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Recensione Playerunknown’s Battlegrounds

di: Ulell

Se non siete sbarcati da Marte in questi ultimi giorni, sicuramente avrete sentito parlare di un genere ludico che ultimamente sta spopolando su qualsiasi piattaforma: i battle royale. In questo genere si raccolgono tutti i giochi che hanno come scopo un combattimento fra molti player online (di solito 100) che ha come unico scopo la sopravvivenza. Il primo gioco che ha dato visibilità a questo genere è stato di certo Playerunknown’s Battlegrounds, sopratutto grazie all’enorme popolarità che gli è stata data dagli streamer su Twitch, che ne hanno fatto la fortuna….ma sarà davvero meritata? Cogliamo l’occasione dell’uscita della versione per Playstation 4 per scoprirlo.

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Semplice = Divertente?

Come detto nell’introduzione, nel battle royale lo scopo è sopravvivere. Verremo letteralmente lanciati da un aereo su di una “zona di combattimento” ove dovremo raccogliere armi, giubbetti antiproiettile, elmetti e zainetti oltre agli immancabili medikit che ci permetteranno di curarci oppure bevande energetiche che faranno aumentare il nostro livello di cura: senza di queste infatti non potremo mai curarci oltre il 75% della nostra energia massima. Nel perfetto silenzio esploreremo le varie mappe messe a disposizione dagli sviluppatori e potremo seguire due approcci: il primo sarà quello di lanciarci all’attacco di ogni nemico che avrà la sventura di capitarci fra i piedi, oppure evitare le battaglie nascondendosi nelle varie case che incontreremo nelle zone di combattimento, facendo attenzione però! Infatti proseguendo il timing di gioco la mappa diventerà sempre più piccola, costringendoci a muoverci spesso per evitare di essere assorbiti dalla barriera energetica che delimita il campo di battaglia.
Oltre a questo, sulla mappa troveremo alcune “zone rosse”: non sono altro che zone dove ci saranno dei bombardamenti continui e dove non ci converrà sostare a lungo. Al contrario di altri giochi del genere, qui le armi sono delle vere e proprie riproduzioni delle loro controparti reali, con tanto di scelta di alzo o del tipo di sparo che vorremo ottenere dagli automatici, se raffiche veloci o colpi singoli. Inoltre le armi potranno essere modificate tramite degli appositi upgrade che scopriremo nella mappa o ruberemo dai tesori che i nostri avversari defunti lasceranno sul campo. Ancora, sia l’elmetto che il giubbetto antiproiettile che lo zaino saranno categorizzati in tre livelli, che via via aumenteranno la nostra protezione o la nostra capacità di carico. Potremo inoltre guidare varie tipologie di veicoli, che vanno dalla moto alle jeep o alle auto d’epoca, con un sistema di guida purtroppo molto semplificato e poco realistico.
Vi assicuro che per quanto questa formula sia semplice, in realtà si rivelerà subito frustrante per i meno avvezzi a questo tipo di gioco. Morire sarà molto facile, troppo facile. Basteranno un paio di colpi ben assestati da parte del nostro avversario per lasciare il nostro cadavere e continuare, mestamente, a seguire la partita guardando i one shot kill del nostro assassino. Tuttavia dopo qualche ora di gioco si comincia a prendere dimestichezza coi comandi e con i vari metodi di approccio, fino al magnifico obbiettivo di vincere la partita e arrivare finalmente primo.

La grande bruttezza

Come le precedenti release su PC e su Xbox One, Playerunknown’s Battlegrounds soffre di alcuni difetti grafici davvero evidenti. L’estrema semplicità delle mappe, le strutture praticamente uguali in ogni zona di combattimento, gli schemi interni delle case sempre uguali, vi faranno notare come gli sviluppatori del gioco puntassero più al gameplay che alla grafica in sé. Avremo fastidiosi cali di frame rate improvvisi e improvvidi quando ci troveremo nel bel mezzo di un combattimento vis-à-vis con un nostro avversario, o fastidiosi caricamenti degli ambienti, che comunque non saranno mai totalmente ben renderizzati e sembreranno sempre buttati un po’ li a caso. Un vero peccato per un gioco che nasconde un potenziale di divertimento davvero alto (se non si soffre troppo alle prime morti ammazza orgoglio).
Ho trovato geniale il sistema di audio: non avremo nessuna musica di sottofondo durante i combattimenti, ma sentiremo soltanto i rumori dei nostri passi, i lontani colpi di arma da fuoco dei nostri avversari che si scannano o quello dei bombardamenti. Se vi capita di giocarci con una cuffia dolby surround fatelo, vi assicuro che lo stato d’ansia che questo gioco inevitabilmente vi fa provare sarà ancora più alto, sopratutto se come me, scegliete la tattica del nascondersi il più possibile: sentire i passi del vostro nemico che si avvicina, il rumore di una porta che si apre, sono paragonabili alle sensazioni che si proverebbero in una situazione reale (sperando di non doverla vivere mai).

Bullet Spray

Che dire infine di PUBG: è sicuramente un gioco divertente che, se riesce a prendervi, vi terrà incollati allo schermo moltissime ore (la media di ogni partita supera i 25 minuti). Peccato per una resa grafica non all’altezza dell’anno di produzione, ma lo ammetto: io mi ci sono divertito!