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Recensione Recensione di Ratchet & Clank Future: Tools of Destruction

Recensione di Ratchet & Clank Future: Tools of Destruction di Console Tribe

di: Redazione
Per grandi problemi ci vogliono eroi enormi! Dev’essere stato questo il primo pensiero dei responsabili marketing
Sony nel constatare il successo planetario di Mario e Sonic, personaggi simbolo di Nintendo e SEGA da ormai due decadi. I tentativi di trovare una
mascotte che la potesse rappresentare non mancano: Crash Bandicoot, Klonoa, Jack & Daxter e Spyro sono alcuni esempi, tutti personaggi simpaticissimi ma nessuno di questi Il Personaggio. Con gli anni altre
tipologie di videogioco andavano affermandosi maggiormente a livello di merchandising e
vendite, sparatutto in prima e terza persona su tutti, per cui in casa
Sony il platform venne relegato a genere di secondo piano e divenne inutile ricercarvi l’eroe da copertina.
Come un fulmine a ciel sereno nel 2002 però fece il suo esordio la serie di “Ratchet & Clank” che
anziché perpetuare la specie cercò di evolvere il genere miscelando in
maniera sapiente fasi di gioco action ed esplorative ad altre
sparatutto, mantenendo intatti gli elementi tipici dei Platform old
style. Il gioco ottenne un tale successo di pubblico e critica che
portò Insomniac Games a sfornare altri tre episodi PS2 e uno su PSP. Per
finire eccoci qua con l’ultimissimo “Ratchet & clank: armi di distruzione”
evoluzione naturale su console next gen, cui farà seguito lo
spinoff per PSP “Clank, secret agent”, dedicato al piccolo robot di
latta.





Manuale di sopravvivenza



In R&C si comanda un buffo animaletto che per svelare il segreto
della scomparsa della sua razza girovaga per i pianeti della galassia
di Polaris in compagnia di Clank, il suo piccolo amico robotico.

Che fine hanno fatto i Lombax? La razza di Rachet è veramente rea
dell’annientamento dei Cragmiti? Qual è il segreto dei Lombax che
l’imperatore ( ah ah “Imperatore”…) Tachyon Percival sta cercando?

Lo scopriremo solo giocando…



Ratchet, spazza via i nemici che hanno l’ardire di pararglisi davanti
menando inizialmente botte da orbi con una provvidenziale chiave
inglese e poi aiutandosi con un nutritissimo arsenale di improbabili
armi (Fucili al plasma, bombe stroboscopiche, pinguinatori, dischi
rotanti e artiglieria varia appena uscita da un cartone della Warner
Bros), una più devastante dell’altra, acquistabili (e upgradabili) a
zonzo per i pianeti a peso di bolt e raritanio, moneta corrente e
carburante bellico, che si ottengono distruggendo qualunque cosa si
incontri sul nostro cammino: scenario e nemici inclusi. Consultando la
comoda mappa del pianeta di turno Carne Morta (Tachyon dixit) e il suo
compare di latta troveranno la posizione dei venditori di armi e di
corazze per attrezzarsi degli elementi necessari a proseguire il
livello. Testare l’arma o il dispositivo appena scoperto si rivelerà
un’occasione di divertimento in più per Ratchet che godrà oltremodo nel
veder ballare i nemici al lancio di un Discotron o inebetirsi
diventando degli inermi pinguini con il Transmorpher.



Per la sua avventura Ratchet potrà infatti contare su un Set di Gadget
da far invidia all’ispettore omonimo (tra gli altri, ali robotiche,
scarponcini magnetici, rampini laser e liquidator a base di gelatina)
che gli permetteranno di superare qualunque ostacolo si frapponga tra
lui e la resa finale con il maledetto Imperatore dei Cragmiti, volando,
arrampicandosi, scivolando, ballando la giga vestito da pirata o
sparandosi via verso nuove avventure o alla ricerca di locazioni
segrete dove recuperare ulteriore moneta sonante o preziosissimi bolt
dorati ed altri rari bonus accessori.

E sarà lunga e impervia la strada che Ratchet dovrà percorrere prima di
arrivare alla fine della sua caccia al tesoro intergalattica, facendosi
strada a suon di armi tra robot-laser muniti, schifosissimi insetti
giganti, astronavi corsare, attraversando pianeti diversissimi tra loro
e ognuno con le sue insidie e le sue micidiali trappole nascoste.

Al completamento di ogni viaggio i nostri eroi verranno in possesso
delle informazioni necessarie per il proseguimento dell’avventura, una
nuova destinazione e un nuovo obiettivo da conseguire: liberare un
personaggio, reperire un oggetto, trovare informazioni per avanzare
nella storia.



Già dai primi stage è da subito evidente come gli elementi platform del
gioco siano in minoranza rispetto alle caratteristiche sparatutto e
come la trama del gioco in realtà non è che una piacevole scusa per
scorrazzare per i tantissimi pianeti da visitare alla ricerca delle
armi di distruzione del titolo e del fantomatico dimensionatore Lombax,
il misterioso accessorio che ha portato alla devastazione dei Cragmiti.
Più si utilizzano le armi più crescono i nostri punti esperienza e di
conseguenza il livello delle nostre bocche di fuoco, che si faranno
sempre più potenti e devastanti.

Questo sistema di gioco all’apparenza ripetitivo è il vero pezzo forte del titolo Insomniac.




Servizio assistenza Gadgetron



Infatti proprio l’uso dei gadget assicurerà la varietà di gameplay: In
alcuni stage dovremo superare un breve briefing di volo attrezzati
delle nostre roboali, una delle dotazioni che ci daranno maggiore
appagamento. In primis abbiamo l’onere di superare un percorso
obbligato dando dimostrazione di saperci fare centrando una serie di
cerchi sparsi per i cieli della città. Una volta esaurito il test si
può salire sulle apposite piattaforme, attivare le ali e visitare così
gli splendidi paesaggi in totale libertà, esplorare zone non ancora
visitate e scoprire tesori o i bolt d’oro altrimenti inaccessibili. Il
tutto utilizzando il sensore di movimento del sixaxis e quindi l’intero
gamepad come fosse una cloche. L’esperienza non è mai troppo frustrante
e comunque è possibile disabilitare il sensore e abilitare la leva
sinistra, più abbordabile per coloro che non intendono perdere troppo
tempo nell’apprenderne l’arte.



Stessa impostazione richiederanno altri minigiochi nascosti
nell’utilizzo di alcuni accessori che scoveremo giocando. La nostra
perizia con il controller a sei assi verrà messa numerose volte alla
prova in situazioni diverse e quantomai particolari: eccoci ad esempio
alle prese con una sfera da far rotolare all’interno di un labirinto di
circuiti integrati per scassinarne la serratura collegata o, ancora,
indaffarati a scavare una via d’uscita tra le rocce a colpi di raggi
laser. Per non parlare della già citata “Simulazione di pirataggine”:
Una volta indossati uncino, benda e gamba di legno dovremo ballare la
danza dei pirati per aprire i portali di alcune location, seguiremo il
tempo e indicazioni fornite come nei rhythm games più famosi, con il
contorno delle risate garantite dalle assurde movenze dei nostri
compagni di ballo e dalle ridicole fattezze del nostro personaggio.

Tra le tante trovate di Insomniac troviamo anche quella di rendere meno
noiosi i viaggi interstellari da un pianeta all’altro alternando a
delle cut scene sempre uguali dei veri e propri scontri a fuoco alla
guida della super attrezzata navicella spaziale Aphelion. La nostra
astronave verrà guidata tra enormi asteroidi e avamposti pirata per
sconfiggere intere flotte aliene supportati dal nostro fido Clank, cui
sarà delegato il compito di utilizzare la torretta del cannone di bordo
fino a ragiungere l’immancabile astronave madre da sconfiggere nello
stage finale.




Clank, Zoni e dintorni



Anche le avventure in cui si rende protagonista il nostro pezzo di
latta contribuiscono a variare l’esperienza di gioco in alcuni stage
predefiniti. Una volta al controllo di Clank, non avendo molte frecce
al nostro arco, chiederemo aiuto agli Zoni. Questi esserini, invisibili
agli occhi degli altri personaggi, consentono al nostro piccolo alter
ego di acquisire i poteri necessari per progredire: anche qui avremo a
disposizione un elenco di azioni che diverranno selezionabili una volta
raggiunto il numero sufficiente di Zoni. Se inizialmente avremo
unicamente il comando con cui chiamare i nostri simpatici amici, una
volta radunata la truppa potremo fare cose come fluttuare nell’aria,
spostare ponti o piattaforme e ricomporre o scomporre elementi che
ostacolano il nostro passaggio. Gli Zoni saranno anche la nostra forza
d’attacco poiché, mentre Clank sarà impegnato nel bypassare gli
ostacoli fisici per il superamento dello stage, ai nostri fedelissimi
esseri sarà delegato il compito di aggredire i nemici con i loro raggi
magnetici.




Extra e tesori



Man mano che si procederà nell’avventura arriveremo a completare il
nostro inventario con la mappa dei Bolt d’oro. Una volta acquisita,
potremo rivisitare tutte le location per reperire i preziosi cimeli,
nel caso ci fossero sfuggiti in precedenza. Prolungheremo così
l’esperienza di gioco nel tentativo di trovarli tutti, con il simpatico
regalo degli extra che potremo consultare nell’apposita sezione del
menu di gioco. Potremo acquistare le skin con cui riaffrontare
l’avventura cambiando le spoglie del nostro Ratchet nei panni di uno
dei tanti personaggi con cui ci siamo imbattuti, un pupazzo di neve o
DJ Bunky. Tra tutte quelle selezionabili mi sento di citare proprio
quest’ultima, che ha le fattezze di Dan Johnson, uno dei grafici
storici di Insomniac, deceduto prematuramente l’anno scorso. Per ogni
livello di gioco inoltre dovremo portare a termine delle sottoquest
basate sullo stile con cui elimineremo i nemici. Se perseguiremo gli
obiettivi richiesti potremo apprezzare i bozzetti originali del gioco,
rivedere i filmati di intramezzo più divertenti e i trailer che hanno
preceduto il lancio del titolo.




Uno Splendente Bolt d’oro



Ratchet & Clank: armi di distruzione è un gioco esteticamente
imponente, che ruba l’occhio fin da subito e che non ha cali di qualità
in nessuno dei livelli che andremo ad affrontare, anche se una menzione
va all’aspetto degli stage cittadini, particolarmente dettagliati. Le
ambientazioni sono variegate: si passa dal centro urbano di Kerwan al
paesaggio spaziale delle asteroidi di Nundac, dal covo dei pirati del
capitano Slag alle location stile Jurassic park del pianeta Sargasso.
Tutte realizzate in maniera impeccabile ed accurata. Anche quando
osserviamo il paesaggio dai punti alti e guardiamo in lontananza, nei
rari momenti di tranquillità che spezzano l’azione, è possibile
ammirare le ambientazioni che raggiungeremo in seguito tutte
perfettamente animate da oggetti e personaggi. Tecnicamente abbiamo a
che fare con un titolo che rasenta la perfezione. Il frame rate si
assesta costantemente sui 60fps senza rallentamenti di sorta per la
maggior parte del’avventura. Qualche piccola imperfezione si rileva nei
momenti più critici, durante i combattimenti nell’arena o in spazi
particolarmente carichi di avversari, ma niente di particolarmente
fastidioso.



La realizzazione dei personaggi mostra un dettaglio e un attenzione fin
qui mai visti, una caratterizzazione maniacale per i vari personaggi,
da Ratchet e il capitano Quark al più insignificante dei nemici. La
varietà e la fantasia nella realizzazione superano di gran lunga tutte
le produzioni passate e molti dei titoli fin qui ammirati su
piattaforma PS3. Visivamente è eccezionale, realizzato talmente bene da
poter essere accostato a un cartone animato della Pixar, tanto sono ben
realizzati gli sketch che inframezzano l’azione di gioco. I vari
filmati che via via ci scopriremo ad ammirare con un vago sorriso sulle
labbra, sono rivedibili in un’apposita sezione nel menu di gioco, sono
tutti molto ben girati e si distinguono oltre che per la qualità
notevole dei contenuti anche per la varietà e l’ironia con le quali
vengono presentati. Troviamo di tutto: un documentario televisivo, un
memoriale, la pubblicità di un prodotto in stile anni 50, un trailer di
un film, una vecchia pellicola e tanti altri. Tutti divertentissimi e
realizzati in maniera impeccabile con scelte stilistiche variegate che
vanno dal disegno con colori pastello alla presentazione con i
protagonisti stilizzati. La localizzazione dei menu di gioco è molto
fantasiosa e curata e di valore assoluto è il doppiaggio in italiano,
anche questo degno di un film e fedele l’ironia voluta dagli amici di
Insomniac nella lingua originale.



Grande merito a chi ha tradotto il gioco che ha saputo rendere alla
perfezione il sense of humor che abbiamo già avuto modo di conoscere e
apprezzare in tanti lungometraggi animati. Ascoltare gli strampalati
deliri di Tachyon attraverso gli schermi sparsi per le città da lui
amministrate è quanto di più spassoso si possa chiedere ad un gioco di
questo tipo. Ad Insomniac il Bolt d’oro per la grafica e la regia.
Numerose anche le citazioni che pervadono l’opera, carica di continui
riferimenti cinematografici e videoludici, con velate prese in giro
alla saga di guerre stellari, ai pirati di Jack Sparrow, ai grandi
classici dei videogiochi anni 80 fino a quelli dei giorni nostri.




Ma non è tutt’oro il Bolt che luccica…



Sebbene il ritmo di gioco sia calibrato in maniera sapiente grazie alle
tante armi da trovare e modificare e ai sotto giochi che costellano
l’intera galassia Polaris, Ratchet & Clank: armi di distruzione
soffre di una eccessiva facilità che ne riduce drammaticamente la
longevità. Infatti le oltre 10 ore necessarie per completare il gioco
al 100% non sono sufficienti per accontentare coloro che cercano un
livello di sfida particolarmente elevato. I più piccoli trarranno
grande soddisfazione dal titolo Insomniac ma gli appassionati più
grandi e navigati del genere si troveranno spiazzati nel constatare
l’eccessiva semplicità con cui si eliminano i boss di fine livello così
come i nemici più agguerriti. Anche la studiata parsimonia a livello di
checkpoint che ci costringerà qualche volta a fare e rifare una
sessione di gioco da capo non è d’aiuto alla causa. La modalità sfida,
sbloccabile una volta concluso il gioco, non ci tenterà più di tanto,
soprattutto se ci saremo già dilettati nel reperire tutti i gadget o i
bolt d’oro nascosti nei vari livelli.

Le sessioni prettamente platform oltre che essere rare sono anche fatte
in modo da non lasciare troppa iniziativa al giocatore: dovremo
effettuare dei salti verso direzioni obbligate, soprattutto quando ci
troveremo ad utilizzare gli scarponi magnetici lungo tubazioni o binari
e le piattaforme di salto verso direzioni e location già decise in
partenza, non consentendoci di decidere dove planare. La mancanza di
un’opzione di gioco multiplayer acuisce la sensazione di eccessiva
brevità. Il titolo presenta molti spunti innovativi e personaggi
interessanti sulla base dei quali si sarebbe potuta modellare anche
un’esperienza di gioco online. Inoltre il fatto che non si discosti
tanto, a livello di gameplay, dai titoli precedenti, se da una parte
tranquillizza i fan della serie sull’uso dei personaggi e
dell’arsenale, dall’altro lascia ampi dubbi sulle poche innovazioni
apportate al nuovo episodio.




Dove saremmo senza armi, gadget, o dispositivi?



Nonostante questo, il titolo può dirsi pienamente riuscito per la
grande carica di divertimento che porta con sé. L’umorismo che pervade
il gioco, le gag mai banali, l’ironia e la comicità che troveremo in
ogni personaggio e nelle tante cut scene durante l’avventura, sono
ingredienti talmente divertenti da far passare in secondo piano
l’eccessiva facilità di molti livelli e la ripetitività dell’azione.
Anche se ai fini del risultato usare un arma piuttosto che l’altra,
salvo rare eccezioni è indifferente, allo stesso tempo scoprire fin
dove ci porta la bizarra tecnologia partorita dalla Gadgetron rimane
una delle esperienze più appaganti di questo videogioco.

Non sarà un classico platform, non sarà lunghissimo, ma viste le
spassosissime ore in compagnia di Ratchet & Clank direi che queste
pecche alla fine incidono poco sulla qualità generale del prodotto, che
rimane decisamente ai vertici delle produzioni PS3.

A tutti coloro che amano ancora sorridere videogiocando consiglio di
rompere il salvadanaio e spendere i bolt d’oro necessari per portare a
casa questo gioco. Non ve ne pentirete!

Pro
Graficamente eccelso
Divertente e mai banale
Doppiaggio in italiano degno di un film
Armi e gadget a volontà

Contro
Troppo semplice
Assenza multiplayer