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Recensione di F1 2010

Recensione di F1 2010 di Console Tribe

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Nonostante l’attuale panorama dei racing game pulluli di un gran numero di esponenti, alcuni dei quali di innegabile valore, gli appassionati delle competizioni a quattro ruote sentivano però la mancanza di un nuovo titolo dedicato all’affascinante mondo della Formula Uno. L’ultima apparizione sulle attuali console – escludendo il recente F1 2009 rilasciato su Wii e PSP nel 2009 – risale al 27 marzo del 2007, quando l’irruzione della PS3 sul mercato veniva accompagnata da un certo Formula One Championship Edition, sviluppato da SCE Studio Liverpool e pubblicato da Sony Computer Entertainment.
Oggi, a oltre tre anni di distanza, la licenza ufficiale è passata nelle mani degli sviluppatori di Codemasters, già celebri per aver sfornato alcuni dei racing game più pregevoli dell’attuale generazione di console, come ad esempio Race Driver: GRID e Colin McRae: DiRT 2.
Dati i precedenti lavori, quindi, è lecito aspettarsi il meglio anche per F1 2010, le cui aspettative non potevano che essere alle stelle.
Per scoprire se il talentuoso team inglese sia riuscito a fare nuovamente breccia nei cuori degli appassionati delle quattro ruote, non vi resta che proseguire con la lettura.

Alla conquista del gradino più alto del podio

Non appena abbiamo avviato il disco, ci siamo subito ritrovati all’interno di una sala stampa intenti a rispondere ad una serie di domande posteci da una giornalista sportiva. E quest’inconsueta accoglienza non è altro che un simpatico diversivo utile alla creazione del nostro pilota virtuale. Scelto un nome ed una nazionalità, saremo chiamati a firmare il nostro primo contratto in base alla durata della nostra Carriera: 3, 5 o 7 anni. Optando per sole tre stagioni, potremo decidere di correre sin da subito per uno dei top team del mondiale, viceversa partiremo dalla gavetta. A prescindere dalla durata scelta, comunque, l’obiettivo principale della nostra Carriera sarà quello di conquistare la vetta più alta della classifica inanellando vittorie e pole position, impressionando allo stesso tempo la stampa del settore e partecipando attivamente alla “ricerca e sviluppo” della nostra monoposto.

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Se durante le prime fasi della carriera il nostro team manager si accontenterà della zona bassa della classifica, dichiarandosi entusiasta persino di un nostro quindicesimo posto, andando avanti dovremo dimostrare di saperci fare davvero, battendo pure il nostro compagno di squadra ed ottenendo quindi l’ambito ruolo di “prima guida”. Raggiunto questo status, avremo il vantaggio di provare in anteprima gli “upgrade” da destinare allo sviluppo della monoposto, migliorandone di conseguenza le prestazioni nonché l’affidabilità.
Gara dopo gara, ogni piazzamento farà salire il nostro livello pilota, attirando via via l’attenzione delle altre scuderie che non mancheranno di offrirci dei contratti a dir poco stuzzicanti. Più il nostro nome sarà sinonimo di campione, più la stampa e gli sponsor verranno a bussare alla porta del nostro motorhome. Ogni volta che conquisteremo il podio, poi, parteciperemo alle tipiche conferenze stampa post-gara che, spesso e volentieri, abbiamo visto in televisione. In questi frangenti, così come avvenuto all’avvio del gioco, saremo chiamati a rispondere ad una serie di domande scegliendo la risposta più opportuna tra quelle proposte attraverso un semplicissimo sistema di scelta multipla. Va da sé che in base alle risposte date otterremo delle diverse reazioni da parte del nostro team, suscitando ammirazione o contrarietà. Ma questa che durante le prime battute di gioco potremmo definire una chicca intrigante, a lungo andare si rivela invece una “farcitura” forzata, ripetitiva e banale, soprattutto per lo scarso campionario di frasi a nostra disposizione.

Oltre alla corposa Carriera, il titolo Codemasters ci mette a disposizione le seguenti modalità di gioco: Gran Premio, Sfida a tempo e Multigiocatore.
Ma andiamo con ordine.
La prima, come già lo stesso nome suggerisce, rappresenta la tipica Gara Veloce dove, una volta scelti il nostro pilota e pista preferiti, non ci resterà altro da fare che conquistare il gradino più alto del podio. In questa modalità, inoltre, è possibile creare una sorta di campionato personalizzato attraverso la selezione manuale di un numero variabile di tracciati, fino a rivivere, perché no, tutto il calendario ufficiale “indossando il casco” di un “big”.
La Sfida a Tempo, invece, si dimostra più interessante di quanto il nome stesso riesca a suggerire. In questa modalità infatti possiamo sia correre in solitaria in qualsiasi circuito tentando di battere il nostro miglior tempo, sia affrontare i “ghost” dei migliori giocatori al mondo. Ma non è tutto. L’offerta si dilata ulteriormente grazie alla possibilità di potersi misurare con i propri amici, passandosi letteralmente di mano in mano il pad o il volante. Ovviamente vince chi riesce a registrare il miglior tempo entro un tot numero di tentativi.
L’immancabile modalità Multigiocatore, infine, permette di scendere in pista online insieme ad altri 11 giocatori, prendendo parte a gare singole, campionati personalizzati e gare di resistenza. Ovviamente, come in ogni racing game che si rispetti, anche in F1 2010 ci viene concessa la totale customizzazione di ogni sessione online, dal numero di giri all’eventuale obbligo della sessione di qualifica. Da questo punto di vista, la gestione delle lobby di gioco ci è sembrata intuitiva e funzionale, quantunque l’ingresso in partita si sia rivelato più di una volta problematico, con conseguente messaggio di errore mostrato a schermo.

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Simulazione per tutti

Il modello di guida messo a punto dagli sviluppatori di Codemasters non poteva che riprendere quanto offerto da Race Driver: GRID e DiRT 2. Anche in F1 2010 è possibile difatti personalizzare le diverse impostazioni di guida in base alle proprie skill e al tasso di realismo ricercato. I parametri modificabili riguardano inevitabilmente il controllo della trazione (off, medio, completo), l’ABS, la traiettoria ideale in pista (off, solo curve o completa), il servofreno, il cambio (automatico o manuale), i danni, il livello di difficoltà, il consumo di carburante e l’usura delle gomme. Come potete immaginare, abilitando o disabilitando più voci otterrete un feeling di guida differente, passando da una guidabilità di stampo pressoché arcade ad una più simulativa.
A prescindere dagli aiuti di guida selezionati, il sistema di controllo si è rivelato ottimale in tutte le circostanze: la monoposto risponde in maniera precisa sia che si giochi col volante sia che si prediliga il pad. Logicamente, viaggiando a velocità sostenute, durante l’impostazione delle curve è richiesta la massima concentrazione possibile, onde evitare di perdere il punto di corda ideale e compromettere irrimediabilmente la propria prestazione.
Qualora vi reputiate dei veterani del genere, il nostro consiglio è quello di disabilitare tutti gli aiuti e godervi quanto di meglio F1 2010 ha da offrire (optando possibilmente per la nota visuale cockpit). Ad esempio non potendo contare sul controllo della trazione e sull’ABS, dovrete necessariamente imparare a dosare il gas e la pressione sui freni, a meno che la vostra più grande passione non sia mandare l’auto in testacoda. A tal proposito non possiamo non menzionare la presenza dei cosiddetti flashback, peraltro già visti in Race Driver: GRID e Forza Motorsport 3 (seppur battezzati diversamente). Quest’ultimi, per i pochi che non lo sapessero, vi permettono di tornare indietro nel tempo di appena una manciata di secondi, sufficienti per cancellare l’errore commesso pochi istanti prima ed evitare di commetterlo di nuovo. Se questa scelta degli sviluppatori da un lato riesce a far storcere il naso ai più esperti, dall’altro bisogna riconoscere che nessuno vi obbliga ad usarli. Ad ogni modo vi garantiamo che non riuscirete a farne a meno quando vi capiterà di compiere una manovra azzardata all’ultimo giro innescando un testacoda. A voi la scelta.
Prima di ogni gara, esattamente come ci aspettavamo, possiamo intervenire sulla messa a punto della monoposto modificando svariati parametri e scegliendo la mescola delle gomme in base alle condizioni climatiche. Le voci regolabili riguardano la deportanza, la rigidità delle sospensioni, il bilanciamento dei freni, la lunghezza dei rapporti, l’allineamento e il carico della vettura. Ogni assetto può essere poi salvato e riutilizzato ogni volta che volete. I meno avvezzi, comunque, non disperino: accanto alla personalizzazione manuale del setup della vettura, gli sviluppatori di Codemasters hanno pensato bene di offrire all’utente medio un set di assetti precaricati la cui fruibilità risulta dunque immediata. Avremmo gradito la presenza della telemetria ma a quanto pare gli sviluppatori l’hanno evitata a piè pari.
Rivolgendo la nostra attenzione alla gestione dei danni, non possiamo non esprimere le nostre perplessità. È vero, i danni coinvolgono non solo l’estetica del mezzo ma anche la maneggevolezza e l’aderenza, tuttavia ci saremmo aspettati qualcosa di più credibile. Per dirla breve, l’impressione dominante è che il danneggiamento della monoposto non sia del tutto proporzionale alla gravità degli urti: provando più di una volta a schiantarci a oltre 310 Km/h contro un muretto, abbiamo perso soltanto una o entrambe le ruote, quando invece ci saremmo aspettati di peggio. Tamponando gli avversari che ci precedevano, invece, ci è capitato più di una volta di perdere o deteriorare la resa dell’ala anteriore. A tal proposito, per compensare il grip ridotto dovuto ad un’ala danneggiata, è possibile modificarne l’angolo intervenendo sul D-pad, senza doversi fermare necessariamente ai box (la cui entrata può essere pianificata attraverso la pressione dell’apposito tasto frontale).
In definitiva il sistema di danni funziona sì, ma fareste meglio a non aspettarvi un tasso di realismo fuori dal comune.

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Dynamic Weather System

Se c’è un aspetto dove F1 2010 eccelle visibilmente, raggiungendo lo stato dell’arte, quello è il sistema meteorologico dinamico, battezzato non a caso Dynamic Weather System. A questo punto la domanda lecita è la seguente: “E questo cosa comporta?”
Beh, tanto per cominciare l’affidabilità degli pneumatici, nonché la relativa usura, saranno legati alla temperatura e all’umidità dell’asfalto (condizioni variabili proprio in base al meteo dinamico), pertanto saper scegliere la giusta messa a punto si rivelerà di fondamentale importanza. Provate ad esempio a correre sull’asciutto e immediatamente dopo sul bagnato, senza variare alcun parametro del setup: noterete subito la differenza, sia per quanto riguarda la guidabilità del mezzo che per i tempi sul giro. Ma di preciso cosa vuol dire “dinamico”? Vuol dire che una gara potrebbe cominciare “asciutta” ma potrebbe finire “bagnata”: scrutate sempre il cielo, non si sa mai. Correndo sul bagnato, ad esempio, vedremo formarsi nei tratti più disconnessi della pista alcune pozze d’acqua, il tutto in tempo reale. Passandoci sopra non solo rischieremo di perdere il controllo della monoposto ma subiremo gli effetti del cosiddetto aquaplaning, ovvero il fenomeno di galleggiamento della vettura su uno strato più o meno esteso di acqua. Ed è proprio in questi frangenti che vi accorgerete di quanto sia indispensabile correre lungo la traiettoria ideale sfruttando quindi la zona asciutta della pista. Allo stesso tempo, qualora le gomme dovessero scaldarsi troppo, potreste raffreddarle passando proprio sopra una delle tante pozzanghere appena formatesi, ovviamente con cautela.

Grande prestazione ma…

Tecnicamente parlando F1 2010 sfoggia una veste grafica degna delle migliori produzioni videoludiche di questa generazione. L’EGO Engine ha permesso agli sviluppatori di Codemasters una modellazione poligonale delle vetture a dir poco eccezionale, molto probabilmente senza precedenti.
Ottima pure la riproduzione dei tracciati: ogni pista è la fedele ricostruzione digitale della rispettiva controparte reale, riproponendone ogni avvallamento, saliscendi ed elementi a bordo pista. Le condizioni meteo variabili, poi, donano un tasso di realismo davvero degno di nota, soprattutto quando ci troveremo a gareggiare sotto un terribile acquazzone dove gli schizzi d’acqua sollevati dalle auto che ci precedono limiteranno non di poco la nostra visuale costringendoci ad uscire di scia. Ed è proprio in questi momenti che F1 2010 dà il meglio di sé, lasciandoci assaporare quella tipica sensazione di pericolo che i veri piloti non possono non aver provato almeno una volta sulla loro pelle.
L’intelligenza artificiale degli avversari, sebbene non faccia gridare al miracolo, si difende più che bene, senza dar luogo ai sempre contestati “trenini”. I piloti più famosi, inoltre, sfoggeranno una condotta di gara simile a quanto visto nella realtà. Ad esempio Lewis Hamilton, pilota notoriamente aggressivo e talvolta persino sleale, nella sua versione virtuale si è dimostrato un vero osso duro: in più di un’occasione ci ha messo in difficoltà chiudendoci letteralmente ogni spazio utile ad un sorpasso agevole. Ovviamente maggiore sarà il livello di difficoltà impostato, minori saranno gli spiragli che gli avversari ci concederanno.

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Di ottima fattura anche il comparto sonoro, capace di enfatizzare ulteriormente il feeling di guida attraverso la magistrale riproduzione del rombo dei motori. L’accompagnamento musicale si è rivelato gradevole e mai fuori luogo, tanto più che le musiche proposte vengono eseguite solo e soltanto durante la navigazione dei menu e la visualizzazione dei replay, peraltro ben realizzati nonostante l’impossibilità di “saltare” da una monoposto all’altra. Di dubbia qualità invece la voce dell’ingegnere, che ogni tanto dirà la sua nelle fasi clou della gara.

…si poteva fare di meglio

La simulazione perfetta di Formula Uno? Purtroppo no. Avremmo voluto rispondervi affermativamente, credeteci, ma la verità è che per ovvie ragioni non possiamo. Nonostante la splendida realizzazione grafica e il galvanizzante modello di guida, al momento attuale la fruibilità di F1 2010 è sfortunatamente minata da diversi bug sfuggiti agli occhi dei (disattenti) betatester. Tra i bug più curiosi, nonché invalidanti, segnaliamo la remota possibilità che all’avvio di una nuova sessione di gioco i salvataggi risultino inspiegabilmente danneggiati (trovandoci costretti a ricominciare da zero la modalità Carriera), alcuni blocchi dell’immagine della durata approssimativa di 1-2 secondi, pit stop prolungati e distacchi tra le vetture malamente indicati. Da questo punto di vista non possiamo fare a meno di esprimere il nostro rammarico, soprattutto perché l’ultima fatica dei ragazzi di Codemasters avrebbe potuto mettere a segno un centro perfetto. Obiettivo mancato in pieno a causa di una scarsa “pulizia” del codice. Dov’erano i betatester? A prendersi un caffè “lungo”?
Ad ogni modo, navigando tra le pagine del forum ufficiale del gioco, abbiamo appreso che gli sviluppatori sono al corrente di tutti i bug riscontrati dagli utenti e stanno cercando di porvi rimedio attraverso il rilascio imminente di una patch. La nostra speranza, quindi, è che tale patch venga rilasciata quanto prima, evitando ai futuri acquirenti spiacevoli imprecazioni.

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Vittoria mancata per un soffio

Concludendo, F1 2010 è un titolo di indubbio valore, dotato di una veste grafica all’avanguardia ed un modello di guida tanto profondo quanto stimolante destinato ad intrattenere sia i piloti veterani sia coloro che si avvicinano per la prima volta al genere. L’accessibilità è infatti garantita dagli innumerevoli aiuti alla guida personalizzabili utili a plasmare un’esperienza di guida che riesce ad andare d’accordo con le proprie capacità.
La lunga ed articolata modalità Carriera, inoltre, riesce a restituire alla perfezione il clima che si respira nel celebre campionato iridato, e insieme a tutte le altre modalità di gioco disponibili conferma la solida longevità del titolo.
Ma come ogni rosa, anche l’ultima fatica che porta il nome di Codemasters ha le sue spine. Spine che si presentano sotto forma di fastidiosi bug che al momento attuale impediscono a F1 2010 di raggiungere l’agognato appellativo di “capolavoro”. Per questa ragione, in attesa del rilascio di una patch correttiva, peraltro già promessa dagli stessi sviluppatori, Alonso e co. mancano rovinosamente il gradino più alto del podio. Un vero peccato.
Detto questo, qualora siate appassionati del genere e stavate aspettando da anni un titolo dedicato alla Formula Uno, non possiamo che consigliarvi l’acquisto, a patto però di chiudere un occhio sino all’aggiornamento del titolo che, si spera, possa levigare tutti i difetti congeniti.
Tutti gli altri, invece, farebbero meglio ad aspettare, garantendosi in tal senso una migliore esperienza di gioco.