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Recensione Recensione di Alien Breed Evolution

Recensione di Alien Breed Evolution di Console Tribe

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

Sono passati diciannove anni da quando gli sperduti e solitari giocatori hanno affrontato orde di agguerriti e sanguinari alieni, pronti a sgranocchiare le loro ossa e a cibarsi delle loro interiora.
Dopo cinque sanguinolenti (gli episodi della serie fino ad ora) scontri contro forme di vita ostili si pensava che la minaccia fosse stata definitivamente debellata e, invece, nel 2009 eccoci di nuovo chiamati a difenderci dai nostri mortali nemici.

Team 17 in questo Alien Breed Evolution Episode 1 ci ripropone pressappoco la stessa trama del primo Alien Breed, che ricalca bene o male il filone fanta-horror dell’epoca lanciato nel 1979 dal film Alien.
Il protagonista della storia si troverà quindi su una nave spaziale che casualmente (o no?) entrerà in collisione con un vascello alieno, subendo danni tali da non poter riprendere il suo viaggio e allo stesso tempo venendo infestata da orrende creature insettiformi.
Il vostro compito, inutile dirlo, sarà quello di farvi largo tra le continue esplosioni e disastrosi crolli strutturali e sopravvivere all’assalto delle temibili forme di vita aliene nel tentativo di raggiungere quella che potrebbe essere la vostra unica speranza di salvezza, una piccola capsula di salvataggio.
Le similitudini con la saga Alien, a livello di trama, non si fermerebbero qui ma capirete come non si possa e non si voglia rivelarvi tutto ciò che riguarda la storia alla base del titolo.

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Lo stesso male: nuove vie per trionfare… o soccombere

I cambiamenti maggiori dovuti ai trascorsi diciannove anni sono sicuramente da ricercare nel comparto giocato e nell’aspetto visivo.
Le migliori conoscenze a disposizione hanno reso possibile generare una I.A. sicuramente più sofisticata e, sebbene gli alieni non siano degli Einstein mostruosi (stiamo pur parlando di belve feroci assetate di sangue), sono sempre in grado di apparire all’improvviso mentre stiamo esplorando l’ambiente o mentre stiamo compiendo altre azioni; anzi alcune volte capiterà di notare chiaramente un avversario tenersi a distanza e avvicinarsi nel momento preciso in cui staremo ricaricando.
Detto a parole sembra tutto banale e ovvio, ma quando avrete fra le mani il pad e sarete accerchiati sarete veramente portati ad urlare:”Sbucano dalle fottute pareti” (cit.).
Il passare del tempo ha indubbiamente migliorato il sistema di mira e reso sicuramente più intuitivo il gioco; parliamoci chiaro, il vecchio Alien Breed per l’epoca funzionava alla perfezione, ma paragonato a questo offriva troppo spesso alcune situazioni al limite del frustrante dovute ai comandi non immediati e precisi.
Un ulteriore passo avanti è stato fatto con l’equipaggiamento a nostra disposizione, adesso più variegato e definito con armi adatte a situazioni diverse e ben bilanciate, mai inutili e mai esageratamente forti. Un plauso finale va fatto per la disposizione dei save-point e delle munizioni: i primi sono abbastanza lontani tra loro da non rendere tutto una semplice passeggiata, ma nemmeno così rari da costringere a ripetere lunghe sezioni di gioco, mentre per quanto riguarda lo sparare colpi a caso, questa possibilità non verrà assolutamente assecondata.
In sintesi, se giocherete normalmente e con un minimo di logica, i colpi vi basteranno quasi sempre, se invece comincerete a bucherellare qualunque muro presente nelle ambientazioni ben presto vi troverete a secco… e sarete, inutile dirlo, MORTI.
Gli unici nei inerenti al gameplay sono forse dati dagli ambienti e dalle situazioni che ci vengono proposti e che si limitano al solo muoversi dal punto A al punto B disattivando generatori e sparando a tutto ciò che si vede, meccanica che può stufare dopo un po’ ma che alla fine risulta tralasciabile, specie considerando che questo titolo non vuole essere un nuovo Alien Breed ma piuttosto una riedizione dei primi capitoli.

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Li hai visti distintamente davanti a te e potevi salvarti…

Come detto in apertura il comparto grafico non poteva assolutamente non ricevere sostanziali migliorie date le innumerevoli generazioni di console passate.
La prima cosa che salta all’occhio (insieme a tutte le altre) è sicuramente il punto di vista da cui si gioca: niente più visuale dall’alto, bensì isometrica e con la possibilità di ruotare la telecamera. A dire il vero, forse, una scelta non proprio azzeccata: se da un lato la telecamera mobile facilita l’individuazione di passaggi e destinazioni, dall’altro stempera parecchio la tensione presente nel gioco, in quanto spesso muovendo la visuale ci capiterà di notare nemici che ci avrebbero colpiti di sorpresa.
Ad ogni modo non è però un difetto di grande importanza, specie se paragonato alla bontà degli effetti visivi, visto e considerato che a conti fatti si tratta pur sempre di un Live Arcade: le esplosioni e gli effetti di luce sono ottimamente realizzati e i classici neon lampeggianti (conosciutissimi dagli amanti del fanta-horror) contribuiscono a dare quel tocco di angoscia che non guasta mai.
Stupefacente è il livello di dettaglio, con texture che superano quelle presenti in titoli con budget multimilionario, e zone scure e chiare si alternano tra loro sapientemente.
Anche qui solo lievi difetti, come ad esempio la colorazione del nostro protagonista fin troppo amalgamata all’ambiente circostante che spesso ce lo farà perdere di vista in mezzo agli assalti nemici a ondate.

!==PB==!
Non li sentirai alle tue spalle

La parte più debole di Alien Breed è sicuramente il sonoro: sebbene non ci si trovi davanti a nulla di drammatico abbiamo un comparto che svolge il suo lavoro senza però elevarsi dalla media.
Le occasionali urla di agonia e i continui brulichii tutto intorno a noi non sono male, così come i continui avvisi generati dalla metallica voce del computer di bordo, ma manca quel qualcosa in più che aiuti a trasportarci durante tutto il gioco, aiutandoci a macinare partite su partite, insomma una traccia di fondo che faccia compagnia e renda meno ripetitivi alcuni passaggi.
Con questo piccolo accorgimento e, possibilmente, effetti delle armi meno dozzinali, anche l’audio avrebbe potuto segnare un notevole punto a favore. Peccato.

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Contro gli alieni un compagno serve sempre… anche solo per morire al tuo posto

Il fattore longevità si presenta invece come un volto a due facce: se da un lato il gioco conta solamente cinque livelli, che ragionevolmente possono essere completati in circa 3-4 ore (cosa in parte giustificata dal fatto che questo sia solo un episodio), d’altro canto abbiamo l’aggiunta di una coop offline e online che rendono l’intero titolo non solo ben più longevo e rigiocabile, ma addirittura più divertente e utile ai fini del gioco; in alcune sessioni della cooperativa, infatti, avere un compagno che copra nell’altra direzione, e attiri su di sé parte dell’aggressività nemica, sarà quantomai indispensabile.
Da segnalare infine l’ottima scelta dei programmatori che per la modalità a due giocatori non hanno inserito lo split screen, mantenendo la schermata unica ed incentivando pertanto al massimo la cooperazione piuttosto che la semplice gara di uccisioni.

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La capsula di salvataggio! Correte!

Che dire: dal 1996 (anno di pubblicazione di Alien Breed: The Killing Grounds) sono passati ben quattordici anni, in mezzo ai quali due titoli della saga per Dreamcast e PS2 sono stati cancellati, ma al suo ritorno lo storico Team 17 riesce a fare centro con un gioco pressoché perfetto, nonostante l’assenza di un budget milionario; un Live Arcade divertente e capace di limitare i difetti e mancanze tipiche di produzioni di ben altra caratura.
Le due coop multiplayer, vera chicca di questo arrivo su Xbox 360, sono perfettamente realizzate e coprono ampiamente le carenze della campagna in singolo, che non è nulla più che un pretesto per massacrare qualche alieno.
Con un sonoro più coinvolgente Alien Breed Evolution avrebbe potuto essere sicuramente un piccolo gioiello, ma anche così e al prezzo di 800MP è sicuramente una spesa consigliatissima per chiunque abbia voglia di passare qualche ora senza scervellarsi fra complotti millenari e trame attorcigliate e chiaramente a tutti i fan dell’originale.
In attesa e nella speranza che “Episode 2” colmi queste minuscole lacune.