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Recensione di Blue Dragon

Recensione di Blue Dragon di Console Tribe

di: Redazione

Blue Dragon nasce dal genio di tre famosi personaggi: Hironobu
Sakaguchi, Akira Toriyama e Nobuo Uematsu. Nel 2006 il gioco,
inizialmente concepito esclusivamente per il mercato nipponico, viene
distribuito in Giappone; tuttavia, visto il grande successo ottenuto,
il titolo si appresta ad approdare con furore anche nei mercati
americani ed europei.




LA STORIA




Come tutti gli RPG che si rispettino, anche Blue dragon si appoggia su
una trama ben ornita e a tratti piuttosto complessa. Sebbene si inizi
con una serie di eventi molto semplici da seguire e comprendere, si
finisce ben presto con l’allargare i propri orizzonti ed investigare su
elementi che, almeno inizialmente, sembrano superflui ma che in realtà
spiegheranno molti degli avvenimenti che si svolgeranno nel corso
dell’avventura.



Tutto ha inizio quando un ragazzino di nome Shu decide di affrontare
“Land Shark”, ovvero una terribile creatura che periodicamente (insieme
a delle strane nuvole di colore violaceo) arriva nel villaggio di
Talta, dove il ragazzo vive, per seminare distruzione e morte. Shu e
due suoi amici (Kluke e Jiro), cercando di affrontare la bestia,
scopriranno ben presto che Land Shark non è altro che un robot e che il
responsabile degli attacchi è un misterioso personaggio di nome Nene
che, per ragioni ancora ignote, semina caos e crea scompiglio
praticamente ovunque.



Arrivati alla fortezza volante di Nene, ma costretti a fuggirne poco
dopo, i tre ragazzi si imbatteranno in tre sfere luminose che una volta
ingerite doneranno ai nostri amici dei poteri straordinari: i tre
protagonisti scopriranno di poter usare la magia, mentre le loro ombre
saranno in grado di dare vita a possenti creature pronte a proteggerli
e aiutarli.



La storia ovviamente prosegue con elementi vari che rendono il tutto
via via più complesso e a tratti di difficile comprensione. I ragazzi
incontreranno nel loro lungo (si parla di una quarantina di ore
giocabili) cammino amici ed alleati (ognuno con un proprio compito da
portare a termine); non mancheranno logicamente colpi di scena e side
quests, nel pieno rispetto del genere J-RPG, il tutto unito ad alcuni
(per non dire pochi) elementi originali.




IL GAMEPLAY




Ci ritroviamo immersi in un universo immenso, strapieno di dungeons
esplorabili in ogni piccola parte grazie all’ambientazione 3D; abbiamo
un vasto inventario attraverso il quale possiamo gestire gli oggetti
che troveremo all’interno di casse o che potremo acquistare e
naturalmente possiamo interagire con i vari NPC per avere informazioni,
consigli e ovviamente chiedere quale strada seguire.



Il gioco, comunque, da il meglio (ed il peggio) di se durante le lotte
ed i combattimenti che, fortunatamente, non sono basati su incontri
casuali ma vengono avviati non appena si entra in contatto fisico con
un nemico. Il sistema di combattimento è il classico a turni durante il
quale possiamo scegliere (grazie ad una interfaccia a menu) se
effettuare un attacco fisico o magico, se difenderci, fuggire via
oppure utilizzare un oggetto presente nel nostro inventario. Mentre in
basso un comodo HUD ci mostra lo status del nostro team, nella parte
alta dello schermo ci verrà sempre mostrato l’ordine di combattimento,
grazie al quale potremo sapere in quale momento preciso un personaggio
(amico o nemico) potrà attaccare. Purtroppo ho notato, con molto
dispiacere, che i combattimenti risultano talvolta privi di dinamismo:
neanche la possibilità di potenziare i propri attacchi (lasciando così
al nemico il tempo di reagire), riesce a smuovere o mutare la
situazione. Insomma, coma per la trama, possiamo dire che anche il
gameplay rispecchia il genere J-RPG ma non porta alcuna innovazione
degna di nota. Questo potrebbe, a seconda dei gusti del videogiocatore,
essere sia un aspetto positivo che negativo.





SHADOW UP!



Le creature-ombre dei nostri personaggi sono quelle che vengono
direttamente coinvolte negli scontri; verranno evocate automaticamente
in ogni battaglia (eccetto all’inizio dell’avventura, quando i
protagonisti non hanno ancora acquisito i loro poteri ESP, ed in alcuni
casi particolari: non voglio comunque anticiparvi nulla a riguardo) ed
effettueranno gli attacchi imitando fedelmente i movimenti del
personaggio al quale sono legati. Interessante notare come, proseguendo
nella nostra avventura, potremo potenziare la nostra ombra o modificare
a nostro piacimento la sua classe, in modo da adeguarla alle nostre
esigenze. Possiamo scegliere di specializzarci nella magia, in modo da
poter effettuare incantesimi di magia bianca o nera, o semplicemente
decidere di aumentare la forza fisica o la furtività. Ne consegue che,
volenti o nolenti, ogni personaggio verrà inesorabilmente specializzato
in particolari tipi di attacchi, risultando praticamente imbattibile in
certe battaglie ma estremamente debole in altre.





VIDEO E AUDIO



La grafica è quanto di più lontano esista dal fotorealismo, tuttavia
l’effetto cartoon introdotto dagli autori del gioco risulta gradevole
grazie a colori vivaci che saltano subito agli occhi e all’assenza
pressocchè totale di aliasing (o scalettature che dir si voglia).
Personalmente sono rimasto impressionato dall’eccezionale qualità video
del gioco ed ammetto che (in alcuni casi) ho avuto non pochi problemi
per riuscire a distinguere le animazioni in CG da quelle
in-game…questo grazie ad una cura maniacale per i particolari, che va
dall’abbigliamento dei protagonisti alle dettagliatissime texture. A
ciò, come se non bastasse, si va ad aggiungersi una buona sfocatura di
campo che rende leggermente più realistici gli ambienti e conferisce a
questi ultimi un maggiore senso di profondità. Ambientazioni colorate e
piene di dettagli si affiancano ad un engine grafico che purtroppo
mostra qualche pecca: La sfocatura di campo, per esempio, in alcune
situazioni si estende anche agli oggetti in primo piano, mentre in
alcune battaglie è possibile notare un piccolissimo ma a volte
fastidioso calo di framerate. Relativamente al character designing, è
impossibile non notare lo stile di Akira Toriyama (famoso per il
celebre fumetto/anime di Dragon Ball e Arale) soprattutto nel disegno
dei protagonisti e degli antagonisti (Shu ricorda parecchio Goku, Nene
somiglia vagamente al mago Babidi) i cui volti risultano, però, privi
di espressività.



Sul comparto audio c’è poco da dire se non che è letteralmente
eccezionale: nonostante il doppiaggio italiano dei dialoghi non faccia
gridare al miracolo, le musiche sono tuttavia molto curate, gradevoli e
orecchiabili, grazie anche ad una relativa semplicità di molte melodie
(la maggior parte delle quali riprodotte su pianoforte). Di contro,
però, i brani che uno ascolterà nel corso dell’avventura saranno,
purtroppo, più o meno sempre gli stessi.





CONCLUSIONI



Senza dubbio Blue Dragon è un ottimo titolo, caratterizzato da una
trama che assicura una buona longevità e dai tempi di caricamento
praticamente nulli.A causa dei filmati ad altissima definizione, il
gioco si trova diviso su ben tre DVD: tutto questo, fortunatamente, non
intacca l’eccezionale qualità del titolo che richiede molta pazienza
per essere concluso al 100% e che senza dubbio riuscirà a saziare la
fame di tutti coloro che, da tempo, non hanno potuto provare un J-RPG
degno di questo nome.