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Recensione Roof Rage

di: Simone Cantini

Il coding rappresenta per me da sempre un qualcosa di magico, una mistica pratica in grado di dare vita ai sogni più impensabili. Sin dal Basic che animava il glorioso Commodore 64, passando per il Linguaggio Macchina di Amiga, il Turbo Pascal sfiorato ai tempi del liceo, fino a giungere al vecchio C, veder trasformare quelle linee di testo a tratti incomprensibili in sprite, pronti ad assecondare il nostro volere, mi ha sempre affascinato. Ed è proprio per questo motivo che nutro un grande rispetto per qualsiasi sviluppatore, grande o piccolo che sia. Sono questi ultimi, però, che con il passare degli anni hanno saputo ritagliarsi in posto speciale nel mio olimpo digitale, visto il modo a volte sorprendente con cui sono in grado di trasformare un budget ridottissimo in prodotti capaci di sfidare i più grandi blockbuster, proprio come nel caso di Roof Rage.

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Le botte sul tetto che scotta

Smash Bros è di sicuro una delle IP Nintendo che è stata in grado di influenzare pesantemente il genere di appartenenza, dando origine ad una serie di cloni/omaggi più o meno riusciti. E Roof Rage non fa certo eccezione, visto il modo in cui ha scelto di declinare il mix di esperienze fighting/platform care al brand della casa di Kyoto. Il titolo Early Melon (pseudonimo dietro al quale si cela la mente di Jérémie Klemke) ci vedrà difatti impegnati in serrati scontri tra lottatori, che dovranno destreggiarsi a suon di calci e pugni in arene caratterizzate dalla presenza di piattaforme. Scopo del gioco, nemmeno a dirlo, sarà quello di portare a zero la barra dell’energia dell’avversario, lentamente per mezzo dei nostri colpi, oppure in modo istantaneo facendo precipitare nel vuoto il nemico di turno, così da privarlo di una delle 3 vite a disposizione. Lo schema di gioco appare quindi estremamente semplice da metabolizzare, ma a stupire in Roof Rage non è certo il concept alla base del titolo, quanto l’estrema cura con cui tutto il gameplay è stato confezionato. La scena è occupata in modo importante dall’ottimo combat system che Klemke è riuscito a raffinare nel corso dei 4 anni necessari a completare lo sviluppo, e che può annoverare un ricchissimo set di mosse, siano esse base o speciali, il cui punto di forza è comunque rappresentato dalla semplicità di esecuzione: il sistema, oltre alla pressione dei due pulsanti demandati rispettivamente a calci e pugni, non richiederà di metabolizzare complesse sequenze di tasti, ma si limiterà ad accompagnare i colpi base alle classiche mezzelune, oppure all’impiego di una direzione specifica. Tutto, insomma, è all’insegna dell’immediatezza, ma non per questo è stata sacrificata la componente tattica, dato che ciascuno dei 13 personaggi (più uno sbloccabile tramite l’Arcade Mode) godrà del suo personale moveset. Anche la composizione del roster rivela una cura non certo usuale, visto il modo estremamente sfaccettato con cui i vari lottatori sono stati caratterizzati, così da presentare stili rapidi, pesanti, a distanza e molto altro ancora, in grado di andare incontro ad ogni tipologia di giocatore.

Chi non mena in compagnia…

Ad un’ossatura così completa e riuscita, Roof Rage accompagna anche un contorno ludico non certo disprezzabile: al già citato Arcade Mode, dotato di 3 livelli di difficoltà, si accompagna anche un comparto competitivo multigiocatore non certo disprezzabile. Attualmente disponibile unicamente in locale, ma con una patch per abilitare l’online in arrivo, Roof Rage ci permetterà di lanciarci in sfide 1vs1 classiche, oppure basate sul punteggio ottenuto durante il match, ma anche di dare vita a scontri tutti contro tutti per più giocatori. Qualora non abbiate a disposizione un amico in carne ed ossa, sarà possibile anche dare vita a scontri in compagnia di un IA ben sviluppata e dalla difficoltà scalabile per adattarsi a tutti i livelli di abilità. Il titolo Early Melon si difende bene anche per quanto concerne la realizzazione tecnica, forte di una pixel art che, per quanto ovviamente minimale, si adatta perfettamente al contesto, richiamando alla mente suggestioni vicine al leggendario Street Fighter 2, rievocato anche in un paio di personaggi del roster. Buona anche la qualità dei vari stage, tutti dotati di un design intelligente, ma sono le animazioni generali a rimanere particolarmente impresse, vista la naturalezza e fluidità che sono in grado di trasmettere ai vari lottatori. Calzante anche la soundtrack volutamente old school realizzata da Enrique Martin, mentre delude in parte la traduzione in lingua italiana, caratterizzata da qualche imprecisione di troppo: niente di grave, visto il tipo di gioco, ma stona un po’ nel quadro generale.

Roof Rage giunge su Switch come una piacevolissima quanto imprevista sorpresa, forte come è di un gameplay che, per quanto non certo originalissimo, si è rivelato solido ed ottimamente sviluppato. Il titolo Early Melon riesce, infatti, nel difficilissimo compito di pescare a piene mani nel calderone che risponde al nome di Smash Bros, rielaborandone in parte l’essenza e traducendola in un gioco fresco e divertente. Curatissimo nelle meccaniche e nel combat system, Roof Rage dice la sua anche per quanto concerne l’abusato panorama della pixel art, restituendoci degli interessanti richiami ad elementi cari ai classici del genere. Insomma, se amate i beat’em up ed avete qualche soldo da spendere, il mio consiglio è quello di dare una chance a Roof Rage, in previsione anche dell’arrivo delle funzionalità online: difficilmente ne rimarrete delusi.