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Recensione di WWE SmackDown! vs. RAW 2011

Recensione di WWE SmackDown! vs. RAW 2011 di Console Tribe

di: Giovanni Manca

Si può dire di tutto della World Wrestling Entertainment: spettacolare, coinvolgente, finta ma tremendamente atletica, bizzarra ma incredibilmente professionale. Guardando la sua storia, sembra caratterizzata da una costante: un successo solcato da una parabola di fenomenali alti e bassi, sempre determinati da sciagure, scelte sbagliate del padre-padrone Vince McMahon piuttosto che naturali alternanze delle star nello show. Da qualche anno, la WWE, vive un certo periodo di crisi, soprattutto in Italia. La serie targata Yuke’s ispirata alla federazione, è da diversi anni una garanzia di qualità, in grado di soddisfare le esigenze dei tantissimi fan del wrestling: ma se il videogame soffrisse degli stessi alti e bassi dello show? Vediamo un po’.

Road To Universe

Iniziamo subito da quelli che sono due piatti forti della serie: le modalità di gioco e il roster dei personaggi utilizzabili. Un piccolo antipasto è costituito dalla modalità esibizione, che non si limita alla canonica partita veloce ma vanta, al contrario, una notevole varietà di opzioni: sono presenti decine di variabili di match già conosciuti e giocati nei precedenti capitoli del franchise con qualche novità, relazionata soprattutto ad una fisica in-game, almeno sulla carta, più raffinata. Il tipo di match che ha subito più cambiamenti, è senza dubbio “hell in the cell”, grazie ad un ring decisamente più grande, ad oggetti di ogni tipo nascosti sotto il ring e a nuove mosse che migliorano l’interazione con la gabbia stessa. Inferno, First Blood, Iron Man, Ladder, Last Man Standing, Submission, Steel Cage, Table, TLC, Backstage, Extreme Rules, Elimination Chamber, Tornado, Royal Rumble: fare e leggere una lista è sempre noioso ma, almeno in questo caso, gli appassionati saranno soddisfatti. Un aspetto curioso è che, per la prima volta, un match disputato nella modalità esibizione, sia in single player che in multiplayer, avrà ripercussioni sulle vicende narrate nella modalità di gioco denominata “Universe”. Questa caratteristica potrebbe far storcere la bocca ai più conformisti ma, considerando che è proprio la casualità a caratterizzare Universe, riteniamo la novità un aspetto positivo e interessante e non certamente deleterio.

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Se l’esibizione è la modalità perfetta per divertirsi con gli amici e acquisire familiarità con il sistema di controllo, “Universe” è senza dubbio quella che più gratifica le esigenze di un vero appassionato della WWE. Se dovessimo sintetizzare con un’unica definizione tale modalità, utilizzeremmo “carriera totale randomizzata”: vediamo perché. Si tratta sostanzialmente di un calendario WWE infinito, comprendente dunque tutti gli show, in cui è possibile immedesimarsi in uno qualsiasi degli atleti protagonisti del match in programma: la casualità a cui abbiamo accennato nella definizione più sopra, si esplica negli intrecci delle rivalità tra i vari protagonisti, calcolati liberamente dalla CPU in relazione agli avvenimenti che si avvicendano sul ring. Nel caso non ci fosse in calendario un incontro interessante, è possibile personalizzarne uno utilizzando le stesse opzioni valide per la modalità esibizione. Dal menù principale di gioco è possibile accedere al programma RAW, Superstar e Smackdown, saltare alle date degli eventi che più ci interessano, visualizzare le graduatorie o le notizie relative alle nuove rivalità o stable. Universe, nonostante non raggiunga la profondità di alcune modalità carriera di altri titoli del passato (in particolare ci riferiamo all’impossibilità di affrontare la carriera con un unico atleta), riesce a regalare un divertimento disimpegnato, guidato dall’imprevedibilità degli eventi e dalla bizzarria dei match tipici della federazione di McMahon, non vincola il giocatore a particolari virtuosismi manageriali e gli consente di vivere l’atmosfera WWE al meglio.
Un po’ più debole, in particolare dal punto di vista del puro divertimento, la modalità “Road to Wrestlemania”, ormai un classico per la serie THQ. I protagonisti scelti quest’anno per intraprendere la strada verso l’appuntamento più importante dell’anno, sono Jerico, Ray Mysterio, Cena, Christian e uno tra Morrison, Ziggler, R-Truth, Kofi (o la star personalizzata) che se la dovranno vedere contro l’intramontabile Undertaker. Subito si rivela in modo molto evidente la grossa novità di tale modalità di WWE 2011: con la nostra superstar è possibile infatti esplorare il backstage, in puro stile freeroaming, aiutati da una piccola mappa in alto a sinistra nell’HUD di gioco, in cui è necessario interagire con vari elementi per proseguire nella propria avventura. E’ nel backstage, infatti, che è possibile incontrare alleati ed avversari, scatenando magari un combattimento improvvisato, piuttosto che spendere i crediti guadagnati per migliorare le proprie caratteristiche. Terminare le cinque storie differenti può richiedere da una a tre ore di gioco, ma la scelta del backstage “aperto” non ci ha entusiasmato, sia perché ci è sembrato un tentativo di allungare il brodo con trovate abbastanza inutili, sia per la realizzazione grafica dell’ambientazione, davvero scarsa. Non vogliamo sicuramente mettere in dubbio la buona fede del team di sviluppo che, al contrario va apprezzato per aver tentato di proporre qualcosa di nuovo, ma avremmo preferito una struttura all’antica, con un’interfaccia più intuitiva per gestire i vari intrecci, in grado di spostare l’attenzione più sugli incontri che su quello che accade fuori dal ring.

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The Legend

In uno show in cui parte determinante è costituita dalle star, non possiamo non dedicare uno spazio al roster. RAW e Smackdown offrono una carnet di 62 atleti (12 divas), tra personaggi sbloccabili e quelli immediatamente selezionabili. Ovviamente il tutto è corredato da una serie di costumi optional, molte dei quali riservati allo store WWE online. Non mancano le leggende del wrestling: Bret Hart, Rob Van Dam, Jake “The Snake” Roberts, Jimmy “Superfly” Snuka, Ricky “Dragon” Steamboat, Steve Austin, Shawn Michaels, Vince McMahon, Terry Funk, The Rock. Come da tradizione è possibile usare come escamotage per avere personaggi storici non inclusi nel roster l’editor, molto completo, che permette, con un po’ di impegno, di creare Goldberg, Kurt Angle, Hulk Hogan, Mick Foley e molti, molti altri.

Royal World Rumble

Buone e cattive notizie per coloro che apprezzano le sfide online: finalmente, a furor di popolo, è possibile disputare la Royal Rumble; veniamo alle brutte notizie: WWE 2011 necessita del codice monouso che si trova nel manuale, sulla strada di quanto ha fatto EA nei suoi giochi sportivi, dunque attenzione alle copie usate. Torniamo all’esperienza online vera e propria, da sempre tallone d’Achille della serie. Nei match singoli che abbiamo disputato non si sono manifestati episodi di lag devastanti come accadeva lo scorso anno e abbiamo potuto giocare senza sentirci frustrati; al contrario la Royal Rumble si è rivelata quasi sempre un’esperienza da incubo a causa di una latenza troppo elevata: trattandosi della modalità di gioco più attesa, la delusione è stata piuttosto forte. Non ci resta che aspettare che Yuke’s corra ai ripari, dal momento che nei pochi attimi di fluidità, il gioco ha mostrato enormi potenzialità di divertimento, almeno per chi è appassionato.

!==PB==!
Power bomb

WWE 2011 percorre la strada dei suoi illustri predecessori anche dal punto di vista del gameplay, tanto che potrebbe sembrare un update della versione 2010. Questo può far tirare un sospiro di sollievo a chi ha apprezzato il feeling tradizionale della serie ma non può non far storcere la bocca a chi sente da un po’ puzza di muffa. La mappatura del pad è rimasta sostanzialmente invariata: le prese si eseguono con lo stick analogico sinistro nelle sue quattro direzioni, contromosse, difesa, corsa, colpi sempre con la combinazione dei tasti dorsali e i pulsanti digitali: insomma, non ci sono grandi cambiamenti nell’esecuzione, ma sono state aggiunte nuove combinazioni, soprattutto prese e proiezioni. Come novità, possiamo segnalare una maggiore facilità nell’esecuzione delle varie contromosse; nelle situazioni in cui è possibile ribaltare la situazione, sopra la testa del wrestler, compare per alcuni secondi utili l’invito a premere il grilletto sinistro: questo permette sfide più equilibrate, eliminando in parte quella fastidiosa sensazione di impotenza che si provava in passato quando si entrava nel vortice dell’offensiva avversaria. Quello che ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca sono le prestazioni del nuovo motore fisico, soprattutto perché THQ aveva promesso che l’Havok, questa volta, sarebbe stato sfruttato in modo da risolvere alcuni problemi atavici della serie. Ci riferiamo chiaramente alle collisioni poligonali, sia a quelle tra atleti che a quelle tra atleti e elementi fisici della scenografia, e ai conseguenti tempi delle azioni da eseguire col pad. I più gravi si manifestano in particolare quando ci sono più di due lottatori sul ring, situazioni in cui terminare un match senza errori grossolani dovuti ad una scarsa tempistica è davvero un’utopia: le cose migliorano nei match 1 vs 1 ma una certa familiarità con i margini di errore del motore fisico è necessaria per evitare figuracce con gli avversari più duri. Oltretutto sono sempre presenti delle situazioni paradossali tra le quali, ad esempio, non possiamo esimerci dal citare un Ray Mysterio che alza di peso un Mark Henry (170 chili quando è a dieta) sulle corde con una facilità irrisoria, senza nessun aiuto dal colosso texano. Nonostante questi problemi, che ormai ci portiamo dietro dalla passata generazione di console, la giocabilità di WWE 2011 è di alto livello, superiore addirittura all’esperienza dello scorso anno grazie ad una maggiore varietà di mosse ed a un maggior equilibrio delle forza delle superstar. Completano il quadro le opzioni offerte dalla modalità “Crea”, che permette di creare da zero delle storie e condividerle in rete, superstar immediatamente di alto livello, set di mosse, inclusa quella finale, entrate sul ring: ai meno attenti all’universo WWE alcune di queste opzioni potrebbero sembrare delle banalità, ma i più attenti alle vicende della federazione di Stamford sanno quanto esse rivestano importanza in quello che è un vero e proprio show.
Purtroppo, alcune delle opzioni più interessanti sono a pagamento.

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Tatuaggio

Il gioco è presentato in puro stile WWE, ricco di filmati sfavillanti ma, finalmente, dotato di menu perfettamente strutturati che permettono al player di navigare nelle diverse modalità e opzioni senza ricorrere al turpiloquio. Quello che conta però, è la grafica in-game. La modellazione poligonale delle superstar si attesta su un livello molto alto, con texture decisamente ricche di particolari che fanno raggiungere ai wrestler un elevatissimo grado di somiglianza rispetto alle controparti reali: peccato solo per la gran parte delle espressioni facciali, non all’altezza con la realizzazione morfologica dell’atleta. Solo discreti gli effetti particellari degli schizzi dell’acqua e del sangue in seguito ai contatti, soprattutto in rapporto all’alta qualità che gli stessi elementi hanno quando ricoprono la muscolatura dei wrestler. Molto buone le animazioni, soprattutto quelle relative alle prese e alle proiezioni, mano quelle in cui i lottatori portano i colpi o quelle in cui interagiscono con i vari elementi: tra gli altri, considerato che fanno parte del ring, i contatti sulle corde, in particolare nei casi di prese e proiezioni, in cui il motore fisico sembra incerto sul da farsi per poi caricare l’animazione secondo uno strano calcolo probabilistico. Ampi margini di miglioramento per gli elementi scenografici, in primis il pubblico, enormi quelli relativi al backstage della modalità “Road to Wrestlemania”, una delle cose più spoglie e raffazzonate viste ultimamente.
Come da tradizione, ottima la colonna sonora, mentre ci hanno deluso gli effetti sonori, spesso scialbi, poco incisivi e coinvolgenti, e la telecronaca in lingua inglese, ripetitiva e spesso decontestualizzata agli avvenimenti dentro e fuori dal ring.

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Una vecchia era

Nel paragrafo introduttivo ci eravamo chiesti se ci potesse essere un parallelismo tra la parabola discendente della WWE e il gioco dedicato: alla resa dei conti, possiamo sostenere questa tesi anche se, ammettiamolo, il gioco gode di una salute decisamente migliore rispetto alla federazione di Vince McMahon. Non siamo davanti ad un titolo perfetto, al contrario, WWE SmackDown vs. Raw 2011 mostra i segni del tempo nonostante le promesse fatte da THQ in questi mesi, soprattutto in relazione alle novità promesse dal motore fisico e poi rivelatesi non all’altezza delle aspettative. Nonostante questo rimane un titolo godibile e divertente, non solo per gli appassionati del wrestling ma per tutti coloro che vogliono divertirsi con un gioco piuttosto intuitivo ma al tempo stesso complesso per quanto riguarda le dinamiche. Un acquisto obbligato, dunque, per i fan accaniti della WWE, meno per chi ha già la versione dello scorso anno e pretende novità sostanziali.