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Recensione Recensione di Toy Soldiers

Recensione di Toy Soldiers di Console Tribe

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Come dimenticare quegli spensierati pomeriggi trascorsi distesi sul tappeto della propria cameretta a giocare con i mitici soldatini di piombo o di plastica? Quante battaglie combattute a suon di versi divenuti oggi incomprensibili… È proprio vero, l’infanzia e l’adolescenza corrono via, ma la nostalgia resta e ci avvinghia quando meno ce l’aspettiamo.
Come fare quindi a rivivere quei momenti anche adesso che ci ritroviamo con qualche annetto in più sulle spalle? Probabilmente questa dev’essere stata la stessa domanda che si sono posti gli sviluppatori di Signal Studios, che difatti hanno pensato bene di rispolverare proprio quel vecchio e piacevole passatempo proponendo l’atipico ed originale Toy Soldiers, titolo disponibile da qualche giorno sul Marketplace e facente parte dell’iniziativa lanciata da Microsoft e battezzata Xbox Live Arcade House Party. Ma vediamo di saperne di più.

“Ritirata? Diamine, siamo appena arrivati!”

Mostrato per la prima volta in occasione dell’ultima edizione del CES (Consumer Electronics Show), Toy Soldiers si rivela sin dalle primissime battute di gioco un titolo dichiaratamente “politically correct” e destinato ad una vasta fetta di utenza, soprattutto per la sua spiccata natura “user friendly”. L’intento degli sviluppatori di Signal Studios è di creare una particolare miscela capace di rendere Toy Soldiers un titolo unico e dotato di una certa individualità, sebbene non manchino affatto vari rimandi ad alcuni giochi del passato, primo fra tutti il più o meno noto Army Men, il cui primo capitolo venne rilasciato nell’ormai lontano 1998. Quest’ultimo, infatti, esattamente come l’ultima fatica dei ragazzi di Signal Studio, si basava sulla presenza in chiave videoludica dei celeberrimi soldatini giocattolo e la relativa organizzazione delle battaglie.
Possiamo quindi affermare che Toy Soldiers ne riprenda l’idea manifestandosi come una sorta di RTS arricchito da elementi tipicamente ancorati ad altri generi, come ad esempio gli shooter e gli action.

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“Il nostro attacco è la nostra difesa”

Ambientato durante il periodo della Prima Guerra Mondiale, la campagna single player di Toy Soldiers ci fa rivivere alcune delle battaglie più famose del conflitto gettandoci sul campo di battaglia e consegnandoci le redini della linea difensiva di un esercito costituito proprio da soldatini di piombo. E che dire degli scenari di guerra? Ecco, sembrerebbero realistici ma in realtà altro non sono che degli elaborati diorami: insomma, combatteremo sì, ma lo faremo per gioco; niente sangue o scene raccapriccianti, ma solo soldatini o mezzi che vanno in frantumi!
Lo scopo principale del gioco è quello di difendere la nostra base – propostaci come una sorta di scatola dei giocattoli di forma parallelepipeda – prima che questa possa essere invasa da un numero predeterminato di unità nemiche. Detto così, sembrerebbe persino banale e di facile realizzazione, tuttavia ogni missione richiederà una certa dose di strategia e, nelle battaglie più aspre, anche un tempismo formidabile. Per riuscire nella nostra impresa, infatti, dovremo disporre sulla mappa le diverse unità a nostra disposizione tenendo in considerazione i punti di forza di ciascuna di esse e relativa idoneità in base all’ondata nemica da respingere. A tal proposito ogni diorama presenta delle particolari superfici di forma circolare o quadrata atte ad ospitare “l’installazione” delle unità: dalle più piccole, come ad esempio le mitragliatrici e i mortai, alle più ingombranti, come i cannoni e le contraeree. Ogni unità sfruttabile, oltre a differenziarsi per aspetto e volume, si distingue chiaramente anche per la quantità di danni che è in grado di infliggere al nemico nonché per il diverso raggio d’azione, aspetti decisamente non trascurabili che possono decretare, come potete benissimo immaginare, l’esito conclusivo della battaglia. Ad esempio le mitragliatrici sono perfette per respingere la fanteria ma quasi del tutto inutili per difendersi dai mezzi blindati, che potranno essere distrutti facilmente solo dai cannoni o dai mortai. Inoltre, per rallentare l’avanzata dei soldati nemici, ed evitare quindi che riescano ad insediare la nostra base, potremo pure costruire delle recinzioni di filo spinato, la cui disposizione non risulta vincolata da nessuna superficie d’installazione designata, al contrario di quanto invece avviene per tutte le altre unità difensive a nostra disposizione.

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Ciascuna battaglia si compone di un numero variabile di “ondate” nemiche, costituite sia da attacchi terrestri (fanteria, carri armati, etc…) sia da attacchi aerei (caccia, bombardieri, dirigibili, etc…); sta a noi pianificare quindi al meglio il dispiegamento delle unità in modo tale da non trovarci indifesi lasciando così “le porte aperte” al nemico. Una volta respinte con successo tutte le ondate senza aver raggiunto la soglia massima di intrusi tollerabile, porteremo a termine la battaglia e saremo in grado di passare alla successiva, ovviamente di difficoltà via via crescente.

“Bisogna investire sugli armamenti!”

Un aspetto di fondamentale importanza che non va per niente sottovalutato, e che peraltro è alla base delle dinamiche relative a ciascuna battaglia, è la gestione delle proprie risorse economiche. All’inizio di ogni missione, infatti, ancor prima di misurarci con l’avanzata dei nemici, dovremo vedercela con la nostra limitata disponibilità finanziaria: ogni unità ha un costo e pertanto investire sulle più idonee diventerà un obbligo, pena il fallimento della missione. E quando si è al verde? Ogni unità o soldato nemico mandati in frantumi ci consentirà di guadagnare una certa somma di denaro, così da rimettere in piedi eventuali unità andate distrutte oppure ancora ripararle e magari dedicarci all’acquisto di un nuovo cannone in vista della prossima ondata nemica costituita da una schiera di mezzi blindati. E non è tutto, il denaro può essere investito pure sui potenziamenti da destinare alle singole unità e renderle quindi più efficaci e in grado di infliggere danni maggiori al nemico. E se proprio siamo messi male, ovvero senza un dollaro in fontina, potremo sempre vendere un’unità ormai malandata o inefficace al fine di respingere la prossima ondata. Insomma, il denaro è importante: anche in Toy Soldiers spendetelo con parsimonia.

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“Fuoco, fuoco! Distruggete tutto quello che si muove!”

Ciò che rende il titolo Signal Studios unico nel suo genere è la possibilità di assumere il controllo in tempo reale delle varie unità precedentemente dislocate lungo la mappa di gioco. Da questo punto di vista, infatti, va detto che, sebbene l’intelligenza artificiale si comporti abbastanza bene, in certi casi si renderà necessario affidarci alle nostre falangi. Ed è proprio in questi frangenti che, a nostro avviso, il gioco dà il meglio di sé, poiché riesce a coinvolgere con semplicità e senza richiedere al giocatore una particolare esperienza.
Controllare la mitragliatrice ci darà l’impressione di avere a che fare con uno shooter in prima persona: muoveremo un mirino intervenendo sullo stick analogico sinistro e apriremo il fuoco premendo il grilletto destro. Cannone e mortaio, invece, prevedono l’utilizzo di entrambi gli stick, uno per la direzione e l’altro per la gittata.
Ma non è tutto. Oltre a poter controllare in prima persona le varie unità che abbiamo disposto sul campo, saremo in grado di guidare anche alcuni mezzi militari: caccia, bombardieri e diversi tipi di carri armati. La guidabilità dei caccia è agevole e mai frustrante e permette sia di usare la mitragliatrice on-board che sganciare un determinato numero di bombe. Discorso un tantino diverso per quel che riguarda i bombardieri: se da un lato risultano dotati di un potere distruttivo maggiore, dall’altro si rivelano “pesanti” e troppo poco maneggevoli per fronteggiare eventuali aerei nemici. La loro utilità, quindi, si sofferma principalmente sulla distruzione delle unità di terrà nemiche.
I carri armati, lenti ma efficaci, ci offrono la loro potenza di fuoco per “mandare all’aria” le intenzioni degli avversari. E per finire, cosa molto divertente, potremo pure improvvisarci degli abili cecchini assumendo il controllo delle cosiddette torrette di precisione.
Insomma, la gestione della battaglia è nelle nostre mani.

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“Uniti per la vittoria”

Qualora prendere parte alle storiche battaglie cui la campagna single player si fregia non vi basti, e avete voglia di confrontarvi con altri avversari umani, Toy Soldier vi mette a disposizione una modalità multigiocatore giocabile sia online che in split-screen. Se nel primo caso l’esperienza giocata risulta al momento attuale lievemente intaccata da sporadici episodi di lag, la seconda scelta si rivela invece divertente e adatta per trascorrere un piacevole pomeriggio in compagnia di un amico.
La modalità multigiocatore, quantunque riprenda quanto visto nella campagna single player, sia per dinamiche che per scopo finale, si differenzia per la possibilità di scegliere in prima persona quali ondate di attacchi inviare all’avversario, anche in questo caso gestendo il proprio denaro e consolidando al tempo stesso le proprie difese.
Immancabili infine le consuete classifiche aggiornate in tempo reale e consultabili in base al filtro di ricerca selezionato.

“Cureremo il nostro aspetto e attaccheremo da signori!”

Tecnicamente parlando, Toy Soldiers attira facilmente l’attenzione per l’ottima grafica messa a punto dagli sviluppatori non solo per quanto concerne l’aspetto visivo, ma soprattutto per lo stile dichiaratamente retrò, con tanto di particolare filtro grafico riconducibile agli standard della TV degli anni ’50.
La modellazione poligonale degli scenari di gioco nonché delle unità si attesta su alti livelli, così come la realizzazione delle animazioni dei soldati, sempre originali e aderenti al contesto.
I difetti, tuttavia, non mancano. Il più grave ed evidente si verifica durante la guida degli aerei, circostanza in cui vi capiterà spesso di assistere a invalidanti episodi di compenetrazione tra poligoni: in prossimità di alberi, strutture o lo stesso terreno di gioco, vedrete le ali del vostro aereo da guerra passarvici attraverso o scomparire sottoterra per poi riapparire una volta ripresa quota. È probabile comunque che tale difetto possa essere risolto attraverso il rilascio di una patch correttiva che, si spera, sia in grado di stabilizzare e rendere più affidabile anche il netcode del gioco.
Anche il comparto sonoro non poteva certamente sottrarsi alle direttive retrò designate dagli sviluppatori: le musiche sono state scelte con cura e danno l’impressione di essere riprodotte dal grammofono dei nostri nonni. Di buona fattura anche gli effetti sonori, credibili e mai invadenti.

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Infine, non possiamo non menzionare la presenza della “vetrina”, dove possiamo ammirare le nostre unità nei minimi particolari e in tutto il loro splendore, appurando l’ottimo lavoro svolto dai ragazzi di Signal Studios.

“Li abbiamo visti cadere come birilli… abbiamo vinto!”

Concludendo, Toy Soldiers si è rivelato un titolo originale e capace di coinvolgere il giocatore con una formula semplice ma al contempo atipica e ben congegnata. Se in passato avete amato titoli come Army Men o Tower Defense non potete assolutamente farvelo sfuggire; se invece siete fedelmente ancorati agli strategici più puri potreste storcere un po’ il naso, tuttavia vi consigliamo quantomeno di provarlo al fine di carpirne l’intento e le innegabili qualità, siano esse legate al gameplay piuttosto che alla realizzazione artistica.
Tutti ai propri posti: che la battaglia abbia inizio!