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Recensione di Banjo-Kazooie: Nuts & Bolts

Recensione di Banjo-Kazooie: Nuts & Bolts di Console Tribe

di: Redazione

Siamo allenati a conoscere i generi videoludici al punto tale da farne
un riassunto esaustivo di quello che ci aspetta anche guardando un solo
trailer di lancio. Quante volte, infatti, deduciamo a priori l’esito di
un gioco, capendone le meccaniche inerenti alla giocabilità senza
nemmeno mettere mani al prodotto finito? Questo capita perché le varie
categorie di suddivisione alla quale siamo abituati si sono omologate
al punto tale da renderci consapevoli di quello che abbiamo di fronte.
Quindi, quando per esempio si parla di “sparatutto in prima persona”,
di “racing game” o di “picchiaduro” sapete già a cosa state andando
incontro, non ne abbiamo dubbi.

Ma quando tra le mani capita Banjo Kazooie Nuts & Bolts,
e il grado culturale in questo campo e il vostro istinto vi
suggeriscono di piazzarlo in un generico contenitore “platform”, c’è
qualche cosa che non quadra.

A questo “qualche cosa” abbiamo dato un nome: genialità.





Perle RARE



Il mondo dei videogiochi è in declino, sono troppi i personaggi senza
carisma e quelli che hanno avuto successo non hanno un minimo di
originalità. Così, il Dio videoludico conosciuto come L.O.G. assegna a
Banjo, un simpatico orsetto in pantaloncini, e Kazooie, un picchio
arancione dalle maniere strafottenti, l’arduo compito di ri-plasmarlo
in modo più creativo, donandogli colore, spirito e varietà.

Questa a grandi linee è la stramba trama del gioco che, come firma consolidata del mondo Rare, si propone ancora una volta ironica e semplice, senza fronzoli pur riuscendo allo stesso tempo ad essere spassosa.

Sicuramente la sceneggiatura non è sorretta da colonne (im)portanti come quelle di giochi del calibro di Mass Effect o Bioshock,
ma senza ombra di dubbio riesce a coglierne quello spirito goliardico,
circense ed eclettico che solo alcuni cartoni animati riescono a
restituire.



Anche se a tutti gli effetti ci troviamo di fronte a un platform, durante le sessioni di gioco di Banjo Kazooie
ci chiederemo più volte dove siano finiti quei “famosi” canoni inerenti
a questo genere. Stiamo parlando di salti, doppi salti, arrampicate,
monetine da raccogliere, combo di tasti da pigiare e magari una serie
di abilità magiche. Tutte le componenti intrinseche alla categoria
“platform” sono state rimosse quasi totalmente per dare spazio a una
ventata, anzi diremmo “bufera”, di aria nuova al genere.

Ancora adesso, durante il corso della recensione, ci domandiamo se i baldi giovani di Rare
abbiano assunto qualche particolare pozione magica che ne aumentasse le
loro doti creative. Certo, un team di tal calibro come il loro non
avrebbe bisogno di simili sotterfugi, anche perché la loro bravura si è
già fatta notare più volte con titoli sempre di un certo livello
qualitativo. Ma siamo così stupiti da quest’ultima creatura interattiva
che non riusciamo a capacitarci della genialità, ma soprattutto della
perfezione videoludica che a volte è possibile raggiungere.



Tutto quello che Rare ha tolto, lo ha saputo
consapevolmente rimpiazzare con una sfilza di idee geniali e originali
che conferiscono divertimento senza limiti. Non sappiamo quale sia il
trucco (è probabile che abbiano resuscitato Einstein, Archimede o
Leonardo Da Vinci per avere consultazione diretta), ma il loro estro si
è arrampicato in alto su vette mai raggiunte prima ad ora, almeno per
un gioco appartenente a questa (spesso blanda) categoria.



Ci riferiamo ovviamente alla modalità di “costruzione dei veicoli”
presente, e persistente, in tutta la durata del gioco. Immaginate di
unire in un solo prodotto videludico la libertà di montaggio di Lego Technics, la manualità di Meccano, e il divertimento di una serie di minigiochi e sfide al limite dell’assurdo.

Scopriamole nel dettaglio.





L’allegro ingegnere



Prendete armi e bagagli e trasferitevi nel mondo di Banjo Kazooie: qui la fantasia prende letteralmente forma, si muove, si colora, si monta e smonta ad ogni vostro comando. Come?

Rare a messo a disposizione un enorme livello chiamato Borgo Showdown.
Consideratelo come un gigantesco menù di gioco navigabile, composto da
tante zone esplorabili interne ad esso, e che più volte dovrete
ri-visitare per raggiungere posti precedentemente inaccessibili. Queste
aree, comprese le missioni, le sfide e tutto quello che concerne il
divertimento del gioco saranno attive solo se, grazie al vostro
ingegno, saprete arrivarci fisicamente.



Inizialmente, anche grazie ad alcuni tutorial, sarà spiegato come
affrontare le vostre avventure ma vi verrà data completa libertà di
movimento e, in un certo senso, anche di interpretazione
nell’eseguirle. La procedura è tanto intuitiva quanto complessa, e si
rifà molto al meccanismo delle scatole cinesi: ti trovi in un mondo più
grande, entra in uno più piccolo, lì entri in un altro ancora più
piccolo, infine ritorna al punto iniziale.

Questo passaggio è necessario e persistente per tutta la durata del
gioco, in quanto sarà possibile “sbloccare” nuove aree solo dopo aver
conquistato vari premi, conosciuti nel gioco come Jiggy.



In poche parole dovrete vincere delle sfide, per un ammontare totale di
più di cento, migliore sarà il vostro piazzamento all’interno di ognuna
di esse e più ricompense potrete portare a casa. Di conseguenza, più
trofei conquistate e maggiori saranno le porte d’accesso sbloccate per
nuovi mondi.



Per capire in modo chiaro le potenzialità del titolo Rare dovreste mettere mani all’officina di Mumbo, un simpatico personaggio rosa con una faccia a forma di teschio sorridente.

Come suggerisce il sottotitolo del gioco Nuts & Bolts, in questo laboratorio Banjo e Kazooie
ci sono a disposizione una serie di pezzi, componenti e oggetti
(sbloccabili progressivamente nel corso della storia) per costruire da
zero un veicolo personalizzato. Qualunque, di qualsiasi tipo, peso,
trazione, colore e forma.



Liberate la fantasia e non ponetevi limiti, perché l’officina non ve ne
pone alcuno. Tempo fa, durante una prova diretta del gioco con il team
Rare, ci era stato mostrato come fosse possibile creare veicoli strambi
e personalizzati, in ogni modo dal design esilarante.

Finalmente abbiamo messo mano a “quell’editor” e possiamo confermare
che è talmente ben realizzato da farvi perdere intere giornate solo per
il gusto di dare vita a creazioni bizzarre, funzionali, estrose, in
ogni caso “totalmente vostre”.



Le sfide che affronterete saranno di una varietà impressionante, anche
se a lungo andare risultano molto simili tra loro. In linea di massima
possono essere catalogate in tre grandi categorie: corsa, in cui vi verrà chiesto di percorrere un circuito di aria, terra o acqua con altri concorrenti, trasporto, ovvero portare degli oggetti o personaggi da un determinato punto ad un altro e viceversa, e infine azione, che varia da combattimenti diretti a sfide tra veicoli in puro stile “destruction derby”.

Quello che rende differenti le singole sfide, però, è il modo in cui le
approccerete: in primo luogo perché è possibile decidere quale veicolo
utilizzare, aggiustarlo a puntino per l’occasione o addirittura
ri-costruirlo di sana pianta; un altro motivo è che le sfide sono in
realtà delle richieste di aiuto bizzarre di personaggi anomali, e che
non mancheranno di strapparvi qualche grassa risata.



Vi capiterà infatti, di aiutare un amico a trasportare delle pecore
gonfiate come palloni da un punto ad un altro, oppure di sfidare dei
concorrenti ad una gara in una piscina congelata, o persino vincere una
partita di calcio contro degli strambi robot. Il tutto sempre e
rigorosamente con l’ausilio di un vostro veicolo, o imposto dai
programmatori solo in alcuni casi (per esempio prenderete sottomano
un’automobile a forma di “logo Xbox”).





Il Colosseo delle meraviglie



Se per caso doveste annoiarvi da soli, il gioco propone una modalità
multiplayer di tutto rispetto, ma soprattutto che estende la già
corposa longevità del titolo di ulteriori ore di divertimento.

Il team Rare ha messo ha disposizione il Jiggosseum, un Colosseo fantastico e insolito in cui affrontare sfide di insolita natura.

È possibile prendere parte a dei minigiochi divertenti che potrete
vincere solo se saprete come sfruttare al meglio la vostra testa. Banjo Kazooie,
infatti, è uno di quei pochi titoli che non premia tanto l’abilità di
movimento/azione del giocatore, ma quella ingegnosa e creativa.

Vincerete solo se il vostro veicolo sarà all’altezza della situazione e
fidatevi, la sfida si ripeterà sempre ardua e competitiva.

Per non parlare poi della possibilità di esibirsi “facendo vedere” i
propri mezzi agli altri giocatori durante le gare, una caratteristica
che non mancherà di distinguervi dal mondo anche semplicemente per la
creatività che adottate quando date vita alle vostre macchine, a
prescindere che vinciate la sfida o no.





Venghino signore e signori! Venghino!



Il mondo di Banjo Kazooie è prima di tutto un’opera
videoludica architettonica. Non pensate di andare incontro a parole
come “realtà”, “verosimiglianza” e così via, perché tutto quello che
vedrete sarà fantastico e puramente inventato. Ma talmente ben
disegnato, realizzato e concepito che vi verrà voglia di calpestarlo
con i vostri piedi anche solo per pochi minuti.

Il team Rare
ha superato sé stesso, proponendosi con delle idee grafiche dal
concept-design buffo e al contempo eccezionale. Prendete i colori e le
forme di Viva Pinata, le ampie vallate di Kameo, gli strambi puzzle ambientali di Conker, uniteli insieme, mescolate e… boom!

Dall’esplosione fuoriescono tutte le migliori novità di un team di
sviluppo che sa stupire sempre, sia per originalità che per stile,
mantenendo sempre un gusto estetico senza precedenti.



I mondi che affronterete saranno vari, complessi, completi e divertenti
da viaggiare. Provare per credere: vi capiterà di percorrere colline
sconfinate in cui l’erba è letteralmente “cucita” a grandi pezze di
stoffa verde sul terreno, navigare per mari dalle onde e dai riflessi
talmente ben realizzati da mettere in secondo piano quelli visti in Far Cry 2,
o di sorvolare sopra le nuvole per poi accorgersi che queste ultime
fanno parte in realtà di un meccanismo complesso di ruote dentate,
bulloni, viti e lampade come l’enorme set del magnifico film The Truman Show.



Una menzione speciale va attribuita alla fattura del mondo virtuale chiamato buffamente LogBox 720, altro non è che l’interno di una Xbox 360
di un ipotetico futuro di “nuova-nuova generazione” di console,
composta da chip, circuiti, processori e addirittura interi DVD di
giochi che girano in appositi lettori (non a caso proprio i titoli
della Rare).

È stupefacente anche una certa situazione meta-referenziale che si
viene a creare: capiterà di svolgere alcune sfide in cui vi verrà
chiesto di salvare la “scheda grafica della console” dagli attacchi di
alcuni “bug”, per poi ritrovarvi ad accusare dei disturbi video durante
la partita come se quel danno stesse accadendo proprio in quel momento,
nella vostra Xbox.



In termini puramente tecnici ci troviamo di fronte a un titolo che
spreme la console come non mai, e che lascia basiti se consideriamo il
genere a cui appartiene che ingiustamente, e spesso, non richiede un
massiccio lavoro di calcolo.

I colori, le texture, la risoluzione e tutte le smanie legate a puri
tecnicismi sapranno allietare chi di queste caratteristiche ne fa un
culto personale, presentandosi sempre perfette e coerenti al tema
trattato.

Anche la colonna sonora è molto divertente da ascoltare ed è curioso il
modo in cui una singola traccia sia stata modificata e sfumata in base
al contesto in cui ci troviamo in un preciso momento. Se per esempio
siamo nei pressi di un’area cibernetica, la canzoncina di sottofondo
avrà dei suoni che ricordano i vecchi computer a otto bit, o se ci
capita di passare per una zona più circense subito incalzeranno trombe,
rullate di tamburi e pernacchie. Il tutto accompagnato da suoni
particolari e molto distinti, soprattutto se consideriamo la mole
impressionante di oggetti che si montano, si rompono, si scontrano,
saltano e così via.



Unico aspetto un po’ fastidioso è dato dalle lunghe sessioni di testo
alla quale bisogna andare incontro prima che una determinata missione
si attivi, a causa della mancanza del doppiaggio dei personaggi, che
invece sarebbe stata più che gradita.

Ma fidatevi, è una piccola pecca in mezzo a tanto splendore videogiocoso.





Orgoglio Xbox



La prima domanda che ci viene in mente è: “A cosa pensiamo quando citiamo Xbox 360?”

La risposta quasi assoluta è stata per lungo tempo attribuita a giochi come Halo, Gears of War, Mass Effect o Forza Motorsport, tutti titoli che hanno indiscutibilmente un grosso peso in termini di importanza.

Tra questi nomi altisonanti, però, ci piacerebbe che la nostra console bianca venisse ricordata anche per Rare, che di fatto ha curato molte esclusive targate Microsoft conferendo un approccio al gioco diverso dai soliti “spara-spara”.



Se la concorrenza può godere di un certo Little Big Planet, i fan della 360 hanno Banjo Kazooie Nuts & Bolts,
che rappresenta per certi versi l’orgoglio-platform targato Xbox,
almeno per quel che riguarda la personalizzazione e la creazione di
proprie idee in un contesto videoludico.

Delle idee che tra l’altro “avrebbe” dovuto inventarsi la serie di videogiochi con etichetta Lego,
dato che si parla di costruzioni in tutti i sensi, invece di
accaparrarsi l’ultima licenza disponibile e riproporla sempre allo
stesso modo. Ma per fortuna c’è Rare che rimedia a questi problemi, e riesce ogni volta a farci sognare come non mai.



Spesso si dice: “Costruire castelli di sabbia”.

Noi di console-tribe preferiamo rispondere: “Chi ha detto che non si può fare?”


Pro:

  • Costruzione infinita di veicoli personalizzati
  • Eccellente design dei livelli
  • Ottima longevità considerando il genere
  • Multiplayer originale

Contro:

  • Troppi testi a video da leggere
  • Mancanza di un doppiaggio per i personaggi