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Recensione Recensione di Transformers – La Battaglia per Cybertron

Recensione di Transformers - La Battaglia per Cybertron di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Era il 1982 e una semisconosciuta serie di giocattoli, chiamata Diaclone, approdava su i mercati internazionali. Questa collana comprendeva modelli di veicoli fantascientifici chiaramente ispirati alle serie animate giapponesi tanto in voga in quegli anni. Solo due anni più tardi questi veicoli diventano capaci di passare da normali auto a robot dalle sembianze antropomorfe, era il 1984 e fu così che nacquero i Transformers. Sono passati più di 20 anni e questi eroi metallici continuano ad essere famosi, film, serie animate e videogame; ogni forma di intrattenimento ha un prodotto dedicato a questo brand.
Gli anni passano e vedendo gli ultimi lavori pubblicati non è semplice definire il marchio ancora attuale o ormai logoro. Nel caso specifico ci spetta scoprire se Transformers: La Battaglia per Cybertron sia un titolo ancora capace di dare lustro a questi robot. Oppure se su questi eroi sta inesorabilmente calando il sipario?

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Come il titolo suggerisce sarà Cybertron l’ambientazione su cui si svolgerà la narrazione. Il pianeta natale dei Transformers è segnato da una grossa guerra. Su tutto il globo continue esplosioni distruggono la tranquillità, ovunque sono sparsi chip e circuiti provenienti da corpi di robot senza vita. Al centro della faida c’è la classica lotta di potere in cui guerra e pace si alternano e si mescolano senza soluzione di continuità. Autorobot e Decepticon si fronteggiano senza tregua, nessuna fazione vuole lasciare il pianeta nelle mani degli avversari, i primi cercano una soluzione pacifica i secondi invece fanno terra bruciata intorno a loro. Nessun punto d’incontro, solo la guerra, solo la morte, oppure nel peggiore dei casi la distruzione del pianeta può porre fino a tutto, lasciando un equilibrata, ma desolante, solitudine.
Questa la trama del gioco che quasi per par condicio si può affrontare in due diverse campagne: Autorobot e Decepticon. Qualunque sia la fazione scelta è possibile affrontare un massimo di cinque capitoli, per un totale di dieci, questa divisione ci appare sensata e al contempo offre al giocatore una prospettiva sugli avvenimenti completa ed esaustiva. La campagna dei Decepticon vede il malvagio Megatron impegnato a consolidare il suo potere e a schiavizzare la fazione avversaria restia a sottomettersi al suo potere. La forza di Megatron deriva dal ritrovamento di una fonte di energia chiamata Dark Energon, questo materiale cambia letteralmente le sorti della guerra. Per quanto riguarda gli Autorobot ci ritroviamo nei meccanici panni di Optimus intento a salvare il pianeta dalla minaccia Decepticon. Il nostro eroe dovrà far conto con la perdita di un grande guerriero come Zeta Prime al quale seguirà lui stesso come guida degli Autorobot. Le due campagne si completano a vicenda e vanno seguite entrambe per scoprire quale sarà l’epilogo del pianeta Cybertron. Nel complesso la narrazione non appare poi troppo ispirata, i personaggi, ormai straconosciuti, rievocano battaglie e situazioni già vista. Il carisma di questi robot col tempo sta andando a deteriorarsi e, complice la trama piuttosto scontata, fa si che non ci sia grande empatia da parte del giocatore. L’aspetto positivo è sicuramente lo scenario evocativo capace di catturare l’attenzione di chi segue gli eventi.

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Come già detto nel paragrafo precedente Transformers: La Battaglia Per Cybertron ha una doppia anima, con la possibilità di affrontare due campagne diverse. Se in termini di narrazione questa differenza è sostanziale discorso diverso va fatto in termini di gameplay, infatti, qualunque storia decidiate di percorrere lo schema di gioco resta pressoché invariato. Controlli, obiettivi, modalità di attacco sono praticamente identici, quindi nell’analizzare il comparto prettamente ludico non faremo distinzioni tra le due storie.
Il gioco inizia con la scelta del personaggio che varia a seconda del capitolo scelto in relazione agli eventi che contraddistinguono quel particolare pezzo di storia. Iniziamo col dire che i robot si dividono per varie classi: leader, scout, soldier e così via. Ogni classe, almeno in teoria, ha delle sue caratteristiche peculiari che possono essere l’utilizzo per una particolare abilità o la scelta di determinate armi. Nonostante questa impostazione pad alla mano le differenze saranno quasi minime il che porta il giocatore a scegliere il proprio alter-ego unicamente in base alla simpatia o al carisma del personaggio stesso. Davvero un peccato perché soluzioni tattiche legate a questa feature avrebbero arricchito notevolmente il gameplay costringendo il giocatore a scelte più ponderate e di conseguenza più appaganti.
Terminata questa scelta è tempo di passare all’azione. Transformers si mostra come un Third Person Shooter abbastanza semplice il cui sistema di copertura è affidato unicamente al “nascondersi” dietro grossi blocchi o pareti. I nostri robot portano con sé un massimo di due armi più granate, alle quali si se ne aggiunge una terza accessibile nella forma “veicolo” ed un arma bianca indispensabile per attacchi in mischia. Il nostro armamentario è decisamente variegato: pistole, fucili di precisioni, mitra, gatlin, tutto riproposte in salsa futuristica.
Il sistema di mira e controllo è piuttosto semplice, solite leve e grilletti per sparare. Fin qui nulla di nuovo, la particolarità sta tutta nella possibilità di trasformarsi in un veicolo e sfruttare quindi velocità e rapidità a proprio vantaggio. Come se non bastasse sono presenti alcune abilità speciali che ci permettono di effettuare attacchi più potenti, muoversi più velocemente, effettuare scatti o altro, il tutto in relazione alle classi citate poco sopra. Ok abbiamo capito che questi robot sono potenti, ma è divertente usarli?
Utilizzare questi bestioni è sicuramente appagante, controlli intuitivi, trasformazioni, eppure giocando si sente la mancanza di qualcosa. Con il proseguimento dei livelli la noia inizia a far capolino. Le ragioni di questo insuccesso sono tutte imputabili ad una staticità di fondo e a schemi di gioco troppo monotoni.
In linea generale vi capita di superare corridoi e trovarvi in una stanza affollata di nemici, premi una leva, altra stanza affollata, altro corridoio, altra leva e così via. Solo di tanto in tanto si presenteranno situazioni particolari con nemici più ostici come i boss di fine livello. Gli stessi avversari sono monotoni, praticamente vi ritroverete ad affrontare sempre gli stessi nemici: soldati standard, giganti da colpire alle spalle, soldati in forma di aerei e alcuni nemici invisibili. Questo schema di avversari si ripeterà praticamente all’infinito, facendo si che dopo poche ore di gioco il divertimento sparisca inesorabilmente.

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Da segnalare in positivo le boss fight e l’intelligenza artificiale dei nostri alleati. Le prime spezzano il ritmo di gioco donando un po’ di varietà mentre per quanto riguarda i nostri sottoposti sono spesso affidabili e difficilmente ci lasciano solo in mezzo ai guai.
L’intera esperienza giocata migliora notevolmente in cooperativa, infatti, entrambe le campagne possono essere affrontate in compagnia aumentando il divertimento.

Oltre la storia saranno presenti altre due modalità di gioco: Escalation e l’ormai onnipresente multiplayer.
Per quanto riguarda Escalation nulla di particolarmente innovativo, infatti, questa tipologia di gioco è identica all’Orda vista in Gears of War 2. Nonostante non presenti particolari novità questa si rivela gradevole e appagante, anche grazie ad un livello di difficoltà crescente che offre un buon livello di sfida.
Il multiplayer del gioco si rifà anch’esso agli standard di questa generazione: deathmatch, scontri a squadre, modalità in cui proteggere postazioni e così via. Di certo non si può imputare unicamente agli sviluppatori la colpa di questo settaggio ormai presente in quasi tutti i giochi. Le partite non offrono particolare divertimento o soluzioni tattiche diverse dal single player. Cosa strana anche considerando le diverse classi selezionabili che come già visto nella campagna non hanno poi tutte queste peculiarità.
Lo stesso sistema di perks e personalizzazione appare a primo impatto profondo e ben strutturato, quasi sembra di poter creare da soli il proprio robot ma dopo un attenta analisi ci si accorge che i modelli base sono davvero pochi e al massimo è possibile cambiare solo qualche colore. Si poteva fare di più.

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Per quanto riguarda il comparto tecnico ci ritroviamo di nuovo davanti al solito Unreal Engine. Visto il massiccio uso di questo motore grafico quasi vi sembrerà di aver già visto in azione La Battaglia per Cybertron. I fondali sono sicuramente l’aspetto meglio riuscito, seppure non esenti da difetti, del titolo in quanto offrono un colpo d’occhio notevole e di sicuro impatto. Sotto il profilo artistico è stato fatto un lavoro davvero eccezionale, il metallico pianeta è realizzato con cura e immerge il giocatore in un atmosfera fredda e desolata. Le macerie, i rottami, in nemici caduti, ogni elemento su schermo contribuisce nel creare la giusta atmosfera. Sottotono invece i protagonisti che soprattutto nelle cutscene mostrano una cura del dettaglio abbastanza approssimativa, texture scadenti e pochi poligoni vanno a braccetto e creano Transformers non proprio così fantastici da guardare. Buono invece il design degli stessi e la palette di colore un po’ spenta che ben si sposa con lo stile generale del titolo.
Stesso discorso si può fare per l’audio: doppiaggio ben realizzato viene un po’ rovinato dalle musiche poche incisive. I brani scelti non attraggono mai l’attenzione del giocatore, l’audio resta quasi nascosto in sottofondo e non da il giusto pathos al gioco. Le atmosfere quindi risulta meno completa ed immersiva, salvo qualche raro caso in cui la musica entra prepotentemente nell’azione. Come si diceva il doppiaggio è ben riuscito e restituisce quel giusto suono di voci distorte, tanto amato amate dagli appassionati.

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Sì, la risposta alla domanda posta sopra è sì.
Questo è quello che si evince da quanto scritto in questo articolo. Il destino di Cybertron si è compiuto; è stato un viaggio breve e non troppo ricco di emozioni. I robot che avevano conquistato quasi tutti da bambini stanno diventando vecchi, i loro colpi metallici sono quasi arrugginiti. Tuttavia la situazione non è poi così tragica, il gioco mostra comunque qualche aspetto positivo. Il gameplay si poggia su base solide che purtroppo vengono sprecate da una monotonia di fondo davvero disarmante. Il comparto tecnico nella media regala qualche emozione soprattutto grazie alle ambientazioni evocative ma solo non risolleva le sorti dell’intera produzione.
Siamo fortemente convinti che ormai i Transformers necessitino di una nuova “trasformazione”.