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Recensione di Lost

Recensione di Lost di Console Tribe

di: Redazione

Il primo episodio di Lost viene trasmesso negli USA dalla ABC
il 22 settembre 2004. E’ un successo straordinario: suspence,
avventura, mistero ed enigmatici protagonisti incollano davanti allo
schermo milioni di telespettatori. I geniali autori J.J. Abrams, Damon
Lindelof, Jeffrey Lieber riescono a trovare un equilibrio perfetto tra
le numerosissime tematiche affrontate nel serial: il bianco e il nero,
il conflitto emotivo di molti protagonisti con il proprio padre e
l’opportunità di redenzione dall’oscuro passato, nonchè i misteri
dell’isola stessa. La forza di Lost si rivela presto la forte
caratterizzazione dei personaggi, costretti a misurare i propri
problemi esistenziali relazionandosi con grandi difficoltà
interpersonali e, allo stesso tempo, costretti a sopravvivere in un
luogo selvaggio e misterioso.

Queste sono le sensazioni e le emozioni che Ubisoft Montreal, cerca di trasmettere con l’avventura LOST: Via Domus.




Survivors



Lo schianto del volo Oceanic 815 è l’evento catastrofico da cui tutto
ha inizio: 72 passeggeri sopravvivono al disastro aereo e si trovano in
un’isola del pacifico, apparentemente deserta. Via Domus ospita
sull’aereo proveniente dall’Australia un passeggero che nella serie tv
non esiste: è lui il personaggio principale della nostra avventura.
Risvegliandoci sulla spiaggia ci accorgiamo di essere vittima di una
forte amnesia: far luce sulla nostra identità,sul nostro passato, sullo
scopo del nostro viaggio, è l’unico modo possibile per superare la
diffidenza degli altri superstiti, farceli amici e trovare la strada di
casa.

L’avventura è suddivisa in sette episodi distinti, introdotti da una
sintesi di quanto successo nei capitoli precedenti e caratterizzati da
un finale ad effetto. Elliot Maslow (il personaggio principale)
comincerà a rivivere alcuni episodi chiave della sua vita mediante la
visione di alcuni flashback, nei quali avremo la possibilità di
ricostruire il suo passato servendoci dell’unico mezzo a nostra
disposizione: la macchina fotografica. All’inizio di ogni ricordo,
verrà mostrata una fotografia semidistrutta con solo alcuni frammenti
visibili. Con questi pezzi occorre cercare di immortalare la scena
esatta per completare il ricordo. In tali aree potremo aiutare il
protagonista a ricostruire gli eventi dimenticati tramite il
ritrovamento di diversi oggetti, come ad esempio giornali, foto, diari,
computer. Ciascun flashback si compone di tre oggetti, trovandoli tutti
sarà possibile sbloccare un obiettivo. Una volta conquistata la fiducia
dei nostri compagni di sventura, si potrà accedere con libertà sempre
crescente all’isola ed interagire con diversi personaggi della serie,
tra cui Jack, Kate, Locke, Sawyer, Charlie e molti altri.

L’isola è riprodotta egregiamente e rispecchia in pieno la sua
controparte “reale”. Oltre alla spiaggia con i rifugi dei superstiti,
nell’isola è presente una giungla simile a quella dell’isola hawaiana
di Oahu (sede principale delle riprese), con l’immancabile presenza del
Black Smoke,
il cui scopo è quello di fare la guardia all’isola. Orientarsi nella
giungla può sembrare inizialmente complicato, ma presto diventa
piuttosto facile: per spostarsi si fa ricorso a piccoli segnali, che
possono essere bandiere o pezzi dell’aeroplano, una volta avvicinatosi,
premendo A è possibile vedere dove si trova il prossimo, e così via
fino alla fine. Una volta raggiunta una meta, per ritornarci non sarà
necessario ripercorrere l’intera strada, perchè appena entrati nella
giungla una finestra di pop-up ci chiederà in che luogo vorremo andare.
Ovviamente si può anche rifare l’intera strada. Attraversando la
giungla, sarà possibile trovare alcuni dei luoghi principali visti nel
telefilm, tra cui la Botola, Il Territorio Oscuro, la Roccia Nera, La Stazione del Fuoco
ed altri; sarà inoltre possibile trovare vari oggetti, tra cui cibo,
acqua, libri, torce oppure barrette energetiche, necessari nel
proseguimento del gioco, in quanto consentono di ricaricare l’energia
vitale e di ottenere altri oggetti necessari per il progredire
dell’avventura con gli altri personaggi presenti nell’isola.
Un’ulteriore novità che LOST: Via Domus introduce è
l’importanza dei pannelli elettrici che daranno accesso a quasi tutte
le zone esplorabili nel gioco: per utilizzare i pannelli, sarà
necessario sfruttare dei fusibili, il cui compito è quello di deviare
l’energia elettrica dalla sorgente originaria a quella di arrivo. I
fusibili sono di tre tipi ed hanno forme diverse e ognuno di questi
consuma più o meno energia. Una volta che l’energia arriva al pannello
di arrivo con il voltaggio richiesto, l’enigma sarà superato.

Purtroppo oltre a questi pannelli ci sono pochi altri enigmi, quasi mai
interessanti e sempre troppo semplici, che deluderanno non poco gli
amanti delle avventure più complesse e gratificanti. Si va avanti
nell’avventura quasi per inerzia, avvertendo raramente l’atmosfera
fantastica che così tanto distingue il serial tv. L’approccio e il
dialogo con gli altri sopravvissuti sono molto superficiali, manca
qualsiasi confronto e scontro di idee, mai si affrontano i temi
ricorrenti in quasi ogni episodio del serial, mai si avverte la
sensazione di vivere in gruppo e di essere per questo utile l’uno
all’altro, mai si gratifica il desiderio esplorativo che il gioco
promette ma mai mantiene. Elliot, inoltre, è un protagonista poco
carismatico, comparsa degli avvenimenti importanti che lo circondano e
la sua storia di tradimento, amore e redenzione lascia con l’amaro in
bocca per la mediocrità con cui è narrata è vissuta durante il gioco.


Oahu, Hawaii



Delusi da una storia zoppicante e da un gameplay piuttosto elementare
ritroviamo però l’atmosfera del serial nell’ottima realizzazione
grafica. Le ambientazioni riescono a trasmettere le sensazioni di
spazio sconfinato quando ammiriamo un coloratissimo tramonto dalla
spiaggia dell’isola o di opprimente claustrofobia quando ci troviamo
nei meandri della fitta giungla o delle buie caverne illuminate dalla
flebile fiamma delle nostre torce. La realizzazione dei personaggi è
quasi sempre di alto livello grazie alla fluidità dei loro movimenti e
alle ottime textures dei volti e degli abiti; peccato per alcune
espressioni facciali (degli occhi in particolare) che risultano forzate
e poco verosimili. Da segnalare un fastidioso e frequente effetto tearing che si verifica nelle situazioni più concitate.

Seppur di buon livello, l’aspetto sonoro non risulta altrettanto
curato. Purtroppo la localizzazione in lingua italiana non ha
beneficiato delle voci degli ottimi doppiatori originali: Vittorio
Guerrieri (Jack), Fabio Boccanera (Sawyer), Rodolfo Bianchi (Loke)
e tutti gli altri sono stati sostituiti da voci anonime e molto simili
tra loro. Imbarazzante il doppiaggio stereotipato dell’iracheno Sayid.
Gli effetti sonori invece sono ben realizzati e ricreano ottimamente
l’atmosfera di ogni scenario: menzione particolare per il rumore
pauroso emanato dal Black Smoke, campionato direttamente dalla serie.
Eccellente la colonna sonora affidata al grandissimo compositore
americano Michael Giacchino, nato nei videogiochi con Jurassic Park (premiato nel 2004 per Call of Duty) e poi portato in gloria da Hollywood proprio con Lost (Emmy Awards 2005) e Ratatouille (Grammy Award 2008).




Alone in the island for few times



Dopo aver familiarizzato con il sistema di controllo e con la logica
ripetitiva degli enigmi proposti, riportare a casa Elliot Maslow si
rivela piuttosto semplice. Il gioco si porta a termine in circa 5/6 ore
a causa del livello di difficoltà calibrato decisamente verso il basso,
della limitata interazione con l’ambiente e con i personaggi e della
disarmante linearità del plot narrativo. Nonostante il gioco consenta
di rigiocare i singoli capitoli, difficilmente si ha lo stimolo di
farlo. Non è previsto nessun tipo di supporto a Xbox Live!




Via Domus



Riuscire a condensare in un unica avventura la complessità di un serial come Lost ha
evidentemente costretto Ubisoft Montreal a raggiungere dei difficili
compromessi. La scelta è stata quella di proporre una storia
completamente slegata dalla sceneggiatura originale in chiave
action-adventure che soddisfa solo i giocatori meno esigenti. Via Domus delude
sia fan per li pochi elementi in comune alla serie originale, sia i
neofiti per la superficialità della storia e del gameplay. Alto invece
il livello dalle realizzazione tecnica che si dimostra all’altezza
delle produzioni recenti più blasonate. In conclusione ci sentiamo di
consigliare LOST: Via Domus a chi non si lascia sfuggire
niente dell’universo creato da J.J. Abrams e a chi vuole avvicinarsi
senza pretese al genere adventure.



PRO

  • Buona realizzazione tecnica
  • Ambientazioni molto fedeli a quelle originali
  • Colonna sonora firmata Michael Giacchino





CONTRO


  • Plot narrativo privo dell’atmosfera originale
  • Protagonista anonimo
  • Gameplay troppo elementare
  • Non ci sono le voci originali
  • Poche ore di gioco effettivo