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Recensione Don’t Starve

Ammettiamolo pure, Contrast non è riuscito nell’intento di ammansire le ire dei neo acuirenti di PS4 che, a poche settimane dal lancio della loro nuova console, si sono visti sfuggire di mano la release gratuita (per gli abbonati al PlayStation Plus) di DriveclubDon’t Starve arriva puntuale con l’aggiornamento del parco titoli di gennaio, per cercare di indorare ulteriormente la pillola, in attesa di capire se il corsistico di casa Evolution riuscirà a debuttare nel mese di febbraio. Sopravvivere sino ad allora potrà essere snervante, per questo Sony ha scelto proprio la creatura di Klei Entertainment per forgiare e temprare la vostra voglia di arrivare ansiosi al domani… ok, la piantiamo con i futili giri di parole ed arriviamo al sodo.

di: Simone Cantini

Ammettiamolo pure, Contrast non è riuscito nell’intento di ammansire le ire dei neo acuirenti di PS4 che, a poche settimane dal lancio della loro nuova console, si sono visti sfuggire di mano la release gratuita (per gli abbonati al PlayStation Plus) di DriveclubDon’t Starve arriva puntuale con l’aggiornamento del parco titoli di gennaio, per cercare di indorare ulteriormente la pillola, in attesa di capire se il corsistico di casa Evolution riuscirà a debuttare nel mese di febbraio. Sopravvivere sino ad allora potrà essere snervante, per questo Sony ha scelto proprio la creatura di Klei Entertainment per forgiare e temprare la vostra voglia di arrivare ansiosi al domani… ok, la piantiamo con i futili giri di parole ed arriviamo al sodo.

Bear Grylls chi?

Se avete già avuto occasione di addentrarvi per le lande ostili di Don’t Starve su personal computer, sicuramente potrete saltare a piè pari la presente recensione, diversamente una lettura di questo mare di byte potrebbe fare un po’ di luce sulla natura della creatura di Klei Entertainment. Questo perché già l’incipit dell’intera vicenda fa ben poco per venire in soccorso dell’incauto giocatore: abbandonati da un oscuro figuro in un non meglio precisato luogo, saremo costretti a scendere a patti con i nostri istinti più basilari, nel non certo scontato obiettivo chiamato sopravvivenza. Fame, salute ed integrità mentale saranno i vostri avversari più ostici, ben più duri da fronteggiare della mole di ostili creature che si aggirano minacciose per il paesaggio. Però sarà bene limitare al minimo il senso di spaesamento ed iniziare subito a pianificare la raccolta della legna (indispensabile per proteggerci dalle insidie notturne), fare incetta di bacche e funghi per nutrirci e, perché no, costruire delle rudimentali trappole per catturare un po’ di gustosa selvaggina. Tutte azioni basilari, senza dubbio, ma ben presto vi renderete conto di come sopravvivere non sia così scontato in Don’t Starve. Preparatevi, pertanto, a morire e anche parecchio, nel tentativo di inanellare una serie consistente di giorni prima di tirare definitivamente le cuoia. Superato lo spiazzante impatto iniziale, però, Don’t Starve saprà ripagarvi con un gameplay affatto banale, in cui strategia e pianificazione andranno di pari passo con il più genuino divertimento videoludico. E se le premesse vi potrebbero portare a vedere il tutto come brutale e crudele, basterà dare uno sguardo alla caratterizzazione grafica del tutto, a metà strada tra lo humor burtoniano e l’Alice tratteggiata da Amercan Mcgee, capace in un solo istante di rendere più lieve anche la più terribile delle morti.

Un onesto compromesso

Nato su personal computer e plasmato attorno ad un sistema di controllo profondamente differente da quanto disponibile su console, l’adattamento dell’interfaccia utente rappresentava, forse, la sfida più ardua del porting di Don’t Starve. E la scommessa pare nel complesso vinta, seppur non in modo limpido: per quanto ben implementata, la gestione del menu via pad non potrà mai raggiungere l’immediatezza data dalla combo mouse/tastiera. Sarebbe però ingiusto condannare pesantemente il lavoro svolto daKlei Entertainment che, seppur con qualche limite, è riuscita a rendere la fruibilità delle varie funzioni in modo decisamente accettabile. Tramite la pressione dei grilletti del DS4 possiamo accedere rispettivamente al nostro inventario e alla lista di azioni ed invenzioni disponibili, tutte disposte comunque in modo chiaro e ben raggiungibile. L’interazione con gli oggetti presenti nel nostro zaino, invece, è demandata interamente alla croce direzionale, mentre tramite gli stick analogici è possibile scorrere tra le varie opzioni e l’elenco dei nostri beni. Impratichirsi con tali escamotage tecnici richiederà, dunque, qualche minuto in più del necessario, ma una volta prese le misure non risulterà più estremamente complesso costruire una lancia, ravvivare un fuoco o arrostire un gustoso coniglio. Dello stile grafico adottato da Don’t Starve, invece, abbiamo già parlato nelle prima sezione della recensione: un riuscito mix disegnato di elementi visivamente ispirati all’immaginario proprio di Tim Burton, con in testa riferimenti ai suoi due lavori in stop motion più celebri (Nightmare Before Christmas e La Sposa Cadavere). Morire sotto questa veste finirà presto con l’assumere un significato meno drammatico, anche perché ogni partita ci regalerà un quantitativo di punti esperienza direttamente proporzionale alla nostra abilità di sopravvivenza: tale ricompensa sarà indispensabile per sbloccare un cast di personaggi inediti, ognuno dotato di peculiari abilità in grado di rendere più agevole lo svolgersi delle varie partite.

A metà strada tra Minecraft ed un sandbox con elementi tipici dei roguelikeDon’t Starve si propone come un indie bastardo e spiazzante, ma in grado di ricompensare coloro che saranno sufficientemente pazienti da superare i primi istanti di (comprensibile) disorientamento. Di sicuro non è un titolo adatto a tutti, complice la sua natura più prossima ad un gestionale che ad un vero survival, ma visto che potete scaricarlo gratuitamente sulle vostre PS4 (a patto di essere, ovviamente, iscritti al PS+), merita sicuro un paio di occasioni prima di essere scartato a priori perché privo di quell’appeal che ci si aspetterebbe da un titolo next-gen. Per quelli non resta che aspettare(forse) il mese prossimo, ma perché rinunciare ad ingannare l’attesa proprio con Don’t Starve?