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Recensione Recensione di Il Signore degli Anelli: La Conquista

Recensione di Il Signore degli Anelli: La Conquista di Console Tribe

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida
Chi non ha sentito parlare almeno una volta de Il Signore degli Anelli?
Qualora siate atterrati di recente sul pianeta Terra e ne foste quasi completamente all’oscuro, vi basti sapere che si tratta di una delle più imponenti produzioni letterarie del secolo scorso. Partorito dalla geniale penna di John Ronald Reuel Tolkien, tutt’oggi riconosciuto come uno dei più carismatici padri fondatori del genere fantasy, il romanzo venne pubblicato negli anni ’50 in tre volumi e tradotto in ben 38 lingue, ritagliandosi di fatto un posto d’onore fra i più importanti lavori di finzione immaginaria del novecento.

Quando un’opera letteraria “contamina” un videogioco…

Ma come può un libro generare un influsso mediatico e culturale di tale portata? Probabilmente la risposta è più semplice di quanto si possa immaginare ed è sicuramente da ricercare nell’universo fantasy pennellato ad arte dall’estroso scrittore inglese.
Atmosfere fantastiche, variegati personaggi nati da una fervida fantasia, battaglie epiche ed intrecci infiniti: questi gli elementi chiave di una trama tanto affascinante quanto capace di appassionare senza particolari difficoltà, a meno che non odiate a morte il genere in questione.
Gli eventi narrati, inseriti con cura meticolosa in un mondo immaginario, propongono quasi in chiave mitologica la lotta senza tregua tra il bene ed il male, esaltandone la solennità dei conflitti.

Volendo riassumere in poche parole i contenuti dell’opera vi potremmo dire, senza girarci troppo intorno, che il ruolo principale spetta ad un anello, un potente oggetto magico che, se indossato dall’Oscuro Sire, metterebbe a repentaglio la pace delle genti della Terra di Mezzo. Nove rappresentanti dei Popoli Liberi costituiscono quindi la Compagnia dell’Anello con l’obiettivo di distruggere il potente gioiello gettandolo nella lava del Monte Fato, scongiurando di conseguenza un’epoca di distruzione e malignità.

La saga Tolkeniana in questi ultimi anni si è prestata a svariati adattamenti, tanto da attirare l’attenzione del regista Peter Jackson che ne ha sapientemente realizzato la trilogia originale per il mondo della celluloide. Successivamente anche l’industria videoludica ha mostrato il suo interesse proponendo ai videogiocatori diversi titoli in grado di far rivivere, pad alla mano, i passaggi già visti nelle trasposizioni cinematografiche. E’ seguendo questa scia che gli stessi sviluppatori di Star Wars: Battlefront ci presentano Il Signore degli Anelli: la Conquista, che grazie alla licenza acquisita da Electronic Arts (da sempre publisher della saga), ci riporta l’atmosfera tipica della trilogia con tanto di musiche originali e fedeli riproduzioni poligonali dei protagonisti.

I paladini del bene ed i seguaci del male

Ve lo diciamo già da adesso: ogni volta che ci troviamo tra le mani un gioco su licenza, il nostro timore più grande è che il titolo in analisi possa sprofondare nella mediocrità più estrema, così come spesso avviene (ed è avvenuto) per ulteriori titoli appartenenti alla lunga schiera dei tie-in e spin-off. Ma noi quest’oggi non vogliamo essere catastrofisti, non vogliamo neanche lontanamente pensarci, pertanto privandoci di ogni forma di eventuale pregiudizio, vi guideremo per mano alla scoperta del titolo in questione, riconoscendone pregi e difetti sino ad emettere un giudizio consono al valore effettivo dell’ultima fatica dei ragazzi di Pandemic.
Una volta avviato il gioco ci troviamo dinanzi ad un menu che di certo non nasconde il suo particolare appeal visivo, caratterizzato pure da musiche di sottofondo che sin da subito si rivelano in grado di catapultarci nell’epicità che il titolo ha intenzione di offrire. Ciò che salta immediatamente all’occhio è la disposizione delle varie modalità di gioco, difatti sebbene le opzioni selezionabili siano soltanto tre, la voce relativa al multiplayer spicca in alto prima delle altre, lasciando presagire la chiara intenzione del titolo di voler fare del reparto online il suo punto forte, proponendo tuttavia anche un’esperienza single player. Quest’ultima si sviluppa attraverso lo svolgimento di due distinte campagne di gioco: nella prima vivremo la storia della Compagnia dell’Anello fino al relativo epilogo a Mordor, mentre nella seconda avremo la possibilità di vivere tutto ciò che sarebbe avvenuto nel caso in cui Frodo non fosse riuscito a distruggere l’anello. Sostanzialmente si tratta quindi dell’opportunità di schierarci dalla parte dei paladini del bene piuttosto che a fianco dei seguaci del male. Per questa ragione, la seconda battaglia, aggiunge di fatto un’atipica variazione sul tema, introducendo pertanto una sequenza di eventi del tutto ipotetica, non contemplata in alcun modo dall’opera originale né tanto meno dalla trilogia cinematografica.
Alle due campagne si aggiunge la modalità denominata Azione Istantanea, nella quale avremo modo di creare una partita personalizzata selezionando una delle tredici location a nostra disposizione e scegliendo se portare a termine dei match contro la CPU in una delle seguenti modalità: Conquista, Prendi l’Anello, Deathmatch a Squadre e la relativa diversificazione Eroi.

Ciascuna delle due campagne di gioco – La guerra dell’Anello per il bene e l’Ascesa di Sauron per il male – è composta da un determinato numero di missioni caratterizzate a loro volta da diversi obiettivi da portare a termine. A tal proposito va detto che potremo schierarci con le forze del male solo dopo aver completato con successo le battaglie a fianco dei paladini del bene.
I livelli di difficoltà che ci vengono offerti sono tre, tra i quali spicca quello leggendario sbloccabile solo finendo il gioco a livello intermedio, definito eroico.
Il gameplay messo a punto dai ragazzi di Pandemic è piuttosto semplice e privo di qualsivoglia innovazione, difatti fondamentalmente non dovremo far altro che conquistare delle aree e mantenerne il possesso per un determinato periodo di tempo, sbaragliando l’ingente numero di nemici che ci si parerà contro e avendo cura di gestire al meglio le forze in campo.
Per riuscire nell’impresa avremo l’opportunità di vestire i panni di personaggi appartenenti a quattro diverse classi che si renderanno via via disponibili: guerriero, arciere, stregone ed esploratore.
Sin dalle prime battute di gioco è facile notare come ISDA: la Conquista presenti chiaramente le classiche meccaniche di gioco riscontrabili in un comune Hack ‘n’ Slash, rivelandosi però eccessivamente di facile assimilazione e votato all’azione frenetica ed istantanea, senza purtroppo rivolgere un occhio attento a tatticismi e ragionamenti strategici che ne avrebbero invece accresciuto la validità.

Tornando a parlare delle classi disponibili, ciascuna di esse è caratterizzata da differenti attacchi base ed attacchi speciali, quest’ultimi utilizzabili consumando un’apposita barra posta sulla parte inferiore destra dello schermo. Tale barra, di colore arancio, rappresenta la forza fisica a nostra disposizione e, seppur possa sembrare un paradosso, si riempirà abbattendo i numerosi ostili che ostacoleranno il nostro cammino. Sulla parte inferiore sinistra, invece, possiamo notare la barra indicante il nostro stato di salute, stavolta di colore verde; qualora ci trovassimo in fin di vita ci basterà raccogliere delle apposite sfere che saranno rilasciate sul terreno dalla maggior parte dei nemici. Utile, ma non indispensabile, si rivela il piccolo radar posto sulla parte superiore destra dello schermo, avente la funzione di indicatore di posizione dei diversi avversari sparsi per il campo di battaglia.

Quattro modi di intendere la battaglia

Dal momento che le classi disponibili sia per i buoni che per i cattivi sono identiche per genere ed abilità speciali, variando solo per estetica, vi offriamo adesso una dettagliata panoramica di quelli che sono i pregi e difetti di ognuna di loro.
Il guerriero si rivela efficace negli scontri ravvicinati, sferrando attacchi di grande potenza affidandosi esclusivamente all’arma bianca per eccellenza, ovvero la spada. Può contare su tre diversi livelli di attacco oltre alla possibilità di sfoggiare attacchi speciali di notevole forza mediante l’azione della spada infuocata. Lascia invece a desiderare nella difesa, in particolar modo risulta parecchio vulnerabile alle magie o frecce.
Se preferite gli scontri dalla distanza, l’arciere è quello che fa per voi, infatti è in grado di intimidire il nemico lanciando frecce ad ampio raggio, frecce avvelenate e frecce infuocate, queste ultime utili a mettere a tappeto diversi avversari in un sol colpo. Per quanto riguarda la resistenza agli attacchi corpo a corpo non è esattamente il combattente ideale, difatti può difendersi solo dando calci.
Lo stregone, come potete facilmente immaginare, fa della magia il suo punto forte, potendo contare su incantesimi sia curativi che offensivi. E’ in grado infatti di rigenerare se stesso e gli alleati nelle vicinanze. Quanto agli attacchi speciali, può creare cerchi di fuoco, scaturire onde d’urto e lanciare fulmini, compromettendo di conseguenza la mera forza bruta esibita da qualsiasi avversario. La pressione del tasto parata, inoltre, garantisce una particolare difesa grazie alla creazione di un’ampolla energetica che protegge l’esecutore e chiunque vi sia all’interno.
L’ultima classe disponibile vede protagonista l’esploratore, il quale si presenta indubbiamente come il combattente più agile e furtivo che potremo utilizzare. La caratteristica che lo differenzia nettamente dagli altri è la facoltà di rendersi quasi del tutto invisibile, così da poter uccidere alle spalle in modo silenzioso e senza alcuna chance di contrattacco da parte del nemico. A ciò si aggiunge il lancio di particolari sfere esplosive nonché di attacchi corpo a corpo rapidi e agevolati dal sapiente utilizzo dei coltelli impugnati.

Durante lo stesso svolgimento di una missione, sarà possibile cambiare classe semplicemente avvicinandosi a singolari sculture di pietra, talvolta posizionate sulla mappa in base al conseguimento di un determinato obiettivo. In alcuni punti prestabiliti avremo pure la possibilità di vestire i panni dei differenti eroi della saga, tutti fedeli alla loro controparte cinematografica. Tra questi possiamo citare Legolas, Eowyn, Gandalf, Gimli e Aragorn per le forze del bene, e la Bocca di Sauron, Saruman, il Signore degli Stregoni e uno dei Nazgul per il male. Quantunque ogni eroe disponga di maggiore potenza, resistenza e velocità, appartiene tuttavia ad una delle quattro classi poco sopra analizzate, con tanto di pregi e difetti.

Nonostante la varietà dei personaggi sia apprezzabile, vi possiamo assicurare che vi ritroverete ad usare solo alcuni di questi, specie a causa di un evidente sbilanciamento di cui il gameplay è afflitto.
Vi accorgerete infatti di quanto sia mal calibrata la gestione dei danni in relazione alla classe utilizzata: basti sapere che paradossalmente farà più danno un calcio dell’arciere di quanto ne faccia il guerriero sguainando la propria spada. Sentirete pertanto la necessità di impersonare quelli che tutto sommato si rivelano i personaggi più versatili e solidi, come ad esempio lo stregone e l’esploratore. All’imprecisa gestione dei danni si aggiunge purtroppo pure una quasi insufficiente intelligenza artificiale degli alleati, i quali si dimostreranno il più delle volte totalmente inutili e si getteranno letteralmente tra le braccia dei nemici, perdendo di conseguenza la vita per mezzo di un suicidio grottescamente volontario. Scordatevi quindi di loro, non potrete farne affidamento, nemmeno nelle situazioni da cappio al collo in cui gli orchetti saranno numerosi come le foglie della foresta. E che dire delle cosiddette situazioni bloccanti? Un disastro! E’ proprio in questi frangenti che faremo la conoscenza del reparto tecnico assolutamente invalidante ed insufficiente. Per dirla breve, in certe circostanze sarete costretti a suicidarvi pur di riavviare una porzione di missione oramai “bloccata” e che di fatto impedisce il proseguo. Ad esempio un nemico che deve essere sfidato ed ucciso potreste ritrovarvelo in una zona del tutto inaccessibile, stessa cosa dicasi per un oggetto o una chiave necessari per la corretta continuazione della campagna. Gli errori di questo tipo sono numerosi e logicamente vanno ad inficiare l’intera esperienza di gioco rendendo frustrante qualcosa che poteva invece rivelarsi divertente. Un vero peccato.
Abbiamo inoltre notato alcune inesattezze riguardo la narrazione di alcuni eventi, ma lasciamo che siate voi stessi ad accorgervene, non abbiamo affatto l’intenzione di rovinarvi la “sorpresa”.

Tutti insieme per l’Anello

Selezionando dal menu principale la modalità multiplayer potremo scegliere se partecipare ad una partita classificata, ad una partita pubblica con avversari del tutto casuali oppure a partite private con amici. Qualunque sia la nostra scelta, avremo a disposizione le seguenti modalità: Deathmatch a Squadre, Eroi, Conquista e Prendi l’Anello.
Il Deathmatch a Squadre riprende chiaramente quanto già visto in altri titoli fruibili online, per cui anche qui avremo a che fare con la scelta di una fazione a cui aggregarci e garantire il miglior punteggio al nostro team. Sedici è il numero massimo dei partecipanti: otto per la squadra del bene ed altrettanti otto per quella del male. L’obiettivo portante di tale modalità è mettere a segno quante più uccisioni possibili, raggiungendo prima degli avversari determinati tetti di punteggio. Gli attacchi eseguibili ed i personaggi utilizzabili sono praticamente gli stessi delle due campagne single player, compresa la facoltà di impersonare eroi al raggiungimento di punteggi prestabiliti.
La modalità Eroi differisce dal Deathmatch a Squadre esclusivamente per via dell’immediata possibilità di selezionare il nostro eroe preferito senza prima aver sfoggiato obbligatoriamente buone prestazioni in battaglia.
La modalità Conquista, non a caso, ricalca esattamente le medesime dinamiche offerte dalla doppia campagna: le forze del bene e del male partiranno da aree opposte con l’obiettivo di conquistare delle zone prefissate; si aggiudicherà la vittoria la squadra che per prima riuscirà a porre il proprio stendardo su tutti i territori.
Prendi l’Anello si presenta essenzialmente come una sorta di “cattura la bandiera”, difatti ciascuna delle due squadre in disputa dovrà trovare l’anello del potere e portarlo in luoghi prestabiliti prima ancora che ci riescano i rispettivi oppositori.
Nonostante il titolo dia l’impressione di puntare parecchio sull’online, ci si accorge senza esitazione che la longevità delle modalità fruibili in rete non è esattamente il massimo, infatti se in un primo momento sembra quasi ci si possa divertire, tale sensazione viene immediatamente a mancare dopo appena un paio d’ore di gioco, complice soprattutto il ricchissimo panorama di titoli dotati di un online ben più valido.
Dal punto di vista strutturale non abbiamo riscontrato particolari problemi inerenti a disconnessioni o lag, e le lobby appaiono stabili e di facile ricerca, senza eccessive perdite di tempo tra una partita ed un’altra. Ma purtroppo ciò non basta a mitigare le carenze di un reparto online che di fatto non offre motivi per essere giocato a lungo termine. Si poteva fare decisamente di meglio, sembra quasi un’occasione mancata o quantomeno sfruttata male.

La battaglia si avvia ad una conclusione

Il Signore degli Anelli: la Conquista si presenta con un motore grafico non in linea con gli standard delle migliori produzioni dell’attuale generazione e non riesce purtroppo a guadagnarsi nemmeno una sufficienza risicata. Considerando il valore della licenza su cui il titolo si basa, ci saremmo aspettati dei risultati ben diversi, ma così non è stato. Quantunque la realizzazione dei modelli poligonali dei personaggi sia accettabile, attestandosi nella media, l’intero comparto tecnico fa acqua da tutte le parti. Ad esempio le animazioni dei protagonisti appaiono estremamente limitate e si ha quasi la percezione che le movenze siano ridotte all’osso, ripetendosi all’infinito. Gli ambienti risultano eccessivamente spogli e poveri di dettagli, rivestiti tra l’altro da texture in bassa definizione di infima qualità e, come per le animazioni, ripetitive. A tutto ciò si aggiunge l’esistenza di diversi bug grafici, come ad esempio ricorrenti compenetrazioni tra poligoni ed ingiustificabili fenomeni di bad-clipping. Durante le fasi di gioco più movimentate si assiste a sporadici cali di frame rate che per fortuna non pregiudicano in alcun modo la giocabilità, ma dato lo scarso appeal visivo ed il basso numero di poligoni da gestire, ci saremmo aspettati quantomeno una fluidità eccellente. Discreti invece i giochi d’ombra ed i riflessi di luce sul vestiario dei combattenti, così come alcuni effetti grafici apprezzabili durante l’esecuzione di certi attacchi speciali.

Rivolgendo la nostra attenzione alla giocabilità non possiamo certo dire di aver cambiato idea, tutt’altro. Siamo di fronte ad un’intelligenza artificiale di dubbia credibilità, soprattutto per quanto riguarda i nostri alleati che, come detto qualche paragrafo sopra, ce la metteranno tutta pur di farsi mandare a tappeto. La monotonia prenderà il sopravvento quando con l’amaro in bocca realizzeremo che ogni missione è uguale ad un’altra, alimentando tanta noia e qualche sbadiglio.
I campi di battaglia offrono un tasso di distruttibilità o interazione assolutamente nullo, eccezion fatta per alcuni scenari dove dovremo incendiare degli accampamenti.

A far sollevare parzialmente l’ago della bilancia, ci pensa un comparto sonoro che, pur non dimostrandosi uno dei migliori, si rivela di buona fattura grazie alle musiche originali arrangiate da Howard Shore, ovvero il compositore dell’autentica colonna sonora de Il Signore degli Anelli.
Passando per il doppiaggio, il rammarico è che quest’ultimo non sia stato affidato allo stesso cast di doppiatori della trilogia cinematografica, ma nonostante ciò riesce a proporre alcune voci interessanti ma mescolate purtroppo ad altre poco efficaci.

Le forze del male hanno preso il sopravvento

Concludendo, Il Signore degli Anelli: la Conquista risulta essere un titolo sorretto da un comparto tecnico tutt’altro che sufficiente e caratterizzato da una giocabilità incrinata da una I.A. davvero deprecabile.
Molti storceranno il naso sin dalle prime battute di gioco, mentre i numerosi appassionati della saga Tolkeniana non faranno altro che maturare un senso di sconforto generale, proprio perché la qualità generale non rende giustizia alla maestosità dell’opera letteraria nonché alla trasposizione cinematografica.
La nostra speranza è che un giorno Electronic Arts riesca a sfruttare al meglio la licenza a propria disposizione, sfornando un titolo degno di nota. Nel frattempo, volgete lo sguardo altrove.