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Recensione di Nier

Recensione di Nier di Console Tribe

di: Redazione

Nier è un progetto particolare, indubbiamente fuori dai canoni. Ha attirato l’attenzione su di sé già per il numero delle sue versioni disponibili, infatti, una doppia incarnazione per mercati videoludici diversi. Infatti Cavia Inc. si è preoccupata di lanciare due edizioni esclusive dedicate una agli utenti americani e una a quelli giapponesi. Il Sol levante potrà godere della versione Replicant (esclusiva PlayStation 3) con un personaggio più giovane, fratello della donzella in pericolo, mentre i più burberi e agguerriti occidentali avranno in sorte Gestalt con protagonista un padre abbastanza avanti negli anni che deve salvare la figlia malata. Una scelta coraggiosa che definisce la cornice inusuale all’interno della quale il titolo è stato sviluppato. La versione nostrana è del tutto identica a quella prevista per il mercato statunitense. Visto che gameplay, mondo di gioco e aspetti tecnici rimangono sostanzialmente invariati tra le due versioni non ci resta che armarci di tutto punto e preparaci per una nuova battaglia tra ombre ed eroi. Ricordate di portare un dizionario, perché a volte le parole feriscono più della spada…

La bella e le bestie

Immaginate che un male incurabile vi corroda ogni giorno che passa. Immaginate la vostra vista segnata dalla continua sofferenza, di vedere i vostri cari battersi inutilmente per porre rimedio al vostro male. Questo è il triste destino che affligge la piccola Yonah figlia del protagonista di Nier, un eroe senza nome, come nei vecchi giochi di ruolo.
Yonah è una ragazzina dolce, sempre attenta ai bisogni del padre, che mostra la sua felicità ogni qual volta lui fa ritorno a casa. Il nostro protagonista invece è un uomo apparentemente un po’ rozzo, ma semplicemente perché provato dalle sfide che la vita gli pone ogni giorno.
La trama di Nier ha come perno centrale la cura del male di Yonah, e ci vede protagonisti di una lotta, apparentemente senza speranza, in cui l’amore di un padre è l’arma più potente a nostra disposizione. La toccante vicenda segna da subito l’incedere della storia, che poco alla volta, quasi silenziosamente, si lascia apprezzare in tutte le sue sfaccettature dalle tinte tristi e malinconiche. 
Il protagonista per aiutare la figlia fa la conoscenza di uno strano e potente libro chiamato Grimoire Weiss (bianco in tedesco n.d.r.). Il libro in questione sembra avere qualche collegamento con la malattia e non solo, l’intero mondo è in qualche modo colpito anch’esso da quest’onda nera di morte e desolazione. La popolazione mondiale è ormai decimata, ben presto il destino di Yonah si unisce a doppio filo con quello del pianeta. La nostra missione assume più di un significato, infatti, grazie a Weiss si scopre che le origini della malattia e degli oscuri esseri che minacciano l’umanità sembrino essere le stesse.

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Grimoire Noir (nero in inglese n.d.r.) questo è il nome di un secondo libro magico artefice della piaga che sta letteralmente consumando l’intero mondo.
Questa la trama di Nier, una sorta di favola gotica, dove la principessa è malata e l’eroe di turno è ormai attempato. Una storia dalle tinta forti, addirittura disturbanti in determinate scene, che ci sapranno catturare e far provare empatia per i personaggi. La capacità della sceneggiatura di saper intrecciare avvenimenti apparentemente scollegati la rende ancora più interessante, ogni personaggio, infatti, riesce a partecipare allo svolgimento della storia in maniera autonoma, portando con se un determinato background e bagaglio culturale. Proprio i personaggi riassumono, stilisticamente parlando, le tinte noir che gli sceneggiatori hanno dato al titolo. Fatta eccezione per il protagonista, l’unico poco caratterizzato, ogni personaggio gode di una personalità spiccata ed un design tale da poter essere facilmente inserito in un film di Tim Burton.
Storia, personaggi, ambientazioni, ogni elemento narrativo si fonde alla perfezione per creare un opera senza tempi.

La Spada…

Nier ha un anima action innegabile, con delle soluzioni che senza mezzi termini o si odiano o si amano. Il nostro “Innominato” avrà a disposizione due alternative principali per attaccare il nemico che garantiscono soluzioni tattiche abbastanza varie. La nostra prima arma a disposizione è quella propria di ogni cavaliere nerboruto: l’attacco fisico con spade, spadoni e lance. Avremo la possibilità con un tasto di inanellare una serie di combo mentre i due grilletti ci permetteranno di parare e scansarci. Se la parata risulta inefficace con la maggior parte degli avversari, la schivata è invece uno strumento utilissimo e di semplice impiego che ci permetterà di toglierci dai guai con estrema agilità.
La parata ci è sembrata poco utile vista l’estrema facilità con cui è possibile evitare ogni colpo, decisamente più utile se usata insieme alla scansata, infatti, senza lasciare il grilletto per la difesa si può utilizzare la scansata per spostarsi e, senza rilasciare il tasto, tornare su posto ancora in posizione difensiva. Un sistema che nel complesso risulta comodo ed aggiunge un pizzico di componente strategica al titolo.
Il set di mosse, utilizzando la spada, si completa con un attacco aereo e con una sorta di spallata utile a destabilizzare il nemico. Con lo spadone invece disporremo di un attacco circolare mentre con la lancia potremo letteralmente infilzare il nemico con attacco rapido dalla lunga distanza. Queste tre varianti sono utilissime se usate in determinate situazioni, come quando siete circondati, con avversari veloci o per fare breccia nella difesa nemica. Anche questa scelta è apprezzabile ed offre al giocatore una serie di soluzioni tattiche diverse.
La mancanza del lock on se da una parte crea difficoltà negli attacchi corpo a corpo garantisce una maggiore libertà e soprattutto lascia un ampio spazio di manovra per il secondo tipo d’attacco messoci a disposizione, l’energia magica.
Grazie all’aiuto di Grimoire Weiss avremo in prestito una serie di poteri magici, sbloccabili con l’avanzare di livello. Ad ogni dorsale sarà possibile associare un potere diverso, per un massimo di quattro, ma solo se saremo in grado di rinunciare alla difesa ed alla scansata. Ogni volta tale associazione può essere riconfigurata dall’apposita schermata di selezione. Avremo la possibilità di scegliere tra una raffica di palle energetiche con poco consumo della barra di mana oppure il “costoso” pugno divino, passando per lance mistiche, fino ad arrivare a potenti lame che arrivano dal terreno impalando i nemici presenti. Va sottolineato il design particolare dei poteri magici (nostri e anche di alcuni avversari) che pian piano trasformeranno lo scenario di gioco in un tripudio di colori dalle tonalità opache. E’ soprattutto in queste fasi che Nier svela la sua anima ibrida, quasi una mescolanza di citazioni del passato. Il design dei poteri, lo spam continuo di bolle che riempiono lo schermo ci hanno riportato in dietro fino a ricordi antichi, quasi fossimo tornati indietro ai tempi nei quali gli scrolling shooter riempivano le nostre giornate. Nostalgia certo, ma anche un pizzico di disorientamento se si tiene conto che è di un action rpg che stiamo scrivendo.

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Nier rimane comunque un titolo non eccessivamente tecnico e abbastanza abbordabile per chiunque. Il bestiario anche se non impegnativo risulta estremamente vario. Potremo divertirci a cacciare pecore, montoni e cinghiali oppure saremo impegnati a difenderci dalle Ombre che avranno diverse incarnazioni, tutte sul leit motiv di un essere antro/zoopomorfo di colore scuro fatto di nastri lucenti e dorati . Per tutti vale la regola esposta nel paragrafo dedicato alla tecnica: texture low-res, animazioni pessime, ma grandi scelte creative. Questo è tanto più vero per i boss che portano alla massima essenza a questa regola. Gli incontri con questi bestioni saranno “sottolineati” da un puzzle o labirinti che ritarderanno lo scontro decisivo. Sezioni comunque non particolarmente decisive, che diversificano il ritmo di gioco passando da attacchi forsennati a fasi in cui bisogna usare il cervello. I boss sono un vero e proprio gioiello in questa produzione, costruiti a partire da un citazionismo spinto che attinge a piene mani da anime e vecchi videogames. Praticamente uno stimolo in più per arrivare alla fine del labirinto e scoprire cosa e soprattutto quale mostro vi sbarrerà il cammino questa volta. Dopo tanto girovagare da criceti impazziti tra puzzle e vicoli ciechi sarete ripagati con scontri che vi porteranno a combattere contro Faccioni/guardiani (eh si, proprio i Gunmen di Tengen toppa Guren Lagann!) oppure a distruggere mastodontici lucertoloni che potrebbero essere stati partoriti dalla mente deviata dei From Software. In termini più pratici, i mastodontici nemici occuperanno quasi tutta la schermata, sta a noi decidere se lanciarci allo sbaraglio con fendenti ravvicinati oppure adottare un strategia che ci vede impegnati nello scagliare colpi magici da lontano. Qualunque soluzione voi scegliate il combattimento risulta avvincente e molto frenetico, intervallato solo da sequenze in cui, per abbattere definitivamente il nemico di turno, dovrete concentrare i vostri attacchi in un solo punto, il tutto molto velocemente, se non sarete abbastanza lesti, il nemico infatti, riprenderà le forze, nel caso contrario invece inizia una splendida sequenza filmata in cui il protagonista mette fine alla vita del mostro in questione. Spettacolare, avvincente, insomma per quanto concerne il gameplay il gioco vale la candela.

!==PB==!
…la penna

Randellare con la spada e sparare colpi magici regalerà anche grandi soddisfazioni, ma non si vive di soli combattimenti. Come ogni RPG che si rispetti anche Nier presenta una buona componente esplorativa ed un sistema di sviluppo per il nostro personaggio. Per quanto riguarda il nostro alter-ego oltre i classici livelli ottenuti dopo un certo numero di punti esperienza, potremo potenziare le magie e, più in generale, ogni arma e colpo a nostra disposizione. Questo sistema dipende direttamente da Weiss, trattandosi di un libro infatti basta semplicemente recuperare parole magiche dotate di effetti particolari. Oltre che semplice ed intuitiva questa scelta, per la prima volta in un gioco, ci è sembrata perfettamente pertinente con gli elementi di gioco, senza quindi aggiungere potenziamenti privi di qualsiasi nesso logico. Non solo parole, ma anche modifiche dirette all’equipaggiamento, infatti, raggiunta una determinata fase di gioco si ha accesso ad un negozio dove potremo modificare le nostre armi. Per potenziare le nostre spade oltre che pagare un corrispettivo economico necessiteremo di determinati oggetti, la ricerca degli stessi non è mai semplice e richiede parecchio impegno e soprattutto un grande quantità di mattanza nemica. Peccato unicamente che le armi a conti fatti siano l’unico equipaggiamento disponibile, avremo apprezzato maggiormente la possibilità di indossare armature o altre componenti difensive. Se la quantità di armamentario lascia un po’ a desiderare lo stesso non si può dire per gli altri oggetti: materiali grezzi, ingredienti da cucina, piante, tessuti, in Nier troverete praticamente ogni sorta di oggetto. Molti di questi hanno un uso diretto, basti pensare ai semi ed agli utensili per la pesca, i primi vengono usati per coltivare piante e frutti in un piccolo terreno presente nel villaggio principale. Per quanto riguarda la pesca trattasi invece di un semplice minigioco che pur non offrendo molto in termini ludici rappresenta comunque un interessante aggiunta al gameplay.
Tutti gli altri oggetti invece nella maggioranza dei casi sono utilizzati per completare delle quest. Come avviene in ogni gioco di ruolo i cittadini di tanto in tanto ci chiederanno aiuto, queste richieste sono varie: eliminare mostri, trovare persone, raccogliere oggetti, ottenere informazioni. Nonostante l’eterogeneità dei compiti a noi affidati le quest si svolgeranno secondo uno schema fisso, ovvero spostarsi da un punto di partenza, raggiungere l’oggetto di nostro interesse e poi tornare indietro. Questa meccanica tende leggermente ad annoiare con l’incedere del gioco, per fortuna spesso queste possono essere intrecciate con gli spostamenti obbligatori per proseguire la trama, risultando di conseguenza meno faticose. Ottimo invece l’esplorazione in generale, inizialmente potremo visitare solo determinate location, con lo svolgimento della quest principale si aggiungeranno nuove ambientazioni con una buona varietà di scorci paesaggistici. Gli sviluppatori, inoltre, hanno ben pensato di inserire metodi di trasporto per rendere più veloci gli spostamenti.
Nel complesso le componenti che accompagnano il gameplay vero e proprio sono ben progettate e arricchiscono pesantemente l’esperienza giocata.

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Arcadia post-apocalittica

Se dovessimo stilare una classifica dei protagonisti più brutti della storia del videogame, il nostro “Eroe senza Nome” potrebbe realisticamente aspirare a posizioni molto alte. Abbiamo già detto che il titolo in questione vanta due edizioni diverse e dobbiamo aggiungere che a noi occidentali è toccato sicuramente quella con il personaggio fisicamente più brutto e peggio vestito. E’ inutile tentare di capire perché secondo gli sviluppatori nipponici dovremmo essere attratti da un faccione quasi deforme e dalla sua scapigliata acconciatura, anzi per certi versi dovremmo sentirci offesi per essere stati associati ad un così pessimo gusto. Sorvolando su questo mistero, scendiamo nello specifico della produzione.
Tra i meriti della produzione Cavia Inc. c’è quello di non aver riproposto lo stesso scenario post-apocalittico che ormai si ripete da anni nelle nostre console. Il cyber-punk si fa da parte per lasciare spazio ad un immaginario diverso, personale, anche eccentrico in alcuni punti ma sicuramente originale. Nier è ideologicamente un sequel di Drakengard, riprendendo quel mondo futuro che era stato presentato in uno dei finali. In sostanza dopo l’ennesimo disastro di proporzioni bibliche, il nostro amato pianeta ha cambiato completamente volto, risultandone addirittura migliorato, quasi più tranquillo e naturale di quello che abitiamo adesso. La nostra avventura partirà da un modesto villaggio in stile arcadia, con case medievali modeste, mulini ad acqua e pianure erbose. L’ispirazione principale sembra essere il fantasy classico insomma, anche se intervengono elementi particolari a personalizzarlo. Non mancano i residui di quel passato (ahimè nostro presente) che sono perfettamente integrati nello scenario di gioco. Immaginate insomma di fondere parte del ponte di Brooklyn ormai caduto a pezzi con selvagge montagne rocciose e avrete in parte un idea di quello che vi aspetta. Peccato che l’intuizione di fondo, la buona creatività espressa si sprechino in una realizzazione tecnica inaccettabile se consideriamo l’anno di uscita. La quantità abnorme di texture low-res spalmate per gli scenari di gioco, modelli poligonali poveri e animazioni approssimative stuprano l’occhio dell’ignaro giocatore che dalle premesse poteva e doveva attendersi tutt’altro. A dare il colpo di grazia intervengono una gestione imprecisa della telecamera di gioco e soprattutto la resa delle luci, tra le peggiori viste in questa generazione. L’emozione del momento sarebbe irrimediabilmente distrutta, facendoci polverizzare il disco se non fosse per il fantastico design e l’ottima colonna sonora. Una miriade di pezzi a tema, perfettamente integrati con l’azione di gioco, riescono quantomeno a trattenerci per i capelli davanti allo schermo, lasciandoci sognare ad occhi rigorosamente chiusi. Ogni traccia entra di prepotenza nel vostro immaginario auditivo, e lascia un segno indelebile nella vostra mente, difficilmente dimenticherete le musiche che vi accompagnano da uno scenario all’altro e che vi guidano tra le emozioni che il gioco regala.
Un pregio, comunque, che non riesce a riscattare il pessimo lavoro fatto con il resto del comparto tecnico.

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Salva la bambina, salva il mondo

Nier è un prodotto atipico, su questo non c’è molto da discutere. Gli sviluppatori sono stati capaci di riuscire a mescolare generi apparentemente troppo lontani. L’impressione che si ha pad alla mano è quella di un titolo con un anima retrò, che non disdegna comunque nuove meccaniche di gioco. Sparse durante il proseguimento del gioco ci sono citazioni e rivisitazioni di vecchie glorie, basti pensare a R-Type e persino una sessione di gioco in cui si rievocano le ormai passate avventure testuali. In termini pratici Nier si presenta quindi come un action-RPG dove spada e magie sono i punti focali della meccanica di gioco, senza dimenticare le immancabili quest secondarie ed un ottimo sistema di sviluppo. Peccato per una realizzazione tecnica davvero penosa, che di fatto rovina il buon lavoro svolto nella cura del design di personaggi, boss e ambientazioni. Menzione particolare va fatta per l’audio, tra i migliori di sempre, musiche evocative e romantiche ci accompagneranno per tutta l’avventura, per il piacere delle nostre orecchie.
Un avventura senza tempo, una fiaba gotica, che prendendovi per mano vi riscalda il cuore. Semplicemente epica.