici, molle e postazioni di sprint, il tutto adornato dalle classiche acrobazie “alla Sonic”, collezionabili ogni dove, e… abilità.

Infatti, la novità del titolo consiste perlopiù nell’assegnazione di poteri elementali, quali appunto il ghiaccio ed il fuoco, i quali scambiati a dovere, e talvolta con il giusto tempismo, ci permetteranno di superare vari ostacoli lungo il percorso, ghiacciando zone d’acqua e rendendo quindi possibile l’attraversamento, o al contrario rendendo liquidi alcuni passaggi ghiacciati tramite il potere del fuoco. Altra caratteristica sarà la possibilità di utilizzare altri personaggi, quali Tails, Amy, Knuckles e Sticks, andando dall’uno all’altro a piacimento, i quali avranno ciascuno un’abilità propria, come planare e sfruttare le correnti d’aria, o utilizzare attrezzi quali un martello per attivare delle colonne o un boomerang per distruggere delle casse. Tutto questo servirà durante i livelli così da proseguire verso la direzione che vogliamo nel tentativo di collezionare tutti gli oggetti nascosti.

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Non solo corsa

Alla mo’ di Mario o Donkey Kong, l’avanzamento per livelli è mostrato tramite un percorso nella mappa di gioco dove il giocatore può scegliere la direzione da intraprendere (nel caso di bivi) e giocare a piacimento il livello preferito, nonché cambiare area della mappa tramite il famoso aeroplano guidato da Tail (un grande booh agli sviluppatori per non aver inserito un’animazione di passaggio da un’area all’altra). Oltre alla tipologia di gioco già vista, andremo incontro anche a battaglie con i boss, dove la logica, il tempismo, e l’uso degli elementi farà la differenza, ma anche livelli come dire bonus. Ad esempio, Eggman (meno malvagio che mai, e più caricatura di quello che si è sempre visto) tenterà, secondo un “malefico” piano, di deridere Sonic in una gara di corsa. Il giocatore vedrà quindi completare un tracciato a cerchio e tenterà (probabilmente riuscendoci) di aggiudicarsi il primo posto su tre giri. Altre volte dovremo invece utilizzare il sottomarino sparando agli oggetti sott’acqua e facendo attenzione a non urtare i muri, lottando contro il tempo e recuperando orologi che ne regalano di aggiuntivo. E ancora battaglie a mo’ dei vecchi platform aerei questa volta sull’acqua, navigando in torrenti ghiacciati, evitando bombe e sparando agli iceberg, il tutto rigorosamente in verticale, così da raggiungere il traguardo finale.

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In conclusione

Sonic Boom: Ghiaccio e Fuoco, diciamolo chiaramente, non è il capolavoro che vorremmo. Per via di una difficoltà elementare, una storyline con sezioni animate chiaramente dedicate ai bambini sia per narrazione che per dialoghi, ed un gameplay che diverte ma non eccelle nel coinvolgere il giocatore, l’ultima istanza di Sonic viene accolta tiepidamente. Nonostante esso sia un chiaro segno di una direzione artistica migliore, non si può non fare il paragone con un certo Mario, che al contrario è sempre riuscito a mantenere un’identità forte nonostante le miriadi di variazioni al gameplay al quale è stato sottoposto. Sonic così tenta nuovamente, senza riuscire, di catturare la sua essenza e ritrovare la sua identità, ma ancora una volta non raggiunge il top, lasciandoci quel sapore amarognolo di chi si è divertito ma non è completamente soddisfatto.