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Recensione Recensione di Risk: Factions

Recensione di Risk: Factions di Console Tribe

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

Siete amanti dei giochi da tavolo? O per caso ne avete visti di ammucchiati in cantine, soffitte o solai? In ogni caso almeno una volta avrete visto uno scatolone abbastanza lungo con la scritta RISIKO sui lati della confezione.
Bene, sappiate che in quel momento vi siete trovati davanti ad un gioco che dal lontano 1959 ha intrattenuto per interi pomeriggi persone di pressoché tutte le età.
Risk (il nome originale inglese) si è naturalmente evoluto negli anni, regalando svariate riedizioni e adattamenti voluti per creare versioni personalizzate, dedicate magari a una precisa civiltà (SPQRisiko) o ad un periodo temporale differente (FutuRisiko), senza però che l’ossatura su cui si reggeva fosse minimamente intaccata dalle innumerevoli aggiunte atte a rendere più imprevedibili e varie le sessioni di gioco.

Tattica e pianificazione… vince la fortuna

Fino ad oggi, per i cultori del gioco da tavolo, la sola parola “videogioco” era pari ad una bestemmia, ad una sorta di “coluichenondeveesserenominato”: un passatempo per persone senza cervello, incapaci della minima fantasia e bandiera delle nuove e orripilanti generazioni.

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Beh, EA (strano) pare essersi presa il compito di farli ricredere, o almeno di procurare loro qualche collasso, dovuto al vedere un loro amato “board game” trasformato in ciò che più profondamente odiano: il risultato di questa fatica è Risk: Factions una perfetta trasposizione del vecchio gioco per la piattaforma XBLA.
Non mancano però le modifiche che questo “porting” dal mondo reale ha richiesto; chiunque abbia giocato a Risiko sa che la durata media di una partita si aggira intorno alle 2-4 ore, con la possibilità tutt’altro che remota di andare ancor più per le lunghe. In questa versione elettronica gli sviluppatori si sono quasi sicuramente accorti che chiedere un così grande impegno agli spettabili giocatori sarebbe stato insensato e, specie online, avrebbe provocato non pochi problemi di abbandono a metà partita.
La soluzione scelta è stata quella di inserire una serie di obbiettivi ben più rapidi e dinamici (per l’esattezza 3 a giocatore) lasciando la possibilità di passare rapidamente da uno all’altro a seconda della situazione e dei rapporti di forza fra i vari player: ad esempio se l’obiettivo di un contendente fosse quello di conquistare tot territori sulla mappa di gioco, e questo si rivelasse impossibile, si potrebbe decidere in qualunque momento di perseguire l’obbiettivo di annientare completamente uno degli avversari, per poi tornare in tutta tranquillità alla conquista. Questo naturalmente, oltre a velocizzare il tempo necessario alla conclusione di una sessione di gioco (che si attesta circa tra 30 e 90 minuti), rende anche impossibile capire a cosa stiano puntando i nostri oppositori che, sia in locale che online, potranno essere fino a 5.
Gli scontri ad ogni modo, e nonostante le variazioni, avverranno tramite il classico lancio dei dadi (che rappresentano le nostre unità), seguendo le regole dell’originale gioco inglese che prevede il lancio di 3 dadi in attacco e due in difesa (nella versione italiana i lanci di difesa sono 3). La motivazione dietro a questa scelta è semplice: nella versione inglese venivano forniti 6 dadi, ma le regole specificavano il massimo numero utilizzabile a seconda che si difendesse o si attaccasse, all’arrivo nel bel paese questa norma si è persa e da tempo si utilizzano tutti i dadi. Essendo Risk: Factions basato sulla versione anglosassone del gioco non ci vuole molto a svelare l’arcano che in un primo istante poteva essere incomprensibile.

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Nonostante il minor vantaggio concesso alla difesa, non aspettatevi vittorie facili; capiterà spessissimo che una vostra numerosissima schiera di mini-tank sia costantemente battuta dai pochi avversari, questo perché il roll dei dadi è completamente casuale, e se per caso non bastasse ciò a rendere imprevedibile il risultato di ogni scontro, una simpatica aggiunta risiede nei disastri: fenomeni catastrofici capaci di spazzare vie intere armate ignare della loro posizione di pericolo.
Finora abbiamo parlato solamente di avversari reali, anche perché è indubbiamente questo il fulcro di Risiko: contendersi lo scettro della vittoria contro persone vere, capaci di mutare in ogni secondo il proprio comportamento sul campo di battaglia; ma a dire la verità esisterebbe una sorta di campagna single player, che però è veramente corta e funge essenzialmente da tutorial per chi ancora non conosce in alcun modo le regole del gioco.
Da menzionare, per i puristi di Risiko, la presenza della modalità originale , che non implementa il sistema di obbiettivi dinamici e che traspone fedelmente il gioco da tavolo in versione cartacea, compresa l’apocalittica quantità di tempo necessaria a terminare una partita; anche in questo caso la modalità rimane giocabile sia in locale sulla stessa console, sia online tramite Xbox Live.

Semplice è bello

Per quanto tra gli XBLA non si possa certo ricercare la grafica ultra-dettagliata di titoli quali Gears of War o Alan Wake, non possiamo negare che spesso, nel loro piccolo, non manchino piccole perle, impreziosite da scelte stilistiche gradevolissime.
È il caso del titolo in questione: gli sviluppatori hanno voluto dare un volto alle 5 armate che normalmente si contendono la vittoria in Risiko.

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Se nella versione originale queste ultime sono differenziate solo da colori diversi, nella versione Xbox 360 ogni fazione è formata da vari e improbabili esseri come robot, gatti, umani e zombie. Ogni gruppo, durante l’attacco potrà contare su animazioni differenti, come il lancio di ossa da parte degli zombie o innumerevoli graffi per quanto riguarda i felini; inoltre ulteriori fazioni verranno sbloccate col procedere dei livelli.
Graficamente il gioco non stupisce e non punta su texture ultra-definite o altre manie della generazione ma accompagna piacevolmente i giocatori grazie a innumerevoli effetti a dir poco esilaranti, il tutto colorato con tinte accese e con una palette di colori esagerata.
Sul fronte del sonoro non si può dire quasi nulla: effetti, voci e accompagnamento musicale non stupiscono né stonano, limitandosi a lavorare senza farsi notare.

Una piccola cifra per una buona causa… il divertimento

Appassionati o meno, non si può negare che Risiko mantenga ancora oggi tutto il fascino di oltre 50 anni fa, e che sia ancora capace di divertire e di non stufare mai.
Potrebbero avere ragione i cultori del gioco da tavolo nell’odiare e demonizzare i videogiochi e nel celebrare la superiorità dei loro passatempi; ma di fronte a questa trasposizione cosa si può obbiettare? Se l’approdo di un gioco come Risk: Factions su console è così ben riuscito forse non tutto è male come dicono.
Ad ogni modo se siete amanti della tattica e non disdegnate sperare sempre nella fortuna, questo Live Arcade è quello che fa per voi, complice anche il prezzo più che condivisibile di 800 MP.
L’unico invito da porgere a EA e Microsoft è quello di punire coloro che abbandonano le partite nel momento in cui si accorgono di essere in procinto di perdere, rovinando di fatto una intera sessione di gioco a chi sta dall’altro capo del cavo ethernet (o del ricevitore Wi-Fi).