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Recensione di SEGA Mega Drive Ultimate Collection

Recensione di SEGA Mega Drive Ultimate Collection di Console Tribe

di: Redazione
Negli ultimi anni abbiamo potuto assistere a un vero e proprio boom di
raccolte di vecchi giochi per le più svariate piattaforme: ci
hanno provato praticamente tutti, dalla Midway alla SNK passando per le più famose Capcom e Konami.

La stessa Sega aveva già recentemente proposto una collezione di classici, ma purtroppo, come tutte le altre, era disponibile solo per PSP e Playstation 2.

A distanza di qualche mese é finalmente arrivata anche la
versione per le console next-gen con l’aggiunta di nuovi titoli e
una spennellata di alta definizione.





I cari vecchi anni ’90



Appena fatto partire il gioco, senza troppi fronzoli, ci troviamo di
fronte a una lunghissima lista di oltre 40 titoli. Sono presenti tutti
i giochi già visti nella versione PSP, ad esempio i primi 2 capitoli di Sonic, la saga di Golden Axe al completo nonché Shinobi 3 e Comix Zone, ma con qualche dovuta sostituzione: il pessimo Virtua Fighter 2 (versione Mega Drive, non il capolavoro per Saturn) é stato egregiamente rimpiazzato dai 3 Streets Of Rage e la mancanza di Ecco Jr non si farà sentire più di tanto vista la presenza di Sonic 3, Sonic & Knuckles e perfino Sonic Spinball.

Nel menù è presente un’utilissima funzione che consente
di dare un voto da 1 a 5 a ogni titolo per permettervi in seguito di
scremare l’enorme lista a seconda delle vostre preferenze, genere
e data di rilascio.

Come incentivo a giocare titoli meno famosi, per esempio Flicky e il pessimo Super Thunder Blade, viene data la possibilità di sbloccare alcuni vecchi giochi della primissima console di casa Sega, il Master System, nonché qualche vecchia gloria da sala giochi come Alien Syndrome e la versione arcade di Altered Beast.

La maggior parte dei classici sono tutt’ora degli ottimi passatempo e tranne qualche rara eccezione (il sopracitato Flicky, Sword of Vermillion, Bonanza Bros e Fatal Labyrinth) risulteranno ancora molto attuali e divertenti.

Nonostante la vasta scelta di ottimi titoli, viene comunque da
chiedersi il perché di certe scelte: non sarebbe stato meglio
scartare Ecco The Dolphin per inserire il mitico Toejam & Earl? O Virtua Racing al posto del vetusto Altered Beast (presente in 2 versioni pressoché identiche)?

I controlli sono ovviamente molto semplici (i pad di allora avevano 3
tasti, con qualche eccezione a 6 per i titoli più recenti) e
addirittura personalizzabili con lo schema ABC della vecchia manopola Sega.

Un’altra interessante novità è data dalla
possibilità di usare i mitici trucchi di una volta come le vite
infinite e la selezione dei livelli con gli stessi input di tasti usati
oltre 15 anni fa. Questa feature, insieme alla possibilità di salvare ovunque, rende il completamento di molti obiettivi una pura formalità.

Sono infine sbloccabili anche 8 interviste ai creatori di questi vecchi
capolavori, purtroppo in giapponese e sottotitolate solo in inglese, le
quali in realtà non dicono nulla di veramente interessante (che
scoperta che i giochi sono molto cambiati in questi ultimi 10 anni,
grazie Sega!).




Prima della terza dimensione



Trattandosi di una compilation é molto difficile dare un unico
giudizio che rappresenti molteplici aspetti tecnici. Nel caso specifico
della grafica é necessario sottolineare subito che alcuni giochi
presenti all’interno di questa collezione sono invecchiati
decisamente meglio rispetto ad altri. Per esempio i vari Sonic, Alien Storm, gli ultimi capitoli di saghe come Streets of Rage e Shinobi e perfino titoli meno conosciuti come Ristar e Decap Attack hanno tutt’ora un aspetto molto colorato e gradevole. Certo, a qualcuno non abituato all’era dei 16 Bit i pixel potranno sembrare grandi come case e gli sprite
disegnati da bambini di 5 anni, pero’ dal punto di vista di chi
ha vissuto quell’era videoludica l’aspetto visivo di alcuni
titoli ha quel non so ché di nostalgico che riesce a farlo
sembrare persino accattivante.

La stessa cosa, invece, proprio non si può dire per altri classici come Flicky, Fatal Labyrinth, Alex Kidd, Golden Axe e Gain Ground
la cui grafica inizia veramente a sentire il peso schiacciante degli
anni, essendo quest’ultimi fra i primissimi giochi usciti per la
console di casa Sega (alcuni risalgono addirittura alla fine degli anni ’80).

Identica sorte spetta ai 6 titoli per Master System
(1986) e cabinati sbloccabili come bonus: in questi casi il livello
grafico è spesso addirittura indecente, tanto da far quasi
passare la voglia di giocare anche ai più incalliti appassionati
di retrogaming.

Sono anche presenti delle “vie di mezzo” come i Phantasy Star e la serie Shining Force,
che pur non avendo una grafica esattamente spettacolare, potranno
comunque venire apprezzati dai fan del genere, già abituati ai
comparti visivi non propriamente eccelsi delle precedenti generazioni
di console.

Per fortuna i programmatori hanno pensato bene di lasciare i giochi in
formato 4:3 visto che in modalità panoramica risulta tutto
ancora più sgranato. Comunque, per chi proprio non volesse
rinunciare allo schermo pieno, é presente un’opzione per il
formato 16:9 insieme a un “filtro” che provvederà ad
arrotondare un po’ gli sprite facendo sembrare il tutto
leggermente più “pulito”.

Passando, infine, ai menù possiamo affermare con certezza di
trovarci davanti al miglior lavoro svolto fin ora per
l’interfaccia di una compilation di videogiochi. Infatti, oltre a
essere estremamente pratico e semplice da usare, il menù
principale vi delizierà con anteprime del titolo selezionato e
alcuni simpatici bonus come le vecchie boxart
e addirittura le foto delle cassette e un breve resoconto della storia
del gioco corredato di interessanti “sapevi che…” in
grado di sorprendere perfino i fan più accaniti della casa
nipponica.





Tutto con un sintetizzatore



Nel campo audio ci troviamo di fronte a una spaccatura tanto netta dal
dover dividere l’esposizione in due parti ben distinte: le
musiche e gli effetti sonori.

Riguardo alle prime c’é ben poco da dire, se non che sono
semplicemente sensazionali. Per chiunque abbia vissuto
quell’epoca sono un salto nel passato che farà venire non
poca nostalgia, mentre per i giocatori più giovani sarà
un’ottima occasione per ascoltare dei motivetti imperdibili, come
quelli del primo Sonic o della serie Streets of Rage o per vivere le emozioni date dalle colonne sonore dei primissimi giochi di ruolo come Phantasy Star.

Passando invece agli effetti sonori bisogna dire che molti non hanno
tratto molto vantaggio dalla transizione a questa generazione di
console. Alcuni di questi, infatti, soffrono di errori di emulazione
che faranno gracchiare in modo fastidiosissimo le casse del vostro
televisore (o peggio, dell’impianto surround) costringendovi in
certi casi addirittura a togliere del tutto il volume (Il boss del
primo livello di Sonic 3 ne è un esempio eclatante).

Nonostante questi casi siano abbastanza rari sono sicuramente
fastidiosi e in generale anche gli altri effetti sonori tendono a
soffrire dell’età avanzata molto di più rispetto
alle musiche e alla grafica.





Sonic e i 40 gioconi



La longevità é senza ombra di dubbio uno dei punti
più forti di questo titolo: avrete infatti oltre 40 giochi con
cui sbizzarrirvi, di cui una buona metà non avrebbe niente da
invidiare ad alcune produzioni dei giorni nostri. Inoltre la funzione
di salvataggio, un lusso quasi mai concesso ai tempi del Mega Drive,
renderà l’esperienza di gioco molto meno frustrante e
decisamente più adatta al pubblico di oggi, non abituato a dover
ricominciare tutto da capo dopo essere morti solo un paio di volte.

Ovviamente sono anche presenti tantissimi trofei/obiettivi,
praticamente uno per ogni gioco, quasi tutti facilissimi da sbloccare:
se insomma siete a caccia di punti facili questo potrebbe essere un
altro motivo per non lasciarvi scappare la compilation.

Il multiplayer purtroppo é supportato solo localmente e la
mancanza di gioco online si fa notare non poco, visto che molti dei
titoli più famosi sono decisamente più godibili se
giocati in compagnia. Non riusciamo proprio a capire il perché
di questa scelta da parte della Sega, soprattutto considerando che
molti giochi presenti nella compilation sono disponibili per il download dal Marketplace e consentono di giocare in coppia anche via Internet.





Conclusioni:





Di solito il prezzo non dovrebbe andare a incidere su una recensione
però in questo caso una menzione é d’obbligo: con
poco più di 30 Euro, la metà rispetto a un titolo
normale, vi potrete portare a casa una collezione di oltre 40 veri e
propri pezzi di storia del videogioco.

Detto questo bisogna anche ammettere che il pubblico più giovane
potrebbe storcere il naso alla vista di meccaniche di gioco e di una
grafica così datata; quindi questa compilation non é
certo adatta a tutti. A suo favore bisogna comunque dire che milioni di
persone in tutto il mondo hanno passato quasi un decennio a divertirsi
con questi capolavori e quindi potrebbe valere la pena di provarli
almeno una volta anche per chi non é proprio un fan dei giochi
d’epoca.

Invece, per tutti i “ragazzoni” over 25-30 questa Mega Drive Ultimate Collection é un acquisto obbligato, anche per chi all’epoca della “guerra” Sega contro Nintendo era schierato dalla parte dello SNES… Chissà, magari potreste anche ricredervi!