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Recensione SEGA 3D Classics Collection

di: Marco Licandro

È inutile negarlo: siamo nel pieno di un periodo nostalgico, dove il giocatore degli anni ’80 e ’90 si ritrova bombardato da film, remake, serie tv, videogiochi, e tanto altro ispirati agli anni che ci hanno visti crescere. Un’operazione che funziona, visto che l’ultimo gadget sfornato da Nintendo, una riproduzione del NES in versione miniaturizzata, ha fatto sold out ovunque per via dell’alta richiesta. Per questo motivo, non poteva mancare sul mercato SEGA 3D Classics Collection, collezione di giochi in salsa 3D con titoli del calibro di Sonic, Altered Beast e Puyo Puyo.

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Ritorno al passato

Riprovare i classici è probabilmente una situazione ricorrente nella vita di ogni giocatore. Spesso riportiamo in vita la console originale, altre volte acquistiamo nuovamente il gioco in emulazione, ma raramente capita che gli stessi giochi vengano riproposti sulla generazione di console attuale con lo stesso identico gameplay. SEGA 3D Classics ripropone 9 titoli, di cui due riportati come “extra”, e lascia al giocatore la libertà di personalizzare alcune impostazioni, uniche per ogni titolo. I giochi saranno Power Drift, Puyo Puyo, Sonic, Galaxy Force II, Thunder Blade, Fantasy Zone II e Altered Beast, mentre i due extra saranno Maze Walker e Fantasy Zone II: The Tears of OPA-OPA.

I classici saranno identici a come li ricorderemo, con l’aggiunta della possibilità di attivare il 3D a piacimento (tramite tasto fisico sulla console). Il 3D è piacevole e da quel qualcosa in più ai vari classici, pur non intaccandone particolarmente la giocabilità. Funziona bene in alcuni giochi, quali Galaxy Force II o Maze Walker, grazie alla loro particolarità nello sfruttare le distanze, meno per altri giochi dove il pop up degli elementi potrebbe semplicemente intralciare con il gameplay.

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La gioia della personalizzazione

Ogni titolo, come già detto, possiede delle personalizzazioni uniche, le quali offrono varietà sotto molteplici aspetti. Sarà possibile, ad esempio, variegare la tipologia di 3D (con effetto pop up o profondità), la modalità dello schermo (4:3, 16:9, o anche con effetto tv a tubo catodico), personalizzare elementi di gioco come lo scudo o la barra della salute, e ancora modificare la quantità di energia e la difficoltà, attuando un vero cambio al gameplay. Personalizzare l’audio sarà una passeggiata, con opzioni semplici per cambiare il volume, deselezionare musica ed effetti, e persino ascoltare la soundtrack del gioco divisa per livelli. Ogni gioco presenta le sue personali impostazioni, tutte da scoprire e sperimentare, aggiungendo effettivo valore al titolo.

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Same of the same

Dal punto di vista del gameplay, nulla cambia, se non per alcuni titoli che riconosceranno il circle pad pro o l’analogico presente sul New 3DS, ma niente di trascendentale. I giochi saranno esattamente quelli che ricordate, con la possibilità però di salvare, caricare, e visualizzare la schermata di selezione titoli in ogni momento. Essendo classici, è facile spendere qualche minuto in ognuno di essi, e subito cambiare titolo, presi dalla frenesia di giocarli tutti, ma essendo solo 9 (in realtà 8, visto che vi sono due versioni di Fantasy Zone II) il divertimento finirà molto presto. A meno che infatti non vogliate effettivamente rigettarvi completamente nell’esperienza originale, e spesso frustrante per via della difficoltà dei classici, il titolo potrebbe effettivamente avere vita breve. Le personalizzazioni sono divertenti ma intaccano poco il titolo per se, ma questo non è un problema dal momento che amate follemente tutti i classici elencati e non vedete l’ora di rigiocarli tutti, vero?

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Conclusione

SEGA 3D Classics Collection riporta in 3D alcuni giochi che hanno fatto il successo della casa, ma pecca moltissimo sulla quantità. Con appena 9 classici, vengono offerte poche chicche al giocatore, che cercherà nelle personalizzazioni la vera ragione dell’acquisto del titolo. Rigiocare dei classici nel 2016 è sicuramente piacevole e va di moda, ma spesso il ricordo di qualcosa ha più valore finché rimane tale, in quanto l’esperienza e le situazioni possono cambiare, e non raramente ci ritroviamo davanti qualcosa che abbiamo amato alla follia in passato, ma che al giorno d’oggi non ha più effetto su di noi. Se amate follemente i classici SEGA allora il titolo fa assolutamente per voi, ridandovi gli stessi giochi che avete consumato all’epoca. In fin dei conti l’operazione nostalgia quindi funziona, ma a questo punto ci chiediamo per quanto ancora?