Recensioni

Radial-G: Racing Revolved

di: Simone Cantini

A dispetto di un corposo remaster arrivato giusto all’inizio dell’estate, l’eredità di Wipeout sembra proprio non essere stata raccolta da nessuno e, complice anche l’assenza ingiustificata di un nuovo F-Zero, inizia seriamente a farsi sentire. Ci voleva, dunque, una piccola software house indipendente per ricordarci quanto le corse a gravità zero potessero avere ancora oggi un loro perché, meglio ancora se accompagnate da un corposa spruzzata di salsa virtuale. Mangiate leggeri stasera, che si corre in compagnia di Radial-G: Racing Revolved.

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Attacco o difesa?

La saga del fu studio Liverpool ha da sempre un posticino speciale nel mio cuore, parte di me che da poco meno di un anno si è vista riservare un piccolo spazio speciale anche al PlayStation VR. Sarà per questo motivo che non appena ho compreso che il remaster citato in apertura non avrebbe beneficiato di una modalità virtuale, un pizzico di delusione ha iniziato a serpeggiare all’interno del mio io videoludico. Ed è proprio a causa di ciò che ho accolto a braccia aperte Radial-G: Racing Revolved, con la speranza che il mio desiderio di vedere coniugate queste due realtà potesse essere finalmente esaudito. E devo dire che in parte le mie aspettative non sono certo state disilluse. Il titolo Tammeka, difatti, recupera in tutto e per tutto alcuni dei punti cardine della serie PlayStation, proponendoci un set di percorsi futuristici, dalla natura tubolare, lungo cui scattanti navicelle si contendono il podio, poco importa se a colpi di turbo o in sfide all’ultimo proiettile. A livello di crude meccaniche Radial-G: Racing Revolved non si discosta poi molto dal suo illustre predecessore, anche se bisogna riconoscere come in questo caso la gestione del turbo e dello scudo assuma una valenza particolare. Fondamentalmente saranno regolati dal medesimo indicatore, e spetterà a noi decidere se dedicare la sua efficacia alla nostra protezione, oppure consumarlo in parte per ottenere un boost prestazionale. Al fine di mantenere sempre in salute tale indicatore, giungeranno in nostro soccorso alcune piattaforme apposite, in grado di fornirci un’accelerazione immediata, oltre ad appositi gate, situati in prossimità del traguardo, da sfruttare per ripristinare l’indicatore. Puntando forte su di una simile meccanica, appare evidente come la conoscenza meticolosa di ciascuno dei nove tracciati disponibili sia indispensabile, pena il vedersi inesorabilmente superare da una IA avversaria particolarmente aggressiva. Serviranno, dunque, alcune partite di prova per venire a capo della planimetria delle piste, invero non tutte caratterizzate da un design irresistibile e assai ricercato, oltre che penalizzate in alcuni casi da una struttura che non rende sempre ben visibile il percorso. Interessante, invece, la natura tubolare dei tracciati, che soprattutto in modalità virtuale (il titolo è completamente fruibile anche senza visore) riesce ad amplificare in maniera positiva il senso di vertigine. A livello puramente contenutistico, visti anche i valori produttivi messi in campo non certo in grado di rivaleggiare con un’esclusiva interna, ci si può ritenere comunque più che soddisfatti: la modalità carriera, pur non brillando per originalità della proposta, si è rivelata sufficientemente corposa, oltre che indispensabile per sbloccare l’intero parco delle aeronavi disponibili. In aggiunta alle classiche modalità in singolo non manca anche un comparto multiplayer, tramite il quale fino ad 8 giocatori potranno darsi battaglia gli uni contro gli altri.

Boost virtuale

Tecnicamente parlando Radial-G: Racing Revolved si incanala nella scia dei titoli dignitosi da vedere, pur non spiccando in maniera particolare all’interno del panorama VR. Il design futuristico, per quanto in linea con le attese, non brilla certo per originalità, ma riesce comunque a garantire una pulizia dell’immagine lodevole anche se visualizzata attraverso il PlayStation VR. Stona, però, a livello puramente immersivo, la staticità del nostro alter ego, incapace di replicare le sollecitazioni impartitegli dal pad: niente di trascendentale, ma l’effetto è po’ posticcio. Solido il motore, capace di trasmettere una credibile sensazione di velocità, anche se bisogna riconoscere come, se privato dell’apporto garantito dalla realtà virtuale, Radial-G: Racing Revolved finisca con il perdere gran parte del suo appeal.

Radial-G: Racing Revolved è un racing più che buono se collocato all’interno della libreria virtuale disponibile per il PlayStation VR, in grado di incarnare il più prossimo punto di contatto con le funamboliche evoluzioni di casa Wipeout. Appare però ovvio, soprattutto se giocato in modalità tradizionale, come il confronto con la creatura dello Studio Liverpool finisca per sfavorirlo in maniera alquanto palese, come era prevedibile viste le forze in gioco. Ciò nonostante la produzione Tammeka merita la vostra attenzione, grazie ad un gameplay comunque convincente ed una mole contenutistica, soprattutto se rapportata al prezzo della versione digitale, da non sottovalutare.