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Recensione di Call of Duty: Modern Warfare 3

Recensione di Call of Duty: Modern Warfare 3 di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Ci sono guerre che non finiscono mai. Battaglie perenni. Ogni soldato sa che, dopo un periodo di congedo, una nuova chiamata arriverà. Non importa come, non importa quando. La guerra scoppierà di nuovo. Saremo di nuovo sui campi di battaglia. Ovunque ci sia bisogno di qualcuno capace di lottare per la libertà e l’uguaglianza. Ogni anno, siamo pronti a darci battaglia, è vero stiamo parlando solo di un videogioco, ma sappiamo bene quanti soldati virtuali siano sparsi in giro per il pianeta. La guerra è scoppiata di nuovo, siete pronti?

Una volta qui era tutta campagna

Il mondo, ancora una volta, è un enorme campo di battaglia. Nei vicoli di New York, si combatte. Sullo sfondo di Parigi, si combatte. Nel caldo africano, si combatte. Posti diversi, stessa guerra. Stessa guerra, stesso obiettivo. Questo triste ripetersi degli eventi è ormai routine, persino il presente si può definire “storia”. E questa storia parla essenzialmente di uomini e di potere, perché un solo uomo, con i giusti mezzi, può davvero segnare il corso degli eventi. Il potere, e quello che ne deriva, è così predominante in questa storia che le battaglie perdono d’importanza, tutto si riduce nelle gesta di pochi uomini e delle conseguenze delle loro azioni.

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La trama di Modern Warfare 3 segue lo stesso filone narrativo dei prequel della serie MW. Tra i volti noti spicca sicuramente Makarov, sempre più intenzionato ad arricchirsi, a distruggere, a creare un clima di guerra ovunque. Le sue macchinazioni portano America e Russia (sì, ancora loro) a fronteggiarsi su più fronti. Vestendo i panni di alcuni valorosi uomini, il nostro compito sarà quello di sventare i piani del folle Makarov. Il plot messo a punto dagli sviluppatori segue pedissequamente quelli che sono i capisaldi della serie: fantapolitica, complotti, strategie militari e tanta azione. Quello che ne esce fuori è una storia di stampo hollywoodiano abbastanza classica, quasi un’escalation di cliché narrativi. Il terrorista di turno rapisce la figlia del presidente per avere i codici di lancio dei missili, un soldato con un passato doloroso, uomini alla ricerca della vendetta; praticamente nulla che non si sia già visto in un action movie americano. C’è da dire che la trama riesce comunque a coinvolgere quel tanto che basta per arrivare ai titoli di coda. Le circa sei ore di campagna risultano discretamente piacevoli, se non altro per un ritmo frenetico e tantissime sequenze spettacolari.

Seeing an old friend…

I titoli rilasciati con cadenza annuale hanno il duro compito di risultare stimolanti e avvincenti nonostante il breve periodo di attesa tra i diversi capitoli. Viene spontaneo pensare che, per raggiungere questo traguardo, sia doveroso rinnovarsi anno dopo anno. Concettualmente non c’è nulla di più vero. Chi non amerebbe un gioco ogni volta nuovo? Chi non desidererebbe provare sempre esperienze di gioco diverse? In cuor nostro ci auguriamo che questi siano i sentimenti di ogni videogiocatore, tuttavia la realtà dei fatti, in questo mercato saturo d’idee, è ben diversa. La realtà è lì, alla voce innovazione, che anche quest’anno è al di sotto della sufficienza. Non volendo dare l’impressione di essere troppo duri, ci sembra opportuno dare il giusto peso ai giusti voti. Perché, diciamocelo chiaro, un voto è solo un numero. Se non è accompagnato da un significato, quel voto, qualunque esso sia, ha la stessa utilità di una pistola caricata a salve. Colpisce ma non fa male…

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Che Modern Warfare sia anche quest’anno poco innovativo si era capito, quello che intendiamo spiegare è che questo non influisce troppo negativamente sulla qualità del prodotto. Nella parte iniziale del paragrafo si palesava l’idea di un gioco nuovo ad ogni sua uscita, ma la serie Call of Duty, piuttosto che puntare sull’innovazione, preferisce regalare ai fan un’esperienza di gioco familiare, preferisce sfruttare quei meccanismi ben oliati che ormai tutti conoscono. In altri termini, cari lettori, quello che vi stiamo dicendo è che Call of Duty, che ci piaccia oppure no, resterà sempre Call of Duty, pertanto la nostra analisi sull’innovazione è sì critica, ma anche cosciente e coerente sul tipo di prodotto cui ci stiamo rapportando. E quindi ben vengano le sequenze adrenaliniche, ben venga la consolidata meccanica di stampo arcade, ben venga l’immediatezza con cui si riesce a prendere un M4 in mano e far fuori quei Russi del…! Ci censuriamo, ma avete capito quale parolaccia avremmo voluto usare.
Il feeling, pad alla mano, è dunque rimasto inalterato. Qualunque giocatore, anche il meno avvezzo al genere, non faticherà nel trovare confidenza con i comandi di gioco. Il layout, ormai divenuto classico, è quanto di migliore si possa trovare. Durante il corso dell’avventura le situazioni in cui mettere alla prova le nostre abilità di soldato non mancheranno: appostamenti da cecchino, guerriglia urbana, inseguimenti a bordo di diversi veicoli, irruzioni in basi nemiche; insomma, in Modern Warfare 3 tutto quello che potrebbe essere un ipotetico scenario di guerra ci vedrà protagonisti. Nel complesso, sotto il profilo del gameplay, la serie si riconferma ai massimi livelli, le sensazioni offerte varieranno unicamente in base alla nostra predisposizione personale di gustare un titolo che ripropone le sue carte migliori senza particolari innovazioni. Tutto il resto, cari lettori, sono chiacchiere da bar. O da caserma, se vogliamo rimanere in tema.

!==PB==!
Streak with me

Inutile girarci attorno, chiunque senta nominare Call of Duty, pensa subito alla parola “online”. Il vero fulcro del gioco è proprio quello. Ciò, teniamo a specificarlo, non giustifica comunque la mancanza di una campagna più lunga e coinvolgente. Il discorso sull’online di questo Modern Warfare 3 si abbraccia a quanto detto sull’innovazione. Anche sotto quest’aspetto le novità, nel senso stretto del termine, sono poche. L’esperienza multigiocatore di MW3, nonostante le migliorie, è pressoché simile a quella dei precedenti capitoli, pertanto è quasi da considerarsi come un prodotto interamente dedicato ai fan, piuttosto che un titolo capace di richiamare a sé nuovi adepti. Quindi nessuna novità degna di nota? C’è da dire che dei cambiamenti ci sono stati, ma si tratta per lo più di piccole introduzioni, di migliorie tecnico-stilistiche, piuttosto che di innovazioni. Ma su questo ci torneremo in un secondo momento.
Analizzando il comparto online nella sua interezza, la prima considerazione è sulla quantità. Tante mappe, tante modalità, tante possibilità di personalizzazione; l’intero pacchetto è ricco e sicuramente farà la felicità dei fan. Le sedici mappe di gioco, riprese da sezioni di single player, offrono ai giocatori le location adatte per ogni tipo di match. Qualunque sia il vostro stile di combattimento non faticherete a trovare i vostri spazi, e il giusto mix di dislivelli e ambienti chiusi e aperti offre una varietà tattica da apprezzare. La progressione del personaggio, arricchita anche dai level-up delle armi, è quanto di meglio si possa trovare in giro. Non fatichiamo a pensare che le ore di gioco per raggiungere il massimo dei gradi siano quasi infinite. Nel complesso, come detto in precedenza, l’online di MW3 non subisce particolari cambiamenti. L’impostazione di gioco si presta più a combattimenti adrenalinici piuttosto che calcolati, favorendo il giocatore con i riflessi più pronti rispetto a chi, invece, riesce a dare il meglio di sé in situazioni meno concitate. C’è da dire che l’esperienza di gioco è spesso condizionata dai player stessi. Difatti, e sembra strano dirlo, la cosa peggiore di Call of Duty sono proprio i giocatori di Call of Duty.
Passando invece alle migliorie apportate, il lavoro svolto è stato improntato maggiormente a bilanciare meglio gli incontri. Le modifiche più importanti riguardano le Killstreak (qualcuno ha detto bomba atomica?).

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Il sistema di “kill consecutive” infatti è stato rivisitato, con l’inserimento di tre diramazioni differenti: Assault, Support e Specialist. A onor del vero sarebbe più opportuno utilizzare il nome di Point streak. Lo scopo di queste modifiche, oltre a quello di bilanciare le sfide, è quello di favorire diversi approcci al gioco e permettere a tutti di godere delle streak. Per quanto riguarda Assault, ci ritroveremo a richiamare il supporto aereo per azioni di pura potenza; Support, come il nome suggerisce, premia i giocatori con giubbotti antiproiettile e droni; Specialist, invece, ci regala un perk extra ogni due uccisioni, fino ad un massimo di tre perk bonus. La particolarità di Support è che, qualora dovessimo morire, i nostri punti non verrebbero azzerati, cosa che accade negli altri due casi. Importante aggiunta in quest’ottica è che possiamo ottenere punti non solo per le kill ma anche portando a termine gli obiettivi (ovviamente questo vale solo nelle modalità apposite). Proprio in tema modalità è necessario citare Kill Confirmed, nella quale, per ottenere una kill, non basterà semplicemente eliminare il nemico ma anche raccoglierne una targhetta, qualora questa venisse raccolta dalla squadra avversaria non ci verrà contata. Modern Warfare 3 si riconferma un titolo con un multiplayer davvero ricchissimo. Le poche migliorie apportate tendono a favorire il gioco di squadra e a diversificare lo stile di gioco. Come al solito l’online si dimostra essere il punto migliore del gioco, che difatti ne giustifica l’acquisto.
Completano il pacchetto multigiocatore le Spec-Ops e la modalità Sopravvivenza. Sulle prime non possiamo non spendere parole positive: giocare insieme ad un amico, sia online che in split-screen, è davvero divertente. Ottimi gli obiettivi scelti così come l’elevato tasso di difficoltà. Non fatichiamo a pensare che le Spec-Ops potrebbero rapirvi persino più del multiplayer competitivo. Sopravvivenza invece, come il nome suggerisce, è una modalità in cui eliminare, seguendo lo stile Orda, tutti i nemici dalla schermata. Nonostante il ritmo sia piuttosto elevato, il divertimento non decollerà, vuoi per la poca ispirazione, vuoi per l’estrema banalità dell’intera modalità. L’idea probabilmente era quella di emulare la tanto amata modalità Zombie, ma il risultato non è stato dei migliori.

Abiti sporchi

Se il peso dell’età si fa sentire in modo evidente è proprio nel comparto tecnico del titolo. Il motore grafico, tralasciando qualche piccola miglioria, non regge il confronto con i titoli di recente uscita, e forse anche con qualcuno ormai vecchiotto. L’incapacità di rinnovarsi fa sì che questo Modern Warfare 3 agli occhi dei giocatori più esigenti risulti notevolmente indietro rispetto alla concorrenza. La qualità grafica non è pessima, ma datata, e per un titolo che, almeno potenzialmente, dovrebbe essere uno dei migliori, è davvero inaccettabile. Considerando quanto Activision ha investito nel prodotto, troviamo davvero strano che non si sia voluto prestare più attenzione al profilo tecnico. Non che la grafica sia tutto, è chiaro, ma sotto quest’aspetto non possiamo spendere parole troppo positive. I modelli poligonali non sono curati come in passato, gli effetti luce non sono precisi e magnetici e persino le animazioni non ci sembrano così fluide. Modern Warfare 3 ha sì una bella grafica, ma ormai i nostri occhi si sono abituati a tutt’altra qualità.

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Discorso diverso si può fare per il sonoro, che si riconferma ancora una volta di altissimo livello. Ottimo il doppiaggio in lingua nostrana, così come le campionature delle armi. La scelta delle tracce audio è coerente con le situazioni di gioco e immerge il giocatore in un clima adrenalinico ed entusiasmante.

War is over?

La guerra, quella videoludica, di certo non finisce qui. Che dire quindi di questo nuovo Call of Duty? Per molti questa saga non conosce mezze misure: o si tratta di un capolavoro assoluto o di un sottobicchiere. La verità è che Call of Duty è un titolo come tanti, e come tale va trattato. Inutile schierarsi in fantomatiche fazioni, inutile cercare di trovare motivazioni che vadano al di là di quello che il gioco ha da offrire. Modern Warfare 3 è un first person shooter davvero solido, con un multiplayer di primissimo livello. La saga di certo non punta sul fattore innovazione, pertanto non può ambire a settare nuovi standard per il genere. Se questo sia un limite o addirittura un pregio, è difficile dirlo. Difatti quello che possiamo fare è valutare unicamente la presenza o meno di novità; ulteriori considerazioni, come già detto, le lasciamo ad altri.
In definitiva, se siete fan della saga, questo nuovo capitolo vi piacerà come tutti gli altri; se invece siete sempre stati detrattori, fareste bene a starne alla larga. Del resto se un gioco non si sforza di cambiare, di certo non cambieranno le opinioni, non cambieranno i voti e non cambierà nemmeno il mercato…