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Recensione Recensione di Sam & Max: The Devil’s Playhouse Ep.2

Recensione di Sam & Max: The Devil's Playhouse Ep.2 di Console Tribe

di: REdeiDESIDERI

Episode 2: The Tomb of Sammun-Mak

Prendete un cane antropomorfo in mise da detective, ed affiancatelo ad un coniglio bianco dai denti a punta con tendenze psicotiche. Fatto? Aggiungete al tutto un mix di humour nero, b-movie, polizieschi anni ’80 (abbondante colla vinilica) e coronate l’opera con l’altisonante nome di LucasArts ed avrete un vero e proprio simbolo della cultura videoludica 80’s. Ci siete arrivati? Parliamo ovviamente degli esplosivi Sam & Max, la coppia di “freelance police” più famosa dei videogiochi, recente protagonista di tutta una serie di avventure punta e clicca in salsa serial TV. Con due “stagioni” di avventure su Xbox360 e Wii, Telltale (società nata da una costola della succitata Lucas), ha deciso di pubblicare, in esclusiva per PS3, la terza attesissima stagione dal titolo The Devil’s Playhouse. Recensito per voi il primo ed introduttivo capitolo: The Penal Zone, ci prepariamo adesso ad analizzare la seconda delle cinque puntate che costituiranno la nuova chiassosa avventura del dinamico due creato da Steve Purcell, dal titolo “The Tomb of Sammun-Mak”. Dopo un’invasione aliena da parte di una scimmia spaziale, cosa potremmo aspettarci di più?

The story so far…

Fedele alla sua natura episodica, quasi fosse un vera e propria fiction televisiva, The Tomb of Sammun-Mak comincia esattamente una manciata di secondi dopo la fine del primo episodio, presentandoci due spaesati protagonisti alle prese con una coppia di scheletri vagamente “noti”. Sventata la minaccia del malvagio generale Skun’ka’pe nel bel mezzo di una vecchia cantina, i nostri eroi si sono ritrovati dinanzi due scheletri dalle loro medesime fattezze, apparentemente intenti a strattonarsi poco prima dell’ora fatale. Constatati di essere ancora vivi (dubbio più che legittimo), i nostri eroi si imbattono in un vecchio proiettore dove, attraverso ben quattro bobine di cinepresa muta, si rendono conto di avere a che fare con i resti di –nientepopodimeno che- i loro bis nonni Sammeth & Maximus, a quanto pare anch’essi coinvolti nel ritrovamento del misterioso Devil Toybox, la cui ricerca è ormai ufficialmente il fulcro dell’intera vicenda. Barcamenandosi tra il vecchio continente e l’Egitto, i nostri due (nuovi) eroi si metteranno alle calcagna della scatola nel passato, così da poter ottenere preziose informazioni per i due folli pronipoti. Largo dunque alle avventure di Sammeth & Maximus, la cui storia verrà rivisitata proprio grazie alle quattro, misteriose, bobine ed ai nuovi incredibili poteri di Max!

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Ventrilo-quando???

Per ciò che concerne il gameplay, The Tomb of Sammun-Mak non si discosta per nulla dal suo predecessore, proponendo lo stesso sistema di controllo ibrido in cui al giocatore è dato il controllo di Sam(meth) e del suo inventario attraverso l’uso di stick analogici e tasti frontali. Niente di nuovo quindi? ERRATO! Perché, come per il convincentissimo The Penal Zone, la vera forza della produzione Telltale è la sua narrazione frammentaria (ma mai caotica) ed ovviamente l’uso che si può fare dei nuovi ed incredibili poteri di Max(imus). Se originariamente eravamo forniti di un utilissimo teletrasporto e di una divertente rinoplastica, in questo secondo episodio avremo la possibilità di sperimentare un bambolotto da ventriloquo, con cui immettere la nostra voce in oggetti e persone (con alcune gag davvero impagabili!), un barattolo di noccioline/varco dimensionale e la possibilità di proiettare la coscienza del dinamico duo nel passato o nel futuro, da leggersi come la capacità di alternare la visione delle bobine di pellicola come e quando ci pare. Parliamo in effetti della possibilità di giocare l’avventura come più ci aggrada, sia in maniera sequenziale, lasciando che gli eventi facciano il loro (cronologico) corso, sia in maniera randomica, scoprendo magari nel futuro cose che troveranno una loro utilità nel passato. Come già in Penal Zone, le abilità si Max (e di Maximus) sono fondamentali per la risoluzione dei puzzle, soprattutto in virtù di una complessità maggiore rispetto al primo capitolo che, grazie soprattutto alla particolarissima scelta narrativa, porterà ben più di un grattacapo anche al giocatore più navigato. Come in Penal Zone, anche qui nulla è però lasciato al caso! Una buona comprensione degli eventi ed una ricerca accurata saranno fondamentali per la risoluzione degli enigmi, così come la corretta comprensione delle possibilità di Max renderà, anche stavolta, la vita estremamente più semplice. Il risultato è quindi un cocktail di intuizione, ricerca ed anche un pizzico di fortuna, perfettamente shakerato con delle meccaniche narrative sublimi, perfetta derivazione di quanto visto in The Penal Zone con le apprezzatissime “visioni” di Max.

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Do it better!

Detto quello che era il caso di dire (ed omesso quello che era il caso di non dire!), ripassiamo velocemente le caratteristiche tecniche di questo secondo episodio made in Telltale. Se per ciò che concerne la grafica vera e propria non assistiamo a nessun miglioramento (o peggioramento), segnaliamo a tutti gli interessati che, fortunatamente, il gioco non sembra più affetto dalla fastidiosa piaga del freeze, precedentemente segnalata e qui completamente assente. Il che è ovviamente un gran bene, visto soprattutto che ambienti e personaggi sono, ancor più che in Penal Zone, ricchi di dettagli ed animazioni. Ancora una volta lo stile di Sam & Max trasuda da ogni pixel a schermo, con il risultato complessivo di un’avventura tanto divertente da giocare quanto bella da vedere. In quest’ottica, avere un motore finalmente fluido e privo di sbavature non può che giocare a favore della produzione Telltale, garantendo al tutto quella spinta in più che, almeno sul piano tecnico, ci era sembrata mancare in The Penal Zone. Passando all’audio, anche stavolta segnaliamo una qualità eccellente, con effetti sonori, musiche e doppiaggio di assoluto spessore. Quest’ultimo, in particolare, presenta le solite gag che hanno così ben caratterizzato la serie sin dai lontanissimi esordi, capaci con raffinata goliardia di far sorridere anche nel bel mezzo delle azioni più concitate. Ovviamente parliamo anche stavolta di un titolo fruibile SOLO in inglese, con al più l’aggiunta dei sottotitoli. Come detto anche nel corso del nostro primo appuntamento,

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Sam & Max è così ricco di righe testuali, citazioni, battute e frasi fatte che, a meno che di non avere una più che buona padronanza della lingua, l’acquisto è caldamente sconsigliato, non fosse altro perché acquistare un gioco simile senza comprenderne la profondità dei testi è sostanzialmente uno spreco di denaro.

Harder, Better, Faster, Stronger!

Con uno stile assolutamente eccezionale, Sam & Max ritornano su PS3 con un’avventura ancora più ricca ed esilarante della precedente! Riproponendo anche alcuni personaggi presi di peso dal folto cast delle precedenti stagioni (come non citare l’antipaticissimo Jurgen per sempio???), ed una trama che va infittendosi di pari passo con le battute dei due protagonisti, Telltale ha confezionato la seconda piccola gemma di quella che, ne siamo certi, sarà una delle più belle raccolte proposte, ad oggi, su Playstation Network! Esilarante, divertente, e ben più ampio, vario e “duro” del predecessore, The Tomb of Sammun-Mak conferma le già ottime impressioni avute con The Penal Zone, lasciandoci incollati allo schermo in trepidante attesa del terzo, desideratissimo, episodio.

“Keeps your hands and arms inside the vehicle at all times… the ride is about to get… TWISTY!”