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Recensione Recensione di Resistance 3

Recensione di Resistance 3 di Console Tribe

di: Simone "PulpGuy88" Bravi

Non sembra esserci tregua per la razza umana, nell’universo creato da Insomniac Games. Nell’ultimo, drammatico atto di una trilogia entrata nel cuore di milioni di giocatori ci aspetta l’epilogo del sanguinoso conflitto tra umani e Chimera, che per l’occasione ci vedrà impegnati tra le rovine di New York in un’avventura tutta da vivere. La resistenza siamo noi, servirà anche l’ultimo uomo. L’umanità riuscirà a risorgere o verrà definitivamente spazzata via?

Assediati

Sono passati ormai quattro anni da quando Joseph Capelli fu costretto ad uccidere Nathan Hale, oramai del tutto contagiato dal virus Chimera. Tuttavia la morte del valoroso soldato non è stata vana: dal suo DNA si è riusciti a sintetizzare una proteina con la quale è stato possibile creare un vaccino in grado di salvare le ultime persone rimaste in vita dopo l’invasione. Tutto questo però non è bastato per fare di Capelli un eroe, gli è anzi costato la radiazione dall’arma ed il congedo con disonore.

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Joe, con moglie e figlio al seguito, e gli ultimi superstiti vivono ormai nel sottosuolo dove hanno organizzato una resistenza armata, che tuttavia non riuscirà a tenere duro ancora per molto senza cibo, medicine e rifornimenti. Il tutto mentre i Chimera si preparano a spazzare via una volta per tutte il genere umano, organizzando l’attacco finale addirittura da New York City.
Questo è il poco incoraggiante scenario che ci troveremo davanti una volta avviata la campagna principale. Una trama tutto sommato interessante e non priva di alcuni momenti epici, narrata con un riuscito mix di cutscene realizzate col motore di gioco e spezzoni in stile comics, stilisticamente molto riusciti. Siamo lieti di segnalare un importante passo in avanti a livello di narrazione, finalmente più intima e più vicina ai personaggi principali sebbene ancora farraginosa quando si tratta di tirare le fila degli avvenimenti che a tratti si susseguiranno così velocemente che si farà seriamente fatica a seguirne il filo conduttore. Nel complesso un lavoro apprezzabile, più che altro per gli sforzi profusi, ma forse ancora superficiale. Un lavoro che comunque omaggia con dignità la conclusione della saga, pur non consentendo allo script di spiccare il salto di qualità definitivo che tutti aspettavamo.

Viva l’old school

Sul gameplay di Resistance 3 c’è una premessa da fare: il sapore retrò domina su tutto. A partire dal più classico degli schemi dei comandi per passare all’inventario del protagonista, in grado di contenere ben 14 bocche da fuoco e 3 tipi diversi di granate (5 granate per ogni tipo), o ancora la barra dell’energia che non si ripristinerà in maniera autonoma ma ci obbligherà ad andare in cerca dei famosi medikit per ricaricarla. Il tutto sfocia in una formula di gioco a prima vista quasi banale, ma la cosa straordinaria è che questo titolo, di banale, non ha quasi nulla. Ogni arma ha infatti due modalità di fuoco e due livelli di potenziamento, inediti per la serie, che permettono di incrementarne le caratteristiche in maniera tangibile e ottimamente bilanciata durante tutto l’arco dell’avventura. Parlando dell’arsenale in sé possiamo confermare con somma gioia il ritorno dei ferri del mestiere dei precedenti capitoli e di qualche divertente aggiunta che vi lasciamo il piacere di scoprire. La frenesia degli scontri è rimasta invariata e quindi anche il divertimento sfrenato che ne scaturisce.
Da segnalare un notevole incremento del livello di difficoltà già dai capitoli iniziali. I Chimera ora sfruttano più efficacemente le coperture e ci scaricano addosso tutta la loro potenza di fuoco ma non sono molto inclini ad organizzare vere e proprie routine di squadra per accerchiarci, dandoci così modo di aggirare la loro posizione. Ma il punto è che sono tanti e tutti diversi. Durante le sparatorie, infatti, verremo letteralmente sommersi da svariate tipologie di nemici, ognuno con pattern d’attacco differenti, che ci costringeranno a variare di continuo il nostro approccio alle schermaglie, cambiando spesso la nostra arma a seconda dell’avversario da abbattere: tra classici assaltatori, chimera volanti, teste di ferro armate del devastante Auger fino ad arrivare ai terribili devastatori (equipaggiati con un temibile cannone a impulsi elettromagnetici), la nostra mira e la nostra capacità di imbroccare la strategia giusta ad ogni scontro verranno messe a dura prova, permettendoci però di vivere un’esperienza di gioco difficile da dimenticare.

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Tra le classiche razze Chimera già note segnaliamo qualche mostruosa new entry che ci ha colpito particolarmente: i ricognitori volanti, agilissimi e difficili da tenere sotto tiro, i cecchini in grado di diventare invisibili o i picchiatori, Chimera giganteschi in grado di incendiare l’ambiente circostante tramite i loro generatori, che dovremo ovviamente distruggere per abbatterli, compito tutt’altro che semplice vista la ferocia con cui questi esseri ci si scaglieranno contro. Non mancheranno inoltre divertenti boss fight contro mostri alieni dalle proporzioni titaniche; anch’esse caratterizzate da meccaniche abbastanza vintage ma non per questo meno entusiasmanti.
Ovviamente tutto questo non sarebbe stato possibile senza un adeguato rinnovamento del level design che, nonostante la buona modellazione degli ambienti, rimaneva uno dei punti deboli dei precedenti capitoli, in cui si avvertiva spesso la sensazione di aggirarsi in aree chiuse semplicemente collegate da corridoi. Il lavoro di Insomniac Games per questo terzo capitolo è davvero notevole: le location sono adesso più estese e si sviluppano su più livelli, offrendo molteplici possibilità di approccio alla battaglia senza però scadere nel confusionario o lasciare il giocatore “perso” all’interno dello scenario di gioco.
Inevitabile però muovere qualche piccola critica, come la già citata intelligenza artificiale nemica, ancora troppo poco reattiva nell’organizzare efficaci strategie di attacco; non meno deficitaria l’I.A. amica (nelle numerose volte in cui ci troveremo a combattere al fianco di altri superstiti) che si limiterà a sparacchiare qualche colpo a caso, lasciandoci praticamente da soli a fronteggiare orde su orde di avversari.
Da ultimo, segnaliamo una varietà di situazioni non proprio impressionante, che tuttavia non andrà ad inficiare eccessivamente sulla godibilità della campagna, ed una inevitabile linearità nell’incedere, tangibile soprattutto nella fase centrale dell’avventura ma del tutto coerente con lo svolgimento della trama.
Sul fattore longevità possiamo ritenerci soddisfatti, ritrovandoci con una campagna a giocatore singolo completabile in circa otto ore a difficoltà intermedia ed affrontabile anche in cooperativa, sia online che in split-screen.

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Quando c’è lo stile…

Questa saga non ha mai fatto della qualità grafica uno dei suoi punti forti, e questo terzo capitolo non fa eccezione, purtroppo. Sebbene si notino importanti miglioramenti per quanto riguarda la modellazione poligonale e texturizzazione, si nota ancora qualche sbavatura sotto il profilo delle animazioni (talvolta un po’ legnose), nell’uso degli shader e in un’illuminazione ancora troppo “scriptata”. In generale si è lontani anni luce da mostri sacri come Crysis 2 o Killzone 3. Dove però il titolo di Insomniac Games riesce a dire la sua è nella direzione artistica: l’atmosfera di sofferenza e devastazione che caratterizza ogni singola location di gioco è notevole e d’impatto. Alcune sequenze – come la tempesta di fulmini nei capitoli iniziali, con la città lambita da poderose folate di vento – sono davvero impressionanti. L’ispiratissimo level design, di cui parlavamo in precedenza, non è soltanto funzionale al gameplay ma è un vero e proprio elemento di spicco nella cifra stilistica del gioco. Il frame rate dal canto suo offre un’ottima prova di stabilità e non si notano problemi di tearing o eccessivo aliasing. Il comparto sonoro non poteva che essere di alto livello, soprattutto per quanto riguarda la soundtrack, sempre molto ispirata nel sottolineare le varie tappe della narrazione. Ottimo anche il doppiaggio in lingua italiana, cosa rara di questi tempi.

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Meno si è, meglio è

Analizzando il comparto multigiocatore possiamo ritenerci davvero soddisfatti. L’offerta proposta da Insomniac Games è veramente succosa. Sebbene sia sparita la sezione in cooperativa con missioni ad hoc, c’è, come già detto, la possibilità di affrontare l’intera campagna insieme ad un amico, sia online che in split-screen. Unica pecca di questa modalità è la completa assenza di un matchmaking in grado di cercare una partita “al volo”, il tutto verrà infatti gestito esclusivamente tramite un invito privato. Per godere appieno di questa esperienza è però consigliabile giocare al livello massimo di difficoltà dato che il gioco non si adatterà (a livello di numero di nemici e rispettiva resistenza) al secondo giocatore coinvolto.
Ritorna anche la curatissima sezione multiplayer competitiva con tutte le peculiarità di sempre. Col progredire di livello sbloccheremo armi e potenziamenti sempre migliori, con l’aggiunta anche di qualche potere speciale. Quest’ultimi, seppur funzionali ed appaganti da usare, sanno di già visto, in quanto consisteranno nei classici scudi, rilevatori di nemici, ologrammi per confondere gli avversari e via dicendo. I poteri saranno però limitati da un’apposita barra che si ricaricherà automaticamente dopo averla utilizzata nella sua interezza.
Logica ed intelligente la scelta di abbandonare i 60 giocatori coinvolti contemporaneamente nei match per passare ai più classici (e meglio gestibili) 16. Ciò porta a partite molto meno dispersive e le bellissime mappe proposte ne traggono un ovvio giovamento, permettendo di godere appieno dell’ottimo level design.
Parlando di netcode non possiamo che lodare il lavoro degli sviluppatori: le partite si svolgono come sempre in maniera fluida e priva di lag; il matchmaking è veloce ed intuitivo, così come la gestione della lobby in occasione di una partita personalizzata.

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Addio Chimera, ci mancherete!

Un’altra saga giunge al termine, almeno si può parlare in questi termini per Resistance sotto la supervisione di Insomniac Games. Il commiato dei Chimera verso i fan è di quelli passionali, sentiti ma solo in parte memorabili. Resistance 3 soffre infatti degli stessi identici difetti dei suoi predecessori: un gameplay a suo modo straordinariamente divertente è affiancato da una trama solo potenzialmente incredibile. La pecca è sempre quella: la narrazione. Il team di sviluppo ha sprecato malamente uno script eccellente ancora una volta, nonostante in quest’occasione lo sforzo per valorizzarlo sia stato maggiore che nei capitoli precedenti. Non un disastro, sia chiaro, si è visto di molto peggio, ma una parziale delusione considerato l’ottimo materiale a disposizione. Per il resto il titolo si regge su basi solidissime: una campagna single player appassionante, una modalità cooperativa divertente e un multiplayer in grado di competere con i “big” del settore. Un FPS dall’animo semplice ma in grado di regalare svariate ore di puro svago, come da tradizione.
In definitiva, Resistance 3 è un gioco imprescindibile per ogni fan della serie nonché un acquisto obbligato per tutti i possessori di PS3, soprattutto se amanti di FPS.
Ve ne innamorerete, ancora una volta.