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Recensione Recensione di Call of Duty 3

Recensione di Call of Duty 3 di Console Tribe

di: Redazione

Call of Duty 3 fa il suo ingresso sulla scena a quasi un anno dal
lancio della console ma soprattutto del suo predecessore raccogliendone
la pesante eredità. Call of Duty 2 infatti è stato uno dei titoli più
venduti su 360 e ancora oggi è tra i più giocati in Live, una bella
sfida per Activision cercare di bissarne il successo. La vera sfida
però è stata raccolta dagli sviluppatori del gioco ovvero dal team
Treyarch che si alternerà nello sviluppo del franchise ai creatori
storici della serie i quali sono già all’opera su Call of Duty 4.
Parliamo di Infinity Ward ovviamente, le lodi si sprecano per questo
team, capace di creare uno dei più intensi fps sulla seconda guerra
mondiale di sempre. Vedere il logo Treyarch campeggiare dopo aver
avviato il gioco potrebbe lasciare perplessi gli appassionati più
conservatori ma non soffermatevi sulle scritte, andate avanti, questo
gioco riserva non poche sorprese.

STORIA

Non
una storia qualsiasi ma La storia. Il ventesimo secolo ha visto un
progredire della civiltà umana a ritmi frenetici e in poche decine di
anni l’equilibrio tra le nazioni europee, per secoli regolato col
sangue versato sul fronte ai confini delle stesse, ora è sancito dagli
atti, dagli accordi e dalle cartine geografiche. Non dimentichiamo però
che questa civiltà nasce sulle macerie di un conflitto mondiale e in
quest’era moderna rivivere quelle situazioni, seppur in maniera
virtuale, affascina non poco e trasmette sensazioni uniche. Il salto
dai libri di scuola alle nostre console è breve e l’appeal che offre
Call of Duty nel riprodurre la realtà vissuta in europa circa 60 anni
addietro non può essere eguagliato nemmeno dal più fantascientifico
degli fps. Quello che da sempre intriga il videogiocatore di Call of
Duty è l’abilità con cui vengono riprodotte le fasi della seconda
guerra mondiale e la possibilità che ci viene data di vivere da
protagonisti le battaglie, le strategie e in generale il dramma della
guerra.
Come nei precedenti capitoli della serie anche CoD3 ci
catapulterà sul campo di battaglia seguendo diverse prospettive, 14
missioni si intrecceranno mettendoci via via nei panni di un soldato
americano, di un commando britannico, di un membro della divisione
armata polacca e di un highlander canadese. L’azione ha luogo durante
il cosiddetto Breakout dalla Normandia, l’operazione che all’indomani
del D-day ha preparato la strada per la liberazione di Parigi e la
caduta del regime nazista in Europa. Le missioni di gioco sono
intramezzate da filmati introduttivi che vedono i membri delle diverse
fazioni studiare la strategia, ma non solo, vivremo la storia dei vari
personaggi, gli screzi, le prese di posizione, le paure. L’avanzare
degli alleati sarà affiancato dall’azione della resistenza francese con
cui dapprima ci si confronterà a muso duro ma alla fine il tutto
confluirà nell’unico obbiettivo della liberazione. L’intento principale
dei filmati è quello di traghettare il videogiocatore da una fazione
all’altra sui vari fronti di guerra, il rischio con questo genere
d’approccio è quello di non avere un vero e proprio protagonista in cui
impersonificarsi limitandosi a fare svincolatamene le diverse missioni
ora per una, ora per l’altra fazione. Per fortuna questo aspetto, come
da tradizione, è gestito magistralmente anche in Call of Duty 3, le
vicende dei personaggi si intrecciano alla perfezione, la storia desta
interesse ed è difficile perdere di vista la continuità narrativa.
Purtroppo il finale lascia un pochino interdetti, alla magnificenza con
cui viene introdotto il gioco, con i tedeschi che marciano su Parigi
sotto l’arco del trionfo, non si contrappone un finale altrettanto
curato, la vittoria non viene degnamente celebrata, terminata la
quattordicesima missione partono i titoli di coda e si rimane un po’
con l’amaro in bocca.

GAMEPLAY

Se avete
giocato uno qualsiasi dei precedenti capitoli della serie Call of Duty
saprete già cosa vi aspetta da CoD3, fondamentalmente il Gameplay è
invariato fatta eccezione per alcune migliorie nel sistema di
puntamento, davvero molto preciso, e nel sistema di controllo dei
mezzi. Guidare in un fps non è stato mai così piacevole, la scelta
dell’acceleratore su grilletto in stile gioco di guida risulta
azzeccata e anche il controllo dei carri armati è stato migliorato.
Altri metodi di controllo davvero originali e indovinati, riguardano
l’uso di armi speciali come mortai e cannoni flak in cui dovrete
regolare asse e inclinazione ruotando le levette. Una delle novità di
CoD3 è data dall’introduzione di scene per descrivere situazioni
particolari durante la battaglia ma che purtroppo risultano svincolate
dall’azione come se fossero eventi indipendenti. Parlo della
possibilità di innescare esplosivi tramite delle combinazioni di tasti
per esempio, entrati nella modalità di innesco sembra essere immuni dal
fuoco nemico e non si può parlare certo di azione in tempo reale.
Inizialmente fare questo risulta una divertente distrazione ma fino
alla fine del gioco diventa decisamente ripetitivo. Altre situazioni
particolari come l’attraversamento del fiume vogando o le varie lotte
corpo a corpo, spezzettano si l’azione di gioco, ma contribuiscono
maggiormente ad arricchire l’esperienza dato che salvare la pelle
dipenderà dal vostro tempismo nell’uso del controller. Il corpo a corpo
oltre a presentarsi in punti predefiniti del gioco è un nuovo modo di
fronteggiare i nemici quando gli spazi si fanno stretti, in certe
situazioni assestare un colpo con la canna del fucile può risultare più
efficace di uno sparo. Per il resto l’azione è come da tradizione
intensa e frenetica dall’inizio alla fine e gli obiettivi si
aggiorneranno sulla vostra bussola uno dopo l’altro fino al termine
della missione. Purtroppo però non sempre questo avviene senza
soluzione di continuità, capita a volte di trovarsi ad attendere il
verificarsi di un evento non proprio significativo prima che si
aggiorni l’obiettivo, come l’uccisione dell’ultimo nemico rimasto sul
campo e dimenticato da tutti. Rispetto al primo capitolo Next Gen
curato da Infinity Ward, le missioni risultano meno coinvolgenti ed
appassionanti, dipenderà pure dagli eventi storici narrati ma le
ambientazioni di CoD2, dalle nevi della Polonia al deserto africano,
erano decisamente più evocative. Nonostante ciò i livelli risultano
molto ispirati nel design, le strutture non sono fisse ma sotto il
fuoco nemico cadono a pezzi. Questo è un bel passo avanti ma non
aspettatevi il 100% dell’interazione con l’ambiente circostante, anzi a
volte risulta frustrante trovare banali ostacoli ad ostruirvi il
passaggio e questo stona con la volontà dei programmatori di rendere
l’ambiente in qualche modo dinamico e interattivo. Una chicca
introdotta in CoD3 è data dalla possibilità di tenere la granata in
mano per un certo tempo prima di lanciarla, con un po’ di pratica
potrete farle esplodere esattamente dove volete, inoltre vi è la
possibilità di raccogliere le granate nemiche e rilanciarle, rischioso
ma davvero d’effetto. La difficoltà di gioco è ben calibrata in 4
livelli da facile a veterano, sconsiglio comunque il livello facile a
chi ha giocato almeno una volta in vita sua ad un fps, a livello
normale si potrebbe dire che il gioco è per tutti dato che l’A.I. del
nemico non è eccelsa, per i più ferrati del genere invece si può
partire da difficile per poi mettersi alla prova nella guerra totale a
livello veterano. Entrando nel merito delle azioni da intraprendere
nelle varie missioni, come già accennato non si riduce il tutto ad un
“nasconditi e spara” ma il ritmo di gioco varia grazie alla meccanica
che ci pone di volta in volta in fazioni diverse degli alleati e di
conseguenza anche il parco armi varia, si passa dal fuoco di
soppressione in spazi angusti alla conquista in campo aperto di
avamposti tattici tramite attraversamenti in Jeep o con bombardamenti a
tappeto tramite carri armati. Purtroppo però anche Cod3 eredita uno dei
difetti storici della serie, l’avanzare nel gioco risulta troppo
pilotato, ci si sente imbrigliati in una strada predisegnata e non è
mai una scelta personale del giocatore a determinare il prosequio degli
eventi. Anche l’azione dei nemici risulta essere predeterminata e
questo a discapito dell’intelligenza artificiale degli stessi, inoltre
a volte si notano comportamenti poco coerenti come soldati nemici che
rimangono immobili sotto il nostro fuoco o compagni che si bloccano
senza motivo in zone dove il pericolo è stato sventato. Nonostante
tutto, alla luce del livello di coinvolgimento che il titolo offre si
tratta di difetti sorvolabili, una volta sotto il fuoco nemico
l’importante sarà salvare la pelle!

GRAFICA

Dal
punto di vista grafico Call of Duty 3 è sicuramente il miglior titolo
visto finora sulla seconda guerra mondiale. Vi sono innumerevoli
dettagli, anche i più piccoli, che rendono il tutto molto realistico,
dalla profondità dell’effetto blur che assumerà il campo di battaglia
quando punterete con l’arma, agli straordinari effetti di fumo. La cura
dei dettagli va oltre le dettagliatissime texture dell’arma, anche
l’ambiente è molto curato, gli alberi ondeggiano nel vento e l’erba
varia la sua forma se calpestata da voi o i vostri compagni di squadra.
L’illuminazione dinamica negli scontri a fuoco e i riflessi sugli
specchi d’acqua sono notevolmente migliorati. Le esplosioni e la
distruzione dell’ambiente sono riprodotte in maniera eccellente,
tuttavia anche sotto questo aspetto a volte si avverte la sensazione
che tutto sia preimpostato, lascia un po’ perplessi vedere sfondare i
muretti dal fuoco nemico e poi riuscire a ripararsi tranquillamente
dietro oggetti in legno. Sembra che sotto questo punto di vista CoD3
presenti solo una mezza rivoluzione che si concretizzerà pienamente in
CoD4. Le animazioni dei soldati non differiscono molto da quelle viste
in passato ma la fisica dei corpi quando si viene colpiti dai
proiettili è più realistica, forse ci si poteva aspettare qualcosa di
più fotorealistico nella rappresentazione dei personaggi. Nonostante
Treyarch non sia lo sviluppatore originale del gioco bisogna dire che
nel tempo a disposizione ha realizzato un ottimo lavoro senza
stravolgere lo stile precedente, innovando ed evitando di essere troppo
conservativi. Il progresso grafico è evidente e le varie innovazioni
non pregiudicano la fluidità di gioco che scorre sui 60 fps e in
rarissimi casi si notano cali di frame rate.

SONORO

Con
il sonoro siamo ai massimi livelli. Gli effetti audio confermano la
tradizione della serie portandosi ad un realismo ancora superiore.
Potrete sentire ogni singolo proiettile sibilare vicino al vostro
orecchio e l’effetto dello scoppio di una granata nelle vicinanze è a
dir poco stordente. Quando i nemici invadono il campo il roboare di
esplosioni vi farà perdere l’orientamento. La colonna sonora è
eccellente, realizzata da Joel Goldsmith, il figlio del leggendario
compositore Jerry Goldsmith. Vi sono ampi movimenti orchestrali e
melodie che non sfigurerebbero nemmeno se confrontate con le colonne
sonore dei più blasonati colossal cinematografici sul tema. La versione
testata presenta dialoghi in inglese, non posso dare un giudizio sulla
trasposizione in italiano ma a chi ama gustare i film anche in
madrelingua consiglio di giocare il titolo in inglese. I filmati che
intramezzano le missioni narrano storie di guerra e i dialoghi
caratterizzano alla grande i personaggi, in alcuni frangenti l’ironia
dei soldati sdrammatizza situazioni difficili. Straordinaria la scena
in cui si sente una radiolina con musichette soft che si contrappone al
fragore della guerra. L’unico appunto al comparto audio riguarda le
voci in game con esclamazioni e grida non molto varie e a volte
ripetitive. Giocare in stereo un titolo del genere riduce non poco
l’esperienza, l’audio posizionale è sfruttato in maniera magistrale e
solo in Dolby Digital 5.1 potrete veramente sentirvi sul campo di
battaglia.

MULTIPLAYER

L’area in cui si
contraddistinguono i maggiori cambiamenti è sicuramente la modalità
multiplayer che si è evoluta diventando un’esperienza più vicina al
vecchio e appassionante Return to Castle Wolfenstein. Call of Duty 3 ne
ricalca lo stile di gioco fornendo al videogiocatore la possibilità di
scegliere fino a 7 classi di soldato, ognuno dotato di determinate
abilità secondarie, che vanno al di là dell’arma da fuoco utilizzabile,
unica opzione presente in Call of Duty 2. Potremo quindi scegliere se
combattere dalla media distanza con il fuciliere o andare all’assalto
con mitra leggeri o pesanti, nasconderci subdolamente tra l’erba con il
nostro fucile di precisione, bombardare i carri con il lanciarazzi
oppure prodigarci in cure mediche, compito meno dedito all’azione ma
tra i più utili nel gioco di squadra. Fino a 24 giocatori saranno in
grado di collegarsi su Xbox Live per una intensa azione di guerra che
si aggiunge allo story mode influendo significativamente sulla
longevità del gioco stesso. Il gioco supporta inoltre il system link e
fino a 4 giocatori in split screen. A differenza del precedente
capitolo su Xbox 360, Call of Duty 3 prevede l’uso di veicoli anche
online, così potrete prendere una motocicletta con tanto di passeggero
e sfrecciare da un capo all’altro delle enormi mappe oppure prendere un
carro armato e avanzare lentamente bombardando tutto ciò che avete a
tiro. In aggiunta alle care vecchie modalità deathmatch, team
deathmatch, cattura la bandiera e centri di comando, il gioco ha una
nuova modalità davvero ben studiata e divertente chiamata guerra, la
vostra squadra dovrà conquistare diversi territori posti in sequenza
contendendoli agli avversari che ovviamente faranno lo stesso in senso
inverso, così, come se si giocasse al tiro alla fune, non c’è un minimo
di tempo per rilassarsi perché il gioco di squadra è fondamentale per
prevalere. Il gioco gira in maniera ottimale su Xbox Live e per fortuna
non si sono ripetuti i problemi di lag che affliggevano CoD2 al lancio.
Questo grazie all’uso di server dedicati che riducono la funzione
dell’host al semplice settaggio delle impostazioni. Se l’host abbandona
la partita in automatico tale compito viene assegnato ad un altro
giocatore, durante la partita è possibile passare da una fazione
all’altra e il gruppo non viene chiuso al termine della stessa.
Sorprese gradite dunque, anche se per altri aspetti certe scelte sono
inspiegabili. E’possibile scegliere solo tra americani e tedeschi con
le rispettive armi perciò non potrete utilizzare nemmeno la metà delle
armi presenti nella modalità offline di canadesi, polacchi e
britannici. Inoltre il parco armi risulta leggermente sbilanciato a
favore degli americani per i combattimenti sulla media e breve
distanza. Non è possibile formare le squadre a priori perché manca una
vera e propria lobby, l’host ha 15 secondi per settare la partita
dopodicchè si comincia, indicare a voce quale squadra prendere serve a
poco quando si è in 24 a parlare contemporaneamente, molto spesso il
tempo non è sufficiente e bisogna riavviare la gara. Nelle impostazioni
esiste una funzione per l’autoselezione della squadra da parte dei
giocatori ma questa bilancia le cose solo per quel che riguarda il
numero e non per le abilità in campo, inoltre una volta attivata non è
possibile rimescolare le squadre se non riabilitando la selezione a
piacere. Anche ad un’analisi della struttura delle 9 mappe la
differenza con Call of Duty 2 è abissale, a differenza di quest’ultimo
dove le abitazioni erano totalmente aperte e “visitabili”, in CoD3
troppe porte e finestre sono chiuse e altrettante zone inaccessibili
oppure poco utili da un punto di vista strategico. E’evidente come
l’intento dei programmatori sia di portare la lotta sul campo aperto e
questo è testimoniato anche dalla grandezza delle mappe. Ovvio quindi
che in tal contesto l’utilizzo dei mezzi diviene fondamentale, con Jeep
e motociclette per spostarsi e con i carri armati per aumentare la
potenza di fuoco. Il rilascio tramite marketplace di una patch potrebbe
risolvere i problemi legati all’assenza di lobby e sarebbe gradito un
set di mappe più piccole in stile CoD2 perchè non sempre è possibile
giocare tra amici in 24. La grafica in multiplayer è solo leggermente
inferiore alla controparte offline e la fluidità di gioco non è da meno.

CONCLUSIONI

Activison
ha deciso di puntare sul turnover e bisogna dire che per ora questa
mossa ha dato buoni risultati, mentre i ragazzi di Infinity Ward
lavorano a CoD4 potremo gustarci lo straordinario lavoro sfornato da
Treyarch che ha egregiamente tenuto alto il nome della serie. La
grafica e l’audio sono di altissimo livello e il gioco online
contribuirà a tener in considerazione questo titolo per diversi mesi.
Le tante innovazioni se a primo impatto si prestano ad elogi, ad una
seconda analisi risultano decisamente perfezionabili ma da qualche
parte bisogna pur cominciare e il lavoro di Treyarch è sicuramente da
premiare. Nonostante tutto c’è da chiedersi per quanto ancora possa
andare avanti la serie Call of Duty, vedremo davvero un teatro
differente nel prossimo capitolo? Il fascino della seconda guerra
mondiale difficilmente sarà eguagliabile con altri scenari ma lasciamo
stare cosa ci riserva il futuro, se avete la possibilità di giocare in
Live questo è un gioco che non può mancare nella vostra collezione di
titoli per Xbox360, diversamente limitarsi al solo gioco offline senza
dubbio limita l’esperienza complessiva offerta dal prodotto e se non
siete fan della serie la spesa potrebbe non essere giustificata.

PRO

  •     Ottima grafica e fluidità di gioco;
  •     Effetti audio e colonna sonora eccellenti;
  •     Numerose modalità di gioco online.



CONTRO

  •     Story Mode non molto longevo;
  •     Poca libertà di scelta per il giocatore;
  •     A.I. dei nemici migliorabile.