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Recensione Recensione di Armored Core for Answer

Recensione di Armored Core for Answer di Console Tribe

di: Redazione
Zone of the Enders, Macross, Gundam, Ghost in the Shell: potremmo
continuare all’infinito elencando nomi che sono entrati di diritto
nell’olimpo giapponese dei Mecha.

Tutti titoli che nelle loro varie incarnazioni come serie animate o
videogames hanno sempre avuto in comune una cosa, l’agilità e le
avanzatissime quanto fantascientifiche caratteristiche dei mech
presenti nei vari titoli, particolarità questa, non condivisa da
un’altra serie di culto nata da parecchi anni sul suolo nipponico.

Parliamo di Armored Core, serie che vede in scena combattimenti tra robot che ha oramai superato la decina di games.

Non che AC non sia fantascienza se ragioniamo sulle tecnologie attuali,
semplicemente il comportamento dei mech nel gioco è sempre stato quanto
di più reale sia possibile immaginare, facendo uno sforzo ragionato sui
possibili miglioramenti tecnologici futuri.

Niente supermanovrabilità o capacità di volo senza alcuna superficie
areodinamica di dimensioni adatte, bensì movimenti pesanti e coerenti
per una enorme massa di metallo e possibilità di alzarsi in volo
affidata a dei normalissimi propulsori a reazione.

Non si può chiaramente parlare di simulazione in un contesto simile, ma
se tali mech esistessero si comporterebbero probabilmente proprio come
in Armored Core.



For Answer è il secondo Armored Core ad approdare sulle console
next-gen , ed è uno spin-off legato agli avvenimenti del quarto
capitolo, nulla di nuovo sotto questo aspetto visto che la saga ha
sempre avuto moltissimi episodi di contorno o di approfondimento
affiancati agli attuali quattro episodi con numerazione standard.



Il titolo che abbiamo tra le mani non può però essere considerato un
vero e proprio seguito del quarto capitolo, in quanto i fatti narrati
saranno abbastanza lontani dalla precedente scenggiatura; avremo a che
fare con i resti delle corporazioni che dominavano il pianeta in
Armored Core 4, e con una terra sconvolta da inquinamento e terribili
guerre per la sopravvivenza e le materie prime.

Negli anni di crisi intercorsi tra il quarto capitolo e questo “For
Answer” le grandi potenze economiche hanno ideato enormi piattaforme
volanti, atte a far sopravvivere parte della popolazione in quota dove
l’aria è ancora respirabile. E’ da queste postazioni che le
corporazioni hanno continuato ad esercitare il loro dominio sul
sottostante globo, ancora indispensabile per infrastrutture e risorse
minerarie.

Tale controllo non è però facile, infatti a terra, fra morte e
distruzione, coloro che non sono stati così fortunati da avere il
diritto di rifugiarsi in volo, hanno fondato “ORCA”: un’organizzazione
che lotta contro il potere corporativo.

E su tale battaglia vivrà la nostra avventura, qualunque sia la fazione
a cui decideremo di appartenere; una trama questa che riprende molto
dalla lotta fra colonie e pianeta madre di Gundam, ma che inserisce
questa situazione in una vera e propria guerra civile fra compatrioti.



Pimp my Mecha!!! Ho sempre voluto una macchina distruttrice a pallini!!!



Dopo aver deciso se affrontare la modalità storia o il multiplayer (di
seguito tratteremo la prima delle due) inizierà il vero e proprio gioco.

Saremo chiamati a scegliere se iniziare la partita come ribelli anticorporazioni o come difensori di queste ultime.

La selezione comunque influirà solo sul nostro mech iniziale e sulle
prime missioni, visto che in seguito sarà la trama a guidare in parte
la nostra evoluzione etica.

Se l’avere un robot legato a una particolare fazione e con determinate
caratteristiche vi ha spaventato non preoccupatevi, non sarete ancorati
per molto a tale scelta in quanto dopo poco tempo avremo la possibilità
e i fondi per testare quello che è da sempre il punto forte di Armored
Core: l’infinita possibilità di personalizzazione.

Gambe, propulsori, radar, armi, corazze e quant’altro, tutto potrà
essere potenziato e sostituito e non solo, anche ogni singola parte del
nostro arsenale mobile sarà completamente colorabile a piacimento.

L’unico limite sarà la nostra immaginazione: potrete condurre alla
vittoria un nero distruttore, o un terribile combattente rosa a pallini.

Se per il lato estetico potremo sbizzarrirci senza penalizzazione di
sorta, maggiore attenzione dovremo prestare alle meccaniche di gioco
quando sostituiremo elementi per l’attacco o parti del robot.

Creare un mech carico di armi pesanti potrà permetterci di eliminare in
un baleno gli avversari più grandi e le postazioni fisse, ma saremo
facili prede degli altri armored core più agili, non riuscendo
praticamente mai a colpirli, al contrario un robot molto rapido
latiterà contro i nemici maggiormente corazzati.

Non dobbiamo però confonderci: il gioco non ci costringerà a fare tutto
in modo bilanciato, potrete tranquillamente creare vari mezzi che
eccellano ognuno in un comparto differente e usarli a seconda della
missione; a patto di avere fondi sufficienti per pagare le parti: si sa
in un mondo straziato dalla guerra e dalla distruzione il denaro è
l’unico dio esistente.

Tale libertà creativa è supportata anche dalla possibilità di creare
stemmi e marchi da applicare come livree alle nostre creature.

Tutto sembrerebbe far presagire un sistema molto bilanciato e godibile,
purtroppo il più delle volte il rateo di fuoco sarà la scelta più
importante e si finirà a selezionare sempre gatling e similari.
Nonostante la loro potenza sia inferiore rispetto a cannoni al plasma,
spade laser e lanciamissili, la loro velocità di fuoco ci permetterà
quasi sempre di avere ragione del nemico senza troppi problemi.

Se la prima sbavatura dei ragazzi di From Software
potrebbe apparire una quisquilia, maggiore perplessità desta la
difficoltà di gioco: ad alcune missioni semplici o comunque ben
calibrate ne seguiranno altre frustranti e apparentemente impossibili,
non che una sfida impegnativa non sia apprezzata di questi tempi, ma un
maggior equilibrio sarebbe stato gradito; come se non bastasse anche il
livello di difficoltà maggiore soffre di tali sbalzi arrivando in
alcuni tratti ad essere quasi causa di abbandono del titolo.

Un discorso a parte per ciò che concerne il giocato meritano i comandi,
alle due mappature di comandi tradizionali sono stati affiancati dei
comandi semplificati, che però si rivelano essere solamente una diversa
disposizione dei tasti, nemmeno ben riuscita e senza alcune funzioni
(come l’eliminazione delle armi scariche), una scelta infelice che
probabilmente non sarà di nessun aiuto.



Dalle stelle alle stalle I



Abbandonate le luci e le ombre del gameplay un plauso ai ragazzi di
From Software va fatto per il comparto visivo: oltre allo stupefacente
video introduttivo che è quanto di meglio visto in campo mecha negli
ultimi anni e che difficilmente potrete distinguere da una ripresa
reale (ma i ROBOT esistono????). Praticamente tutti i difetti che
affliggevano il precedente Armored Core 4 sono stati risolti e gli
aspetti grafici che erano gia ottimi sono stati ulteriormente
migliorati.

Avremo quindi gli effetti dei booster tra i migliori mai realizzati,
riflessi di superfici come il mare molto credibili, costruzioni
presenti nelle aree finalmente distruttibili in maggior misura e un
minor senso di vuoto nelle zone di combattimento, che pur essendo
desolate (ci mancherebbe in un mondo quasi morto) non danno più quel
senso di incompletezza.

Abbiamo detto “quasi tutti i difetti”, infatti questo AC per quanto
possa essere applaudito per i passi avanti fatti, presenta ancora
alcuni fastidiosi difetti che onestamente potevano essere limati
maggiormente.

In primis le esplosioni, veramente mal realizzate e poco credibili,
mancano di densità e di volume apparendo quasi come effetti in 2d sullo
schermo, e che stonano ancora di più vicino all’ottima resa dei mech.

Se alla luce della bontà generale del comparto grafico, questo errore
poteva essere in parte perdonato, inconcepibile nel 2008 è la presenza
di limiti invisibili nelle varie missioni, per di più non segnalati in
alcun modo e non giustificati; un conto sarebbero stati dei muri
invisibili che comunque avrebbero dato molto fastidio, ma l’incuria in
questo frangente ha superato tale livello, rendendo queste trasparenti
linee delle assassine perfette, ci basterà infatti superarle di
pochissimo (e non sarà ne raro ne difficile farlo) per fare game over e
dover ripetere la missione, un difetto questo che potenzialmente mina
la godibilità dell’intero titolo.

Se a tutto ciò aggiungiamo una gestione della telecamera alquanto
imbarazzante e che spesso ci porterà a perdere di vista avversari che
ci stanno crivellando di colpi, capiremo come tali mancanze non solo
rovinano la bontà visiva del gioco, ma lo rendono ancora più ostico e
frustrante.



Dalle stelle alle stalle II



Il sonoro sembra essere una copia del comparto visivo: migliorie sul lato prettamente tecnico ma scelte molto discutibili.

Se musiche ed effetti sonori saranno ben realizzati e non disturberanno
mai, indisponente sarà purtroppo, come in molti titoli del genere, la
scelta di non localizzare il gioco in italiano, sia per quanto riguarda
il parlato, sia per i sottotitoli fatta eccezione per il libretto
d’istruzione.

Tale scelta può essere compresa analizzando la bassa presa del genere
mecha sul mercato italiano, ma rimane pur sempre una grave mancanza di
rispetto per chi magari avrebbe speso i suoi soldi in quanto fan della
serie; se ciò non scoraggerà questi ultimi di certo ostacolerà
moltissimo la diffusione fra i curiosi o gli utenti alla ricerca di un
nuovo gioco.



Con gli amici e i nemici si rimane però nel firmamento



Se le considerazioni sui comparti tecnici non vi bastassero sarete
felici di sapere che la croce e delizia di questa generazione:”il
grande DIO MULTIPLAYER” è forse una delle cose meglio riuscite nella
nuova fatica di From Software.

La modalità maggiormente interessante, anche se forse difficilmente
fruibile, è degna dei migliori LAN party: parliamo infatti della
possibilità di utilizzare un system link fino ad otto giocatori, per
cooperare o scontrarsi; il neo del system link è che serviranno otto
console, otto televisori e otto copie del gioco, in particolare gli
otto televisori ci lasciano un po’ dubbiosi sull’effettiva
realizzabilità di tali partite.

Ciononostante questa è forse l’innovazione e la scelta più coraggiosa degli ultimi tempi sul panorama multiplayer.

Sono comunque presenti le modalità più tradizionali, come la
cooperativa a schermo condiviso o attraverso internet, con tanto di
partite classificate che avranno dei veri e propri ranking mondiali.

L’unica vera mancanza è quella del versus su una sola console,
stranamente non implementato, forse a favore della cooperazione o dei
duelli online.

Insomma la buona modalità multiplayer affiancata alle numerose missioni
che compongono il titolo e alla possibilità di schierarci con le varie
fazioni rendono questo titolo longevo e rigiocabile più volte, cosa
rara di questi tempi.



Jappofili e mecha otaku: for you eyes only



Cosa dire dunque di un gioco che presenta così tante controversie.

Un titolo che fa poco o nulla per essere appetibile ai neofiti del
genere, tutte le innovazioni e le migliorie apportate sono orientate
solo a compiacere chi oramai si è da tempo avvicinato all’universo
Armored Core.

Anche i difetti non risolti sono sempre i soliti che probabilmente ai
fan della serie non interessano, ma che risultano obbiettivamente
incredibili per chiunque si avvicini al titolo.

Armored Core For Answer sicuramente conquisterà tutti coloro che hanno
da sempre amato la saga, renderà nuovamente soddisfatti tutti quelli
che erano rimasti perplessi dal quarto capitolo, ma indubbiamente non
catturerà nuovi adepti e non farà cambiare idea a chi non ha mai
apprezzato tali battaglie tra robot corazzati.

Un peccato alla luce della trama che seppure molto giapponese nel
gusto, pare veramente ottima e ben curata, ma l’errore non è di chi non
vorrà giocare questo titolo, bensì degli sviluppatori. Con poca fatica
in più avrebbero, secondo noi, aiutato moltissimo questo gioco,
specialmente non deludendo per l’ennesima volta l’utenza del bel paese.

La speranza di noi di Console Tribe è che prima o poi si presti una
maggiore attenzione a tutti i mercati e non solo ai soliti due o tre;
probabilmente se mai tali lamentele verranno capite tutti noi potremo
godere di moltissimi titoli che troppo spesso ci vengono negati o resi
difficilmente fruibili.