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Recensione EVE: Valkyrie

di: Simone Cantini

Gli anni delle superiori mi hanno visto amare alla follia il PC, prima di passare al lato oscuro e suadente delle console, ma questa mia inclinazione al male videoludico era già palesemente latente anche in quel periodo scandito da versioni di latino, partite a Doomtrooper e kilometri macinati lungo il corso della mia cittadina. Aveva i contorni metallici di una scattante, quanto scadente, nave imperiale, la sagoma riconoscibile di quel Tie Fighter da cui prendeva il nome uno dei miei titoli LucasArts più amati di tutti i tempi. E che gradirei tanto, proprio in quest’era triste che sembra sempre più campare di remake e remaster, veder tornare in pompa magna su questi schermi. Nell’attesa ho trovato in EVE: Valkyrie un discreto passatempo.

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Chi non lotta in compagnia…

Costola di un universo ben più complesso e sfaccettato, l’EVE Online ideato dai ragazzi di CCP Games, la digressione sviluppata appositamente per la realtà virtuale ci calerà nei panni di un clone della fazione delle Valchirie. A bordo del nostro vascello spaziale, dopo aver assistito in prima persona alla morte del nostro avatar umano, non dovremo fare altro che lanciarci in frenetiche lotte multigiocatore, con l’obiettivo di avanzare di grado, accumulare crediti ed accedere così al corposo numero di oggetti e veicoli disponibili nel gioco. Alla luce di un universo di complesso e sfaccettato come quello di EVE, spiace constatare come alla componente offline di questo EVE: Valkyrie sia stato riservato un trattamento davvero marginale: data la ricchezza dell’ecositema creato da CCP Games, una corposa campagna single player non avrebbe certo stonato, anzi, sarebbe stato un plus in grado di rendere imprescindibile l’acquisto del titolo. Purtroppo le pochissime missioni disponibili (poco più che tutorial un minimo coreografati) e la possibilità di esplorare le mappe di gioco in cerca di collezionabili, rappresentano un’offerta quanto mai deficitaria sotto questo punto di vista. A poco, inoltre, servono la modalità orda e la possibilità di affrontare dei bot in compagnia. È vero che è molto più semplice e gestibile dare in pasto ai giocatori delle arene in cui dare sfogo alla propria abilità, ma vedere un potenziale così fagocitato dall’onnipresente ressa online fa scendere una lacrima sul volto del mio vecchio io videogiocatore.

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Il prezzo della battaglia

Smaltito il comprensibile entusiasmo scaturito dal ritrovarsi davvero all’interno dell’abitacolo della nostra nave spaziale, giunge il momento di scendere a patti con il sistema di controllo di EVE: Valkyrie. E vi garantisco che non passeranno troppi minuti prima di sentirsi perfettamente a proprio agio. La scelta operata da CCP Games, difatti, è stata quella di rendere quanto mai semplice ed intuitivo il pilotaggio del mezzo, relegandolo interamente ai due stick direzione e rollio, mentre ai pulsanti frontali spetta il compito di regolare la velocità. Il movimento della testa, oltre a garantire un controllo totale dell’ambiente circostante, servirà anche per agganciare i nemici con i missili a ricerca eventualmente equipaggiati. Tutto funziona alla perfezione, grazie anche ad un ottimo tracciamento dell’headset, per una resa emotiva davvero sorprendente ed un controllo dei mezzi impeccabile. Questi saranno suddivisi in tre differenti tipologie: i caccia saranno i più bilanciati come statistiche, le navi pesanti godranno di minore mobilità ma potranno contare su di un arsenale devastante ed un boost temporaneo in grado di allontanarli rapidamente dai pericoli. I mezzi di supporto, invece, avranno il delicato compito di curare le navi alleate. Ogni tipologia di navicella sarà dotata di un proprio rango, che potrà essere aumentato accumulando i punti racimolati durante ogni scontro: appare quindi evidente come per accedere a tutte le possibilità offerte da EVE: Valkyrie sia necessario diversificare la propria esperienza. È qua che entra in gioco uno degli aspetti peggiori del titolo, che tradisce in pieno la sua origine F2P (su PC viene regalato in bundle con Oculus Rift), ovvero la sua lenta progressione. Salire di livello è un processo sin troppo tedioso e, come se non bastasse, per poter mettere le mani su modifiche estetiche e strutturali, ma anche solo aumentare il numero di slot delle navicelle disponibili, sarà necessario investire ingenti quantitativi di Argento. Questa è la valuta che è possibile reperire in-game semplicemente giocando, ma grazie (sicuri?) alle microtransazioni presenti nel titolo, venduto comunque a prezzo pieno, è possibile velocizzare notevolmente questo processo. Siamo lontani dal creare squilibri marcati, dato che comunque è necessario accumulare un dato numero di punti esperienza per sbloccare i vari oggetti, ma resta comunque un espediente fastidioso se rapportato al prezzo di vendita ufficiale.

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Equilibri sballati

Se è vero che il comparto single player lascia molto a desiderare, va comunque detto che lato multigiocatore il titolo funziona molto bene, pur al netto del suo essere attualmente striminzito come offerta complessiva. Nelle cinque mappe di gioco ci potremo scatenare in frenetici deatmatch a squadre, oppure potremo lanciarci in scontri in cui dovremo assumere il controllo dei tre spot presenti nell’area, altrimenti saremo chiamati a cimentarci in Carrier Assault, la modalità più originale proposta da EVE: Valkyrie. In questo caso ogni squadra dovrà disabilitare gli scudi della nave madre avversaria, conquistando almeno due dei tre punti di controllo richiesti. Una volta fatto avrà una manciata di minuti a disposizione per mettere fuori uso le difese esterne del vascello, prima che la barriera venga ripristinata. Reso impotente il vascello toccherà lanciarsi in una sorta di attacco alla Morte Nera per far detonare il tutto e portare a casa la partita. Il netcode si è rivelato quanto mai ottimo, così come la velocità del matchmaking che, però, ha dalla sua una pessima gestione delle squadre: sarò stato sfortunato io, ma in una ventina di partite mi è sempre capitato di assistere a scontri impari, con il migliore della mia fazione che a stento riusciva ad eguagliare il peggiore degli avversari. Questo è un aspetto su cui il team farebbe bene ad intervenire, dato che altrimenti rischia di rendere quanto mai frustrante una delle prime esperienze cross play tra PC e PS4. E sarebbe un peccato vista l’indubbia qualità del gameplay e l’affascinante impatto visivo garantito da EVE: Valkyrie.

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Promosso a metà, più a causa di alcuni limiti concettuali che di gameplay. Pad alla mano, EVE: Valkyrie si è rivelato un prodotto estremamente coinvolgente e divertente, minato però da un’offerta un po’ troppo limitata e infastidita dalla presenza delle microtransazioni. Va comunque detto che il titolo CCP Games, seppur leggermente sovraprezzato, rappresenta una delle esperienze virtuali più interessanti: peccato che per divenire un must debba prima riuscire a limare i citati problemi di matchamking e ampliare un minimo la propria sostanza ludica.