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Recensione Mervils: A VR Adventure

di: Simone Cantini

Da grandi budget derivano grandi responsabilità. La citazione non sarà proprio esatta, ma sintetizza molto bene le aspettative che generalmente nutriamo nei confronti dei titoli realizzati a suon di dollaroni e che, molto spesso, finiscono per cadere sotto il peso del loro hype. Capita anche, oramai con elevata frequenza, che siano i titoli realizzati grazie a sforzi economici molto più condensati a mettere sul piatto esperienze in grado di rivaleggiare ad armi (quasi) pari con i più blasonati blockbuster, dimostrando un coraggio ed un’inventiva di tutto rispetto. E Mervils: A VR Adventure si iscrive con pieno diritto all’interno di questa categoria.

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Cosa faccio oggi?

Girellando per i forum specializzati sono molti gli utenti che ammettono candidamente di avere apprezzato la, purtroppo, breve esperienza di Robot Rescue, il riuscitissimo esperimento platform contenuto all’interno di The Playroom VR. Ed è proprio a tutti coloro che hanno gradito questa micro porzione virtuale saltellante che il titolo Vitruvius sembra maggiormente indirizzato. Mervils: A VR Adventure, difatti, contravvenendo alle convenzioni più canoniche della realtà virtuale, ci immergerà in un’avventura platform in terza persona: nei panni di un Mervil, una piccola creatura antropomorfa che sembra spuntare da un libro di fiabe, dovremo imbarcarci nella corposa e stuzzicante ricerca delle pagine perdute del Libro dei Mervil, l’unico strumento in grado di sconfiggere il perfido Balazar. Esile e di stampo prettamente infantile, la trama del titolo è solo un mero pretesto per catapultarci all’interno di quattro differenti mondi, a loro volta suddivisi in tre distinte sezioni, in cui combattimenti, enigmi mai banali, combattimenti e boss battle saranno in grado di proporre un florilegio di situazioni sempre differenti e nel complesso ben congeniate. Annoiarsi con Mervils: A VR Adventure è davvero difficile, dato che il piccolo team è riuscito a confezionare un’esperienza varia come non mai e che può vantare un campionario di situazioni ludiche in grado di rivaleggiare, per fantasia e qualità, con i titoli più blasonati. Ogni stage, liberamente esplorabile, sarà caratterizzato da un obiettivo principale, ma non mancheranno anche numerose quest secondarie utili prevalentemente per recuperare pagine accessorio del Libro dei Mervil. Generalmente passeremo il nostro tempo a combattere e a saltare in maniera non troppo dissimile a quanto potremmo fare in un episodio di Zelda, ma è scegliendo di sviscerare tutte le soluzione offerte da Mervils: A VR Adventure che le cose si faranno ben più interessanti: grazie a corse sfrenate a bordo di carrelli da miniera, esercizi balistici gestiti tramite l’head tracking, puzzle ambientali e molto altro ancora, c’è da rimanere piacevolmente stupiti dal quantitativo di soluzioni ludiche ideate da ragazzi di Vitruvius. Ovvio come non tutte le idee funzionino alla perfezione, ma il bilancio generale riesce comunque a colpire in positivo. Non mancano anche timidi elementi ruolistici, dato che il nostro avventuriero (oltre a poter essere modellato grazie ad un essenziale editor) potrà sbloccare nuovi equipaggiamenti raccogliendo monete e pagine del citato libro, di modo da aumentare le proprie capacità. Niente di eclatante o particolarmente complesso, sia chiaro, ma che nell’economia generale riesce a garantire un pizzico di personalità in più al titolo. Ottima la longevità complessiva, capace di impegnarvi per circa 6 ore se vorrete arrivare spediti ai titoli di coda, ma che può tranquillamente arrivare a 10 se deciderete di recuperare tutte le pagine del Libro dei Mervil.

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Tecnica zoppicante

Dove è allora che Mervils: A VR Adventure non riesce ad emergere? Una volta avvitato il gioco è impossibile non restare inizialmente basiti al cospetto di un comparto tecnico non certo esaltante, che ha nelle rozze animazioni e nel voice over (in lingua inglese) al limite dell’amatoriale i suoi punti più bassi. Anche la modellazione generale degli ambienti sembra provenire direttamente da due generazioni fa, ma nel complesso è risultata coerente con i toni del racconto e, pur nella sua estrema semplicità, riesce ad avere un certo fascino infantile. Di sicuro il non essere estremamente articolato graficamente ha permesso a Mervils: A VR Adventure di beneficiare di un boost di risoluzione consistente, elemento che rende la scena nitidissima e priva di fastidiose scalettature. Ben realizzata invece, a differenza della già citata effettistica, la colonna sonora. Buona la cura riposta anche nei confronti della gestione della telecamera che, grazie alla possibilità di settare la modalità di rotazione ed il punto di vista nei confronti del protagonista, riesce perfettamente ad adattare l’esperienza a tutti gli stomaci.

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Mervils: A VR Adventure non è certo, né ha l’ambizione di esserlo, il salvatore della patria virtuale. La produzione Vitruvius ha però l’innegabile pregio di dimostrare come la fantasia e la volontà di creare esperienze più complesse delle mere tech demo possano dare una boccata di ossigeno al panorama VR attuale. Certo, non sarà tecnicamente al top, ma ragionando in termini di puro divertimento videoludico è difficile considerare fallita la missione di Mervils: A VR Adventure, un titolo in grado di osare (positivamente) più di quanto non abbia fatto Sony nel corso degli ultimi mesi.