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Recensione Monster Hunter Generations Ultimate

di: Simone Cantini

Nata su macchine Sony, con le versioni PSP divenute un successo impressionante, per poi approdare felicemente su console Nintendo, facendo ovviamente registrare numeri da capogiro, la saga di Monster Hunter ha visto rinnovarsi tutto il proprio fascino ad inizio 2018, in seguito allo sbarco dell’acclamatissimo episodio PS4 ed Xbox One. Era logico, però, aspettarsi anche un’incursione esclusiva per Nintendo Switch, le cui vendite serrate non potevano certo vedersi private del franchise Capcom. La casa di Osaka ha dunque visto bene di realizzare Monster Hunter Generations Ultimate, versione riveduta e corretta del quasi omonimo titolo che tanto aveva fatto felicemente dannare su 3DS. Pronti ad affilare le lame?

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I bei vecchi tempi

Lo so, se siete fan della serie sicuramente avrete macinato ore su ore in compagnia dell’episodio uscito sull’handheld Nintendo, pertanto sarete spaventati dall’idea di perdere tutti i preziosi progressi costati sudore e fatica (per quanto virtuali). Ebbene, la prima buona notizia che la recensione si porta in dote è che è possibile trasferire il proprio salvataggio all’interno di Monster Hunter Generations Ultimate, il tutto sfruttando una app gratuita disponibile sull’eShop. Certo, si vede comprensibilmente ridimensionato il livello del nostro cacciatore, ma il vantaggio in termini di progressione rimane comunque palpabile. Qualunque sia l’iter che faremo seguire al nostro avatar, vecchio o nuovo che sia, quello che ci aspetta non appena entreremo nel vivo della produzione può essere tranquillamente definito come la summa di quanto un Monster Hunter classico possa proporre, una vera e propria manna per tutti gli avventurieri della prima ora, legati a doppio filo alle ostiche, quanto amate, rigide meccaniche che hanno reso popolare la serie. Rinnegando tutto quanto è stato fatto da World, difatti, Monster Hunter Generations Ultimate sceglie deliberatamente di tornare sui propri passi, presentandoci un gameplay quanto mai classico, con tutti i suoi pregi e difetti del caso.

Vecchie novità

Gli amanti della pianificazione meticolosa, dei menu da spulciare a dovere e dei millemila elementi da tenere presenti prima di iniziare una qualsiasi battuta di caccia, si troveranno immediatamente a loro agio non appena varcheranno le porte del primo (dei quattro) villaggi presenti nel gioco, dal quale sarà possibile accedere ad ogni tipologia di negozio, oltre che alla bacheca delle missioni. Ed è la struttura che sorregge queste ultime l’espressione più evidente del vetusto retaggio di Monster Hunter Generations Ultimate, le quali vanno ad abbandonare la felice implementazione della mappa aperta introdotta da World, a cui è stata nuovamente preferita la suddivisione in aree separate da anacronistici (per quanto brevissimi) caricamenti. Lo stesso controllo del nostro personaggio ha compiuto un deciso passo indietro, tornato come è ad una gestione più ingessata e sicuramente meno permissiva, che sebbene possa essere vista come parte integrante del franchise potrebbe far storcere la bocca a chi ha apprezzato lo svecchiamento di alcune primitive rigidità. Il ritorno al passato, però, non è solo foriero di opinabili critiche, visto che è anche sinonimo di abbondanza, incarnata dall’impressionante quantitativo di creature che è possibile cacciare in Monster Hunter Generations Ultimate (si parla di circa quattro volte quelle presenti al day one di World), ognuna estremamente caratterizzata ed incredibilmente appagante da abbattere, vecchia o nuova che sia. Le novità, comunque, non riguardano soltanto il bestiario, ma vanno anche ad abbracciare il numero degli Stili, che si sono visti ampliare l’offerta grazie all’introduzione di Valoroso ed Alchemico, che vanno a completare il pacchetto composto dai già noti GildaOffensivoAereo Ombra. La prima new entry è consigliata per i cacciatori più esperti, visto che basa la sua forza sul tempismo nel rinfoderare l’arma, così da poter caricare un apposito indicatore in grado di potenziare per un certo lasso di tempo la nostra potenza. Il secondo stile inedito, invece, ruoterà attorno all’impiego di una botte da scuotere per ottenere alcuni potenziamenti. Ovviamente non manca anche tutta una nuova serie Arti inedite, ovvero i colpi speciali (equipaggiabili fino a tre) che è possibile utilizzare dopo aver riempito la barra di attivazione dedicata. A chiudere il cerchio delle novità, come vuole l’Ultimate presente nel titolo, sono le missioni G-Rank, ovvero incarichi particolarmente ostici che sapranno far sputare sangue anche ai giocatori più navigati.

Figlio (evidente) di un dio minore

Pur presentando un colpo d’occhio sicuramente più accattivante di quello visto su 3DS, la derivazione portatile di Monster Hunter Generations Ultimate è comunque avvertibile una volta caricato il software, vista la conta poligonale non certo elevata che ci viene regalata dal titolo Capcom. Fortunatamente il tutto è abilmente mascherato da una direzione artistica davvero deliziosa, capace di nascondere la non certo avanguardistica presentazione generale. Buone notizie anche sul versante delle prestazioni che, al netto di un abbassamento della risoluzione globale in modalità portatile (si passa dai 1080p ai 720p), restano ancorate ai 30 frame al secondo. Si tratta di una scelta dovuta alla necessità di garantire il cross-play tra la versione Switch e quella 3DS sul suolo nipponico a cui, purtroppo per noi, dobbiamo sottostare anche noi europei pur in assenza nei nostri store della versione handheld. Ovviamente presente anche il comparto online, anche se rimane scollegato dalla trama principale e presenta alcune rigidità che erano state invece rimosse in World.

Monster Hunter Generations Ultimate rappresenta un sontuoso riassunto della fortunata storia originale del franchise, dato che può essere considerato senza troppi problemi come l’episodio canonico più ricco di sempre. Se questo può venire indubitabilmente visto come un innegabile punto di forza da tutti i fan più integralisti, potrebbe finire per rappresentare anche il limite maggiore agli occhi di coloro che hanno abbracciato con gioia le nuove meccaniche introdotte da World. Al netto di quale sia il pensiero dominante, è comunque innegabile come ci si trovi al cospetto di una produzione ricca di contenuti, ostica come sempre ed in grado di regalare enormi soddisfazioni a coloro che sapranno farsi catturare dal suo peculiare gameplay.