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Recensione MotoGP 18

di: Luca Saati

Lo scorso anno Milestone si presentava con un videogioco di MotoGP che rappresentava il classico capitolo di transizione. MotoGP 17 infatti ha iniziato ad introdurre la nuova carriera accompagnandola con il solito gameplay scalabile dei giochi Milestone. MotoGP 18 riparte da lì apportando però un importante cambiamento: il motore di gioco. Come già fatto per altri titoli, anche in questo caso la software house italiana passa ad Unreal Engine 4. Vediamo com’è andata.

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“Tutti in piedi sul divano!”

Non appena avviamo MotoGP 18 veniamo accolti da una delle novità del gioco: un breve tutorial diviso in tre parti utile per prendere dimestichezza con il nuovo racing Milestone. Una piccola novità che siamo sicuri farà la felicità di coloro che non sono molto avvezzi al genere.

Ovviamente anche MotoGP 18 vuole essere il classico gioco Milestone adatto a tutti i palati. Per questo motivo il sistema di guida presenta una serie di aiuti da attivare o disattivare in base al tipo di esperienza che ricercate. Mai come quest’anno i centauri avranno pane per i loro denti con MotoGP 18: disattivando gli aiuti vi troverete dinanzi a un’esperienza davvero gratificante grazie a una fisica rinnovata che adesso restituisce un maggior senso di realismo. Il tutto è accompagnato da animazioni dei piloti più curate che contribuiscono a migliorare il senso d’immersione. A tal proposito è piacevole notare come i piloti più importanti siano stati riprodotti con fedeltà, i movimenti di Valentino Rossi sulla sua Yamaha non sono uguali a quelli di Marquez e gli altri.

È un peccato che un gameplay così profondo e allo stesso tempo accessibile non sia stato accompagnato da migliorie in altri aspetti importanti come l’IA. Anche in MotoGP 18 infatti l’intelligenza artificiale è una delle note dolenti della produzione con gli avversari incapaci di impostare la gara in modo dinamica in base a ciò che avviene in pista. Ecco quindi che gli avversari finiranno in più di un’occasione di travolgervi in staccata buttandovi fuori pista.

A tal proposito segnaliamo un sistema delle collisioni migliorato con in più l’introduzione di un sistema di danneggiamento delle moto e della gestione degli pneumatici. Finire troppe volte a terra rischia di danneggiare la moto fino a renderla inutilizzabile, gli pneumatici invece vanno gestiti con attenzione quando deciderete di affrontare gare più lunghe.

Visivamente l’Unreal Engine 4 permette a MotoGP 18 di fare dei passi avanti con piloti, moto e piste ricreati grazie alla tecnologia di scan. Il risultato finale è altalenante con piste e moto davvero curate mentre i volti dei piloti nelle cutscene lasciano un po’ a desiderare presentando un dettaglio abbastanza basso. Il sistema d’illuminazione contribuisce a rendere le piste più piacevoli da vedere offrendo un comparto visivo tutto sommato piacevole. Solo gli elementi di contorno lasciano un po’ a desiderare. Nota dolente il frame rate fermo ai 30 fps che per un racing game ci sembra davvero troppo poco. Insomma il nuovo motore ha portato senza ombra di dubbio delle migliorie, ma c’è ancora da lavorare con olio di gomito per raggiungere risultati davvero soddisfacenti.

Carriera

Dal punto di vista dei contenuti non ci discostiamo dal precedente episodio. Abbiamo la classica gara veloce, il weekend di gara, prove a tempo, il MotoGP eSport Championship che partirà tra qualche settimana e infine la Carriera.

Quest’ultima rappresenta sicuramente il cuore pulsante del gioco partendo dalla base del capitolo dello scorso anno. Dopo aver creato il proprio avatar tramite un editor piuttosto scarno, partirete dalla RedBull MotoGP Rookies Cup per poi avanzare stagione dopo stagione in Moto3, Moto 2 e infine MotoGP.

Una volta terminate le 7 gare nella Rookies Cup, sarà possibile firmare il contratto con una scuderia di Moto 3, ognuna ovviamente ha i suoi obiettivi. Qui entra quindi in gioco la reputazione del proprio pilota, rispettando gli obiettivi prefissati sarà possibile migliorare il proprio status nella scuderia diventando ad esempio primo pilota. Oltre alla reputazione bisogna tenere conto anche dello sviluppo della moto spendendo degli appositi punti ottenibili dopo ogni weekend di gara. Lo sviluppo della moto permette di migliorare aspetti come l’accelerazione, la velocità, il controllo e così via.

In generale la carriera saprà intrattenervi per un buon numero di ore pur non riuscendo a raggiungere un livello di profondità equiparabile a quello di altri titoli sportivi.

Commento finale

MotoGP 18 è l’ennesimo capitolo di transizione della serie racing di Milestone. La software house italiana non riesce ancora a fare quel decisivo passo avanti per rendere l’esperienza davvero imperdibile per tutti i fan delle due ruote. Il gameplay fa importanti passi avanti alla guida della moto, ma sono ancora presenti alcuni limiti dell’intelligenza artificiale. Visivamente si avverte il passaggio all’Unreal Engine 4, ma troviamo ancora degli elementi sottotono. Insomma ci troviamo dinanzi al solito videogioco dalle due facce di Milestone che saprà divertire i fan del MotoGP. Speriamo col prossimo anno di assistere a quel deciso passo in avanti tanto desiderato.