Recensioni

Recensione Recensione di Assassin’s Creed

Recensione di Assassin's Creed di Console Tribe

di: Redazione
“Love, love is a verb

Love is a doing word

Fearless on my breath”



Questa è la prima strofa della bellissima “Teardrop” dei Massive
attack, canzone scelta da Sony per lo spot Playstation 3 che mostrava
alcuni dei momenti salienti di Assassin’s Creed.

Ed in effetti Assassin’s Creed, nonostante sia disponibile anche per
altre piattaforme è finito col diventare il titolo “forte” del lineup
Sony per il Novembre 2007.

Difficile resistere ad un’ambientazione che ci porta sul sepolcro di
Cristo e che ci permette d’impersonare un misterioso assassino per le
polverose strade di Damasco e così, nonostante le tante polemiche ed i
continui ritardi che hanno caratterizzato questo controverso titolo di
Ubisoft eccoci qui a discutere di un gioco che ha tutte le carte in
regola per essere un must.





Storia



Abbiamo già detto che Assassin’s Creed si sviluppa nel medio evo ma la
cosa è vera solo in parte; nell’introduzione (giocata) s’apprende che
il nostro “vero” alter ego non è Altair, priore dell’ordine degli
assassini che visse in medio oriente al tempo della terza crociata ma
Desmond, un barista del 2012 che si è lasciato alle spalle un passato
da killer e che viene rapito da un’azienda farmaceutica.

L’ABSTERGO (questo il nome della società farmaceutica, “asciugo” in
latino) ha messo a punto “Animus” (dal latino “anima”, “vita”,
“spirito”) un sistema che permette di far rivivere ad un soggetto le
esperienze dei suoi avi.

Nel particolare sembra che Desmond “conservi memoria” della vita di
Altair, priore del misterioso ordine degli assassini che sottrasse
all’ordine dei templari un’importante reliquia recuperata dalle rovine
del tempio di Salomone.

Il “problema” è che Animus non è in grado di far accedere
indistintamente ogni parte della vita di Altair, alcuni periodi “caldi”
sono infatti “bloccati” dal subconscio di Desmond ed è quindi
necessario far rivivere tutta la storia per scoprire che fine ha fatto
quell’oggetto.

Andando ad Altair il discorso è molto più diretto, Altair è la “testa
calda” del suddetto ordine degli assassini che si trova degradato e
costretto a dimostrare quanto vale ed a sconfiggere Robert de Sablé,
gran maestro dell’ordine dei templari per riscattarsi.

La trama del gioco si articola a partire da questa traccia, la massima
parte del tempo la passeremo guidando Altair nelle sue missioni ed il
resto del tempo impersoneremo Desmond che cerca di fuggire dai
laboratori Abstergo.





Realismo



Assassin’s Creed colpisce per la cura dei dettagli dal punto di vista
storico; l’ambientazione è molto dettagliata ed è decisamente
coinvolgente girare per città ricreate in modo così minuzioso.

Quelli di Ubisoft hanno fatto un lavoro magistrale nel dosare colori,
effetti e suoni per rappresentare al meglio l’ambientazione e sotto
quel punto di vista il gioco è perfetto.

Si arriva a vedere la gente con le vesti bianche sporche di fango ai
piedi e la polvere che si leva ad ogni passo, è veramente bello
immergersi in una scenografia così realistica, e questo per non parlare
del dettaglio con cui sono rappresentate le città dal punto di vista
architettonico.

Qualche critica si potrebbe muovere alla gente che popola la terrasanta
medioevale che in genere si comporta in maniera fin troppo “generica”
ma, tuttosommato, la cosa è marginale (soprattutto se consideriamo che
finora quello che s’era visto era decisamente molto più indietro).

Vi troverete a camminare (e perdervi) nei vicoli di Damasco, Acri,
Gerusalemme e Masyaf (il villaggio nativo di Altair); rimarrete a bocca
aperta quando scruterete la città dall’alto e vi sembrerà d'”esserci”
quando Altair s’arrampicherà sui muri delle case o si getterà a terra
da un cavallo lanciato al galoppo, la parte scenica (che si potrebbe
definire quasi “cinematografica”) è decisamente buona.





Ambientazione



Come abbiamo già detto Assassin’s Creed si svolge in due periodi
storici differenti, quello del nostro alter ego (“Desmond”) e quello
dell’alter ego del nostro alter ego (“Altair”).

Mentre Desmond vive nel 2012 Altair combatte nel 1191, ed ogni parte
del gioco è stata curata affinchè sembri davvero che Altair sia nel
1191.

Siamo nel mezzo di una crociata, da un lato Saladino tiene Gerusalemme
e si prepara a colpire i crociati e dall’altro Riccardo “cuor di leone”
ha appena conquistato Acre e si prepara a marciare su Jaffa per puntare
poi su Gerusalemme.

Con i due eserciti che si preparano a darsi battaglia l’intera zona
vive un periodo di forte tensione con le guardie in allerta, la gente
preoccupata ed i signorotti che accumulano potere si respira un’aria di
precarietà.

Il gioco in sè si ambienta nelle quattro città citate sopra (Damasco,
Acri, Gerusalemme e Masyaf) e nei territori che le uniscono; a mano a
mano che avanzeremo avremo accesso a diverse città ed a diverse “parti”
delle città stesse (escludendo Masyaf le città sono divise in tre
quartieri che l’Animus ci permetterà di visitare solo a mano a mano che
svolgeremo le missioni per conto dell’ordine).





L’engine del gioco



Il gioco in sè ci mette nei panni di Altair (le parti con Desmond sono
per lo più intermezzi) e ci fa compiere una quantità non indifferente
di missioni che spaziano dall’uccidere qualcuno al rubare documenti e
lettere ma di volta in volta dovremo svolgere anche ruoli d’
“intelligence” come spiare certe conversazioni o interrogare alcuni
personaggi chiave.

La meccanica del gioco è abbastanza complessa e ci vorrà un po’per
riuscire ad usare al meglio Altair; in generale ci muoveremo fra la
folla (facendo attenzione a non farci notare) e potremo scalare questa
o quella casa per poi muoverci fra i tetti qualora fosse necessario.

Altair è un provetto scalatore e colpirà la facilità con cui è in grado
di arrampicarsi aggrappandosi al minimo appiglio, cosa che tornerà
decisamente utile quando ci troveremo inseguiti dalle guardie.

Ovviamente non è quello il suo “lavoro”, Altair è un assassino nato e
dovrà ricorrere alle sue “capacità” tanto per eliminare personaggi
“scomodi” per il suo ordine quanto per ingraziarsi la popolazione
(uccidendo le guardie che tormentano la gente).

Il gioco di per sè non è molto al di là di questo, Al Mualim (il capo
degli assassini) assegnerà delle missioni ad Altair ed Altari dovrà
recarsi nella città indicata, prendere contatto con il referente degli
assassini in quel luogo e svolgere quindi le sotto-missioni necessarie
a preparare il campo per l’assassinio del marrano di turno.

Al di là di questo Altair sarà costretto ad arrampicarsi su tutti i
punti più alti delle varie città per localizzare persone e luoghi
chiave.

Le sotto-missioni sono abbastanza ripetitive: origliare una
conversazione è essenzialmente sedersi su una panca e “puntare” il
bersaglio, borseggiare qualcuno è solo arrivargli abbastanza vicino da
poter arrivare alla sua bisaccia, interrogare qualcuno è semplicemente
pedinarlo fino ad una zona appartata per poi “sbatacchiarlo un po’” per
scoprire quello che ci serve.

Per “fortuna” (per il gameplay, non per Altair) a rendere le cose più
complicate c’è il fatto che buona parte delle cose che faremo (a
partire dai vari omicidi) non è legale e le guardie non si fanno
problemi ad attaccare chiunque trovino sospetto, per questa ragione di
volta in volta dovremo mimetizzarci (confondendoci con la folla) o
nasconderci (buttandoci nel primo covone di fieno che troviamo per
strada o aggirando le varie guardie); l’HUD ci permette di sapere
immediatamente se siamo al sicuro o se qualche guardia ci sta
osservando (e “come” ci sta osservando); in pratica è una specie di
stealth, con la differenza che più che renderci invisibili in senso
stretto dovremo semplicemente renderci indistinguibili dalla folla.

A questo si aggiungono le quest opzionali come appunto fare il
“raddrizzatorti” che punisce le guardie che molestano innocenti
passanti, raccogliere i vari stendardi (ce ne sono centinaia sparsi un
po’dovunque) ed assassinare i templari (di solito posizionati in punti
poco accessibili, ci salteranno addosso a vista).

Fuori città sarà possibile anche usare i cavalli, tanto per spostarsi
più facilmente quanto per aver ragione facilmente delle guardie sparse
per i territori occupati.





Gameplay



Come assassini è ovvio che il nostro forte sia ammazzare la gente;
Altair ha diverse armi per svolgere questo genere d’operazione, si
passa dalla solita spada (che useremo quando dovremo affrontare due o
più guardie) al micidiale coltello nascosto nel palmo della mano (utile
soprattutto per assassinare una vittima ignara in modo veloce e senza
destare troppo l’attenzione), passando per la daga ed i coltelli da
lancio.

Non sempre sarà possibile uccidere il nostro bersaglio a primo colpo
(specialmente quando siamo stati scoperti) per cui è essenziale saper
usare la spada, sicuramente meno “elegante” e “discreta” della lama nel
nostro guanto ma decisamente più utile.

Nel caso venissimo “scoperti” sarà possibile uccidere i nostri
inseguitori o fuggire; purtroppo le guardie sono brave quanto noi a
scalare (il chè non è molto credibile) cosicchè arrampicarsi sui tetti
spesso non basterà a salvarci la vita, dovremo invece “interrompere la
linea visuale” (cioè fare in modo che non ci vedano), trovare un
nascondiglio sicuro (un covone di fieno o un'”apposita” stanzetta sui
tetti) ed aspettare che si calmino le acque.

Altair è in grado di svolgere una quantità impressionante di mosse, può
arrampicarsi su quasi ogni parete, saltare ed aggrapparsi a cornicioni
e via dicendo; una volta che si è presa dimestichezza con l’interfaccia
potremo raggiungere virtualmente ogni punto delle città.

Esistono comunque delle limitazioni, intanto l’Animus c’impedisce
d’accedere alle zone della città in che non c’interessano (un
escamotage per “svelarci” le città gradualmente), Altair non ama
l’acqua (cadere in un fiume equivale a morire automaticamente) e le
cadute da grandi altezze possono ucciderlo (và detto che sotto ogni
torre d’avvistamento c’è sempre un covone di fieno pronto ad attutire
la caduta).

E’lodevole il tentativo di fare un titolo tendenzialmente “stealth”
senza trasformare il titolo in una specie di Tom Clancy’s, purtoppo non
sempre il gioco rende quest’impostazione al meglio (ad esempio è
abbastanza seccante girare sui tetti e sentire la folla che commenta le
tue evoluzioni) ma è una cosa marginale se consideriamo come la gente
reagisce al nostro passaggio (specialmente quando facciamo qualcosa di
“bizzarro” come saltare o correre a perdifiato).

Inoltre la gente è, in effetti, una vera massa consistente tant’è che a
meno di non scostarla (c’è l’apposito comando) ci capiterà spesso di
urtare questo o quel passante esattamente come potremo inciampare e
cadere se corriamo, a questo s’aggiunge il fatto che la folla ha un suo
“carattere” cosicchè è facile che ci favoriscano (facendoci spazio) o
c’ostacolino a seconda delle situazioni (rendetevi quindi conto di
quant’è importante sapersi destreggiare).

Potremo tenere due possibili “profili” ed a seconda del profilo
adottato saremo più o meno visibili e potremo svolgere azioni diverse:
quando manterremo un basso profilo potremo farci spazio fra la folla e
poco più mentre dovremo mantenere un alto profilo (cioè renderci
facilmente individuabili) per attaccare qualcuno, correre ed
arrampicarci.

Sarà possibile anche “mimetizzarci” camminando molto piano a mani
giunte (proveremo infatti a farci passare per un monaco approfittando
della tunica bianca); in questa “modalità” non potremo svolgere altre
azioni e non daremo nell’occhio.

Anzichè una barra d’energia avremo una “barra di sincronismo” che
scenderà quando verremo colpiti e quando svolgeremo azioni contrarie al
“credo” degli assassini (come uccidere degli innocenti).

Nel caso di “game over” (quando il sincronismo scende a zero) l’Animus
ci riporterà all’ultima posizione salvata (che poi sarebbe l’ultimo
archivement ottenuto, sia esso salvare una vecchietta, raccogliere uno
stendardo o altro).





Nemici



I nemici hanno un IA discretamente bassa (come in tutti i titoli del
genere l’unica cosa che un nemico può fare è attaccare in corpo a
corpo) ed in genere sono abbastanza semplici da battere quando presi
singolarmente o in piccoli gruppi (tendono comunque ad attaccare
contemporaneamente e questo rende molto difficile batterne quattro o
più) mentre la loro generale “forza” varia a seconda del tipo.

Nel dettaglio i soldati regolari (includendo anche le guardie
cittadine) sono discretamente facili da battere mentre i templari ed
alcuni soldati di rango superiore sono decisamente più ostici.

I soldati tendono a “ricordarsi” chi siamo e ci attaccano se hanno già
avuto a che fare con noi in precedenza… inoltre se si effettua un
omicidio “cruento” (cioè ben visibile alla folla) può capitare che sia
la folla stessa ad avvertire le guardie nelle immediate vicinanze, un
altra ragione per preferire attacchi più discreti.

Una nota a parte và fatta per gli arceri che sono in grado
d’individuarci con facilità anche a ragguardevole distanza, in generale
sono posizionati in punti rialzati (torrette di guardia e torri) e sono
decisamente deboli nel corpo a corpo; quando possibile è consigliabile
avvicinarsi il più possibile cercando di rimanere “celati”, andare
immediatamente in corpo a corpo e spingerli (sia afferrandoli e
scagliandoli sia colpendoli ripetutamente infisciandosene delle
eventuali parate) giù dalle loro posizioni, la maggior parte delle
volte si sfracelleranno al suolo.

Un ultima nota va fatta su quello che potrei definire un glitch, un
imperfezione… qualora si venga scoperti da unità “stanziate” (cioè a
guardia di una particolare struttura) queste c’inseguiranno.

Nonostante sia possibile far perdere le proprie tracce e
successivamente uccidere gli inseguitori al ritorno nei punti
“presidiati” vedremo che le guardie sono nuovamente lì (e questo
nonostante loro cadaveri siano ancora per terra), inoltre le unità
“inseguitrici” non danno “bonus” nel senso che una delle sotto-quest è
quella di uccidere un certo numero di templari, se questi templari
vengono uccisi in “un secondo momento” non valgono ai fini della
“contabilità”.





Controlli



Considerando la varietà di azioni che Altair può compiere è ovvio che i controlli siano una nota dolente del gioco.

Probabilmente sia a causa di alcune scelte per offrire un gameplay
credibile sia per la necessità di offrire un’interfaccia consistente a
tutte le versioni del titolo Assassin Creed richiede un po’ (non
tantissimo, ma abbastanza da frustrare i giocatori più impazienti) per
poter essere giocato al meglio.

Spesso ci troveremo a dover usare in modo molto preciso il controller
(speciamente quando saremo braccati dalle guardie) e sarà necessario un
buon controllo del pad per evitare di farsi ammazzare.

Il gioco risponde bene ai comandi, ed in generale non c’è mai
l’impressione che il gioco “assista” il giocatore, cosicchè se Altair
compierà azioni decisamente spettacolari e/o inconsuete (e le compierà)
sarà comunque perchè il giocatore ha saputo guidare il personaggio e
non perchè il gioco sta “semplificando” la vita al giocatore.





Aspetto grafico



Assassin Creed è un gioco bellissimo (bellissimo a vedersi) eppure non è questo il suo punto di forza.

Il gioco usa benissimo gli effetti a disposizione offrendo
un’ambientazione realistica senza strafare; meraviglioso (in quanto
credibile) il vestito di Altair ed il modo in cui si muove,
spettacolare il muoversi fra la folla.

Molti oggetti al suolo ed alcune piccole strutture in legno sono
distruttibili (camminandoci sopra o scagliandoci contro un nemico) e
spesso capiterà di urtare delle donne e fargli cadere le giare o di
rovesciare casse contenenti cibo.

Il titolo gira egregiamente a 1080p (anche se si vede chiaramente che
si tratta di una risoluzione “artificiale” ottenuta allargando
un’immagine più piccola) e mantiene una buona resa grafica con texture
soddisfacenti ed ambienti abbastanza dettagliati; l’aliasing tende a
dar fastidio (nel senso che è presente e si vede) specialmente se
confrontiamo il tutto con l’altra versione ma in generale sono minuzie
per di più ripagate da un immagine leggermente più nitida.

Non c’è nessun effetto “vento” (e questo neppure quando si scalano le
vette più alte di una città) ed ogni tanto si può scorgere un leggero
effetto pattinamento, ma questi sono dettagli e di contro gli effetti
di luce sono decisamente buoni.

Il vero problema risiede invece nel tearing che in certi punti
(particolarmente all’inizio) dà veramente fastidio, a questo si
aggiunge qualche occasionale rallentamento che a quanto pare si
riscontra su tutte le versioni del gioco (ed è quindi imputabile ad
Ubisoft) ma sembra essere più marcato nella versione Playstation 3.

Le ombre sono in generale buone anche se spesso si vede come “saltino”
(esattamente come i modelli) da un livello di dettaglio più basso
(quando sono in lontananza) ad uno più alto (quando sono in prossimità
dell’osservatore).

Le texture sono discrete (nella media degli altri titoli di fascia alta
usciti su Playstation 3) mentre effetti come nebbia e fumo lasciano
alquanto a desiderare.

Per il resto non c’è granchè da dire, il titolo è maestoso e
decisamente bello a vedersi (specie quando Altair scruta i dintorni
dall’alto di un punto d’osservazione).




Aspetto sonoro



Prima di addentrarmi voglio dire che dal punto di vista sonoro un
plauso và a chi ha effettuato l’adattamento ed il doppiaggio in
italiano, non solo i personaggi sono credibili quando parlano ma a
volte vengono usati termini inconsueti e forme ricercate che accentuano
l’impressione di essere “nel passato” (nel gioco viene anche data una
spiegazione convincete del perchè i personaggi parlino in questo modo).

Manca totalmente la musica di sottofondo ed è un bene visto che al suo
posto sentiremo le voci della gente che ci circonda (e spesso
parleranno di noi, specie quando c’arrampicheremo su un tetto o
piomberemo nel mezzo della piazza da un punto rialzato) permettendoci
di capire cosa accade nei dintorni.

E’comunque presente qualche musichetta decisamente azzeccata che
rimarca le azioni più particolari (ad esempio quando combattiamo).

Nel complesso nulla di particolare ma di sicuro effetto e molto funzionale all’azione.





Considerazioni finali



Assassin’s Creed è (volente o nolente) un gioco che richiama alla mente
una quantità di cose già viste e sentite altrove, è difficile seguire
la storia senza pensare ai vari scrittori che hanno già usato il
concetto di memoria genetica (uno su tutti: Herbert nel ciclo di Dune)
sebbene sia decisamente un concetto decisamente ardito (per non dire
campato in aria).

Guardare Altair appollaiato sulle guglie degli edifici ha un chè di
Spiderman (o di Spawn) e vederlo tuffarsi nei covoni di fieno mi
ricorda tantissimo Robin Hood – il principe dei ladri.

In effetti non credo che Assassin’s Creed abbia usato senzientemente
questi spunti, però è innegabile che c’è stato uno sforzo (e una
creatività) non indifferente per tirar fuori un titolo così brillante.

E’difficile vedere produzioni di questo livello anche fra i titoli di
taglio alto; questo gioco non è solo un “signor titolo”, è un opera che
“ha stoffa” nel senso che anzichè puntare tutto sull’aspetto grafico e
sul budget Ubisoft ha confezionato un titolo completo e capace di
stupire e divertire scommettendo su innovazione e gameplay.

Per quel che mi riguarda il giudizio si può sintetizzare in poche parole: “peccato che sia multipiattaforma”.

Il titolo è così godibile che ci si trova spesso a chiedersi come
sarebbe potuto essere se anzichè fare un multipiattaforma gli
sviluppatori l’avessero realizzato solo per Playstation 3, sfruttando
anche quelle feature uniche del monolite nero…

Purtroppo non avremo mai questa risposta anche se, onestamente, il titolo ha ben poche lacune già così.

Gli intermezzi (in buona parte con l’engine ingame) sono decisamente
credibili ed il gioco scorre via molto velocemente (anche perchè i
caricamenti sono poco frequenti e ben “nascosti” cosicchè è facile
giocare diversi capitoli come se fossero un “continuo”).

C’è da dire che dopo un po’si nota una certa ripetitività nel gameplay anche se la cosa è molto soggettiva.

Il gioco richiede un’installazione (discretamente lunga) da effettuarsi
(ovviamente) solo la prima volta e presenta qualche serio bug tecnico
(il titolo sporadicamente “si blocca” constringendovi a spegnere la
console, Ubisoft ha annunciato la patch che dovrebbe risolvere il
problema) e qualche bug grafico (tearing e cali di frame in primis),
segno che forse è stato completato un po’ troppo in fretta,
probabilmente per uscire entro novembre.

Decisamente un buon titolo che appaia fantascienza e ricostruzione
storica in modo decisamente intrigante e che, se avete già troppi
titoli nel vostro carnet, potrete gustarvi anche in affitto
considerando che raramente lo riprenderete in mano una volta finito.

Mi sento in grado di consigliarlo a tutti (anche il rating PEGI 16+ è,
a mio avviso, eccessivo visto che il titolo è fin troppo “candido”
considerando il periodo descritto in maniera ben più cruenta nei vari
libri di storia) specie per la stagione natalizia dove sicuramente farà
tanto la felicità dei figli quanto quella dei genitori che, anzichè
vedere i figli sparare raggi laser e squartare alieni potranno
finalmente osservarli mentre vagano in un ottima ricostruzione
storica… come dire “studiare divertendosi”.


Pro
  • Bellissima storia
  • Ottima ricostruzione storica
  • Molta libertà d’azione
  • Doppiaggio eccellente
Contro
  • Il gioco ogni tanto si blocca
  • Tearing
  • Occasionali cali di frame rate