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Recensione Recensione di Sherlock Holmes vs. Jack the Ripper

Recensione di Sherlock Holmes vs. Jack the Ripper di Console Tribe

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

“Quando hai eliminato l’impossibile, qualsiasi cosa resti, per quanto improbabile, deve essere la verità.”
(Sherlock Holmes)

Nonostante sia trascorso oltre un secolo dalla sua creazione, il personaggio di Sherlock Holmes continua tutt’oggi ad affascinare milioni di appassionati e a sbizzarrire le fantasie di diversi autori, ricoprendo d’inchiostro innumerevoli pagine e imprimendo l’ormai caratteristica immagine “british” su svariate pellicole cinematografiche e, nel nostro caso, “contaminando” pure l’industria dei videogiochi.
Partorito nel lontano 1887 dalla penna dell’eclettico Sir Arthur Conan Doyle, per quanto alcuni detrattori si ostinino a sostenere il contrario Sherlock Holmes risulta ad oggi uno dei personaggi letterari più originali dell’epoca vittoriana, tanto radicato nell’immaginario collettivo che non avrebbe bisogno di alcuna presentazione. Ma il celeberrimo detective non ebbe vita facile, almeno all’inizio. La sua prima apparizione, nel racconto intitolato “Uno studio in rosso”, ricevette dalla critica e dai lettori un giudizio a dir poco negativo, a tal punto da intimorire lo stesso Conan Doyle. Ma quest’ultimo, spinto dalla sua indomabile testardaggine nonché fiducia nelle proprie capacità, pubblicò imperterrito il secondo romanzo, “Il segno dei quattro”, ottenendo un successo fragoroso e quanto mai inaspettato.
Seguirono così altre opere altrettanto di successo, elevando la figura di Sherlock Holmes a un punto di riferimento per i giallisti di tutto mondo.

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Sherlock Holmes incontra Jack lo Squartatore

Per quanto le ipotesi elaborate da diversi esperti siano state tante, quasi quanto le relative confutazioni, così come diversi sono stati gli studi condotti sinora su questo bizzarro e spietato assassino, l’alone di mistero che circonda l’esistenza di Jack lo Squartatore incombe tutt’oggi, a distanza di parecchi anni, nelle menti di svariati scrittori, registi e, non ultimi, sviluppatori di videogiochi.
Per i pochi che non lo sapessero, Jack lo Squartatore è il curioso, ma quanto mai azzeccato, pseudonimo affibbiato ad uno dei più violenti serial killer che la città di Londra abbia mai conosciuto in epoca vittoriana. Tale nomignolo si affermò tra le genti del posto in seguito ad una lettera dal contenuto macabro che venne inviata alla Central News Agency scritta, non a caso, da qualcuno che asseriva di essere l’assassino tanto temuto e chiacchierato.
Gli omicidi ad opera di Jack lo Squartatore ebbero luogo nel degradato quartiere di Whitechapel (considerato il cuore dell’East End londinese) durante il freddo autunno del 1888, battezzato “l’autunno del terrore”. I raccapriccianti delitti ufficialmente attribuiti al virulento assassino furono cinque, anche se si sostiene che le vittime ad esso correlate possano essere state decisamente di più. Durante la sua attività criminale le prime pagine dei quotidiani dell’epoca furono letteralmente inondate d’inchiostro per intere settimane, seminando tra gli abitanti del trasandato quartiere terrore e sgomento. Ciò che infatti turbò particolarmente l’animo dei londinesi fu il terribile modus operandi dell’assassino: le vittime, soltanto prostitute, venivano prima sventrate e poi sgozzate.

Oggi, nell’anno domini 2009, gli sviluppatori di Frogwares, reduci dalle precedenti esperienze nel campo delle avventure grafiche, ci conducono per mano tra le vie scarsamente illuminate di una Londra letteralmente sprofondata nella paura, consci di farci rivivere in prima persona uno dei casi di cronaca nera più controversi e oscuri della storia.

L’indagine ha inizio

Una volta lanciato il gioco ci troviamo di fronte ad un menu dall’aspetto sobrio e di facile navigazione: le scelte selezionabili sono poste ai lati dello schermo ed ospitate da un evocativo sfondo raffigurante in primo piano Sherlock Holmes e, di spalle, quello che dovrebbe essere Jack lo Squartatore, protagonisti indiscussi del titolo che stiamo per analizzare nel dettaglio.
Tutto ha inizio con una breve scena d’intermesso in cui il noto detective esprime al dottor Watson, fidato amico nonché assistente, il suo disappunto circa la mancanza di casi stimolanti sui quali lavorare. Ma proprio quando la noia sembra prendere il sopravvento, attraverso le prime pagine dei quotidiani locali i due vengono a conoscenza che in città è stato compiuto un terribile omicidio, del quale si ignora del tutto sia il movente che il responsabile. A questo punto al famoso duo dalla palindroma intesa non resta che mettersi sulle tracce dell’assassino e smascherarlo prima che un altro delitto possa scuotere l’indignazione dei londinesi.
Familiarizzare con l’interfaccia di gioco messa a punto dagli sviluppatori di Frogwares è cosa facile ed estremamente intuitiva, inoltre in qualsiasi momento della partita sarà possibile passare dalla classica visuale in terza persona, utile per avere una visione d’insieme, a quella in prima persona, consigliata per la maggior parte dell’indagine sia per la sua funzionalità ai fini investigativi sia per il maggior tasso di immedesimazione che è in grado di suscitare nel giocatore. Mentre con la prima le inquadrature dello scenario di gioco si rivelano forzatamente pre-impostate e quindi vincolanti (non v’è modo di ruotare la telecamera), con la seconda ci si sente più padroni della situazione, soprattutto considerando il fatto che sarà possibile muoversi con estrema disinvoltura come se si stesse giocando ad un FPS, sebbene senza armi in dotazione.

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“Elementare, Watson!”

Sin dalle primissime battute di gioco, Sherlock Holmes contro Jack lo Squartatore mostra con orgoglio e senza alcuna esitazione le tipiche dinamiche e meccaniche delle più recenti avventure grafiche, genere considerato di nicchia e fondamentalmente protagonista quasi esclusivo del vasto panorama videoludico dedicato agli utenti PC.
Vestendo i panni del famoso detective dall’accento britannico e, occasionalmente, del dottor Watson, saremo chiamati ad investigare sui luoghi degli efferati crimini di Jack lo Squartatore utilizzando il nostro intelletto e tutta la nostra perspicacia. Inchiodare il temibile assassino significa raccogliere tutti gli indizi possibili ed interrogare tutti i probabili testimoni. Per portare a galla la verità, e riuscire quindi nel nostro intento, avremo a disposizione diversi strumenti e tutti gli oggetti che durante il proseguo dell’indagine riusciremo a reperire nei luoghi sparsi lungo la mappa di gioco.
Ci si accorge ben presto che tutti i documenti raccolti (ritagli di giornali, appunti, foto e quant’altro) non sono mai fine a se stessi: oltre ad arricchire la trama di piccoli particolari ed elargire maggiore coinvolgimento emotivo, si rivelano fondamentali nella risoluzione degli immancabili enigmi con cui avremo a che fare per tutta la durata dell’avventura. Quest’ultimi, sebbene risultino ben bilanciati e mai troppo frustranti, vi terranno impegnati più del dovuto in taluni casi, specie durante la seconda metà di gioco. Pur non rappresentando qualcosa che faccia gridare al miracolo quanto a genialità ed originalità, la maggior parte degli enigmi svolge egregiamente il suo compito, ovvero diversificare l’esperienza giocata proponendo di volta in volta una sfida differente ed essenzialmente legata alle vostre capacità logico-cognitive. Difficilmente resterete bloccati dinanzi ad uno di essi, non temete.
Oltre ai sopraccitati documenti, anche i dialoghi giocano un ruolo dominante per quanto concerne il susseguirsi degli eventi, infatti qualche volta potrebbe capitarvi di gironzolare a vuoto per le vie nebbiose di Londra alla ricerca di quell’oggetto o personaggio che possa aiutarvi a proseguire. Insomma, non lasciatevi mai influenzare dalle apparenze: persino un umile venditore di salsicce dall’aspetto più che trasandato potrebbe rivelarsi utile ai fini dell’indagine, accompagnandovi alla successiva meta o affidandovi un compito ben preciso da condurre a termine. A tal proposito, è grazie proprio ai dialoghi e alle diverse interazioni che la narrazione procede pressoché spedita fino al suo epilogo. Tra l’altro dovete sapere che i fatti narrati, quelli relativi ai diversi omicidi attribuiti alla misteriosa figura di Jack lo Squartatore, sono frutto di un’attenta ricostruzione storica di quanto avvenuto realmente in quel freddo autunno del 1888, ormai scolpito nella mente di molti londinesi.
Per spostarci rapidamente da un quartiere all’altro della città, oppure ancora da un luogo d’interesse ad un altro, potremo usufruire, ogni volta che lo vorremo, della mappa (funzione collocata all’interno del ricco menu che include pure la gestione degli oggetti, dei documenti e altro ancora), selezionandone poi a piacimento, e secondo le necessità, la destinazione.

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Sulle tracce dell’assassino

Come ogni detective che si rispetti, anche Sherlock Holmes dovrà fare affidamento sulle sue capacità deduttive (praticamente le nostre), affidandosi pertanto a dei procedimenti logici che siano in grado di far seguire una pista ben precisa. A tal proposito si rivelano interessanti delle specifiche fasi di gioco durante le quali saremo chiamati a ricostruire le dinamiche dei diversi omicidi. In questi frangenti, attraverso particolari interfacce grafiche create ad hoc, dovremo dedurre in che modo lo spietato assassino ha infierito sulla povera malcapitata. Basandoci quindi sulla nostra analisi della scena del crimine, dobbiamo ricostruire la macabra esecuzione tassello dopo tassello, senza lasciare nulla al caso.
Cominceremo a selezionare un’intuizione posta sul lato sinistro dello schermo per poi spostarla al centro. In questo modo appariranno diverse caselle contenenti una freccia; quando andremo a selezionarne una, potremo scegliere fra tre possibili deduzioni. Quando tutte le deduzioni finali (situate sul margine destro dello schermo) appariranno evidenziate in verde, saremo giunti ad una valida conclusione. Se invece una deduzione finale appare evidenziata in rosso vorrà dire che abbiamo commesso un errore di interpretazione: o la conclusione è sbagliata, o qualcuna delle deduzioni intermedie non è quella valida.
Altre particolari sessioni ci aiuteranno invece a determinare la postura della vittima, la mano usata dall’assassino, l’arma impugnata, l’area dell’incisione e così via.
Insomma, qualora siate appassionati di gialli sarete ben lieti di mettere in moto il cervello.

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A spasso per Londra

Tecnicamente parlando, nonostante la cura certosina destinata alla ricostruzione storica della città di Londra del 1888 (seppur in piccolissima parte) e la caratterizzazione degli abiti dei protagonisti e dei comprimari, Sherlock Holmes contro Jack lo Squartatore mostra evidenti limiti tecnici, e ciò grava particolarmente sul giudizio complessivo del gioco. Tanto per cominciare la qualità delle texture è a tratti imbarazzante, soprattutto per quanto riguarda gli esterni, dove è possibile notare una certa ripetitività delle stesse nonché una scarsa definizione. Ma purtroppo nemmeno gli interni brillano per nitidezza, sebbene in questo caso si riesca a malapena a chiudere un occhio. Inoltre, eccezion fatta per la casa di Holmes e la casa d’appuntamenti, la palette cromatica utilizzata è caratterizzata da tinte che spaziano quasi esclusivamente dal grigio al marroncino, donando agli scenari di gioco un aspetto tetro e a lungo andare deprimente. Tuttavia bisogna riconoscere che tale atmosfera derivi essenzialmente dalle vicende proposte, trattandosi pertanto di una scelta voluta ed ancorata al contesto. A tutto ciò si aggiungono anche alcuni fenomeni di bad-clipping e di compenetrazioni tra poligoni che, per fortuna, non incidono particolarmente sull’esperienza giocata.
La modellazione poligonale dei personaggi, giocanti e non, si attesta appena sopra la sufficienza, ma non tanto per eventuali pregi tecnici, quanto piuttosto per l’evidente cura rivolta a piccoli particolari, come ad esempio gli abiti tipici dell’epoca ed alcuni volti segnati dalla miseria.
Altra nota dolente riguarda le animazioni: sia i protagonisti che i comprimari si muovono rivelando una rigidità di fondo chiaramente non al passo coi tempi.
Un vero peccato, perché a conti fatti, nonostante i limiti sopra esposti, i bassifondi della Londra vittoriana riescono a coinvolgere emotivamente il giocatore: i vicoli scarsamente illuminati, la nebbia, le strade disselciate, i venditori ambulanti, le varie botteghe, gli ubriachi stesi a terra che tentano di recuperare l’ultimo goccio dalla bottiglia, l’immondizia, i ciuffi d’erba secca, etc. Senza dubbio un quadro d’insieme di sicuro impatto ma non abbastanza da far passare in secondo piano le tante magagne di carattere tecnico.
A far sollevare lievemente l’ago della bilancia ci pensa una gestione delle fonti luminose efficace e realistica, capace di donare alle ambientazioni dei convincenti giochi di luce che di fatto inducono il giocatore ad immergersi ulteriormente nell’avventura.
Quantunque la ricostruzione dei delitti si attesti su ottimi livelli, siamo sicuri che qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte alla totale assenza di scene sanguinarie ed empiriche. I corpi delle povere vittime esaminate da Holmes, infatti, appaiono disegnati sul selciato come delle semplici sagome dall’aspetto assai stilizzato.
Ma se c’è una cosa che più di tutte ci autorizza ad esprimere il nostro disappunto, è che la controparte PC del titolo non solo gode di un dettaglio grafico visibilmente superiore, ma addirittura viene venduta ad un prezzo pari a 19,90 € contro il prezzo pieno della versione destinata alla console americana. Arrabbiatevi pure, ne avete tutto il diritto.

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Il comparto sonoro di Scherlock Holmes contro Jack lo Squartatore sollecita il nostro udito senza stupire particolarmente.
Benché sia apprezzabile il fatto che il doppiaggio sia stato interamente localizzato in lingua italiana (quasi un obbligo vista la quantità dei dialoghi), quest’ultimo non riesce a convincerci appieno: le voci dei diversi personaggi, spesso e volentieri, si riveleranno prive di enfasi e caratterizzate da fastidiose variazioni di volume e, come se non bastasse, persino non all’altezza della situazione, svincolandosi di forza dal contesto di appartenenza. L’unica voce salvabile, sebbene non esente da piccoli difetti, è quella del dottor Watson, peraltro dotata di un accento tipicamente british.
Si poteva fare di meglio.
Per quanto riguarda l’accompagnamento musicale, questo è appena accennato da timide sviolinate tutto sommato a tema. Insomma, niente squilli di tromba. In tutti i sensi.
I rumori ambientali, infine, rientrano nella media, eccezion fatta per gli onnipresenti passi di Holmes che sembra aver indossato delle scarpe da donna.

Il caso è chiuso

Concludendo, possiamo affermare che Sherlock Holmes contro Jack lo Squartatore si rivela un buon gioco, nonostante sia palese che faccia del comparto grafico il suo tallone d’Achille.
Sorretto da una trama accattivante, da una buona longevità globale nonché da un’atmosfera avvolta dal mistero, il titolo di Frogwares riesce a ritagliarsi un posticino, seppur con qualche difficoltà, tra le migliori avventure grafiche di quest’ultimo periodo. Qualora siate disposti a chiudere un occhio dinanzi agli evidenti limiti tecnici e siate intenzionati a misurarvi contro il tenebroso Jack lo Squartatore, vi consigliamo l’acquisto soprattutto nel caso in cui siate appassionati del genere o amanti dell’intramontabile detective armato di pipa e lente d’ingrandimento. Tutti gli altri farebbero meglio a volgere lo sguardo altrove.