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Recensione di The Eye of Judgment

Recensione di The Eye of Judgment di Console Tribe

di: Redazione
Una festa a lungo attesa



Ecco finalmente rivelato uno dei titoli che, fin dal lancio di
Playstation 3, ha soffiato più fuoco sulle favoleggiate prerogative da
‘Console di Dopodomani’ della lucida scatolona nera, attesa portatrice
di immersive esperienze e modalità di gioco inimmaginabili.



La promessa in effetti era bella stuzzicante: una avveniristica
fotocamera digitale che avrebbe permesso a speciali carte reali di
prendere letteralmente vita nelle nostre mani e procurar battaglia alle
carte dell’avversario; un tabellone di gioco da stendere davanti a noi
che si sarebbe trasformato sotto i nostri occhi increduli in un
perfetto campo di battaglia per scontri fantasy all’ultima summon; e
poi ancora draghi, maghi e spietati killer mistici che avrebbero
popolato il salotto di casa evocati dall’occhio magico della fotocamera.



Eye of Judgement ha fatto galoppare la nostra immaginazione a briglia
sciolta: è proprio così che da piccoli immaginavamo il futuristico 2007
da Blade Runner. Oltre a macchine volanti parcheggiate nell’ astroporto
sul tetto, pillole nutritive al gusto pizza alla diavola e
tele-trasporto molecolare, era proprio una vera interazione tra il
mondo reale e il mondo virtuale dei videogames che ci aspettavamo dalle
pronipoti dell’ Intellivision. Non saranno stati in pochi ad aver
guardato i primi trailer di Eye Of Judgement eccitati e un pochino
commossi: la memoria vola subito alla famosa scena di Star Wars (quella
dove Luke Skywalker e Chewbecca giocano a Dejarik sul Millennium Falcon
muovendo sulla scacchiera circolare mostruose pedine viventi con nomi
impronunciabili) alla quale devono essersi ispirati anni fa i creatori
di Battle Chess con una versione degli scacchi per computer dove i vari
pezzi combattevano realmente tra loro, idea ripresa poi da J.K.Rowling
per il primo libro di Harry Potter.



Dunque le carte che Sony prometteva di giocare sembravano da gran scala
reale in una fortunata notte di poker a Las Vegas, ma qualcuno intuiva
ugualmente il bluff. Vediamo quali promesse sono state mantenute e
quali purtroppo mancate, in misura più o meno vasta e clamorosa.




L’adunata di Rohan



Parlando strettamente delle finalità di gioco, Eye of Judgement ricrea
una sfida arcana tra due maghi evocatori giocata molto più sulla
strategia che sulla potenza delle evocazioni. Entrambi i maghi
dispongono di un mazzo di 30 carte capaci di evocare creature (come
draghi, armate magiche e divinità dei quattro elementi) o di lanciare
incantesimi che modificheranno le caratteristiche di attacco e difesa
dei personaggi e le regole di ingaggio.

L’obiettivo ultimo da raggiungere è l’assoluta superiorità territoriale
dell’arena di gioco, una griglia di 3×3 riprodotta sul tappetino
incluso nella confezione che rappresenta il terreno della battaglia, su
cui schierare volta per volta le proprie creature sotto il controllo
attento e severo dell’ ”Occhio del Giudizio” (la nostra PsEye che
sovrasta il campo di gioco posizionata su una solida struttura
facilmente montabile, ovviamente presente anch’essa nella scatola del
gioco ).

Durante la partita infatti, il PSEye riconosce la natura e la posizione
delle varie carte sulla griglia, ed in base agli input così impartiti
la PS3 calcola i danni e gli effetti degli incantesimi delle varie
creature e produce a video un’animazione tridimensionale non
interattiva dello scontro.



La terra d’Ombra



E’ ora di affrontare subito senza pietà il più grande handicap di
questo gioco, talmente grande da essere in grado da solo di sciupare
l’intera esperienza di gioco e irritare non poco i giocatori se non
riescono a porvi rimedio: la PsEye utilizzata in condizioni di
illuminazione non ottimali incontra grandi difficoltà nel
riconoscimento delle carte. E per “condizioni non ottimali” talvolta si
intende anche la luce naturale proveniente da una normale finestra alle
quattro di pomeriggio in inverno.

Chi è abituato a fare la sua partitina alla PS3 la sera prima di andare
a letto potrebbe avere davvero dei fastidi. Talvolta basterà accendere
una lampada in più per risolvere, ma è facile che una illuminazione
disomogenea sul piano di gioco renda leggibili alcune zone ma non
altre. Insomma, durante le prime partite può succedere di essere
costretti a perdere un pò di tempo in questa fase propedeutica per
trovare una soluzione di illuminazione che sia ottimale a tutte le ore
del giorno. C’è da considerare anche che l’intero “accrocchio” occupa
una superficie di circa 50×50 centimetri e va collegato via cavo alla
PS3; quindi oltre al problema delle eventuali ombre proiettate sul
tabellone, il posizionamento della PsEye è abbastanza vincolato dalla
lunghezza del cavo ( ma già che c’erano non potevano farla wireless? ).




Di contro va detto che in condizioni ottimali di illuminazione il
riconoscimento delle carte è velocissimo e senza tempi morti: il tempo
che intercorre tra il posizionamento della carta sul tabellone e la sua
lettura sono solo quei quattro secondi che il gioco vi concede per
cambiare idea e togliere la carta prima di renderla ufficialmente in
gioco.




In tre si è in compagnia



Come è facile aver intuito Eye of Judgment si gioca in due: potete
sfidare il computer oppure misurare il valor bellico dei vostri sgherri
magici con un avversario umano, sia in locale – uno davanti all’altro,
ciascuno con in mano il proprio mazzo di 30 carte – sia online, ed in
questo secondo caso oltre a possedere fisicamente il mazzo sarà
necessario registrarlo preventivamente, facendolo riconoscere e
memorizzare dalla PS3, in modo da impedire tentazioni poco sportive ai
duellanti.

Il microfono integrato della PsEye renderà facilissimo lo sfottò alle giocate del vostro avversario.



Purtroppo, nonostante il bel filmato iniziale faccia pensare il
contrario, non è disponibile nessuna campagna singleplayer. Non c’è
nessuna trama che giustifichi gli scontri, nessuna principessa da
salvare o regno da difendere; in tal senso Eye Of Judgement non
differisce molto dalla Dama o da Otello: siete voi contro un altro che
combattete, uno vince e l’altro perde, una mera tenzone strategica.



Si capisce subito quindi che questo titolo raggiunge le sue massime
vette di divertimento quando possiamo incrociare le armi contro un
avversario umano. La possibilità di sfidare il computer è da
considerarsi più un allenamento, una sorta di sparring partner con il
quale perfezionare la strategia o testare la forza del vostro esercito
e tutte le loro possibili interazioni per la massima alchimia bellica.
Addirittura il computer non opererà alcun controllo sul vostro mazzo in
questo frangente, permettendovi (per così dire) di “barare” durante la
partita.

Intendere di giocare a Eye of Judgement soltanto contro il computer
alla lunga è triste come giocare a tennis facendo rimbalzare da soli la
pallina contro il muro.




Il passaggio della grigia compagnia



Il gioco si svolge a turni alternati. Nella propria fase di gioco gli
aspiranti stregoni decidono di utilizzare i punti di mana accumulati
durante la partita per evocare una creatura scartando una carta dal
loro prezioso mazzo, decidendo poi se farla combattere o lanciare un
incantesimo che modifichi le condizioni di gioco.

Fino a che avete Mana da spendere il gioco sarà in mano vostra, le
vostre unità potranno combattere, schivare attacchi o trasformarsi in
creature ancora più potenti fino a che avrete carburante per nutrirle.
In alternativa potete passare subito la mano e stiparvi
l’indispensabile mana per il prossimo turno funestando l’avversario con
evocazioni più cattive e letali.



Nella confezione del gioco trovate un set base di 30 carte più altre 8
per modificare un pochino il vostro esercito. Altri mazzi contenenti
ulteriori creature con le quali fortificare il vostro esercito sono
venduti a parte.

Verrebbe da pensare che una volta acquistato Eye of Judgement, a meno
che non ci si limiti a sfidare solo giocatori dotati del mazzo base, si
sia costretti a continuare a comprare mazzi e mazzi di carte per
restare concorrenziali rispetto a giocatori meglio dotati. Non è
proprio esatto: in realtà dovrebbe essere un piacere quello di
dedicarsi a modificare il proprio esercito.



Il “gioco nel gioco” è proprio quello di crearsi una squadraccia della
morte che risponda ai propri gusti personali o all’idea che si ha di
come dovrebbe essere un’invincibile armada magica.

Quindi, come un allenatore di calcio che sceglie la rosa dei suoi
giocatori stabilendo il modulo di gioco, voi metterete insieme il
vostro mazzo decidendo se privilegiare forza bruta, magia, potenza
delle armi pesanti o quello che vi rispecchia meglio.



Ma la particolarità di Eye of Judgement è che ai fini della riuscita
del gioco è realmente molto più importante la strategia rispetto alla
potenza di fuoco.

Questa è infatti una delle caratteristiche pensate con maggior cura
dagli sviluppatori del gioco: ve ne renderete facilmente conto vincendo
il computer e quindi sbloccando nuovi mazzi di carte che la sua IA
potrà utilizzare per combattervi.

Toccherete con mano che, via via che imparate ad essere molto più
astuti e accorti nell’uso delle carte del set base, niente potranno
contro di voi le creature e gli incantesimi decisamente più potenti del
computer che finiranno sprecate e sconfitte dopo pochi turni.

Questo perchè, come abbiamo detto, lo scopo del gioco non è
l’annientamento del nemico ma l’occupazione – e quindi il dominio – su
almeno cinque delle nove caselle della piattaforma di gioco. Facile
intuire che in un simile sistema ciò che veramente conta sono la
tattica e l’abilità di impiegare l’unità giusta al momento giusto.

Con un tale obiettivo le unità piccole ed economiche risultano molto
più utili che non in altri giochi, e anche se avrete un bel da fare a
proteggerle dalla furia di quelle più toste potrebbero risultare
determinanti per la vittoria.



Il sistema di gioco è veramente ben studiato e permette un ampio ventaglio di strategie e stili di gioco.

Le creature e le possibilità di combinazione sono davvero tantissime:
ci sono le carte dei nani che sommano un punto di attacco per ogni
altra carta uguale presente sul tabellone ( ringraziare Warhammer,
prego ); ci sono le carte delle macchine da guerra che colpiscono da
ogni lato e le abbatti sudando sangue; e poi le carte delle fortezze
che aumentano la difesa di tutte le carte alleate nei dintorni, le
divinità elementali costosissime da evocare ma devastanti come uno
tsunami su palafitte di paglia, le carte di cavalieri altruisti che si
sacrificano per un alleato, gli arcieri elfici che colpiscono da molto
lontano, i velocissimi draghi volanti, gli imprendibili uccelli, i
potentissimi robot di bronzo, e poi ancora pirati, ladri, fate, angeli,
streghe e personaggi raccolti a piene mani dalla fantascienza, dal
fantasy e dai romanzi d’avventura degli ultimi cinquant’anni, ognuno
con le sue personali caratteristiche che daranno vita a situazioni di
gioco sempre differenti.

Senza dubbio, giocando, scoprirete che esistono strategie più indicate
di altre, imparerete dei trucchetti sporchi per cavarvela quando tutto
pare perduto, ma difficilmente potranno essere trovati “schemi
standard” per vincere.




L’ordinamento della Contea



Ma Eye of Judgement si può giocare anche solo con le carte, senza PS3 e PsEye?

In teoria sì.

Il tappetino di gioco ha una funzione prettamente scenografica, si
potrebbe tenere conto manualmente dei punti salute e delle modifiche
avvenute scrivendole su una schede; sono molte in effetti, ma certo non
più di una normale sessione di Advanced Dungeon & Dragons, e le
proprietà delle singole creature (punti ferita, costo di mana, valore
di attacco, difesa e modifiche speciali) sono scritte chiaramente sopra
la carta.

In pratica farlo si rivelerebbe un’operazione più macchinosa di quello che può sembrare.



C’è una cosa che non abbiamo detto a proposito della griglia virtuale di gioco.

Guardando lo schermo, noterete che ognuna delle nove caselle che
riproducono il vostro campo di battaglia è associata ad uno tra cinque
elementi, ovvero fuoco, acqua, terra, legno e biolite (forse
equivalente a quello che nelle discipline orientali viene definito il
Ku: Il vuoto o il Ki: L’essenza vitale). Scegliere oculatamente su
quale casella posizionare la vostra unità vi regala dei Power Up o dei
Malus. Ogni casella ha inoltre un B-Side di differente elemento,
rappresentato a video in un angolo da un’apposita icona: particolari
incantesimi potranno capovolgere una o più caselle o ancora scambiarle
tra loro, modificando così le caratteristiche delle unità sovrastanti.
Cercare di riprodurre tutto ciò con un pari espediente casalingo
risulterebbe senza dubbio molto scomodo.




Una scorciatoia che porta a funghi



Avere a disposizione un cervello elettronico che svolge i calcoli e si
occupa di ricordare e controllare le regole permette ai giocatori di
concentrarsi solo sulla strategia e passare subito a giocare dopo aver
dato una scorsa al manuale di gioco.

Il regolamento è di base piuttosto semplice e accessibile anche a chi
non ha mai giocato a simili giochi di carte come Magic. Inoltre nel
disco è incluso un tutorial in Italiano che vi illustra passo per passo
tutte le regole mostrandovi le singole fasi di gioco, le carte e
proponendo delle simulazioni esplicative molto utili.

Questo non significa che Eye of Judgement sia un giochino facile e
puerile, anzi vi occorreranno numerose sfide al computer prima di
prendere davvero familiarità con il corretto posizionamento e utilizzo
delle carte e iniziare a stabilire una vostra strategia di gioco
vincente. Imparare a gestire le vostre carte come un vero esercito e a
sfruttarne le caratteristiche per volgere a vostro vantaggio le sorti
del gioco nonostante l’apparente superiorità del nemico richiederà
attente pianificazioni degne dell’imbattibile Karpov.

Effettivamente per rilassare la mente meglio una bella sessione di Call
Of “Yaaaah!!! Sparo come un matto a tutto quello che si muove” Duty, ma
se siete frustrati dalla vostra vita di modesto bancario perchè avete
sempre saputo di essere un Napoleone dentro, Eye of Judgement potrebbe
darvi delle soddisfazioni.




La voce di Saruman



Graficamente Eye of Judgement propone modelli con un buon numero di
poligoni animati con fluidità, sebbene siamo decisamente molto lontani
dalle vette grafiche possibili per PS3. I combattimenti sono
rappresentati con buono sfoggio di luci, colori ed effetti speciali
come esplosioni, fumo e lampi che talvolta ricordano certi scontri ed
evocazioni dei vari Final Fantasy, sebbene alla lunga possano annoiare
(come certi scontri ed evocazioni dei vari Final Fantasy…) e forse si
preferirà disattivarli a tutto vantaggio di una maggiore velocità di
gioco. Una volta entrati nello spirito di gioco non ci interessano più
i teatrini dei combattimenti, vogliamo solo procedere con la nostra
sfida.



Pessimo invece l’assetto Audio che, tolta l’azzecatissima voce
spettrale che presenta le fasi di gioco, si riduce in un loop di suoni
fantasy da suoneria di cellulari.




L’ultima discussione



Il concetto più importante che bisogna aver appreso prima di decidere
di acquistare Eye of Judgement è che questo NON E’ un “videogioco”
propriamente detto. Non c’è vera interazione con un mondo virtuale, non
si muove e non si comanda nulla. Si scartano carte e basta: questo è un
“gioco di carte collezionabili” che richiede il supporto multimediale
di una PS3 con PSEye, ma che in sostanza segue la filosofia alla base
dei card game: si collezionano carte, si forma il mazzo e si sfida un
amico.



Non ci si batte contro la macchina andando incontro agli espedienti che
i programmatori hanno pensato per renderci più difficile e varia
l’esperienza, non c’è uno scontro uomo-macchina eventualmente
estendibile a un altro uomo, come uno sparatutto divertente da giocare
da soli oppure online con gli amici, ma un vero rapporto uomo-uomo
realizzato attraverso la macchina, un filo virtuale per unire giocatori
(di carte) che altrimenti non si sarebbero incontrati mai.



Eye of Judgement è un gioco per DUE giocatori umani, e la macchina è
solo il loro playground, o tutt’al più uno sparring partner, un
simulatore di guerra, in attesa dello scontro vero.



Ma The Eye of Judgment è divertente?

Visto come gioco di carte collezionabili è molto divertente e
innovativo: si distingue dalla massa per il possesso di elementi
aleatori, ottime possibilità di combinazione tra i personaggi e per la
sua natura tipicamente tattica, senza fronzoli. Visto in questa ottica
Eye of Judgement è talmente coinvolgente da far perdere il senso del
tempo e non mancherà di soddisfare tanto gli appassionati quanto i
neofiti dei card game.

Che non ci si faccia ingannare dalla natura favolesca dei personaggi,
perchè Eye of Judgement è impegnativo e appagante come i migliori
wargame: attacchi lampo, agguati, mosse eroiche, accerchiamenti,
bombardamenti a zona …non manca nulla.



Una felice e duratura alleanza Sony-Hasbro-WotC che renda lungamente
disponibili deck di espansione e di relativi aggiornamenti del gioco
potrebbe rendere infinitamente longevo questo titolo, scatenando una
nuova isteria collettiva per questo tipo di giochi o facendo
inesorabilmente ricadere nel ‘giro di carte’ chi si è appena
disintossicato da Magic.