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Recensione Recensione di Rabbids Go Home

Recensione di Rabbids Go Home di Console Tribe

di: Redazione

La prima volta che mi è capitato di giocare a Raving Rabbids, più di due anni fa, ricordo di essermi talmente divertito che per diverse settimane ho cercato di avere qualche simbolo dei folli conigli protagonisti in ogni oggetto che usavo quotidianamente, dallo screensaver del cellulare, allo sfondo del desktop del mio PC, addirittura sostituendo il solito trillo mattutino della mia radiosveglia con il terrificante “baaaaaaaa!!!” dei Rabbids.
I cattivissimi esserini bianchi con gli occhi spiritati devono essere rimasti nel cuore (e nelle orecchie) di molte persone, se Ubisoft ha deciso dal 2007 ad oggi di realizzare ben tre episodi ufficiali su Wii e altrettanti su Nintendo DS.
E’ indubbio che lo spin-off di Rayman creato dal bravissimo gruppo francese Ubisoft di Montpellier, ha avuto fin dalla sua prima apparizione la capacità di proporsi come uno dei titoli più folli, grotteschi e a suo modo “surrealisti” degli ultimi anni. La combinazione perfetta di Wiimote e “Party Game” ha retto ottimamente fino ad oggi per i Rabbids, ma la sua Software House ha ben compreso che riproporre all’infinito lo stesso modello di gioco, presto o tardi avrebbe stancato anche i fan più accaniti degli inetti roditori urlanti.
E’ per questo che il nuovo Rabbids Go Home azzera il suo tradizionale gameplay multiplayer e si ripresenta con una modalità di gioco completamente differente dalle volte precedenti e più attenta alle esigenze dei singoli giocatori, mantenendo tuttavia invariato quello spirito goliardico e da “baraonda” che lo ha reso così famoso.
Forse il modo più opportuno per introdurre il gioco è quello di pensare ad un “Rabbids Reloaded”, e bisogna riconoscere che la nuova strada presa dai conigli sembra davvero quella giusta.

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Dannati Rabbids…

Fin dal principio nessuno ha mai capito da dove siano venuti i Rabbids, né cosa vogliano esattamente dal genere umano; quel che sappiamo è che all’inizio del gioco i folli roditori vivono ammassati in una gigantesca discarica a margine di una metropoli. Succede una sera che qualcuno di loro, osservando la Luna piena, decida per una qualche stranissima alchimia mentale che in fondo quella, la Luna, dovrebbe essere la loro vera casa. Saltare con un balzo dalla Terra al suo satellite più vicino tuttavia non è cosa facile, e persino gli stupidi conigli si rendono conto che l’unico modo possibile per raggiungere il proprio scopo, è quello di costruire una enorme torre che permetta loro di scalare il cielo fino alla meta predestinata. Manodopera ne hanno in abbondanza, e anche il materiale da costruzione non scarseggia: spazzatura, di ogni genere forma e dimensione, pronta per essere impilata.
Il problema è che neanche tutti i rifiuti di una discarica bastano da soli per edificare una torre così alta, e allora quale migliore opportunità da sfruttare se non quella di scendere giù nella grande città per fare razzia di ogni oggetto possibile e immaginabile da usare poi come materiale da costruzione, e magari anche infastidire gli odiosi umani?
E’ da queste assurde premesse che prende il via la nuova avventura dei Rabbids, e posso assicurarvi che le premesse non sono niente in confronto a quanto vedrete all’interno del gioco vero e proprio.
A dir la verità, dopo neanche un paio d’ore di gameplay la cosa che più si nota a livello stilistico è l’accentuazione estrema dell’umorismo sadico che già aveva in ampia misura contraddistinto le iterazioni precedenti. Ma stavolta la fantasia degli sviluppatori si è davvero superata: il giocatore si ritroverà dall’inizio alla fine delle proprie partite in miriadi di situazioni grottesche e divertentissime al tempo stesso.
Ma andiamo per ordine.

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E’ bene spiegare, come si accennava in apertura, che il nuovo Rabbids Go Home è una svolta importante dal classico impianto da party game dei suoi predecessori. Il lavoro svolto sul restyling totale della saga è stato affidato alla sapiente direzione artistica di Michael Ancel, il “padre putativo” dell’indimenticato Beyond Good and Evil, e i frutti della collaborazione tra il genio francese e gli sviluppatori originali della serie si vedono tutti. La definizione migliore del nuovo episodio è ora quella di un arcade-adventure “non convenzionale” con delle salutari iniezioni di racing game, studiato sicuramente per la modalità single-player ma anche per il divertimento di chiunque guardi la TV.
Lo scopo del gioco è quello di impersonare un paio di conigli alla guida di un carrello della spesa attraverso numerosi livelli, da un centro commerciale ad un ospedale, un aeroporto, un cantiere edile e così via, alla ricerca del maggior numero possibile di spazzatura da ammassare all’interno del carrello stesso e da poter poi utilizzare per la costruzione della “torre lunare”. All’interno dei vari livelli, introdotti sempre da brevi e divertenti cartoni animati, esistono anche degli oggetti di grandi dimensioni denominati XL, che costituiscono di volta in volta i veri obbiettivi della folle raccolta differenziata dei due protagonisti, e che dovranno essere portati a destinazione per concludere il livello.
Ora, raccontate in poche parole, le meccaniche di gameplay di questo titolo potrebbero sembrare lineari e addirittura quasi noiose, ma non c’è nulla di più lontano dalla realtà. L’incredibile, cattivissimo umorismo che permea dall’inizio alla fine il gioco e la caratterizzazione degli ambienti e dei protagonisti, trasformano Rabbids Go Home in una specie di “festa di paese” a portata di Wiimote. Fin dall’introduzione del titolo è possibile capire di trovarsi di fronte a qualcosa di semplicemente fuori di testa, come quando vi verrà chiesto di operare una finta calibrazione dei comandi del Wiimote, salvo venire avvertiti che il vostro telecomando non funziona bene in quanto è stato rilevato al suo interno un…coniglio! Non è possibile raccontare tutti i particolari per non svelare parte del divertimento, ma vi assicuro che non capita tutti i giorni di poter giocare ad un videogame che vi strappa delle grasse risate dopo meno di tre minuti netti dall’inserimento del DVD nel lettore…

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Brum Brum!

Il vero divertimento di Rabbids Go Home, però, sta proprio nel mettersi alla guida del proprio, stranissimo mezzo e fare sfracelli giù in città. Il vostro carrello della spesa, che scivola, salta e fa slalom tra i vari elementi dello scenario, è infatti già di per sé divertente da vedere e controllare grazie all’ergonomicità del Nunchuck e ad un’attenta calibrazione operata dagli sviluppatori nella fisica del mezzo, ma diventa un vero spasso quando a questo si aggiungono le terrificanti urla dei due conigli alla guida, ottenibili scuotendo il Wiimote. Tali urla hanno ad esempio la funzione di stordire gli animali che gironzolano per i livelli allo scopo di caricarli nella “stiva”, o anche di spogliare letteralmente gli sciocchi umani di tutti i loro vestiti e oggetti personali per poter aggiungere nuovi bottini alle proprie scorribande.
In ognuna delle ambientazioni visitate esistono normalmente fino a mille oggetti da raccogliere e, benché sia possibile completare i vari stage senza necessariamente preoccuparsi di fare incetta di tutta la spazzatura, collezionare quanti più oggetti possibile significa ricevere in premio vari bonus in forma di nuovi vestiti, figurine e “decorazioni” con cui personalizzare i propri conigli durante il gioco. Una volta raccolta in discreta quantità, la spazzatura può essere consegnata ad uno dei “conigli raccoglitori” sparsi per i vari stage, che hanno la funzione di veri e propri checkpoint.
Ovviamente i vostri conigli non sono invulnerabili, e durante le vostre avventure dovrete prestare attenzione a non farvi mordere dai cani nei parchi, a non andare a sbattere contro piante grasse e cactus disseminati per la città, ed anche a non farvi colpire dai vigilantes robot che pattugliano ospedali e centri commerciali, nonché a non cadere dai cornicioni dei palazzi o dai tetti delle case mentre sfrecciate e saltate a tutta velocità con il vostro tank a quattro rotelline. L’energia a vostra disposizione è rappresentata idealmente da tre lampadine, che si spegneranno progressivamente qualora subirete troppi danni fino a fare “impazzire” la già labile mente dei roditori. Durante il gioco è inoltre possibile controllare, tramite il Wiimote, una sorta di mirino sullo schermo che potrete all’occorrenza utilizzare per puntare e “lanciare” un coniglio-proiettile contro alcuni elementi dello scenario, come grate o tavoli, aprendovi così nuovi passaggi o semplicemente stordire i nemici aiutando così gli sciocchi Rabbids.

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Volendo, si può giocare a Rabbids Go Home anche con un amico, ma in questo caso l’unica possibilità a disposizione per il secondo giocatore consiste proprio nella semplice capacità di lanciare il summenzionato roditore a destra e a manca; un altro inequivocabile segnale della scelta netta degli sviluppatori di prediligere un sistema di gameplay molto lontano rispetto al passato modello di “divertimento di gruppo”.
 

Rabbids Revolution

Sono talmente tanti in questo videogame i cambiamenti rispetto ai precedenti capitoli che stavolta è perfino molto più difficile inquadrare il tipo di pubblico a cui Rabbids Go Home è rivolto. Apparentemente la logica di gioco somiglia moltissimo a quella di Katamari (un altro peso massimo di originalità dei nostri tempi), magari con una storia e dei personaggi differenti, ma ciò che lo rende a suo modo unico è proprio la figura dei Rabbids. Il profondo cinismo dei conigli mostrato nei loro “raid” all’interno del mondo degli umani, suggerisce l’obbiettivo degli sviluppatori di voler raggiungere e far divertire una platea più adulta di quella degli scorsi episodi; esemplificativa da questo punto di vista è la missione in cui i Rabbids decidono di fare irruzione all’interno di un ospedale e di voler aggiungere alla loro collezione di spazzatura addirittura un malato terminale in camera iperbarica, con il poveretto che una volta catturato viene sballottato a destra e a manca dentro il carrello della spesa fuori dal nosocomio fino alla “meta”: una toilette nella quale tutta la spazzatura raccolta e i conigli stessi vengono introdotti al termine della missione per il ritorno alla discarica. Se la descrizione di cui sopra potrebbe sulla carta disturbare qualcuno, è bene specificare che in realtà l’intero mondo degli umani dipinto dal gioco è uno stereotipo feroce della nostra società, ed è in verità divertentissimo impersonare degli sciocchi conigli alieni che gettano in esso scompiglio. Il principio è che i Rabbids, nella loro apparentemente innocente stupidità, sono in realtà molto, molto cattivi, quasi spietati, e questo che ci crediate o meno è maledettamente divertente.
Provate ad entrare nel centro commerciale del gioco e a fare razzia di chihuahua nel negozio di animali, con questi che fuggono terrorizzati mentre li rincorrete sul vostro carrello a colpi di “baaaaaaaahh!!!”, e scoprirete quanto ci si può divertire facendo qualcosa di apparentemente insensato.
Oppure provate ad inseguire e torturare il povero babbo natale che per strada gira con il bicchiere per le offerte natalizie; con ogni probabilità vi ritroverete a sfrecciargli addosso con il vostro carrellino e con un ghigno malefico dipinto sulla vostra bocca…

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Dal punto di vista delle atmosfere di gioco poi, soprattutto quelle musicali, Rabbids Go Home è un piccolo capolavoro. La maggior parte del commento sonoro del titolo è costituito da arrangiamenti di fantastici pezzi di Goran Bregovic già sentiti in alcuni film del regista Emir Kusturica; sembra incredibile, ma l’accostamento delle atmosfere di musica popolare balcanica e ridicoli conigli bianchi urlanti, funziona alla perfezione. Da segnalare poi dei tocchi di genio come la presenza di famosi brani di dance anni ’70 in filodiffusione negli ascensori utilizzabili dai protagonisti per spostarsi attraverso i piani dei vari livelli, o la trovata dei programmatori di permettere in qualunque momento di mettere in pausa il gioco per poter scattare delle foto durante le scene più esilaranti, e salvarle poi nella memoria della console per poterle inviare via internet ai propri amici.
La presentazione grafica di Rabbids Go Home è essenziale e assolutamente funzionale al suo scopo e di certo, visto il tipo di gioco, nessuno avrà il coraggio di lamentarsi di un motore 3D del tutto privo di quei virtuosismi tecnici tipici dei lavori su console di ultima generazione. L’unica cosa a cui presterete attenzione, in realtà, sono i due conigli e il loro assurdo carrello da supermarket che seminano il panico tra gli umani, e questo è quanto basta… Ci sono a dire il vero molte altre “rifiniture” artistiche nel prodotto che compensano l’elementare dettaglio grafico e che lasciano pensare al giocatore che globalmente sia stato svolto un attento lavoro di miglioramento e perfezionamento della formula di gameplay pensata per il titolo in questione. Tutti i risultati di questo lavoro si possono riassumere in una semplice frase: Rabbids Go Home è indubbiamente un prodotto divertente e ben realizzato. Non è un gioco “universale”, è evidente, poiché non nasce per piacere a chiunque, né si può dire che sia difficile da padroneggiare o completare, e questo vale soprattutto per i videogamer più esperti ed abituati ai livelli di complessità degli action game più famosi.
Ma questo non toglie nulla al valore di un lavoro che, pur essendo (purtroppo) piuttosto breve, mantiene intatto per molto tempo il suo fascino, incentivandovi anche nella possibilità di rigiocarlo diverse volte magari solo per il gusto di sbloccare tutti i bonus e i costumi dei conigli disponibili nel gioco.
Se anche non vi andasse di considerarlo per quello che è, cioè uno dei migliori videogame degli ultimi mesi pubblicati per il Wii, dopo averci giocato potreste comunque rendervi conto che Rabbids Go Home è un divertentissimo sistema per farsi quattro risate e trascorrere delle ottime serate in compagnia di amici, conigli e carrelli della spesa…
Se avete un Wii, questo è uno dei migliori acquisti per le vacanze di Natale, garantito.