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Recensione Red Faction: Guerrilla Re-Mars-tered

di: Federico Lelli

L’anno è il 2009 e siamo nel bel mezzo della generazione PS360, quando gli studi cominciano ad essere un po’ più sicuri delle proprie risorse e conoscono abbastanza bene le macchine da potersi permettere di sperimentare. È lo stesso periodo in cui molti giochi action puntavano a creare un open world nel quale avventurarsi per riempire il giocatore di diversi stimoli sparsi nella mappa, allo stesso modo qualcuno (come DICE con le prime versioni del suo motore) proponeva interazione aggiuntiva grazie alla distruzione ambientale. Unendo tutti questi puntini ci viene da pensare che Red Faction: Guerrilla di Volition era davvero un gioco figlio del suo tempo ma che sicuramente ha saputo distinguersi in positivo per alcune idee interessanti, lo vediamo nuovamente nel 2018 grazie alla versione Re-Mars-tered affidata a Kaiko e pubblicata da THQ Nordic.

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Sono passati 50 anni dal secondo capitolo di Red Faction: Marte, ormai colonizzata, è alla mercé della Earth Defence Force, una multinazionale militarizzata che fa il bello e il cattivo tempo mantenendo il controllo sul pianeta sfruttando la popolazione. Il nostro eroe, Alec Mason, si trova invischiato suo malgrado nelle forze di resistenza praticamente nel prologo del gioco e da qui in poi userà tutte le sue risorse per combattere e indebolire dall’interno la EDF.

Abbandonata la visuale FPS dei primi capitoli, in Red Faction: Guerrilla la telecamera si sposta alle spalle del nostro eroe in un classico action/shooter dove la variabile più grande è composta dal motore di gioco: il tanto decantato GeoMod 2 (aggiornato in questa versione al GeoMod 2.5) infatti permette al giocatore di distruggere pezzo per pezzo tutti gli edifici e le costruzioni che vediamo, rispettando una fisica interna abbastanza realistica. Con il nostro fedele maglio tra le mani e una lunga serie di esplosivi nelle tasche ci troviamo quindi ad affrontare le missioni con un’alternativa in più, usando a nostro vantaggio anche le debolezze delle strutture.

Dal punto di vista strettamente ludico Red Faction: Guerrilla Re-Mars-tered offre il solito agglomerato di missioni che vi potete aspettare da un open-world di quel periodo, con un buon mix di momenti sparatutto, guida e tanta, tanta distruzione a corredo con le armi più disperate. La libertà di approccio, sia nello scegliere le varie missioni che nel modo in cui affrontarle, è sicuramente una boccata di aria fresca che ci invoglia a chiudere un occhio anche davanti alla difficoltà generale e al pianeta rosso che a tratti sembra anche troppo spoglio.

Purtroppo il lavoro dei ragazzi di Kaiko per questo remaster non è esattamente di alto livello: anche dopo l’aggiornamento di texture, illuminazione, risoluzione e motore di gioco il titolo dimostra le sue chiare origini nei modelli, nelle animazioni e nei filmati di raccordo, oltre ad un framerate che si fa notare in negativo, soprattutto nelle fasi di distruzione più concitata.

Dopo quasi 10 anni con l’uscita di Red Faction: Guerrilla Re-Mars-tered si notano principalmente due cose: la prima è che tutto sommato il gioco è invecchiato bene, soprattutto grazie al GeoMod e alla possibilità di far crollare tutto quello che vediamo, la seconda è che dopo questa piccola parentesi quasi nessuno ci ha voluto dare un gioco così interattivo, ed è un vero peccato. È un peccato anche il trattamento riservato a questo remaster al risparmio, dove sembra che ci siano state più idee nel concept del nome che nel cercare di migliorare effettivamente il prodotto che purtroppo può essere giocato solo in questa versione o su una PS360 originale, visto che non rientra neanche (probabilmente per scelta di THQ Nordic) tra i giochi retrocompatibili di Xbox One.