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Recensione Hyrule Warriors

La presentazione di Hyrule Warriors possiamo dire che scosse decisamente il pubblico di affezionati alla classica saga di The Legend of Zelda. Vedere quel Link armato di spada sacra spazzare via onde di nemici aveva lasciato un po’ inebetiti anche noi. Finalmente abbiamo potuto mettere le mani sul prodotto completo e sviscerare questo stranissimo mash-up tra un’icona Nintendo delle più vetuste e una serie di giochi di stampo prettamente nipponico come Dynasty Warriors.

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara

La presentazione di Hyrule Warriors possiamo dire che scosse decisamente il pubblico di affezionati alla classica saga di The Legend of Zelda. Vedere quel Link armato di spada sacra spazzare via onde di nemici aveva lasciato un po’ inebetiti anche noi. Finalmente abbiamo potuto mettere le mani sul prodotto completo e sviscerare questo stranissimo mash-up tra un’icona Nintendo delle più vetuste e una serie di giochi di stampo prettamente nipponico come Dynasty Warriors.

Come ti scombino la Hyrule Historia

Gli appassionati della ormai trentennale saga di The Legend of Zelda sanno benissimo che per giustificare le vicende piuttosto simili in ogni capitolo della saga, Nintendo ha tirato fuori dal cilindro una delle idee più geniali e allo stesso tempo più paraculo di sempre. Il male ritorna con il passare del tempo e ogni era ha il suo eroe che deve compiere la missione di sconfiggerlo completando vari passaggi obbligati, che ritroviamo in quasi ogni capitolo.
Da questo deriva che la maggior parte dei personaggi storici entrati nell’immaginario collettivo sono in realtà collocati in diverse linee temporali. Ma Omega Force e Nintendo non sono sprovveduti. Basta mettere come antagonista una strega che può aprire varchi nel tessuto temporale al fine di raccogliere i frammenti dell’antagonista per eccellenza: Ganondorf.
Inizia così la storia di Hyrule Warriors, una storia che altro compito non ha che proporre location ispirate ai vari capitoli della saga di Link con il loro carico di personaggi e giustificare così una compagnia di eroi che altrimenti non avrebbero potuto nemmeno incontrarsi.

Dai non fate quel musou!

Trovandosi di fronte a Hyrule Warriors si può banalmente incorrere nell’errore di bollarlo come spin-off della saga The Legend of Zelda, facendo questo possiamo giudicare il gioco con le basi sbagliate. Il titolo in questione non è altro che l’ennesima iterazione della serie Warriors. Abbiamo visto Gundam, Kenshiro, One Piece e oggi è il turno di Link e soci.
Con questo non stiamo dicendo che siamo di fronte ad un gioco brutto o deludente, ma semplicemente che Hyrule Warriors è un musou, né più, ma soprattutto, né meno. Orbene cosa è un musou? In effetti essendo un genere tipicamente giapponese potrebbe essere sconosciuto a qualcuno, quindi si richiede una piccola spiegazione utile anche per parlare del gioco in esame.
Stiamo parlando di un titolo prettamente action dove i protagonisti sono eroi molto potenti che si scontrano con orde pressoché infinite di nemici dall’IA assente e ogni tanto con qualche altro eroe che rappresenta una sorta di miniboss. Il combattimento è basato su combo più o meno lunghe che permettono di spazzare via (in senso letterale) quantità industriali di nemici. L’IA dei nemici comuni è totalmente inesistente, si muovono verso il nemico e aspettano pazientemente la loro dipartita per mano dell’eroe. Il loro compito non è uccidere il giocatore ma solo rappresentare un’ottima riserva di adrenalina (una barra che cambia nome ad ogni iterazione) per poter scatenare i colpi più devastanti e coreografici. I più impavidi di loro riescono a volte anche ad interrompere qualche combo dell’eroe con un fortuito attacco, ma sono casi molto rari. Discorso diverso ovviamente se prendiamo in esame gli eroi avversari. Pur non rappresentando degli ostacoli insormontabili, questi ultimi richiedono un minimo di testa nello scontro, un buon uso delle combo ma soprattutto un occhio attento alle mosse dell’avversario per capire in anticipo le aree di attacco e così schivare i loro assalti.
In quasi tutti i musou i personaggi a disposizione del giocatore sono diversi ed ognuno di loro guadagna esperienza combattendo e completando le missioni. Questa esperienza viene poi impiegata per sbloccare nuove combo o abilità che possono essere utili sul campo di battaglia.
Hyrule Warriors altro non è che quanto appena descritto, con la differenza che l’ambientazione è il mondo di The Legend of Zelda, con i suoi eroi e i suoi antagonisti.
Abbiamo poco sopra accennato che una caratteristica chiave dei musou risiede nel buon numero di personaggi a disposizione. Hyrule Warriors in questo senso si distacca un po’ offrendo un ventaglio di “soli” 11 personaggi a disposizione. Ovviamente questo quantitativo è destinato a crescere grazie agli immancabili DLC, qualcuno dei quali già presente all’uscita del gioco nei negozi. Se gratuiti o meno non è dato sapere, purtroppo.
Ogni personaggio a disposizione è ovviamente un eroe della serie, oltre all’immancabile Link (in versione adulta) abbiamo la damigella d’onore che dà il nome all’intera saga, Zelda, la sua guardia del corpo Impa, il misterioso guerriero Sheik (misterioso ovviamente per i 4 che non conoscono la serie), il roccioso Darunia, re dei Goron in Ocarina of Time, la simpatica Midna di Twilight Princess, e altri che non andiamo a svelarvi.
Ogni eroe è dotato di una sua arma e di conseguenza di uno stile di combattimento che dovremo imparare a conoscere e poter sfruttare al meglio. In alcuni casi, come ad esempio Link, avremo la possiblità di scegliere tra diverse armi e poter così cambiare lo stile di combattimento all’inizio della missione.

Chicche e citazioni

Oltre alla modalità storia (chiamata Leggenda) troveremo la modalità Avventura.
In un’area di gioco che strizza più di un occhio alla vecchia mappa dell’ormai trentennale primo capitolo (era il lontano 1987) dovremo svelare i vari quadranti in cui è divisa completando le missioni più disparate richieste in quel particolare settore. La nostra bravura verrà premiata con una votazione e a seconda del voto sbloccheremo una o più vie di uscita per poter proseguire nel nostro compito. La cosa divertente è che nelle varie missioni a seconda dei nostri risultati potremo trovare oggetti tipici della serie per poter poi effettuare ricerche nei quadranti sbloccati e trovare armi speciali o vie di fuga altrimenti nascoste.
La modalità Avventura offre una bella variante ad un genere che ha la ripetitività nel DNA e l’uso degli sprite delle prime avventure di Link non fanno che piacere ai vecchi nostalgici come noi.
Menzione d’onore va alla colonna sonora che riprende i motivi tipici della serie The Legend of Zelda e in alcuni casi li riarrangia in salsa musou con ritmi più sostenuti. Le musiche che fanno da sfondo alle nostre avventure nella terra di Hyrule sono da sempre motivo d’orgoglio per l’intera serie e ritrovarle anche qui non può che regalarci più di un sorriso. Così come i classici forzieri che compaiono durante le nostre scorribande che possono contenere nuove armi o semplicemente rupie, la valuta tradizionale del mondo di Zelda.

Esperimento riuscito?

Ma in soldoni, questo Hyrule Warriors come è?
Giudicato come un musou Hyrule Warriors guadagna dei punti grazie alle icone video ludiche che sono i personaggi della serie The Legend of Zelda, alle ambientazioni che rievocano ricordi, alle musiche poetiche e evocative e alle citazioni continue anche nell’affrontare gli storici mostri (vedi l’uso delle bombe da lanciare all’interno della bocca del Mega Dogongo). Dove il titolo però perde è nella poca varietà degli stili di combattimento, nel numero esiguo di personaggi giocabili e nella storia non propriamente longeva.
Altro punto che ci fa un po’ vacillare è l’assenza di una cooperativa online, presente in tutti gli ultimi Warriors usciti, a favore di una cooperativa locale che sfrutta a pieno il pad Wii U come secondo schermo evitando così un invasivo split-screen. Un’idea ottima sulla carta, peccato che la realizzazione non sia così rosea. Durante la cooperativa il framerate cala vistosamente e la qualità grafica scende in modo fin troppo evidente andando un po’ a scoprire il fianco di una console forse non troppo performante o di una programmazione un po’ pigra. Tecnicamente Hyrule Warriors rientra a pieno nella media dei musou, una fluidità piuttosto costante pur con un numero impressionante di nemici a schermo, ma un livello dei modelli ormai un po’ datato. L’uso di texture dai colori a mezza strada tra la classica computer grafica e il pastello non permette di raggiungere le vette di Pirates Warriors, il musou ispirato a One Piece, ma rimane comunque piacevole alla vista.
La costruzione del proprio personaggio parlando di potenziamenti e combo risulta fin troppo lineare e identico tra i vari personaggi.
Lo so saremo ripetitivi ma vogliamo che rimanga bene impresso nella memoria: Hyrule Warriors è un musou e come musou non è male. Ovviamente lo consigliamo agli appassionati del genere, mentre chi proprio non lo sopporta ne stia lontano il più possibile anche se innamorato della serie The Legend of Zelda.

  • Ambientazioni e musiche fedeli alla serie

  • Tantissime citazioni

  • Gameplay solido e immediato

  • È un musou

  • Pochi personaggi iniziali

  • Stili di combattimento fin troppo simili

  • Personalizzazione dei propri eroi ridotta all’osso e troppo lineare

  • Cooperativa solo locale e realizzata in modo poco convincente

  • È un musou