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Recensione di Marvel: La Grande Alleanza 2

Recensione di Marvel: La Grande Alleanza 2 di Console Tribe

di: Redazione
Nel girone dantesco dei giochi sviluppati su licenze prestigiose, Marvel: La Grande Alleanza
riuscì a distinguersi grazie ad un semplice ma solido gameplay
improntato al “dungeon crawl”, ad un’interessante componente
multiplayer offline ed online e alla presenza di numerosi protagonisti,
nel bene come nel male, dell’universo della grande M. Come nel
precedente capitolo, anche in questa nuova incarnazione le avventure
del nostro amichevole Spider-Man di quartiere e soci potranno
beneficiare del supporto di diversi team di sviluppo per massimizzare
le potenzialità di tutte le console della settima generazione.
Le entusiastiche parole spese da Brian Michael Bendis al San Diego Comic Convention per elogiare la qualità di Marvel: La Grande Alleanza 2 non fanno che aumentare il nostro spasmodico desiderio di provare il nuovo lavoro dei veterani di Vicarious Visions,
a cui è stato assegnato l’arduo compito di realizzare le
versioni per Xbox 360 e PS3 di questo viaggio nel cuore della “new age
of comics”.

E’ nuovamente tempo di distruzione?





Whose side are you on?



La prima differenza sostanziale rispetto ai precedenti capitoli della serie (X-Men Legends, X-Men Legends 2: L’Era di Apocalisse e Marvel: La Grande Alleanza)
riguarda proprio la sceneggiatura e l’ambientazione in cui si
svolgono le vicende dei supereroi della casa delle idee: mentre i
suddetti titoli possedevano una trama slegata dal continuum
spazio-temporale dell’universo fumettistico, l’ultima
fatica di Vicarious Visions si basa proprio sulle recenti miniserie Secret War (scritta dal prolifico Brian Michael Bendis e disegnata dall’italianissimo Gabriele Dell’Otto) e Civil War (scritta da Mark Millar e disegnata da Steve McNiven) che hanno profondamente scosso i fragili equilibri del mondo Marvel.

L’invasione del regno di Latveria, patria di quel birbante del
dottor Destino, da parte di Nick Fury ed i suoi sottoposti per sventare
un eventuale attacco terroristico sul suolo americano, fungono infatti
da incipit narrativo. Tuttavia gli eventi della Guerra Segreta sono
solo un espediente per condurre con più facilità il
giocatore alle soglie del vero conflitto che ha distrutto (di nuovo…)
le fondamenta della società supereroistica, quella guerra civile
che ha diviso definitivamente un gruppo di giustizieri, anzi
Vendicatori, che dal lontano 1963 vigilava sul nostro pianeta.

612 morti a causa di un reality show su giovani vigilantes in
calzamaglia. Una piccola città, Stamford, soffocata dal dolore
per la perdita di tante vite innocenti. La tristezza,
l’indignazione, l’angoscia ma soprattutto la paura spingono
il governo statunitense a varare una legge sulla registrazione
obbligatoria dei superumani: niente più eroi solitari, addio
maschere ed identità segrete. Ma Capitan America non è
d’accordo con un eventuale statalizzazione dei suoi compagni che
inevitabilmente andrà a ledere la libertà personale di
ciascun eroe in costume, oltre che ovviamente a costituire un sicuro
pericolo per sé e per la sua famiglia. Ma le teorie di Cap sono
completamente in antitesi con i progetti del suo miglior amico Tony
Stark (alias Iron Man), secondo il quale solo una ferrea
regolamentazione dell’attività superumana potrà
evitare una seconda Stamford. Si può concedere al governo la
facoltà di decidere chi saranno i supercattivi o è giusto
sacrificare una parte della propria libertà personale a favore
di un bene più grande? Un interrogativo attuale (anche se non
nuovo nell’ambiente dei comic… qualcuno ha detto Watchmen?)
e di profondo valore etico che è destinato a dividere forse
definitivamente un fronte da sempre unito nella lotta al male. Due
ideologie contrapposte. Due amici che si scontrano. Due fazioni in
guerra tra loro.

Tu da che parte stai?





Da un grande potere deriva un grande divertimento?



Impossibile non ammetterlo: impersonare un supereroe da sempre molte
soddisfazioni. Immedesimarsi in esseri dai poteri straordinari,
sentirsi invincibili e capaci di fare qualsiasi cosa ci fa venire quasi
la pelle d’oca. Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se
potessimo vestire i panni di più supereroi contemporaneamente?

Marvel: La Grande Alleanza 2 ha come concetto di base quello di
gestire e comandare una squadra d’eroi, presi ovviamente dalle
opere Marvel, dandoci la possibilità di controllare i singoli
componenti e quindi usufruire di un potere ancora più vasto.

Inizieremo la nostra avventura con solo quattro tra i tanti personaggi
amati dei fumetti, numero che, fortunatamente per i fan, va aumentando
durante il prosieguo del gioco. Difficile non rimanere estasiati
davanti alla mole di personaggi giocanti, tra i quali troveremo il
nostro preferito.

Qualunque personaggio decidiate di impersonare, le azioni sostanziali
del gioco non cambieranno molto. Ogni eroe possiede due tipi
d’attacchi base: attacchi veloci e deboli ed attacchi più
lenti ma dal potenziale offensivo più elevato. La prima nota
dolente del gameplay è proprio questa: nonostante la
diversificazione degli attacchi, le combo eseguite risulteranno
pressoché le stesse, andando subito a creare un clima di
monotonia. Oltre gli attacchi base, ogni eroe che si rispetti possiede
delle mosse uniche, infatti combinando il tasto dorsale con i tasti del
pad sarà possibile usare degli attacchi speciali. Questi colpi
andranno a consumare una barra blu posta accanto a quella
dell’energia vitale. Dal punto di vista del gameplay le mosse
speciali vanno a differenziare le fasi di gioco, apprezzabile
soprattutto nella realizzazione artistica di ogni colpo. Rivedremo
ragnatele, missili, artigli, fiamme, ghiaccio, carte esplosive e tutte
quelle che sono le peculiarità dei personaggi Marvel che, vista
la fama, non necessitano di alcuna presentazione.

Tanto potere è inutile se non può essere scatenato contro
nemici agguerriti e letali: gli avversari che ci sbarreranno la strada
non brillano certo per intelligenza e spesso si limiteranno ad
attaccare in massa senza nessuna tattica apparente. Il divertimento
durante i combattimenti è elevato: robot, soldati e qualunque
cosa ci si pari davanti sembra non avere speranza contro la nostra
squadra di eroi. Ma purtroppo non ci si deve far ingannare
dall’euforia iniziale. I combattimenti, infatti, dopo un certo
numero di ore di gioco, perdono quell’enfasi iniziale, lasciando spazio
al button mashing più spietato e desolante. Solo in alcuni
frangenti (boss di fine livello compresi) si deve ricorrere alla
cosiddetta artiglieria pesante, che difatti rappresenta anche la vera
novità del titolo. In questo nuovo capitolo i componenti del
gruppo saranno in grado di effettuare attacchi speciali in
combinazione, creando una specie di fusione letale tra poteri,
apparentemente troppo diversi da poter essere usati nello stesso
momento. Scenografiche e distruttive, quest’ultime rappresentano senza
ombra di dubbio il picco massimo del gameplay: riempiendo un’apposita
barra le potremo usare nelle fasi di gioco più concitate. Croce
e delizia di questi colpi è la quantità di possibili
combinazioni che, matematica alla mano, appare spropositata solo
considerando il numero di personaggi presenti nel gioco. Tuttavia a
dispetto della quantità, le fusioni saranno comunque divise
all’interno di tre categorie ben definite e quindi le differenze
sostanziali saranno unicamente di natura scenica. Bellissime da vedere
ma che alla fine non offrono quanto sperato.

Qualunque sia il vostro gruppo, qualunque sia il grado di distruzione,
lo svolgimento delle missioni procede quasi sempre nella stessa
maniera. Durante l’intera durata della storia vi ritroverete ad
affrontare orde di marveliane
creature, seguita poi da una fase d’esplorazione ridotta all’osso
in cui solo raramente è richiesto il completamento di semplici
puzzle; il tutto intervallato da alcune sequenze video in cui i
personaggi dialogano. A tal proposito spesso si deve scegliere la
risposta del nostro alter-ego, che potrà essere aggressiva,
diplomatica o più difensiva. Inutile dire che, escluso qualche
piccolo extra, le decisioni prese non andranno ad inficiare molto sul
proseguimento del gioco.

La componente action regala senza ombra di dubbio alcune ore di puro
divertimento, ma manca quella profondità che avrebbe reso
più interessante il titolo, soprattutto unendosi ad
un’impostazione ruolistica che ben si presenta.

Ogni personaggio acquisisce, scontro dopo scontro, una certa
quantità di punti esperienza grazie ai quali, ad ogni
superamento di livello, l’eroe in questione migliorerà le
sue prestazioni in battaglia. Gli upgrade
possibili non si limitano alle semplice potenza fisica, resistenza e
via dicendo ma potranno essere migliorati anche i colpi speciali di
ogni singolo protagonista. Sviluppando questi poteri è anche
possibile sbloccarne altri due secondari, che vanno quindi a sommarsi
ai due già presenti ad inizio avventura. Inoltre è
possibile associare ai personaggi delle medaglie capaci di aggiungere
poteri speciali e abilità prima inaccessibili. L’aggiunta
di una componente ruolistica rende l’esperienza di gioco
più profonda e soddisfacente ed aumenta nel giocatore la voglia
di portare a termine le missioni.

Da segnalare la presenza di numerosi extra e costumi segreti da sbloccare, che da sempre accompagnano queste produzioni.





Big Mess



Promossi a lead team sul progetto Marvel: La Grande Alleanza 2, i Vicarious Vision
hanno provveduto ad un restyling completo soprattutto della veste
grafica. Tutto suona e sembra migliorato rispetto al predecessore. Il
corposo gruppo di eroi ed antieroi può finalmente vantare
texture ad alta risoluzione e modelli poligonali al passo con la nuova
generazione che sicuramente faranno la felicità dei fan
più accaniti. I costumi sono stati ridisegnati per essere
più vicini alle ultime uscite del mondo Marvel e conferiscono un
certo carattere ai personaggi. Peccato che vederli in azione non
restituisca le stesse sensazioni: le ambientazioni scarne, spartane e
votate all’essenziale, sono teatro di sezioni di guerra alquanto
approssimativo. I nostri eroi sono dotati di animazioni a tratti
discutibili e poco apprezzabili, seguiti da una telecamera quasi timida
nell’arrivare alla media distanza. Le fusion, apprezzabili nel
loro concept, sono poi disgraziatamente mutilate da un comparto tecnico
che non riesce a restituire il fantasmagorico impatto di due super
poteri combinati: spesso le azioni in tag-team risultano
approssimative, quasi appena sbozzate, in un rallenty vecchio e
discutibile o con effetti “speciali” datati. Alle scelte
stilistiche seguono dei problemi di natura tecnica non trascurabili: il
motore grafico non è in grado di gestire la super-potenza dei
super-poteri, spesso incartandosi in cali di frame rate nelle
situazioni più concitate. Esplosioni e una buona quantità
di nemici a schermo diventeranno ben presto la bestia nera del
videogiocatore che, anche senza doti di preveggenza, potrà
facilmente prevedere l’arrivo di scontri poco fluidi e di
conseguenza poco divertenti. Manca completamente quell’impatto visivo
“pompato” ed aggressivo al quale le ultime realizzazioni di stampo
fumettistico ci hanno abituato.

Prive di carisma e di un qualsiasi appeal grafico anche le cut-scene
che avrebbero dovuto tirarci dentro la storia. Il racconto in massima
parte è fatto attraverso delle sequenze filmate che rispecchiano
la volontà di restituire quasi delle qualità filmiche al
titolo. Se da una parte il buon motion capture dei volti mostra una
certa sensazione di recitato, l’obiettivo in generale è
sicuramente fallito: le sequenze risultano scialbe e poco interessanti,
fino a dimostrarsi completamente marginali rispetto
all’esperienza complessiva di gioco. Una mediocrità che si
estende anche al comparto audio, privo di una colonna sonora
d’impatto che faccia da sottofondo e spinga l’azione. Per
fortuna il doppiaggio curato e l’aggiunta di effetti sonori tutto
sommato interessanti (il ruggito di Wolverine durante i Wounding
Strikes è un piacere che difficilmente vorrete negarvi) riescono
comunque ad arricchire un’esperienza di gioco che rischiava di
risultare eccessivamente insipida.





La Grande Alleanza 1.5



Il ritorno de La Grande Alleanza è sicuramente gradito da tutti i fan della saga. Il prodotto targato Activision
punta essenzialmente su quanto di buono fatto nel precedente capitolo.
I punti forti del gioco restano ancora un gameplay frenetico e
divertente ed una miriade di personaggi giocabili; ad unire il tutto
l’atmosfera che solo nelle opere Marvel si può trovare.
Purtroppo però appare evidente che i cambiamenti apportati al
titolo siano davvero pochi: fatta eccezione per le fusioni vi
sembrerà di giocare ad una versione aggiornata del predecessore.

Rocksteady ha ampiamente dimostrato che non servono budget
milionari per essere creativi e confezionare un titolo che vada oltre
la semplice trasposizione del comic/film. Paragonato a Batman: Arkham Asylum, Marvel: La Grande Alleanza 2 sfigura visibilmente.

Nonostante i difetti elencati i vostri supereroi vi regaleranno
comunque piacevoli ore di gioco. Ma solo piacevoli, nulla di super.